“Phobia” di Wulf Dorn: la paura non viene mai da sé

“Phobia” è un thriller di Wulf Dorn piuttosto claustrofobico ma che mi è piaciuto.

Phobia di Wulf Dorn
Phobia di Wulf Dorn

Tratta della paura in diversi modi e forme.

““La paura ha una casa in cui abitare”. Picchiettò la tempia. “Quassù. E allo stesso tempo questo è l’unico posto in cui possiamo affrontarla”.”

Ogni personaggio di “Phobia” reca con sé il proprio terrore: Sarah, la donna che si trova in casa un estraneo che si finge suo marito, soffre di attacchi di panico.

Il persecutore:ho paura di ridurmi ben presto a un involucro senza anima”.

Marck, lo psicologo che aiuterà Sarah, sua amica d’infanzia, ha paura di non riuscire a superare il trauma che ha vissuto.

Infine, il marito di Sarah, scomparso, ha la paura più tangibile: quella di venire ucciso.

È scritto bene, ben costruito, dove le tessere che lo compongono vanno ad aggiungersi le une alle altre, ma non sempre compare il disegno che ci ha descritto in precedenza.

Lo scrittore è attento alle sensazioni, alle emozioni, alla descrizione di quello che accade dentro di noi quando accadono determinati fatti.

Forse per questo gli è sfuggito qualche errore: come l’avere scritto che la protagonista chiude a chiave la porta e, nella riga successiva, fa presente che non poteva barricarsi all’interno perché le chiavi erano state tolte! Ma è solo un peccato veniale!

Nel procedere mostra come le persone non aiutino più gli altri, anzi, siano quasi infastiditi nel dover soccorrere una donna in pericolo.

Oppure mostra il perdono, come questo sia possibile:Tutti commettiamo degli errori, pensò Sarah, ma non è mai troppo tardi per pentirsi. Se verremo perdonati, questo è un altro paio di maniche, non dipende più da noi. Ma nessuna punizione può mai cancellare il male commesso”.

Non voglio anticipare troppo la trama, perché si rischia di compromettere i tanti segreti che vengono a galla leggendo.

Quello che posso dirvi è che succedono fatti strani: Sarah, una sera, sente il marito tornare a casa, gli va incontro in cucina e si trova di fronte un estraneo: parla come lui, veste come lui, anche se gli abiti gli vanno corti. Conosce tutto di loro, ma non è Stephen!

La polizia non le crede, la faccenda è talmente assurda! Così, visto che il persecutore non vuole mollare la presa sulla loro famiglia, Sarah si rivolge a Mark.

Le domande che ci si pone sono molte: perché? Perché proprio loro? Cosa vuole ottenere? Libererà Stephen?

Alla fine, solo alla fine, si otterranno tutte le risposte.

In ultima battuta troviamo anche la morale del romanzo, che ci presenta le sfaccettature della paura, un sentimento che da sempre serve all’uomo per sopravvivere; ma che se troppa, sfocia in patologia.

“La paura è un terreno molto fertile per la diffidenza, l’odio e la discriminazione, e dà il potere a tutti coloro che la strumentalizzano per raggiungere i propri scopi”.

Una frase che ritengo più che mai attuale e facente parte della nostra società.

Wulf Dorn citazioni
Wulf Dorn citazioni

Non posso evitare di rivelarvi che, in alcuni momenti, la trama ricalca qualcosa di già visto: nonostante l’autore ci riveli che l’idea per il romanzo sia nata da un momento in cui si è trovato il centro di Londra chiuso perché era stato sventato un attacco terroristico su un autobus; in alcuni punti il testo ricorda chiaramente scene viste nei film Saw – l’enigmista e One hour photo.

Se sia coincidenza o altro, non mi è dato saperlo.

Resta il fatto che, nonostante ciò, il libro è scritto bene e tratta in modo psicologico (l’autore per anni ha lavorato come logopedista per la riabilitazione del linguaggio in pazienti psichiatrici), di un aspetto importante della nostra vita, la paura.

 

© 2021 Tea Libri
ISBN 978-88-502-5627-3
Pag. 324
€ 5,00

 

Written by Miriam Ballerini

 

Info

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