La pittrice Mariell e la modernità dei Maestri del passato
Mariell, il cui vero nome è Maria Grazia Chirone Guglielminetti, è una pittrice torinese che sta percorrendo un cammino artistico raffinato e coerente, dopo essersi perfezionata in anni di studi e di importanti esperienze artistiche.
Il suo sguardo intelligente confronta e analizza i grandi maestri di ogni tempo nelle loro opere più rappresentative, con una particolare attenzione al periodo rinascimentale, per cercarne i segreti e reinterpretarli con una moderna visione.
Il concetto di bello, il gusto umano, la capacità di affascinare e sedurre di un’opera d’arte, sono cambiati nel corso dei secoli.
La nostra epoca dove la multimedialità, i mezzi di comunicazione e la possibilità di viaggiare e raggiungere velocemente ogni angolo del mondo ci sottopongono a un bombardamento continuo di emozioni e sollecitazioni, ci rende assuefatti a tutto e uccide la meraviglia.
Che cosa sia la bellezza, che cosa sia l’arte, diventa oggetto di discussioni spesso sterili e di affermazioni estreme che annunciano la morte della pittura, la superiorità del marchio sulla qualità del prodotto, l’esaltazione della provocazione e del provvisorio.
Può essere vera arte, il caso è di questi giorni, l’opera dal grande valore commerciale che esponeva una banana matura? Un visitatore affamato, non sapremo mai quanto innocentemente, l’ha presa e divorata, lasciando solamente la buccia. Credo che la vera arte debba essere capace di sopravvivere, non dico ai secoli, ma almeno al momento.
Mariell si nutre di quella che ai miei occhi è arte vera, la esamina, la assimila e la ripropone in un linguaggio rispettoso e moderno.
Arte da arte, bello da bello.
La sua ricerca finisce per concentrarsi sui particolari, quando è in un dettaglio che la pittrice percepisce la forza e l’ispirazione. Gli sfondi scompaiono, si fondono in un colore appena elaborato, come un drappo di tessuto. C’è fedeltà nella riproposizione, ma non è tanto una fedeltà di immagine, quanto di spirito.
Nel momento in cui la nostra artista si sofferma sulla statua del Laocoonte, il sacerdote che nell’Eneide avverte i troiani di diffidare del cavallo di legno che i greci hanno lasciato davanti alle mura della città, e viene divorato con i figli da due enormi serpenti marini, Mariell sulla tela cattura soltanto il volto dell’uomo, gli occhi cavi e bui, l’espressione di un dolore estremo che si dissolve e trova tragico abbandono nella morte.
La testa di Laocoonte è di pietra, mentre il collo e le spalle hanno il colore della carne, lo sfondo scuro ha spesse bordature di tinta luminosa e inattesa. Siamo di fronte a un processo di più trasformazioni: da statua a tela, da carne a marmo, da vita a morte, da passato a presente, da dolore ad abbandono, da lotta a impotenza.
Soprattutto è nelle opere del Rinascimento che Mariell rende più attenta e sistematica la sua indagine, volta a catturare l’essenza del bello assoluto ed eterno, il respiro divino che trascende i limiti umani.
Il miracolo inspiegabile che trasforma l’artigiano in artista e l’artista in genio.
Molte sono le opere ispirate da Michelangelo, e non è certo una scelta che si può mettere in discussione, ma i nomi famosi che vengono affrontati, sono davvero tanti: Leonardo, Caravaggio, Antonello da Messina, Raffaello ecc.
Alla fine rimane in sospeso una domanda fondamentale e maliziosa: se, considerata la bellezza indiscussa degli originali, che hanno attraversato generazioni senza mai smettere di affascinare, questa riscrittura possa avere senso. La risposta ovviamente è positiva, perché la rilettura permette di affrontare le opere in un modo nuovo e autentico e perché l’abilità tecnica e artistica di Mariell è davvero sorprendente e innovativa.
Non si tratta di sostituire antichi capolavori, bensì di plasmare nuove opere che ne riflettano la bellezza con rispetto, ma anche con un coraggioso ricreare.
Dal 19 aprile al 4 maggio 2023 il Museo Internazionale Italia Arte, MIIT, ha ospitato nella sua sede in Corso Cairoli a Torino l’ampia antologica “Mariell Chirone Guglielminetti. Mnemosyne”; e che la divina Mnemosyne, figlia del Cielo e della Terra, amata da Giove, madre delle nove Muse, personificazione della memoria e del ricordo, ci protegga tutti.
Written by Marco Salvario
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