“Caterina d’Aragona. Dignità e coraggio” di Cristina Penco: prima moglie di Enrico VIII

“Per certi versi l’infanzia e l’adolescenza della principessa furono impegnative, dal momento che il seguito reale viaggiava in lungo e in largo attraverso i vari reami spagnoli.”

Caterina d’Aragona. Dignità e coraggio di Cristina Penco
Caterina d’Aragona. Dignità e coraggio di Cristina Penco

Prima moglie di Enrico VIII Tudor, Caterina d’Aragona è la protagonista del saggio realizzato dalla scrittrice genovese Cristina Penco e pubblicato da Diarkos editore nel 2023.

Figlia di Isabella di Castiglia e di Ferdinando d’Aragona, i regnanti della Corona spagnola che a suo tempo finanziarono l’impresa di Cristoforo Colombo per raggiungere le Americhe, la Trastamara è stata testimone e protagonista al contempo di un periodo storico i cui eventi hanno lasciato un segno importante nella storia d’Europa.

“Ben prima della nascita di Caterina d’Aragona, la formazione dello Stato nazionale in Inghilterra era avvenuta in seguito a guerre sanguinose, i cui echi inevitabilmente continuarono a farsi sentire anche nel periodo in cui visse la nostra protagonista.”

Nata il 16 dicembre 1485 nei pressi di Madrid, Caterina trascorre un’infanzia serena. Educata nelle arti domestiche femminili da sua madre Isabella: cucito, ricamo, danza e musica. Ma anche istruita a padroneggiare il greco e il latino, di cui farà uso una volta raggiunta la corte d’Inghilterra. Che adotterà per conversare con umanisti del calibro di Erasmo da Rotterdam o di Tommaso Moro.

Promessa in sposa fin da piccola ad Arthur Tudor, è il 1501 quando, a soli 15 anni, parte dalla Spagna alla volta dell’Inghilterra: sarà la prima e ultima volta. Purtroppo, il matrimonio con Arthur sarà infelice, in quanto il giovane viene a mancare dopo pochi mesi in seguito a una febbre particolarmente virulenta, lasciando vedova la giovanissima Caterina, in una situazione per lei alquanto scomoda. In quanto tenuta in ‘ostaggio’ dal suocero, che vanta una parte della sua dote ancora da riscuotere. A mettere fine alla complessa situazione saranno le nozze con Enrico, fratello minore del defunto Arthur che, almeno per i primi tempi, sembrano baciate dalla buona sorte.

“La proposta di un accordo tra i due regni era partita da Enrico VII Tudor. Il re era preoccupato per la precarietà della sua dinastia.”

Donna dalla personalità forte e complessa nel suo insieme, gentilezza e coraggio coesistono in Caterina, accompagnati da un’ampia intelligenza. Che la spinge a patrocinare vari aspetti della cultura a favore del mondo femminile in seno alla corte dei Tudor. Cultura, che le viene dall’educazione ricevuta dalla sua famiglia d’origine.

Caterina si manifesterà anche come un’attenta mecenate, soprattutto nell’educazione di sua figlia Maria, alla quale trasferisce principi propri del Rinascimento. E che la porteranno a ricoprire il ruolo di prima regina della casata. Maria I, definita ‘la sanguinaria’, che fu l’unica sopravvissuta dei sei figli partoriti da Caterina.

Ma non è soltanto Maria I Tudor a beneficiare della lungimiranza della propria madre, anche le sorelle Bolena godranno dell’impronta moderna che Caterina darà al trono d’Inghilterra. Soprattutto nei primi anni del suo regno condiviso con Enrico VIII.

Regina molto amata dai suoi sudditi, la più amata fra le sei mogli Tudor, dimostra grande determinazione in varie occasioni, soprattutto quando chiede al re di risparmiare la vita ai rivoltosi dell’Evil May Day, coinvolti nella protesta xenofoba del 1517.

Animata da un grande fervore religioso, alimentato da una costante devozione, che la spinge ad osservare le regole della religione cattolica con la partecipazione quotidiana alla messa, Caterina si dedica oltremodo alla beneficenza, rivolgendo la sua attenzione alle condizioni dei più deboli.

Caterina, dunque, non la moglie bigotta e devota descritta da altre fonti storiche, ma una donna illuminata, oltre che un’antesignana del femminismo, se così si può affermare. Non un femminismo come lo si può intendere oggi, ma con rimandi animati da ideali già moderni.

Donna votata anche all’arte della diplomazia, tanto che sarà la prima ambasciatrice donna d’Europa, prestandosi, grazie alla sua finezza diplomatica, a districare tensioni politiche anche fra il suo paese d’origine e quello di adozione.

