“Juan Ramón Jiménez” poesia di Federico García Lorca

“Juan Ramón Jiménez”

Federico García Lorca - poesie - Juan Ramón Jiménez
Federico García Lorca – poesie – Juan Ramón Jiménez

In quel bianco infinito,

neve, nardo e salina,

perse la fantasia.

 

Il colore bianco, cammina,

sopra una muta passatoia

di piume di colomba.

 

Senza occhi e senza gesto

Immoto soffre un sogno.

Però trema al di dentro.

 

Nel bianco infinito,

che pura e lunga ferita

lasciò la sua fantasia!

 

In quel bianco infinito.

Neve. Nardo. Salina.

 

Federico García Lorca (Fuente Vaqueros, 5 giugno 1898 – Víznar, 19 agosto 1936) è stato un poeta, drammaturgo e regista teatrale spagnolo, che raggiunse il riconoscimento internazionale come figura emblematica della generazione del ’27, un gruppo principalmente di poeti che introdusse le avanguardie artistiche ‒ come il simbolismo, il futurismo e il surrealismo ‒ nella letteratura spagnola con risultati eccellenti, in quella che fu definita la Edad de Plata.

Sostenitore dichiarato delle forze repubblicane durante la guerra civile spagnola, fu catturato a Granada, dove si trovava ad alloggiare in casa di amici, e fucilato da uno squadrone delle forze nazionaliste. Il suo corpo fu poi gettato “in un burrone ad alcuni chilometri alla destra di Fuentegrande”. I suoi resti non sono mai stati trovati. [Continua a leggere la biografia su Wikipedia]

Lorenzo Spurio scrive sul poeta: “Se è vero che molte sono state le ipotesi attorno alla reale localizzazione dei resti mortali del Poeta  (tra cui quella secondo la quale essi vennero trafugati e inumati a Salto, in Uruguay, sotto un possente monumento che ne celebra il ricordo), secondo Benjamín Amo “le evidenze testimoniali e documentali rendono chiaro il fatto che Federico venne assassinato in un punto concreto”, vale a dire in quel posto nel quale, però, mai si è trovato il suo corpo né tracce dei suoi resti.” [Leggi l’articolo “El enigma Lorca”, documentario di Benjamín Amo]

 

Juan Ramón Jiménez Mantecón (Moguer, 24 dicembre 1881 – San Juan, 29 maggio 1958) è stato un poeta spagnolo. Premio Nobel per la letteratura nel 1956, è stato uno dei più importanti intellettuali della generazione del ’14. Dopo i primi studi compiuti a Moguer, a undici anni fu messo nel collegio dei Gesuiti di Puerto Santa Maria, vicino a Cadice. Là avvertì le prime tristezze, provocate dalla lontananza dalla famiglia e appena alleviate dai ritorni estivi a Moguer.

Conclusi gli studi secondari nel giugno del 1896, Jiménez si iscrisse, per volontà del padre, alla Facoltà di diritto dell’Università di Siviglia, ma non concluse gli studi, poiché la sua aspirazione era volta all’arte, amava la pittura e la letteratura: «Io scrivevo, scrivevo come un pazzo, versi e prose. E, inoltre, li pubblicavo. Nessun giornale o rivista, di Huelva, di Siviglia, di Madrid, a quell’epoca, mi lesinò spazio e, in molti, ebbi un posto di rilievo, un ritratto e persino un compenso. E leggevo, leggevo disordinatamente, tumultuosamente, tutto quanto mi capitava tra le mani». [Continua a leggere la biografia su Wikipedia]

 

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