Introspezione ed intelligenza emotiva: che cosa si intende?

“Scopri chi sei e non avere paura di esserlo.” ‒ Mahatma Gandhi

Introspezione intelligenza emotiva
Introspezione intelligenza emotiva

Il consiglio di Mahatma Gandhi ci è abbastanza familiare, perché ci riporta alla mente l’antico detto greco γνῶϑι σεαυτόν (in latino “nosce te ipsum”) ovvero “conosci te stesso” iscritto come massima religiosa nel tempio di Apollo a Delfi.

Ma come si fa a conoscere se stessi? Questo arduo compito può essere svolto con un lavoro di introspezione.

Come chiarisce l’etimo della parola, l’introspezione, dal latino “introspicĕre”, ha il significato di “guardare dentro”, volgere l’attenzione alla ricerca di ciò che è in ombra, cioè ciò che non è ancora conscio ma che si “cela” nell’inconscio.

Il rapporto tra conscio e inconscio è stato descritto con diversi termini (ad esempio l’uso del greco δαίμων, con il significato di “demone” che governa l’interno del sé). Quello che useremo in questo articolo, invece, si basa sugli studi degli ultimi 150-100 anni.

Come ci spiega in un articolo del blog di Unobravo Andrea Fiscaletti, psicologo online di Unobravo, il concetto di inconscio è connesso a Sigmund Freud che, con le sue intuizioni, rivoluzionò la psicoanalisi e il modo di guardare all’attività psichica, per esempio esplorando l’interpretazione dei sogni.

Tra le personalità che hanno influenzato Freud, analizziamo brevemente il pensiero di un altro celebre psicanalista del secolo scorso: Jacques Lacan.

“Un soggetto normale è colui che si mette nella posizione di non prendere sul serio gran parte del proprio discorso interiore.” ‒ Jacques Lacan

Lacan, in modo provocatorio, vuole indicare i “pericoli dell’introspezione” ‒ del mettere in luce ciò che è in ombra ‒ quali ad esempio l’uscita dalla tanto conveniente quanto talvolta anonima “normalità”.

Il concetto espresso nella citazione lacaniana è ancora valido? È possibile che oggi una quantità maggiore di persone si sia avvicinata al moto del dialogo interiore? Grazie alla tecnologia, ad esempio, oggi è possibile lavorare sui propri aspetti psicologici da comfort della propria casa, dialogando con uno psicologo in videochiamata.

Insieme ai concetti di introspezione e inconscio, è molto importante anche quello di intelligenza emotiva, ovvero quella capacità di riconoscere, comprendere e gestire le proprie emozioni e quelle degli altri.

Questa competenza include la consapevolezza delle proprie reazioni emotive, l’abilità di mettersi nei panni degli altri e la gestione efficace delle interazioni sociali basate sull’empatia e sull’autocontrollo. Ma cosa c’entra l’intelligenza emotiva con introspezione e inconscio?

Nel contesto dell’intelligenza emotiva, l’uso dell’introspezione può essere un mezzo per sviluppare una maggiore consapevolezza emotiva, aiutando a identificare le dinamiche inconsce che influenzano le nostre reazioni e a migliorare la nostra capacità di gestire le emozioni in modo sano e costruttivo.

In questo modo, l’introspezione può fungere da ponte tra la comprensione dell’inconscio e lo sviluppo dell’intelligenza emotiva, facilitando un’autenticità emotiva e relazionale più profonda.

“L’autoconsapevolezza ‒ in altre parole la capacità di riconoscere un sentimento nel momento in cui esso si presenta ‒ è la chiave di volta dell’intelligenza emotiva.” Daniel Goleman

 

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