“Guardati dalla mia fame” di Milena Agus e Luciana Castellina: un pezzo di storia italiana da non dimenticare

“Nonostante l’età, si era sposata anche lei in bianco, con in testa una di quelle fasce a cuffietta che si usavano allora? Avrebbe voluto sapere tutto di quel matrimonio, e non per morbosa curiosità, ma perché lei quella tardiva vicenda sentimentale la amava, visto che si trattava di un’eccezione alla solita regola.”

Guardati dalla mia fame di Milena Agus e Luciana Castellina
Guardati dalla mia fame di Milena Agus e Luciana Castellina

Le sorelle Porro, benestanti e proprietarie terriere, vivono una vita tranquilla nel loro palazzo ad Andria.

Siamo nella Puglia del dopoguerra, terra di passaggio nella quale si incontrarono reduci, fuggitivi, soldati americani in attesa di ritornare a casa, e personaggi importanti di quel periodo come Giuseppe Di Vittorio.

Erano anni di transizione durante i quali tutto sarebbe potuto accadere ed è qui che avvenne un massacro, proprio in quel palazzo dal quale qualcuno disse di aver visto sparare dei colpi da arma da fuoco.

La situazione era così tesa che la gente riunitasi in piazza non ci penso due volte a sfondare il portone e scagliarsi contro quelle donne che nulla avevano a che fare con questa storia. L’unica loro colpa era quella di possedere più soldi e terreni della maggior parte degli altri.

Da questi fatti nasce Guardati dalla mia fame” (Nottetempo, 2014) scritto da Milena Agus e Luciana Castellina.

La prima parte, quella scritta dalla Agus, ci mostra la vita nel palazzo, con la descrizione delle sorelle Porro, dei loro amori e non-amori e ne sonda i lati più intimi, e quasi morbosi, come solo lei sa fare.

La Castellina, invece, ricostruisce i fatti storici, le circostanze che portarono al massacro e la situazione esterna generale di quei giorni ed anni, raccontando così un pezzo di storia poco noto.

La situazione dei braccianti era tragica e ci si appigliava a chiunque e a qualunque cosa pur di trovare un po’ di giustizia e per uscire dalla povertà causata dalla lunga guerra.

“Proprio felicità, perché quei ragazzi solo allora realizzarono che c’era una vita senza fame anche per chi stava in campagna. E ancora oggi c’è qualche vecchio che ricorda la meraviglia dei bambini nello scoprire che si mangiava tre volte al giorno.”

Piazza e palazzo, interno ed esterno, le sorelle Porro e il popolo allo stremo, ricchezza e povertà; voci contrapposte che ci danno una visione completa dell’atmosfera e di quanto accadde. Ripercorriamo persino il processo che ci fa capire quanto poco contasse la vita di quelle donne, probabilmente si fosse trattato di uomini il discorso sarebbe stato differente, e di quanto confuso fosse l’intera situazione.

Un libro importante e bellissimo, suddiviso in due parti e con al centro una serie di foto dell’epoca, per ricordare qualcosa di importante non solo per il passato ma per il presente, basti pensare all’attuale situazione dei braccianti e alle questioni dei caporalati le cui origini affondano in un passato non troppo lontano ma quasi dimenticato o raramente rievocato.

Michela Agus - Luciana Castellina - Photo by Bacco
Michela Agus – Luciana Castellina – Photo by Bacco

“A volte si accasciava su una sedia e scoppiava in singhiozzi e diceva che non sapeva dove andare a cacciarsi nella vita. Loro invece non si scomponevano, parlavano di argomenti sempre piuttosto generali, inoffensivi, non compromettenti ed erano sempre cristianamente grate e serene. Avrebbe voluto che qualche volta si disperassero, che scoppiassero in lacrime per quella loro vita racchia color grigio topo e che per quella vita si arrabbiassero con Dio. Invece lodavano comunque il Signore.”

 

Written by Rebecca Mais

 

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