“Perugino. Rinascimento immortale” docufilm di Giovanni Piscaglia: la storia di un maestro dimenticato
“È la prima volta che un film documentario viene dedicato interamente a Pietro Perugino, un protagonista ‘dimenticato’ del Rinascimento e della storia dell’arte.” – Giovanni Piscaglia, regista
A distanza di 500 anni dalla sua morte, la Nexo Digital dedica al Perugino, eccellente pittore, un documentario altrettanto eccellente. In visione il 3, 4 e 5 aprile 2023 nelle sale cinematografiche italiane, Perugino. Rinascimento immortale è diretto dal regista Giovanni Piscaglia, già autore di altri tesori dell’arte per la Grande Arte al cinema.
Prodotto da Ballandi, il docufilm Perugino. Rinascimento immortale celebra il maestro del Rinascimento restituendogli il ruolo ricoperto a suo tempo. Oltre a raccontare la vita e le opere del ‘miglior maestro d’Italia’, il film apre un nuovo scenario sul Perugino, diverso da quello originato dai giudizi poco benevoli espressi da Giorgio Vasari su di lui. Che lo accusò di essere un uomo interessato soprattutto al profitto che gli veniva dal suo essere artista. Aspetto questo messo in evidenza da Marco Bocci che, con ampia intensità scenica, conduce lo spettatore attraverso i capolavori del maestro. Commentando alcuni brani, i più salienti, elaborati dal Vasari ne Le eccellenti vite de’ pittori, dove per l’appunto, esprime giudizi non propriamente positivi sul pittore umbro. Che Bocci tende a smentire, sia mostrando documenti, che grazie ad interventi di autorevoli addetti ai lavori che partecipano alla narrazione con contributi, tutti molti esplicativi, a confermare il talento del pittore.
Dallo storico Franco Cardini, che illustra la Firenze rinascimentale; al direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Dieter Schmidt; alla storica dell’arte Veruska Picchiarelli; alla professoressa di architettura Emanuela Ferretti, per arrivare anche ad un geografo, Franco Farinelli, che spiega l’importanza del paesaggio umbro nei dipinti del Perugino.
“Centro estetico del film sono i dipinti, in primis quelli della galleria Nazionale dell’Umbria, quelli degli Uffizi, gli affreschi del collegio del cambio di Perugia, molte opere e musei esteri.” – Giovanni Piscaglia
Nato a Città della Pieve intorno a metà Quattrocento, Pietro Vannucci, in seguito conosciuto con l’appellativo di Perugino per la sua provenienza umbra, nel 1470 circa si trasferisce a Firenze, confermandosi fin dai suoi inizi un eccellente esecutore di rappresentazioni pittoriche. Anche se il suo primo approccio con il mondo dell’arte è già avvenuto nel suo paese natale.
A Firenze, nella bottega del Verrocchio, presso cui passano i più eccellenti pittori, ha modo di manifestare il proprio ampio talento espressivo, accompagnato da un sapiente impiego del disegno.
Il suo linguaggio pittorico, a carattere devozionale, è apparentemente semplice e diretto, ma in sé è custode di un’enorme portata artistica, caratterizzata da un’eleganza tensione e una delicatezza esecutiva congiunta all’amore per i dettagli. Peculiarità, che si esprimono in un insieme armonico esplicitato nell’abile stesura dei colori, resi con toni di luce sapienti e dalle ineccepibili sfumature.
“Grazie a riprese e droni nel film i dipinti vengono messi in stretta relazione con la natura, le valli, i colori della sua terra, con il lago Trasimeno come centro simbolico.” – Giovanni Piscaglia
Molti dei suoi dipinti sono dedicati alla figura della Madonna col bambino, attraverso cui diffonde un nuovo ideale di bellezza. Con un modo di dipingere, che grazie alle sue composizioni in un’iconografia che influenza i pittori a lui coevi come quelli successivi, attira l’attenzione di numerosi committenti. Tanto che l’arte del Perugino, come ben sottolineato dal documentario, è paragonabile soltanto a quella di Giotto.
Il docufilm evidenzia, inoltre, come l’artista realizzi nelle sue opere il rapporto fra uomo e natura in un insieme armonico. Ne sono esempio gli affreschi della Cappella Sistina, a cui è chiamato a lavorare nel 1481 da papa Sisto IV, per realizzare in commistione con artisti a lui coevi quali il Ghirlandaio, il Botticelli e Cosimo Rosselli decori memorabili. Da cui si evince il lirismo dei personaggi raffigurati, compresi in un’estasi ultraterrena. Esemplificativo in merito è il dipinto La consegna delle chiavi.
A Firenze il Perugino rimane per circa vent’anni, ma saranno i paesaggi umbri, affacciati sulle sponde del lago Trasimeno, come messo in evidenza dal docufilm Perugino. Rinascimento immortale, ad accompagnare la sua arte.
Nella pittura precedente i paesaggi erano soltanto uno sfondo scenico, adesso, con il Perugino acquisiscono un ruolo inedito e autonomo, che si fanno tramite per il regista per dare maggior incisività ad un documentario di qualità.
Il legame del pittore con la sua terra è profondo e viscerale, tanto che sul finire della sua esistenza, quando la sua arte non suscita più l’interesse del principio, farà ritorno lì, dove tutto ha avuto inizio.
“È paradossale che la sfortuna di Perugino sia stata anche quella di vivere tanto a lungo da dipingere contemporaneamente a Michelangelo e Raffaello, giovani geni che lo hanno superato quando il Maestro era ancora in attività.” – Giovanni Piscaglia
Quando la tempesta si abbatterà su Firenze, per la presa del potere del frate Gerolamo Savonarola dopo la morte di Lorenzo il Magnifico (1492), le opere del Perugino saranno risparmiate dai roghi in cui cadranno molti altri dipinti di quel periodo.
“Non mancano momenti di sospensione temporale, come nel caso della ricostruzione fiction di una bottega rinascimentale e nella scena della performance di Virgilio Sieni.” – Giovanni Piscaglia
Artista prolifico, buon imprenditore di se stesso, è a Firenze e a Perugia che il pittore apre due botteghe che gli fruttano numerose commissioni. Anche se il Perugino non è soltanto un buon imprenditore di se stesso: perché la sua pittura nasce soprattutto dall’amore che nutre per l’arte.
Arte che però a inizio Cinquecento sembra esaurirsi.
In quanto la fama del pittore tende a scemare; i suoi dipinti non suscitano più l’interesse di un tempo; forse per il sopraggiungere di nuovi gusti estetici, o semplicemente per l’inadeguatezza del pittore di adattarsi al nuovo che avanza. Nonostante la sua produzione artistica abbia ancora guizzi importanti.
Tornato a Perugia, infatti, i suoi conterranei non gli fanno mancare l’apprezzamento che merita. Che si declina con la realizzazione di nuovi lavori che lo portano ad affrescare L’Oratorio di Santa Maria presso Città della Pieve con la celebre opera L’adorazione dei Magi e il Martirio di San Sebastiano presso la chiesa omonima.
Per spegnersi infine nel 1523 colpito dalla peste, ancora con il pennello in mano. Lasciando un’ampia eredità ai suoi discepoli: Pinturicchio, Raffaello, Leonardo e Michelangelo, solo per citare i nomi eccellenti a cui se possono affiancare altri, tutti di immenso pregio artistico.
Ed è così che il genio e l’impegno del Perugino vengono oscurati per cadere poi in un oblio da cui successivamente sarà sollevato, riconoscendo alla sua arte una forza e purezza espressiva di ampia dimensione.
“I dipinti sono punti nodali attraverso i quali si dipanano temi e storie, scelti sia in base all’importanza che in base all’attinenza rispetto a temi come l’architettura, seguono un andamento narrativo specifico.” – Giovanni Piscaglia
Ad accompagnare il docufilm una colonna sonora d’atmosfera composta da Eraldo Bernocchi, che mette in luce con una sottile ma intensa sottolineatura il ruolo ricoperto dal maggior esponente dell’arte del mondo rinascimentale. Da menzionare, perché motivo di arricchimento di un film già di per sé esaustivo, sono gli effetti coreografici del danzatore Virgilio Sieni.
Il tutto, per ridare voce a un pittore che tanto ha dato all’universo artistico, riconsegnandogli il ruolo ricoperto a suo tempo. Perché, in fondo, questo è l’obiettivo che si è posto l’eccellente docufilm Perugino. Rinascimento immortale, docufilm a lui dedicato.
“Ultimo grande esponente della stagione delle botteghe, ha creato una struttura imprenditoriale che se da una parte gli ha permesso di completare molte opere in poco tempo e di spedirle lontano, dall’altra ha reso la sua produzione ripetitiva.” – Giovanni Piscaglia
Written by Carolina Colombi
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