Re Carlo III: per l’incoronazione ci saranno le royal commemorative pottery?
In tanti si stanno chiedendo se l’incoronazione di Re Carlo III sarà diversa da quella dei suoi predecessori anche per quanto riguarda le royal commemorative pottery, ovvero le tradizionali e famose ceramiche commemorative inglesi.
La risposta non è certa, ancora tutto tace ma la giornalista, scrittrice, studiosa di famiglie reali Marina Minelli prova a dare una risposta essendo essa stessa collezionista delle commemorative pottery.
Ma che cosa sono le royal commemorative pottery?
La tradizione è iniziata con Carlo II Stuart e proseguita con tutti i successivi sovrani ma letteralmente esplosa all’epoca dell’incoronazione della regina Elisabetta II.
Le prime “royal pottery” risalgono alla metà del XVII secolo cioè all’epoca in cui Carlo II torna in Inghilterra dopo anni di esilio. Il re è praticamente uno sconosciuto così a qualcuno viene in mente di dipingere su piatti, brocche e boccali un suo ritratto (approssimativo ma sempre dotato di corona) e il nome. L’idea ha un enorme successo e prosegue anche quando arrivano gli Hannover. Intanto a Stoke on Trent, nello Staffordshire, nasce e cresce il distretto delle ceramiche dove si perfezionano materiali e tecniche.
A metà Settecento con l’inizio della rivoluzione industriale e l’avvio della produzione in serie le ceramiche cominciano a essere accessibili a una fascia sempre più ampia della popolazione.
Quando, un secolo dopo, si afferma l’abitudine dell’afternoon tea, l’omaggio ai sovrani e alla royal family avviene rendendoli protagonisti del rito britannico per eccellenza.
Ma è nel 1953 che tutte le aziende di pottery avevano creato centinaia di tazze, teiere, mug, piatti decorati con i simboli araldici del regno, il monogramma ma soprattutto con il volto della giovane sovrana mentre oggi si parla di pochissimi pezzi. Con Elisabetta II, consacrata il 2 giugno del 1953, questa tradizione raggiunge il suo momento di massimo splendore come quantità, varietà e qualità artistica dei manufatti. Il grande entusiasmo popolare per l’inizio di questo nuovo regno fa sì che le ceramiche dedicate alla giovane sovrana vadano letteralmente a ruba e questo successo aiuta la ripresa delle manifatture di Stoke on Trent dopo il lungo e difficile periodo della guerra.
Tra le aziende anche la storica Burleigh (sopravvissuta proprio grazie all’intervento del Prince’s Trust e spesso visitata dall’allora principe di Galles) che però per l’incoronazione del re carlo III ha deciso di non mettere in produzione oggetti commemorativi.
Marina Minelli racconta: “Sono stata la prima in Italia a raccogliere ‘royal commemorative pottery’ e oggi possiedo oltre 1000 manufatti. Le ceramiche commemorative inglesi sono oggetti affascinanti perché raccontano da secoli la storia di una nazione e della sua monarchia che, anche attraverso questi semplici manufatti si celebra e si rende popolare arrivando nelle case e nella vita quotidiana dei sudditi.
La mia collezione parte dalla regina Vittoria ma si è concentrata su Elisabetta II, che per me è un mito assoluto e inarrivabile, però la raccolta non è chiusa in un armadio. Uso spesso, ovviamente con molta cura, molti piatti e tazze. Nel novembre scorso, ad esempio, ho organizzato un pranzo commemorativo dedicato alla regina e ho allestito la tavola con le mie ‘royal commemorative’.
Oggi i gusti sono cambiati, la maggior parte delle aziende ha chiuso i battenti o ha trasferito all’estero la produzione e le prestigiose ed eleganti ‘royal pottery’ vengono prodotte in numero decisamente ridotto, lo abbiamo già visto lo scorso anno per il Platinum Jubilee. Sappiamo già che l’incoronazione di Carlo III verrà ricordata con poche decine di oggetti rigorosamente made in England fra cui i servizi da tè di Emma Bridgewater e Spode, per il resto chi vorrà un ricordo si dovrà accontentare dei memorabilia made in China che si trovano nei negozi di souvenir”.
Insomma: l’antica tradizione è al capolinea?
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