Caterina non esita fare le veci del consorte in Inghilterra, impegnato in battaglia, quando, in stato di gravidanza, imbraccia le armi per difendere l’Inghilterra; ottenendo un successo militare sul campo che rischia di oscurare il re.

Secondo un modello proposto in passato, Caterina non è stata una vittima passiva; nonostante Enrico VIII a un certo punto le preferisca Anna Bolena, già dama di corte di Caterina.

“A ridosso del Cinquecento, l’Europa faceva ancora i conti con i danni della peste, che aveva causato la morìa di un’alta percentuale di abitanti del continente.”

Da quel momento i contrasti con Enrico VIII si fanno accesi, manifestandosi come un uomo gelido nei confronti della moglie. Ma lei, convinta dell’indissolubilità del sacro vincolo del matrimonio, prega per l’anima del marito.

La storia di Caterina d’Aragona è una storia che merita di essere raccontata, così come ha fatto l’autrice che ne ha tratteggiato il profilo non di una figura tragica, anche se la tragedia entrò a far parte della sua vita. Non manipolatrice e neppure ambiziosa. Ma positiva e brillante, nonostante tutto. Dunque, non una donna debole e arrendevole.

Ma per conoscere le peculiarità di Caterina occorre andare oltre, oltre a quello che fonti storiche hanno tramandato; oltre al divorzio, alla rivalità con Anna Bolena.

Entrambe donne dalla forte personalità, ben determinate a contendersi la Corte d’Inghilterra, hanno combattuto contro un sistema patriarcale discriminatorio nei confronti delle donne. Ma lei non sarà in conflitto perenne con Anna Bolena, così come spesso è stata descritta.

Caterina conobbe la gioia ma anche la mortificazione e la profondità della miseria materiale e affettiva. Dotata di acume, a un certo punto capisce di dover far leva sull’opinione pubblica, per far conoscere l’isolamento e la miseria in cui è stata condannata. Pronta a farsi martire, sia per la malattia sia per essere stata ripudiata abbraccia il suo inevitabile destino.

Vittima di una sorte non certo benevola, cade in un precipizio di dolore e di solitudine. Anche se confortata dalla fede che non l’ha mai abbandonata, neppure nei momenti più bui.

Cristina Penco citazioni
Cristina Penco citazioni

Dignitosa fino alla fine dei suoi giorni, nonostante sia stata relegata nel castello di Kimbolton, dove isolata da tutti conclude la sua esistenza il 7 gennaio 1536, giorno in cui muore fra le braccia dell’amica Maria de Salinas, l’unica che le sia rimasta a fianco.

Quella che secondo William Shakespeare è stata “la regina di tutte le regine e modello di maestà familiare”, è rappresentata, poco lontano da Madrid, da una statua di una giovane donna nel pieno fulgore dei suoi anni giovanili, e immortalata con due oggetti fra le mani. In una mano un libro, a menzione dell’intelletto di cui Caterina era dotata e dell’impegno culturale a favore del mondo femminile di cui si è fatta promotrice, nell’altra la rosa tudor, simbolo dei Tudor, a indicare che è stata una delle donne più amate della dinastia Tudor.

“In realtà, come si è visto, era tutto fuorché una mente ingenua e sprovveduta Caterina ma, come aveva oculatamente ponderato, replicando in quel modo non alimentò altre speculazioni.”

Ritratto originalissimo, quello tracciato dall’autrice genovese Cristina Penco, che di Caterina d’Aragona ha tracciato il profilo di una regnante che ha saputo andare oltre a ciò che il suo rango le consentiva, adoperandosi per migliorare la vita dei suoi sudditi.

Saggio realizzato con scrittura scorrevole e asciutta, seppur ricco di dettagli storici davvero esaustivi, il testo gode di un’impronta di tipo giornalistico.

Anche in questo caso, come altri suoi precedenti lavori, biografie storiche di regnanti, l’autrice ha realizzato con grande abilità descrittiva il disegno di una donna, femminista ante litteram, su cui molto si è discusso.

Suddiviso in otto capitoli, il testo, più che apprezzabile, non soltanto dagli amanti delle biografie storiche, come nel caso dell’autrice di questo scritto, ma anche da chi non ha sufficienti elementi per valutare questa biografia dall’indiscusso valore testimoniale. Che ha accresciuto la conoscenza di una donna che è andata oltre gli schemi consentiti dal suo tempo, offrendo alla figura di Caterina d’Aragona un’indiscussa modernità.

“Consapevoli del declino della salute di Caterina, due suoi amici di lungo corso, tra i suoi sostenitori più accesi, chiesero il permesso di farle visita alla loro regina a Kimbolton nel 1534.”

 

Written by Carolina Colombi

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *