“Diabolik Astuzia contro violenza” di Angela e Luciana Giussani

Diabolicus, Diabolich e, alla fine, Diabolik di Angela e Luciana Giussani è uno dei personaggi dei fumetti che meno ho amato. Perché?

Diabolik Astuzia contro violenza
Diabolik Astuzia contro violenza

Posseggo migliaia di fumetti, sparsi un po’ dappertutto: in casa, in garage, in solaio. In un quarto ambiente che sto iniziando a svuotare perché verrà destinato a un nuovo scopo, ne ho rinvenuti alcuni che non sapevo di possedere: in mezzo a essi sono spuntati cinque Diabolik. Inizio a esaminare il primo, il cui titolo è Astuzia contro violenza. Leggo sul web che il primo numero di Diabolik è uscito il 1° novembre 1962, festa di tutti i santi. Che lo sia anche di quest’affascinante fellone mascherato?

In prima pagina scorgo il corpo svenuto del noto criminale. Che sia stato finalmente catturato? Il lettore smaliziato sa che si tratta di una scena in cui s’imbatterà solo leggendo. Dentro di sé egli cova la speranza che l’incubo di cui quel delinquente è causa ispiratrice possa un bel giorno svanire. Eugène-Françoise Vidocq, il celebre ladrone francese, dopo essere stato catturato, s’era ravveduto. Arsène Lupin e il, si fa per dire, consanguineo Lupin III, non ci pensarono manco per scherzo.

Diabolik, che ne sarà di te?

Un’amica, che più onesta non ce n’è, tale Elide, è stata per anni un’accanita lettrice delle sue serie. Quando si va insieme in un qualche mercatino vintage, lei va sempre cercando quei minuscoli albi. Mai visto due caratteri tanto diversi, come lei e quel ladruncolo. È proprio vero che gli opposti si attraggono!

A pagina 6 appare Diabolik, ma non è facilmente riconoscibile dal lettore. Come Stanislao Moulinsky della serie Nick Carter di Bonvi e De Maria, Diabolik è in uno dei suoi più riusciti travestimenti (tutti assurdamente perfetti). In genere sia il nostro, si fa per dire, eroe che il rude e sgradevole avversario di Nick Carter non si limitano a travestirsi, ma mutano se stessi nei modi e nelle forme. Essi diventano qualcun altro. Nel caso di Diabolik la nuova sembianza può individuare, con la stessa, assurda semplicità, sia uno sconosciuto che un uomo realmente esistente.

Diabolik è (quasi) più bello di Alain Delon e di Robert Redford messi insieme, però può diventare, se non bruttino, almeno insignificante, all’occorrenza, senza bisogno di truccatori. Gli basta una maschera. Non è un fatto irreale, anzi: metafisico?

A pagina 18 colgo uno dei rarissimi sorrisi di Diabolik. Indossa ora una maschera che pare quella di un attore francese, di cui non ricordo il nome, avendone solo una sensazione strana (sto pensando a Georges Descrières?). A pagina 22 Diabolik torna a casa ed Eva Kant, la sua donna e complice, gli dice delle parole che qualsiasi uomo sposato ha sentito almeno un miliardo di volte nella vita: “Finalmente sei arrivato! Ma come mai così tardi? Cominciavo a preoccuparmi.” – da notare l’assenza di punto esclamativo nella frase finale. Il suo con-sorte, nel levarsi al volo la maschera, si limita a dire: “C’è stato un contrattempo.” – dopo di che, tenendo la spalla dell’amata, spiega quel che gli è capitato. Eva mi pare ora tranquilla. L’importante è che sia rincasato. Di doman non c’è certezza, ma è inutile preoccuparsi prima del tempo.

Miracoloso è che Eva mai interrompa il discorso del suo compagno di vita, se non a un certo punto, quando si dichiara pronta a dargli una mano. Poi il dialogo si svolge come normalmente accade fra moglie e marito, con una serenità che fa quasi gelare il lettore. Su richiesta di Eva, i due piccioncini se ne andranno al mare a nuotare. Eva è carina in due pezzi. Mi piace tanto? Mmm, dovrei conoscerla più a fondo prima di rispondere. Quando lei dice: “Vado a preparare i bagagli!” – lui risponde: “Ti aiuto!” – a casa mia quello era esclusivo compito della mia consorte, a me competeva il compito di portarli a spasso.

A pagina 36 indossano entrambi una parrucca mora e faticherei a riconoscerli. A pagina 44 Eva sgranocchia un grappolo d’uva, mentre dialoga col suo ganzo. A pagina 52 Diabolik viene tramortito da un malvivente. Tre scene dopo, Eva, che se ne stava tranquilla a casa sua, dice, fra sé e sé, “Mio dio!” – a quel tempo non c’erano i cellulari, ma le ricetrasmittenti sì. A pagina 54 i momentanei antagonisti scoprono che “Ha una maschera!…” – e che si tratta di “Diabolik!”.

Eva, che sta udendo da casa sua, si mette le mani nei capelli. Poi si reca sul luogo del misfatto.

Quei tipi tranquillizzano il nostro eroe, dicendogli: “Diabolik, non hai niente da temere da noi.” – è che non lo avevano riconosciuto! La maschera s’era rotta solo al momento del tramortimento. Hanno in mente un colpo, quei ribaldi. Il loro piano non piace a Diabolik, che dice: “Ai mitra sostituisco l’astuzia!” – anch’io. Poco dopo Eva si unisce al gruppo di malavitosi. Mi piace la sua secchezza, quando dice a quei ribaldi: “Beh… Non rimanete così impalati… sedetevi!” – si noti che è lei l’ospite. Quelli sono nel loro covo! Qualcosa impedisce di realizzare il piano di Diabolik. I quattro inesperti mascalzoni hanno fretta e tentano il colpaccio da soli. Due vengono accoppati (sorte che capita anche a una delle guardie). Due riescono a scappare. Eva non si capacita, Diabolik le spiega: “L’impazienza è una caratteristica dei giovani.” – anche lui lo fu un giorno? Com’era da bimbetto? E da neonato? Succhiava il latte delle altrui madri? Egli formula un piano b. Eva è rinchiusa in una fioriera, dove può respirare grazie a un tubo amorevolmente messo a disposizione dall’amato. A pagina 94 mi fa sbiellare (dalle mie parti la locuzione si usa quando un fenomeno inquieta fortemente) lo sguardo ceruleo e quieto di Eva nel primo riquadro di pagina 94, quando conferma: “Sono sistemata bene, caro, puoi mettere il coperchio.” – poi attesto un altro evento spazio-temporale che manco Einstein avrebbe contemplato: i due innamorati si baciano appassionatamente, come due umani qualsiasi. Homo sapiens sapiens furans?

A pagina 96 il profilo di Eva si fa ammirare dal lettore. Stupisce lo sguardo immobile e fiducioso. Rispondendo al partner, ella ammette di respirare bene, semplicemente dicendogli: “Sì, caro!” Quando ha finito, Diabolik le dice: “Me ne vado!… in bocca al lupo, amore!” A pagina 108, l’ispettore Ginko (che fisicamente pare un fratello di Diabolik), dice: “Non ci sono dubbi!… questo è un colpo di Diabolik!” – se lo dice Ginko, c’è da credergli. A pagina 113, egli afferma, rassegnato:Ora abbiamo chiarito tutto. Il caso è chiuso.” – con l’ennesima sconfitta della Giustizia. Eva desidera tanto trovare quei due complici superstiti. Il suo amato le dice: “… È come cercare un ago in un pagliaio!” – ho attestato un microscopico e ininfluente errore da parte del sommo criminale: non ha fornito alcuna mini-trasmittente ai suoi provvisori solidali. Cavoli loro. La storia si conclude con la scena in cui i due amanti ammettono che il genio di Diabolik ha avuto successo dove l’inesperienza altrui ha fallito: “Già… con l’astuzia e l’intelligenza!”. Ingiustizia è fatta!

Do un occhio alle ultime pagine, zeppe di pubblicità: una riguarda una nota scuola privata e professionale; altre due spingono ad acquistare prodotti per irrobustire il fisico (ci sono alcune foto di un futuro governatore della California); in un’altra si promette a “Prezzo moderato (rimborso se non soddisfatti)” una “Statura alta”. Si tratta di avvisi pubblicitari frequenti anche nei contemporanei fumetti della Casa Editrice Universo, quali L’intrepido, L’albo degli intrepidi etc).

In un’altra si propone “Il trampolino superelastico”; in un’altra ancora, una serie di “Flaconi” che consentiranno una miracolosa pesca (di pesci) che supererà “tutti i “Records”.

Seguono infine tre pagine di inserzioni riguardanti permute, acquisti e cessioni di fumetti vari.

 

Written by Stefano Pioli

 

Bibliografia

Angela e Luciana Giussani, Diabolik Astuzia contro violenza, Anno XVII, N. 3, 30 gennaio 1978, Edizioni Astorina (Milano)

 

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