“Aforismi” di Roberto Moscardin: le amarezze e le dolcezze

“L’uomo cerca un amico per parlargli delle sue idee. Nasce così l’amicizia.” ‒ Roberto Moscardin

Aforismi di Roberto Moscardin
Aforismi di Roberto Moscardin

Annuncia il chiaro-oscuro autore di Aforismi Roberto Moscardin:Vi è una sorte unica per tutti…” – per cui vale la pena di scriverla (di Vivere per raccontarla, come disse Gabriel García Marquez) affinché serva da torcia per le anime venture.

Occorre pur sempre tentare di farlo, sapendo che quel gesto sarà indeterminabilmente premiato da uno splendente in-successo, che una volta accaduto cesserà di non-succedere.

La suddetta in-definibilità vale per ogni forma d’arte e azione umana.

A un in-certo punto occorre dire Basta! – per poi volgere le terga alla propria opera, iniziando a vagheggiare la successiva.

Roberto Moscardin è uno degli autori veneto-lombardo-campano-laziale-pugliesi più prolifici di sempre. La presente è la quarta opera che ho letto in tre semestri. Tutte mi son parse fuggitive ed ellittiche. Questa di più ancora.

Ne cito un brano: “Vorrei essere a un passo!…” – ma poi ci rinuncio, non rinvenendo il punto esclamativo inverso, che risulterebbe dritto ove fosse attestato da un punto dato del polo sud, che difetta nella mia tastiera (e nei magici simboli della scrittura elettronica).

Io rispondo addio, vedremo dico io. Uno dei due può morire quindi niente addii, ma solo un ciao.” – un lagunare s-ciavo vostro! Per sempre e per un po’.

“L’uomo cerca un amico per parlargli delle sue idee. Nasce così l’amicizia.” – un miracolo che rende eterna la caducità umana.

L’opera moscardiniana è divisa (senz’essere scissa) in dieci capitoli, posti in rigido e molle ordine alfabetico: A, A, C, D, D, F, F, L, M, V.

Seguono i Ringraziamenti, le Note, un anonimo brano, uno ulteriore articolo, intitolato non dico come, poiché mi reca pena, che emette una verità impossibile non a dirsi, ma a conoscersi.

L’ho detto o non l’ho detto? Mistero!

“L’amore impiglia tutto, ingloba tutto e svanisce.” – sorridendo!

Somiglia alla celebre equazione einsteiniana di cui il tacere è bello.

“La disgrazia per noi più grande, non è amare.” – ma è quel quid che Roberto dice e scrive e che io traduco e condivido: non poterlo leggere ovunque

A pagina 35 è citato il comune amico Giuseppe Scollo, che ebbi l’onore di conoscere un giorno simile, per certi versi, agli altri. Tale ricordo è un gioioso rimpianto mio e dell’autore.

A pagina 42 lessi (due giorni fa): “… diceva tra il sè e il sé…” – e da ieri l’altro mi pongo il problema di quanto possa essere serrata o dilatata quella e. Mi viene da chiedere (ignoro a chi) se sia ipotizzabile un tra il sê e il sē: allungando in-definitivamente il brodo, sarebbe trangugiabile da più bocche.

Un esempio di comicità:Sembravano due colombi eppure si sono lasciati. Titubavano.” – tu mi ti-turbi direbbe ora quel comico tosco.

“Bereshit. Creo la mescolanza. Misceliamo la parola.” – che disconosco finché la ri-conosco, in quanto la seppi bene, senza più ora riconoscerla, eppure la ingurgitai tanto a lungo, nel ‘75, quando s-correva, giù per le scale di San Pietro, l’Anno Santo. Ero fresco reduce dal Marché aux Puces de Saint-Ouen.

Moscardin Roberto m’ha aiutato ad attestare la mia labile seppur inesorabile ignoranza.

Mi capita a ogni pagina del suo… saggio (?)… romanzo (?)…

L’unica è chiamarlo fiction, che ormai tutto lo è senza realmente esserlo.

Molte delle proposizioni proposte da Robby Moscky sono interpretazioni da… tratte da… etc.

Altre sono vette incontaminate e sempre più in alto!, urlerebbe dal Cervino il Mike trans-nazionale.

“La coincidenza è il modo che ha Dio di restare anonimo.” – caso o necessità, lo si ignora tutti, a partire da Jacques Monod, essendo il Divino Mistero.

Quel Nume Anziano pare soggetto all’entropia: “Dio era un po’ più giovane e non aveva molta esperienza sulle cose da fare.” – lo stesso apostrofo era in fieri, di là da venire.

Non è bestemmia, ma pare una resa: “Prego Dio che mi liberi da Dio.” – e quel Sant’Essere forse t’ascolterà, scuotendo impercettibilmente il capo.

Anche allorché dici: “Siamo nelle tue mani Signore. Le hai lavate?” – il che poco importa, visto che anticamente le pulci erano dette le perle del Signore, ché attestavano un’igiene ridotta al Nulla  Santifico ed Eterno.

“Copiando io faccio violenza alla mia stupidità.” – e io alla mia, riportando le tue parole.

E c’è tra noi ancora quel “Roer Mc Andrios” – che io conobbi in juventute, e che poi sparì in quel Kaos da cui emergesti tu, Robby Moscky, rinunciando sì a salvarlo, ma non a eternarlo.

Egli s’incrocia con chi gli capita a tiro: “Luca 17.6”, “Ludwig Wittgenstein”, “Arthur Schopenhauer”…

“Solo i colti amano imparare…” – e io sono come quel fiorellino a cui accennava Giuseppe Ungaretti: un inesprimibile nulla.

Roberto Moscardin citazione aforismi
Roberto Moscardin citazione aforismi

A pagina 156 colgo un appiccicoso e nerettato “ambarvate”, che getto in saccoccia in attesa di verifica.

Sono così tanti i vocaboli raggranellati in quanto misconosciuti che ho ormai colmato le giberne.

A pagina 167, caro Robby Moscky, citi un altro mio inclìto amico, che tanto mi manca.

“Afferra quello che puoi, afferrare è un saper cogliere il meglio.” – avendo afferrato, mo’ dove lo piazzo? In tasca non ci entra!

Rechi, alla sua giusta pagina, di cui taccio il numero, l’agnizione finale (e questo è già un mezzo spoiler): il corpus del bel tomo è fatto di “Battute brevi o quasi, brachilògiche o concise…” – anche co-incise, se mi passi la variante – “… dove si capisce tutto o quasi tutto…”se non ci fosse il quasi sarebbe del tutto e per sempre finita, invece lo è quasi: quam se, come se.

Sono appena riemerso da te e… questo ora intendo sbraitarti:

Me hiciste tan felix!… muchas gracias, mi hermoso amigo!

 

Written by Stefano Pioli

 

Bibliografia

Roberto Moscardin, Aforismi, Amazon, 2024

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *