“Madre d’ossa” di Ilaria Tuti: il commissario ha perso la sfida?

Teresa si trovava davanti all’enigma più sfidante della sua carriera: un’indagine su se stessa.

Madre d’ossa di Ilaria Tuti
Madre d’ossa di Ilaria Tuti

Di Ilaria Tuti ho letto Figlia della cenere e ricordo di averne scritto benissimo, definendo l’autrice una scrittrice con la S maiuscola. Un romanzo che ho trovato perfetto.

Forse per questo, avendola apprezzata così tanto allora, mi sono approcciata a “Madre d’ossa” con entusiasmo.

Non posso dirvi che sia un brutto libro, nemmeno che la Tuti non scriva più bene, anzi! Però posso affermare che la storia non mi ha presa, non mi ha intrigata, non mi ha convinta tanto quanto l’altra vicenda.

Dell’autrice ho ritrovato le frasi ben scritte e originali: “Il lago di Cornino era un’iride, buio al centro e cristallino lungo la riva. Cinto da boschi arrossati dall’autunno, si apriva nella terra come un occhio antico, di bestia primordiale”.

Così come si notano le ricerche che ha compiuto per far sì di essere il più precisa possibile e veritiera quando dà voce, ad esempio, al patologo.

Infine, apprezzo nuovamente il suo intento di porre l’attenzione su alcune tematiche, come i suicidi giovanili e l’educazione che alcune famiglie non sanno più dare, crescendo degli involucri vuoti: “Li abbiamo creati noi adulti così”.

Ritroviamo la protagonista, Teresa Battaglia, ormai conosciuta anche per via della trasposizione dal libro alla tv; ora è una donna fragile e persa, per via dell’Alzheimer che le sta divorando i ricordi: “Teresa aveva scherzato, ma la verità era che si era sentita sbriciolare”.

Teresa viene trovata sdraiata accanto al corpo di un ragazzo suicida e, la sua squadra, che mai l’ha abbandonata da quando si è scoperta malata, fa cerchio intorno a lei per proteggerla e per capire come mai si trovasse lì.

In sé la trama non è malvagia, ma l’ho trovata troppo dedicata alla malattia di Teresa. E questo perché il libro si dichiara essere un thriller; qualora fosse un testo di narrativa sociale, allora ci sarebbe stato meglio.

Ci sono poi delle pagine scritte in corsivo, dove questa “madre d’ossa” scrive, anche se in maniera piuttosto criptica, tanto che spesso, lo ammetto, non capivo di cosa stesse parlando.

Le indagini procedono, fra suicidi, momenti di smarrimento dove non si capisce come mai Teresa fosse in quel posto fra ossa mancanti a dei cadaveri, fra vecchie credenze e congreghe dedite a riti esoterici. Passando per scheletri di vari nani.

Non sono riuscita a seguire agilmente le indagini, perdendomi dietro a tutte queste scoperte che non si capiva come legassero fra loro.

Infine si viene a scoprire chi sia la madre d’ossa, comprendendo che, da colpevole quale si credeva fosse, in realtà è solo una vittima.

Ilaria Tuti citazioni
Ilaria Tuti citazioni

Da come termina il romanzo non so quanto potrà comparire ancora Teresa, un personaggio che la Tuti di certo ama, così come possono esserle affezionati i lettori che ne hanno letto. Ma che come una persona reale, è arrivata in fondo alla sua storia.

Nella nota dell’autrice scopriamo che: “Tranne un’eccezione, i luoghi citati nel romanzo sono reali, il fascino e il mistero che li ammanta tangibili – i tocchi della mia fantasia nel dipingerli minimi”.

Fatte le dovute proporzioni tra i pro e i contro, consiglio comunque di leggerlo, forse ci sarà chi se ne farà rapire più di me; per chi già conosce Teresa apprezzerà di sicuro la sua squadra che sarà la sua forza, la sua famiglia: “Si era aggrappata a quel lavoro, al suo significato più profondo: il bisogno di credere nella redenzione dell’essere umano oltre ogni possibile speranza. Ora ci si aggrappava per non perdere se stessa”.

 

© 2023 Longanesi

ISBN 978-88-304-4876-6

Pag. 395

€ 22,00

 

Written by Miriam Ballerini

 

Info

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