“L’inquilino dalla modica follia” di Antonietta Fragnito: un romanzo psicologico dai toni graffianti
“Dall’ingresso, dove sostavamo in attesa di iniziare, sentivamo le parole nette e chiare del nostro psichiatra, il dottor Neri, da tutti chiamato affettuosamente ‘il professore’.”
L’ultima fatica letteraria di Antonietta Fragnito, già scrittrice di talento, è il romanzo psicologico L’inquilino dalla modica follia, con prefazione di Filomena Gagliardi. Pubblicato da Tomarchio Editore nel 2022, è il titolo, in qualche misura, ad anticipare il contenuto del romanzo. Che è, prima di tutto, elaborato in maniera originale.
“Tornando a noi, non so i presenti cosa avessero o cosa avessimo a livello individuale, ma tutti, nessuno escluso, mostravamo almeno uno dei segni distintivi che caratterizzano noi pazienti psichiatrici…”
Antonietta Fragnito, poetessa, ha esercitato la professione di docente, abbandonata poi per dedicarsi alla poesia, sua primaria passione. Che le ha ispirato versi unici e intensi pubblicati in alcune antologie, e che le hanno giovato diversi riconoscimenti classificandosi in varie competizioni in un’ottima posizione. Una fra tutti è ‘Free Poetry’, Contest indetto dalla casa editrice Tomarchio in collaborazione con il portale web Oubliette Magazine, che ha visto la Fragnito classificarsi al primo posto e con in premio la pubblicazione della silloge “La rosa, la cosa, l’anarchia del verso“.
“L’edificio era di recente costruzione. Era stato concepito come centro studi e luogo di recupero per malati psichiatrici gravi…”
A raccontare della propria famiglia e del personale percorso esistenziale è Marco, protagonista ed io narrante del romanzo. Che dà conto delle proprie azioni come di pensieri ed impulsi che attraversano la sua sfera psichica ed emotiva.
Nella narrazione, in un interessante parallelismo, vengono narrate anche le vicende di suoi familiari. Personaggi tutti un po’ sopra le righe. O fuori dagli schemi, che dir si voglia. Soggetti, da lui descritti come dei disadattati rispetto al mondo che li circonda.
Cresciuto in un contesto familiare particolare, Marco è un giovane oltremodo singolare che vive problematiche comportamentali non propriamente normali. Anche se l’accezione del termine normale è spesso piuttosto dubbia, in quanto il significato è soggetto a fraintendimenti.
Ma, per tornare alla trama de L’inquilino dalla modica follia di Antonietta Fragnito, Marco stabilisce con l’analista che ha in cura l’intero nucleo familiare, un rapporto stretto, al fine di affrancarsi dalle sue disfunzionalità di natura psichica, non sempre di facile gestione.
Marco si affida allo psichiatra, il dottor Neri, per superare gli ostacoli che il suo equilibrio, alquanto instabile, come riferito dallo stesso, deve fronteggiare. E li governa affrontando sedute psicanalitiche, spesso consumate anche singolarmente. Altre, invece, collettive e condivise da altri pazienti.
“Il professore l’indomani. Cerca di lenire la mia prostrazione: riflettici – mi dice – quale delle due è più vera? La fuga mentale o quella reale?”
Consapevole delle stranezze che fanno parte dell’universo comportamentale dei suoi familiari, il giovane ne descrive le peculiarità, seppur con una sorta di ironia che dà leggerezza al racconto. Così, come descrive pure la carrellata dei personaggi che fanno parte della realtà locale in cui vive, che critica vivacemente.
Comprendente gli abitanti del luogo in cui le vicende sono ambientate: Rocca dei Sassi, località dove Marco è nato. E, dove lo ‘sport’ praticato è spettegolare e calunniare gli altri, in maniera anche immotivata.
Tuttavia, nonostante le sue disfunzionalità, Marco porta comunque avanti la propria esistenza soddisfacendo le esigenze tipiche della gente comune: lavoro e matrimonio soprattutto.
Nel tentativo di lasciarsi alle spalle, per quanto gli sia possibile, la patologia psichica.
“A volte mi chiedo: se fossi nato altrove come sarei? Purtroppo, fin dalla nascita, vivo a Rocca dei Sassi che non è proprio il posto ideale per il mio io abissale! Questa cittadina, pur occupando un’area geografica pianeggiante e di transito, è soltanto un radioso carcere. A ben osservare ci si rende conto che, nel suo paesaggio plateale e verdeggiante, il disegno architettonico è feroce alla vista, poiché numerose case sono state storpiate da interventi che imitano lo stile barocco o da ibridi schiaffi di moderno…”
Raccontato con un singolare registro di scrittura, che dà al romanzo i connotati di un racconto elaborato con perizia di stile, il romanzo di Antonietta Fragnito non è scevro da toni graffianti, intrecciati sistematicamente a una vena ironica, seppur intrisa di amarezza, che fanno de L’inquilino dalla modica follia un romanzo assolutamente godibile.
L’io narrante, talvolta, descrive la realtà che gli appartiene in modo fresco e leggero, ma in cui il protagonista coglie con occhio attento, descrivendole, le peculiarità che la abitano.
“La Cascina fu il mio luogo di infanzia più coatto e negativo. Là ho bivaccato per anni in mezzo ad un’umanità scollata, ignorante e dolente, composta da un tragico mix di uomini arroganti e donne sottomesse. Spesso, guardandomi intorno non capivo se fossi nella vita o in una strana fiaba…”
Written by Carolina Colombi