Contest di poesia gratuito “Sul sentiero del Risveglio”
“La notte si prolungava fin lì e le stelle erano alte e fulgide di vento. Trasmettevano echi lontani di vive sinfonie, trapassando l’anima. Mi posi in ascolto…” – tratto da “Vallongimello”
Regolamento:

1.Il Contest letterario gratuito di poesia “Sul sentiero del Risveglio” è promosso da Oubliette Magazine e dall’autrice Daniela Balestra. La partecipazione al contest letterario è riservata ai maggiori di 16 anni.
La partecipazione al Contest è gratuita.
Il tema del contest è l’anima e tutte le sue sfaccettature.
2. Articolato in una sezione:
A. Poesia (limite 100 versi)
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le opere senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate. Inoltre NON si partecipa via e-mail ma nel modo sopra indicato.
Importante: cliccare su Non sono un robot, è un sistema Captcha che ci protegge dallo spam. Per convalidare la partecipazione bisogna cliccare sulla casella.
Ogni concorrente può partecipare con una sola opera.
4. Premio:
1° classificato: una copia dei libri “Solange” e “Trasmutazione” dell’autrice Daniela Balestra, inviati con dedica personalizzata
2° e 3° classificato: una copia del libro “Vallongimello” dell’autrice Daniela Balestra, inviato con dedica personalizzata

5. La scadenza per l’invio delle opere, come commento sotto questo stesso bando, è fissata per il 15 novembre 2022 a mezzanotte.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Editor in chief)
Daniela Balestra (Scrittrice)
Alessandra Sorcinelli (Poetessa e scrittrice)
Carolina Colombi (Scrittrice e Collaboratrice Oubliette)
Stefano Pioli (Studioso e Collaboratore Oubliette)
Filomena Gagliardi (Poetessa e Collaboratrice Oubliette)
Franco Carta (Poeta)
7. Il contest non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per e-mail: oubliettemagazine@hotmail.it indicando nell’oggetto “Info Contest” (NON si partecipa via e-mail ma direttamente sotto il bando), in alternativa all’email si può comunicare attraverso la pagina di Facebook.
10. È possibile seguire l’andamento del Contest ricevendo via e-mail tutte le notifiche con le nuove partecipanti al Contest Letterario; troverete nella sezione dei commenti la possibilità di farlo facilmente mettendo la spunta in “Avvertimi via e-mail in caso di risposte al mio commento”.
11. La partecipazione al Contest implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali (Gdpr 679/2016). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
Buona partecipazione!
Un fulmine unisce cielo e terra
come i tuoi occhi uniscono la luce di due stelle
e il sorriso le scintille del fuoco.
Un arcobaleno si disegna in cielo
e le ultime gocce di pioggia
toccano la terra
e per ogni tocco
per la sua gentilezza
nasce una rosa.
Rosario Tomarchio accetto il regolamento
ZYKLUS
(Life On Mars)
Oggi su Marte mi sfiora
la tempesta,
non c’è che un filo d’erba
a scompigliare nuvole conchiuse
in granati barattoli di vetro,
i colori sono pozze di ematite
solchi nel concavo riflesso
di rosa acquamarina…
Cieli di polvere sovrastano
dissepolte lampide,
si schiudono ossidate ali
di rupicole,
come viluppo di quarzosi cràspedi l’eco di luce
si raccoglie sui soffitti.
Cos’era la musica
se non un tonfo sordo,
il tinnulo arpeggio di asteri
sul giglio di mare…
La vita esplode nel grembo
della luna sull’orma intatta
di puntellate valli,
allo Zénith s’impolvera
lo storno, la filza di lumache discioglie il brivio di aceraie,
l’anello della maglia
incartoccia sulle teste
i ninnoli di pietra prima che affoghi in dogli di titanio
la rena di cellulosa.
Mi parlarono di docili chelonie,
ocracei ciottoli e spati
di viandanti, di gerbere
nel raggio di lanugiosi palmi,
la diaspora di macine
e di armenti.
Era il cinabro pelago
un nicchio di calille
nel cielo che s’infosca
sul piumaccio, dove sopravvive la cocciniglia, e la lantana,
sotto teche d’eliodoro;
distinguo dalla specola
il perno della ruota,
l’ultimo nome inciso
nella secca, si vetrifica il lago
di scarlatti brani
dove hai colto invaiati pummeli, l’avito gesmino e la catalpa, l’assecchita pieve e l’amaranto.
Ricadono i pensieri
come forme di alveari,
in silico si foggia l’agapanto
il dismentato stazzo,
smatassati tomboli
di romite nebule si sperdono
in liquate florescenze,
nella rifusa lacrima
del Firmamento.
Thea Matera
ACCETTO IL REGOLAMENTO
OGNUNO SOSTIENE IL CIELO
Ognuno sostiene il cielo e non lo sa
tra quegli spazi e quei tempi
che porta sulla pelle,
nei piccoll desideri affidati alle stelle,
tra i segreti intrecci dei propri affanni,
in ciò che sedimenta negli strati dei suoi anni.
Ognuno sostiene il cielo
perché ha una colonna scolpita dentro
che lo tiene in piedi anche controvento.
Ognuno sostiene il cielo e non lo sa
mentre mastica la pazienza con il pane,
quando capisce che le sue fatiche quotidiane
non sono mai la risultante di circostanze vane
ma racchiudono I’ anima,
la scintilla dell’ estro
in questo viaggio che è soltanto nostro.
Ognuno sostiene il cielo
ogni volta che nei suoi camminamenti
accende un fiammifero dopo mille fari spenti.
Sì, ognuno sostiene il cielo
quando cammina solo ancora una volta
ma possiede un frammento di sole che non tramonta,
e raccoglie le parole
e le carezze perdute per strada
per donarle a sé stessso o a chiunque cada.
Ogni uomo sostiene il cielo come un tetto
quando il dolore preme sopra al petto,
ma resiste
per la voglia di cambiare le carte del destino
perché siamo fiori d’ un prezioso giardino.
Ognuno sostiene il cielo
anche quando la gioia zampilla inaspettata
spostandoti in alto, ad otto metri sulla testa.
Ognune sostiene il cielo e non lo sa
perchè in tutti c’ è una forza che non migra
anche se in essa più non crediamo:
te ne accorgi quando sei a terra, sconfortato,
e le ti offre ancora la sua divina mano.
Rosita Matera
accetto il regolamento
DIO È INNAMORATO
Cosa prova la tua anima, quando dico:
“I tuoi capelli sono tutti contati”?
Mentre ti attardi a capirlo,
con queste Mie dita
(queste Mie dita che fanno le stelle)
a uno a uno li carezzo,
E batte più veloce
il Mio cuore crocifisso
Accetto il regolamento
Quindi caro Marco questa volta sei in gara anche tu!
La tua poesia comunque e’ molto bella,c’e’ finezza e cuore.
Grazie!
Evidente il rimando a Luca 12,7; ma per interpretare e proporre un dio antropomorfo o per celebrare un amore terreno (crocifisso!) e sacro?
Grazie dell’attenzione! Non un Dio antropomorfo ma un Dio incarnato, capace di commozione. La frase “I tuoi capelli sono tutti…” viene spesso letta come: “Attento a Me non sfugge niente!”, a me piace di più pensarla come (spero) suggerisce la poesia.
De gustibus…
Esatto: de gustibus Dei non est disputandum.
Veramente, grazie al sangue dei martiri, da un bel po’ di tempo, si può discutere liberamente anche su tutti gli dei, nessuno escluso, senza timore di rappresaglie, intimidazioni, processi, torture e roghi. Eventualmente, non qui, per ovvie ragioni. Ho una pagina fb, se le interessa.
Si, grazie. È sempre un piacere contattare persone interessanti come mi sembra sia Lei.
Cuore d’anima
acqua e sangue
dolceamaro.
Sa di sole e di sale,
di mare e di pane,
salvia e rosmarino.
Sa di abbracci e lacrime,
di pugni e carezze.
Cuore d’anima
di graffi e sorrisi,
d’amore e di me.
© Daniela Giorgini – Sezione A – accetto il regolamento
PIOVE LENTO
Piove lento, adesso, piove piano.
Foglie rosse gocciolano grandi lacrime,
un vento leggero agita le fronde,
un cielo grigio incombe come piombo.
Piove lento, adesso, piove piano.
Il piombo del cielo ora grava nel mio petto,
o forse è dal mio petto che si è trasformato in cielo.
Pesante il mio respiro gravido d’acqua.
Piove lento, adesso, piove piano.
Pesi e lacci si affastellano nella mia pancia,
mentre il cuore batte un tempo già consumato,
come di futuro già vissuto e prosciugato.
Piove lento, adesso, piove piano.
Combutta dei miei vuoti come per distribuirsi,
dalla mente al cuore, dal cuore alla mente.
Posso confortarli, ma non ho di che riempirli.
Piove lento, adesso, piove piano.
Forse mi sto sciogliendo.
Accetto il regolamento
Il selciato della poesia
Non so se mi sto ammalando
o sto guarendo dalla vita
Sono secoli che non mi innamoro
Ossia mi innamoro
di tutto quello che non ha nulla da ostentare
Mi innamoro delle cose fantasma
o di quelle che mi sono sfuggite
Sono secoli che non mi innamoro di un uomo
Oramai mi innamoro di un gesto senza conseguenze
E poi sento che devo studiare studiare
Sono così ignorante in materia di innamoramento
Ho il cuore che mi batte sì
ma disordinatamente
Stanotte ho amoreggiato con una poesia
Me la strappavo dal cuore
la spalmavo sul lenzuolo cento volte
La scrivevo col mio inconscio bambino
che afferrava le parole e ne faceva una torre
Le parole ululavano si innalzavano
Poi qualcuno vi soffiava sopra e io morivo
Accetto il regolamento
E’ sempre un piacere leggere i suoi versi e con essi viaggiare negli abissi che ci sorreggono.
– Se mi chiami…
Se ti penso
svio la solitudine.
Se ti cerco
affliggo sentieri…
Se ti scrivo
ho l’anima in ginocchio.
Se mi chiami
tendimi la mano,
io ti darò il mio cuore
e la mia vita.
accetto il regolamento
E’ l’alba
Il mio moto lento
dondola i PENSIERI dei miei passeggeri
che incorniciano
affetti
ricordi
scene di vita vissuta
scene di vita sognata
nello splendido quadro
che dinanzi agli occhi gli si figura…
…è il mare che la fa da protagonista
così com’è
infinito
profumato
sfumato dall’intenso blu delle profondità
all’azzurro in superficie
e dorato
lì sull’orizzonte
su cui il ciel si appoggia leggero
felice di iniziare un nuovo giorno.
Ed io attraverso il mare
irrompo nella quiete
spacco le acque in due
lasciandole separate dietro di me
chissà per quanto resteranno lontane
risucchiate da un tumulto schiumoso
che lentamente s’assopirà
fino a renderle libere di rincontrarsi
Mi pare di vederli quei pensieri
come nuvole sui capi attoniti
di chi osserva la scena a poppa
separarsi come le acque attraversate
a destra e poi a sinistra
i ricordi tristi e quelli felici
i sogni irrealizzati e quelli conquistati
gli amori perduti e quelli conosciuti
…acque e pensieri
scivolano sui miei fianchi
fino ad allontanarsi
sempre più.
Restano poche
pochissime parole
a parlar sono
la bellezza
ed il profumo
ed io mi unisco a loro
in un tutt’uno di profonda armonia
Cala la notte
Continuo il mio moto
in compagnia
dei SOGNI
dei miei viaggiatori
non più pensieri
non più ricordi
sogni
sogni sereni
di chi respira un’aria nuova.
– accetto il regolamento
SUCCEDE
Ogni tanto succede
che tu venga a farmi visita
nella casa di Morfeo.
Stiamo lì
in quel luogo d’incanto
ci guardiamo, parliamo
una tazza di caffè
fuma tra il tuo viso e il mio,
un bicchiere di vino vermiglio
rotea nelle nostre mani
e di sbieco i nostri sguardi.
Stiamo così
uno di fronte all’altra
fino alle prime luci dell’alba
a momenti ridiamo come bimbi felici
in altri restiamo muti
con le gambe incrociate seduti.
Ogni tanto succede così
le mie palpebre allora si schiudono
al giorno che si sveglia
la luce ha il riverbero dei tuoi occhi
l’aria emana un odore che è il tuo
ogni suono mi rimanda la tua voce.
Ed è così che succede
e tutto resta di coloro
che sono andati via da tempo
ma non ci hanno davvero
mai lasciato col tempo.
Ebbene così succede
che ogni cosa rimane
e tutto diviene per sempre.
ACHILLE SCHIAVONE
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Per ridere un po’: nel contest precedente una giurata era Tiziana TOPA, in questo c’è Alessandra SORCInelli… Ma i concorsi sono promossi da Oubliette, o da Topolino??
bruciaLEONE… Oubliette Magazine ama condividere i propri spazi con tutti gli esseri viventi, soprattutto con gli animali che reputa degni di attenzione e di affetto :)
Det-Tori. Siamo una famiglia allargata. Per fortuna!
Maria Carmela ora che abbiamo anche i tori è impossibile fermare l’ascesa degli animali nel contest!
Angelo Napolitano
Accetto il regolamento
TAPPETI VOLANTI
Stanno arrivando in fila, ad uno ad uno,
i baci e i pensieri ballerini;
sono alla porta della tua capanna,
quella ch’è cielo mio e paradiso.
Non farli entrare… Un po’ falli aspettare,
che vedano da fuori il desiderio
tuo,
e i fiori che contornano l’altare.
Tra loro c’è un pensiero appena nato,
quello di sempre…. sempre generato;
quello che sa di culla che l’aspetta,
di braccia aperte e sorridente fiato.
Non farlo entrare… Un po’ fallo aspettare,
che veda di lontano il desiderio
tuo,
e il pianto che il sorriso t’è costato.
Spalanca le tue porte consacrate,
apri la gioia che ti sale in gola,
ma copri tutto con il tuo pudore
di donna antica quant’è antico il sale.
Lasciami entrare, sono quel pensiero
a somiglianza e immagine forgiato.
Ed ora scuoti i magici tappeti,
che volano sull’ampia prateria,
disposti tutti innanzi al tuo sagrato,
tra i rotoli delle scritture sacre,
tra salmi e celesti litanie,
sostanza e forma vergini del mondo
tuo.
Montagna dell’azzurra nostalgia.
Incontri nell’Ade
Questa notte ti ho lasciata libera di andare
E ho accettato le tue decisioni
Ti sei unita agli altri che seguono il mio corpo
per l’ultimo saluto terreno
Ti ho riconosciuta tra le pieghe delle lacrime che hanno
rigato i volti dei pochi presenti
Ti ho riconosciuta quando ti sei accucciata, per ascoltare il respiro greve
di chi ha gettato la prima zolla di terra sopra la cassa, in attesa della tumulazione
Ti ho riconosciuta quando hai scompigliato le ciocche di quella giovane adulta,
Il cui nome ad oggi mi è ignoto e hai lasciato cadere i petali dei gerani
che distrattamente lei stringeva
Ti ho riconosciuta quando ti sei spinta ai confini dell’Ade
Senza paura e sconforto. Mi è piaciuto il tuo portamento
Essenza animica, curiosa e ispirata, con gratitudine ti sorreggi,
memore della voce poetica e di questa dedica, tu che nei sei sorgente
Certo non sarà il Sommo Poeta a farti da guida, ma Colui
che governa l’uno e l’altro mondo
già provvede per te
Chiara Sardelli
accetto il regolamento
Mi apro come cielo al vento
per socializzare il mio tempo
e trasmettere segnali di vita.
La mia anima infiammata
plana fra le emozioni, smarrita
ed impalpabile sospira
gli infiniti amori le passioni i baratri
(se ne avverte il tormento).
Cerca pace l’anima mia
e gravita fra gli anfratti,
cespugli che custodiscono il segreto.
E vola libera
come dopo una tempesta
una rivoluzione.
S’adagia silente
a contemplare l’infinito
ove non prova più smarrimento
ma solo pace e requie.
Francesco Paolo Catanzaro
Accetto il regolamento
SOSPESA
Sospesa in una bolla, in questo tempo
e in questo spazio, con la cruda realtà
che mi spezza il fiato e non dà scampo.
Travolge, sconvolge, ferisce la sua slealtà.
Il silenzio avvolge la mia anima
il vuoto la riempie e poi trabocca,
così diviene la nemica acerrima
che lascia un gusto acre, nella bocca.
Lo sguardo attonito è nel vuoto perso
incredulo, dinnanzi a questa vita beffarda.
Attorno a me tutto, ora, viene sommerso
resto ammaliata, lo so bene, sei bugiarda.
Nessun fruscio, questa quiete è assordante,
ritrovo la pace. Ella è elegante ma irriverente.
Mi tiene compagnia lo sconforto. Agonizzante
ritrovo la forza, scrollo e mi rialzo prepotente.
Manuela Orru’
Accetto il regolamento
Casablanca
Questi giorni di stasi e di attese
notti di sonni convulsi e difese
voglia di scoprire
Apro il sipario sui mondi paralleli
tra patatine fritte e birre popolari,
scovo che mi guarda
dietro lo schermo piatto
ma Tu lo sai Tu lo sai che a Casablanca
ci sono farfalle filigrane in vetri di Murano ?
Come da un altro mondo
la sua vocina aliena che chiama
“Amor, Né mai sì dolci baci
Da quella bocca havrai”
Accartoccio speranze e delusioni
in plico sigillato destinatario sconosciuto
umetto la linguetta di chiusura
mai sigillo negato fu così disperato
ma Tu lo sai eh lo sai che a Casablanca
ci sono farfalle filigrane in vetri di Murano ?
Sconfino nel banale lì dove
un notiziario intitola
che non c’è festa non c’è festa
nella bruma di Casablanca .
Spiaccicata scandalosa memoria,
non più brillo d’entusiasmi,
contro me stesso, trucido pirata
alla ruota della tortura,
vorrò un saldo tra passioni e delusioni,
gemme e tempeste, inganni, fin quando
in sconveniente epilogo
la folle apoteosi della mia poesia
sarà farfalla ma solo a Casablanca
mentre dalla bruma comincia il volo
della lontananza.
Giuseppe Cataldi (Capodiluce)
Avevo promesso (a me stesso in primis) di non commentare, dato che partecipo al contest. Poi ho visto l’ora in cui hai inviato la tua opera e ti chiedo: insonnia o la poesia è un’amante tanto meravigliosa da tenere svegli?
Ines Zanotti
9 Ottobre 2022
Accetto il Regolamento
SENSAZIONE
“Anima,
d’ animo silente ed assente:
pur sazia di eterea presenza
e lungimirante d’ eternità…”
Accetto regolamento
CUORE E CORAGGIO
“Nel silenzio dolce, l’anima si quieta. Il mio spirito brilla nei tuoi occhi, riflesso di luna che irradia infinitamente la vita, fatta di stelle, in notte muta.
La mia dolce esistenza trova compimento in momenti scossi divenuti poi sorrisi.
Mi compiaccio scoprire lo spirito di vita venuto in mio soccorso.
Non so come, con quale mio quesito, tante risposte hanno trovato utilità.
Te, centro del mio tutto ; anima mia gemella in me.
Ti ringrazio di avermi contattato nel momento giusto. Ora ! Sento riempire il vuoto che forava in tutto, per tutto il mio mondo.
Oggi sono Coraggio, cuore che brilla, che dona agli altri tanto e non chiede nulla. Silenzio dolce, esistenza, scintilla.
Accetto il regolamento
Pastore di sillabe
Quando le giornate si fanno buio
l’ombra diserta i confini
fa voce d’eguale
mette i raggi al cielo
perché pedali più in fretta
Così tu dici
quante parole restano sospese
a lacrimare di solitudine
come nuvole
da ultimo si dissolvono
se non fanno gregge
Mi spingi
a diventare pastore
a riunire le sillabe disperse
a farne corpo
per assecondare la luce
salvare con la bellezza il mondo
Come donna innamorata
(Breve sintesi di un amore impossibile fra Dante e Beatrice)
Come donna innamorata
io ti vidi frastornata
dopo un bacio frettoloso
al finir della giornata.
Sui capelli e sulle guance
rosso arancio si compose,
il color dell’incarnato in un attimo mutò,
sulle braccia e sulla bocca
il mio nome si diffuse.
Ma, guardando verso il cielo
luna rossa si mostrò,
come fosse un frutto denso
dolcemente mi chiamò.
Non potrò mai più guardarti
donna bella e immacolata,
nei pensieri miei storditi
tu rimani immaginata,
solamente un tuo sorriso
lievemente mi svegliò.
Ora vivo di ricordi
dei tuoi occhi verdi e belli,
dei tuoi seni bianchi e sodi
che natura ti creò.
Non lasciarmi più da solo
mia bellissima Beatrice,
ogni notte torna qui
nel mio letto arroventato,
dammi solo una carezza
per lasciarmi addormentato.
Accetto il regolamento
Io nella vita ho sbagliato tutto,
sono certo di aver sbagliato;
e se non ho sbagliato allora,
sto sbagliando ora
che sono certo
di aver sbagliato ancora.
Lo so, lo so, io erro sempre,
un cavaliere errante sono,
senza elmo né cavallo,
un cavaliere prono
con l’anima in panne
e il cuore allo stallo.
E sono certo
che è tutto sbagliato
nella mia
e nella vostra vita,
e sbagliata
anche l’entrata.
Sbaglio
mi sbaraglio
e provo ancora
cercando la Titina
ed una via d’uscita,
o una battaglia
che valga la partita,
ma qui intorno
non vivono giganti
o mulini a vento,
né sento gli sbuffi del drago
o gli incantesimi del mago.
Perché, uffffff,
qui tutto è sbagliato,
e se non è sbagliato,
sbaglio io a percepire
tutto sbagliato
e sentirmi satollo
e distrutto
di ogni cosa
e di tutto.
O quasi tutto,
perché io
un errante
forse nemmeno
cavaliere sono,
e me ne vanto
mentre mi avanzo
contro vento
e di versi m’ammanto.
Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori,
le cortesie, l’audaci imprese non conto,
ma se apro la bocca canto a squarciagola
che son contento,
anche se marcio controvento
e sbaglio, mi sbaraglio o mi sbarbaglio
ancora.
Provare, riprovare,
provare ancora.
Sbagliare, sbaragliare,
sbagliare ora,
sbagliare ancora,
sbagliare meglio,
sbagliare
fino al punto
di ricominciare.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Gaetano Vergara
Scusami, ma è giusto “… le audaci imprese non conto” o è: “… non canto?” (comunque davvero bella, trascinante)
Rinnovo la richiesta di chiarimento: “… le audaci imprese non CONTO o non CANTO? Cambia tutto!
Grazie.
Comunque, volevo proprio scrivere “non conto”.
QUANTO DURA?
Fino a quanto
si può sopportare un dolore?
In bilico sulla soglia del baratro
impotente per non ammattire
quanto puoi stare?
Fin dove può penetrare il dolore,
rifugiarsi dentro i tuoi anfratti
e quatto quatto in agguato
replicarsi e annientarti?
Quanto un dolore può crescere
dentro i silenzi, la rabbia e la disperazione?
Fino a quando qualcuno ti prende per mano
ti accompagna dinanzi a uno specchio
e ti mostra un’ombra che ti fa vomitare
Finché qualcuno ti toglie l’anestetico
dal piano terapeutico
e uno spiraglio di luce fioca
ti abbaglia e ti ridesta dal torpore.
Finché esplode un improvvisa intuizione
e di colpo riesci a sterzare,
e tagliata a pezzi la vita
le prime tessere a posto
cominci a sistemare.
Finché realizzi che tempo ne hai
ne hai a sufficienza anche alla fine
per raccogliere i frutti della potatura
che ti ha inflitto nel cuore,
tanto puoi sopportare un dolore.
Fino a che d’improvviso lo guardi negli occhi
lo accetti e lo accogli e sottobraccio
cammini con esso per quel tratto di strada
Dura fino ad arrivare all’osso
un dolore
finché non intacca
il midollo dell’amore.
GRAZIA MASTROMARCO
Accetto il regolamento
Accetto il regolamento
“Anime le nostre”
La bellezza della vita
adesso il tempo accompagna la mia vita
oltre quella luce
la bellezza dell’anima
scorre nei ricordi con trucchi e nostalgie
Lune piene danzeranno su mille profumi
di questi immaginari giardini
scatole i miei desideri
diverranno appuntamenti solitari
Dentro di me
Dentro di me
sento palpitare
un sentimento che vuole
saltar via
forse è un oasi d’amore
o un fiume di emozioni
che travolge il mio destino.
Io ignaro di quello che
domani accadrà
trovo nel mio ego la giusta indicazione
del sentiero in cui camminare
quello che indica l’amore
e se questo fosse una salita
con più grinta lo percorrerò
perché la fatica per un mondo migliore
rende di più di una discesa
che ahimè porta all’oblio.
Alessio Asuni
Accetto il regolamento
Accetto il Regolamento
Poesia
Titolo
“L’Anima mia”
L’Anima mia
adagiata al sole,
nel tramestio d’antiche mura,
allo sventolio del grano già maturo,
accetta il senso dell’Eterno.
L’Anima mia
stella di un precoce mattino,
osserva il vento
agitare le foglie, cariche di neve.
La sento sospirare.
Catturare la luce di un sogno.
Vivere prudente all’armonia di onde.
Essa benedice
la pace e la luce.
La mia esistenza felice
e quel torsolo di tempo
che percorre l’ombra!
IL NULLA E IL SUO DOLORE
Non sento nulla,
non un filo di voce,
neppure un sussurro.
Nessun respiro,
nessuna speranza.
Urlo il mio dolore
al cuore altrove,
senza più suono
e senza più amore.
Vedo nebbia polverosa
di giorno e di notte,
senza differenza,
sempre più
viva d’assenza.
L’anima
incatena immagini,
l’uomo,
questo uomo,
libera senza peso
il senso
e i suoi ricordi.
Maurizio Alberto Molinari
Accetto il regolamento
LA MIA ANIMA
I colori
l’accecano.
L’allegria
la ferisce.
Le parole
la sferzano.
Non turbatela più!
Lasciatela così,
rannicchiata
nel buio
a contrastare
il dolore.
Non la sfiorate.
Adesso,
persino
una carezza
le farebbe male.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Bisogna che cerchi quiete nella stanza,
se rovistare intento nei cassetti
serve a portare pace.
O dovrò farne a meno?
Correre il rischio che gli affetti persi
tornino vivi tutti in una volta
forse non mi conviene.
Le vecchie aspettative
tornano a frotte a chiedermi del conto
che non ho mai pagato per furbizia,
ma la furbizia inganna.
Allora, con le mani nei cassetti,
mi si spalanca dentro il mondo intero
e tento di scostarlo.
Non sempre voglio farlo,
non sempre riesce di trovare un senso.
Mario Badino
Accetto il regolamento.
LA DECADENZA DELL’ANIMA
Sono qui
ad invocare
ancora una volta
il mio mare.
È la decadenza
dell’anima
che ritorna
da un lungo viaggio.
Quanto scavare
in questa trappola della storia,
eppure dentro
le correnti
risuonano preghiere,
quando le parole
inganno la voce.
C’è troppo vento
nel cuore e nel sangue,
un ruolo di sbandamento
dove la sete
rimuove la terra,
e porta
alle albe gelate
il fragore delle ali.
accetto il regolamento
Cosa vuoi dire
Cosa dici quando muovi la spalla
e la schiena si incurva piegando di lato,
quando l’oscillazione delle spighe al vento
è il moto delle tue gambe al passo,
quando fermi gli arti
in silenzio sembra che ascolti,
quando ti allontani
ed è come se la pelle fosse la guaina
di un’anima di cedro.
So poco è certo
ma spesso capire non serve
il canto però si aggiunge ai fatti
e forse può aiutare il corpo
senza la parola.
Accetto il regolamento
TI PERDONO
Così sono
le assenze repentine
non pronunciano ne anche una parola
hanno sulle labbra
il sapore amaro
di un finale
senza addio
Nessuno vidi
nessuno ascoltò
non si è nemmeno percepito
lo sbiadire della tua figura
dietro la porta
Così sono le tombe
degli affetti scomparsi
dopo che sono stati
condannati a morte
C’è gente che preferisce
tenerli in vita
diluiti negli angoli cupi
dei ricordi
e non hanno il coraggio
di lasciarli andare
Oggi
a volte
la tua assenza
bussa alla mia porta
mi chiama con la voce che
gli è mancata allora
I tuoi passi
non hanno più una casa
Sono germogliati
dei fiori sul tuo sepolcro
dove io
con il mio pianto
trasformato in sorrisi
ti perdono
Accetto il regolamento
Distanze
Ci sono distanze
che graffiano la pelle
s’infiltrano in ogni crepa
e la fanno sanguinare,
distanze mute
coricate di fianco
nello stesso letto
a congelare le ossa,
e poi ci son quelle distanze
legate da fili invisibili,
indissolubili,
così vicine che le senti,
e si sfiorano
come carezze leggere
di vento,
come il lago
che con le sue acque
lambisce i piedi della rupe
ma non arriva al cuore
fermando il battito.
Sez.a
accetto il regolamento
INCANTO ETERNO
Ch’io fui ora non so
s’è perso
nella notte dei tempi
sbocciavano le primule
nell’abbraccio del sole
le stelle si tuffavano
nel mare argenteo
baciato dalla luna
un altro colore
negli occhi solcati
il tempo non concede
lo stesso amore
lo stesso odio
gli stessi gemiti
come petali nel vento
si radunano in pensieri
e si fermano
dove si scioglie il nodo
e la pioggia straripa
nella sponda dell’anima
seppellita da ciottoli di rena
in un nebuloso volo
che ha ingabbiato un arcobaleno
nel pozzo dell’eternità.
Antonella Vara – accetto il regolamento
Nostalgia
Nostalgia di te.
Dei tuoi baci e dei tuoi abbracci.
Degli sguardi languidi.
Delle tue carezze che sciolgono il corpo
come neve al sole.
Di dolci promesse
che fanno sognare
il cuore innamorato.
Nostalgia del tempo
trascorso insieme,
tra una risata e una passeggiata,
in un campo di girasoli.
Nostalgia per un tempo
che fu e che mai tornerà
a riempire i giorni miei.
– accetto il regolamento
E’ così grande l’universo
ed io un giorno là andrò.
Vivrò con il vento
sarò una melodia d’amore dentro il vento
sarò il vento
e
guarderò giù
senza rimpianti.
Accetto il regolamento
Il fiore di loto
Plasmi la sabbia
come fosse una creta benedetta.
Le tue statue del Buddha e di Mahavir
hanno il colore della luna
che tu sognasti una notte d’estate
riflessa nel mare.
Quell’immagine ti penetrò il cuore
e non smettesti mai
di ricomporne il mosaico
nello sguardo frantumato della gente.
Una bellezza inaudita
disfatta dalle onde
ma di nuovo raccolta dalle tue mani
e ancora disciolta dalle acque.
Eppure, il profumo delle tue statue
nonostante il gioco eterno di creare e distruggere, di vivere e morire,
quel profumo sublime d’incenso s’è aperto
fino a toccare i miei occhi.
Ne hai fatto argilla e sabbia che svaniranno
in un lieve fruscio,
come uccelli marini di cui resta
dopo il volo nell’aria
un dolce umidore.
Accetto il regolamento.
La mia Anima
Ti avevo messo nell’angolo più
oscuro.
Non uno spicchio di luce riflessa.
Tu, solinga e tremula.
Ti avevo messo con la solitudine
per proteggerti
dal dolore: paura di soffrire.
Ti avevo messo nell’azzurro specchio
del mare
del cielo…
Con l’effluvio del vivere che scorre
con gaudio.
Ti avevo messo nel palpito del cuor,
del mio cuore,
dove scopristi amore.
Anima mia
ti ho rinchiuso ed ingannato nel mio
costato…
Tu, mi hai liberato ed amato.
Alessio Romanini
Accetto il Regolamento
“a piedi nudi”
A piedi nudi,
Passi lenti,
Nella natura,
Intatta,
Unica,
A contare i passi ;
Immensurabile vita,
In discesa
E in salita.
A piedi nudi,
Lasciando
Le orme
Indelebili,
Indelebilmente ;
Nel tempo,
Segnando
Il proprio percorso,
Una traccia,
La propria anima.
– accetto il regolamento
Anime liquide
Danzavano nell’aere
senza tempo
le loro anime:
un turbinare leggiadro,
solitario, distante
di tristi foglie d’autunno …
Si sfiorarono con la poesia,
si scelsero,
e si unirono fluide,
liquide, nella deriva
di un pelago di sensi
ove non vi era fine alcuna …
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Non farti mai sconfiggere,
non fare che vincano loro,
resisti
e non farli esultare…
Alzati,
ti hanno fatto sedere
dicendoti di aspettare
il cadavere di un nemico
che non è mai passato.
E ricorda che un fiume
è solo acqua
e la riva
è fatta per pescare
e non c’è nessuno
da aspettare…
Alzati
perché c’è ancora una donna
che attende
e lei
si aspetta che torni.
Alzati,
corri
e scordati
di chi continua a dirti
di star seduto
sulla riva del fiume
ad aspettare il tuo nemico
che passa…
© Carlo Zanutto 2014
Accetto il regolamento
anima fragile
Anima fragile
Tu che celi la paura
con il tuo dolce
sorriso
ti svegli e ti vesti
di falso coraggio
mi guardi con occhi
che brillano al sole
e scaldano il cuore
ha chi ha perso
l’amore
Tu
anima fragile
hai scelto la
strada della
malinconia
tendendo la mano
a chi si è perso
per strada
Arriva la notte
ti sento tremare
ti stringo
ti abbraccio
ti tengo per mano
ascolto in silenzio
il tuo corto respiro
con dolci parole
ti cullo cantando
una vecchia canzone
che parla di te
piccola e dolce
anima fragile…
Mi guardi
con occhi
colmi di gioia
perché c’è
sempre un
porto sicuro
dove approdano
sempre le
fragili anime…
accetto il regolamento
@Teresa Argiolas
19/10/2022
LEMBO DI LENZUOLO
Pagine scritte sul tessuto della pelle,
di vene violacee dipinta,
di incisioni e ricami, di fratture d’ossa
e di dolori, colori, valori
sparsi sul profilo della mia anima
vestita di fragilità e fragole di bosco,
di umida terra e odori di mare,
io madre, moglie e figlia di un vuoto.
Non mi riconosco più allo specchio
ma più mi riconosco in questo spazio
di vita vissuta, racchiusa in un bozzolo
di tempo che sfugge via,
granello di sabbia che scivola dalle mani.
E poi, pagine bianche ancora da scrivere
su un lembo di lenzuolo di vita
ancora da vivere.
Tania Scavolini sezione A accetto il regolamento
foto da pinterest
La luna di Barranquilla
Una notte verrò a prenderti
Perché non sarai più tu.
Mi vedrai arrivare da lontano,
talmente rapido da mescolarmi con la luna.
Una notte smetterai di sognarmi,
perché sarò proprio lì, di fronte a te,
e allora stringerai la mia mano,
perché non sarai più tu.
Forse, penserai che sia un sogno,
ma sarà solo la luna.
Questa luna di Barranquilla
che mi ha cullato tanto,
perché è la mia stessa luna.
Piena di segreti,
rivelerà la verità del mio amore,
e tu allora le crederai.
Perché non sarai più tu.
E io che ti ho amato così tanto,
con quell’amore così forte,
tipico da film.
Io che venendo dal nulla,
come un vulcano,
ti ho dato tutto il mio cuore,
tutto il mio amore,
tutta la mia anima.
Tutto di tutto di me.
Resterò li con te, sotto la luna.
Come un guerriero che getta l’ascia,
continuando ad essere ciò che è.
Resterò sotto quella luna, con te,
tutte le volte,
che la vita ti riporterà da me.
O tutte le volte,
che colmerò lo spazio all’interno del tuo cuore.
E succederà, perché ti conosco.
Tu solo cerca quella luna,
e sarò con te,
con tutto il mio amore.
Per sempre tuo.
Tu cerca sempre,
quella stessa luna di Barranquilla
ACCETTO IL REGOLAMENTO
“Gli occhi dell’anima”
Due mani, due menti e il cielo da sfondo,
Si sfiorano le nostre carni come il fiume sfiora l’argine.
Eccomi mi son persa
tra la vetta dell’anima e il sentiero, triste e in salita
del viottolo di campagna
Questo cerco, non il tuo consenso, ma,
il tuo sentimento, il tuo sorriso: mia anima.
Nella fusione della luce diurna
e l’imminente buio notturno,
fra i riflessi di un tramonto,
Mi stringo delicata nel nostro amore.
Emani calore..
Una lucciola, eccola,
la vedi è viva, saluta alla vita?
Nella fragilità dell’essere la verità del nostro io
piccolo, iroso e vuoto
senza la pienezza del nostro cammino insieme
Ti avevo smarrito…
Mi avevi scelto,
le tue Ali trasparenti dentro
e intanto faccio volo sul mondo..
Circolare scorre questo tempo,
senza amore resta tormento
@Valerika&Piera
– accetto il regolamento
Scusate una questione pratica: l’ultima poesia che leggo è “Gli occhi dell’anima” di Piera Pistilli e Valerika del 18. È corretto?
Sì, corretto.
Grazie
ANIME
Io incontrai te.
Presto Tu fosti in me.
Tu incontrasti me.
Ed anch’io fui in te.
Trasparente lo sguardo tuo,
accogliente il sorriso mio.
Non più due anime.
Un solo respiro: Noi.
– Dichiaro di accettare il regolamento.
Risposta alla risposta di Gaetano di oggi:
Grazie a te!
Non era pignoleria,
la domanda mia:
ma se il diavolo nei particolari si nasconde
(E ne nascono infinite baraonde),
è negli stessi che il Mistero si manifesta.
E mi piace cercarlo, lancia in resta
e trovatolo fare una gran festa…
possibilmente (da buon ciellino)
con buoni amici e miglior vino!
6/9/22 MIO FIGLIO CORRE IN MEZZO AL NIENTE
Bisogna avere un paese
Una strada
Mio figlio ha una strada per correre
Ma non trova il suo paese
Con le sue scarpe da running: quarantaquattro e mezzo – quarantacinque
Mio figlio corre quasi ogni sera
Un’ora o più
Ha un grande fiato: non si stanca.
Mio figlio corre solo
Suona la tastiera –ad orecchio- che è un
Piacere ascoltarlo di nascosto.
Mio figlio suona
Solo
Con le sue dita lunghe e sottili.
Mio figlio accarezza il gatto
Fa le coccole al breton
Sorride appena nel vederli inseguirsi e giocare e annusarsi.
Quando era piccolo piccolo e poi per anni
Mio figlio ogni giorno
Uscendo da scuola
Si illuminava il viso nel vedermi dalle scale.
Mio figlio non si illumina più
Come un bellissimo albero di natale
Con le lucine rotte.
Però suona –ad orecchio-
E accarezza il gatto
E coccola il cane
E corre quasi ogni giorno
Un’ora o più.
Non smette di correre
Anche se a volte
-mi sembra-
È in mezzo al niente.
Mio figlio suona e corre
(e ama gli animali)
E se ci penso
Ora
Mio figlio è una poesia.
Accetto il regolamento.
Michela Lopez
Mi è piaciuta subito. Il titolo è provocatorio, perché figli come quelli da lei descritti non corrono “in mezzo al niente”, il che è confermato dal bellissimo ultimo verso (“Mio figlio è una poesia”). Che questi figli abbiano mille difficoltà… è scontato; anche i padri ne hanno avuto, e i nonni e così via a ritroso. Dire, pensare, che oggi le difficoltà siano più gravose, forse è un “vezzo” di tutti i genitori: guardiamo tutto dal nostro “punto di arrivo” che, per loro, è solo un “punto di partenza”. Noi siamo le radici; loro sono le ali.
PERDONAMI
Quando ti cerco e non ti trovo
non si quieta l’anima mia.
Ti chiamo e t’imploro
ma tu lasci cader nel vuoto
le parole della mia supplica.
Sento il tuo silenzio e il tuo sguardo su di me,
mi giro e mi rigiro, non dormo e non mi arrendo, e non avrò pace finché tu non rispondi al mio lamento.
Ti supplico dammi la forza,
perdonami.
Filippo Piazza
Accetto il regolamento
Altra poesia notturna, come quella di Capodiluce dell’ 8. La domanda che mi nasce è identica.
Dentro il sogno liberato dal mattino
Ho pensato di trovarti ancora
nei morbidi sussurri del mattino,
dentro albe scolorite dal passato,
nelle vene senza linfa né radici.
Ho pensato di cercarti nell’aurora
di giornate bombardate dalla luce
mentre stanca attendevo che la notte
regalasse ritmi e respiri alla mia pelle.
Ho pensato di vederti quando vesto
la mia sera e mi cambio senza filtri
al chiarore delle stelle
e la luna senza veli
si riposa come sposa al primo incontro.
Ho sognato le tue forme dentro il tempo
quando infuria prepotente la tempesta
e la spuma è come furia dentro il vento.
Ti ho rivisto veleggiare senza meta
come faro vacillante
al mutar delle maree,
come barca che rivive
la tragedia nella storia
e si perde dietro il fumo degli eventi.
Ti ho dipinto sulla tela
già sfumata dei ricordi,
rimestando verdi foglie
sui giacigli stropicciati dalle fate,
mentre morbida magia
inventava un’altra storia
e memoria risorgeva come acqua
dentro il sogno liberato dal mattino.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
ERA DI MAGGIO
Era di maggio
e ti ho portato una rosa,
sentivo il respiro e ti vedevo dormire,
io che rubavo di giorno
i tuoi parchi sorrisi,
per fare più lieti i miei sogni infantili,
ansiosa di te e di un tuo bacio.
Come roccia inviolata dal tempo
tenevi salde le mura,
e ora ti guardo impotente e sconfitta
tra bianche lenzuola e una flebo,
il respiro affannoso,
la mente tra i fumi dell’anestesia.
D’un tratto tremante sospiri “ho freddo”
e con le mani t’involgo le gote.
E dormi. E non ti svegli.
Allora ripenso a noi due,
ali distorte dello stesso gabbiano,
e tu non sapevi, e io non sapevo,
rinata nei sogni che vedesti fuggire,
quanto la vita si facesse beffe di me.
Carezze negate, bramate,
come arida terra agogna la pioggia,
e nessuna capiva che tu mi fuggivi
perché dentro i miei occhi
c’era il riflesso di te.
Adesso la pace mi lacera l’anima,
e tormenta i miei sogni
quel grido d’amore mancato,
lasciato nell’ala di un gabbiano ferito.
Portasti con te un desiderio
rimasto incompiuto,
sognavi di Roma,
magari in un giorno di maggio,
ma nessuno ti ha udito,
nessuno ti ha offerto il biglietto del viaggio,
e io qui,
mentre sento la tua nave partire
e il cuore che finalmente riposa,
mamma, ti ho portato una rosa.
Il mio chiaroscuro
Langue la mia vita
abbandonata in una vecchia chiatta,
miseramente ormeggiata
sbatte mesta
nel porticciolo dei ricordi.
Guizza un pesce iridescente
dà l’abbrivio alla mia passione temeraria
che a poco a poco
ombreggia ed annoia,
mentre la tediosa ragione
impasta una nuova luce.
– accetto il regolamento
RUMORE
La vita
è la mia cosa più forte.
E’ caduta appena
per questo mondo
d’una mia luce breve,
e mi solleva da terra.
La vita è così bella
perchè fa un rumore.
Un rumore che conosco
nel fiore dischiuso
nella mano di Dio
nell’amore amato e coincidente
nel cerchio della mia pietà
Il rumore che conosco di tutti i treni
di tutte le stazioni con gli orologi fermi
di tutti i passanti nel vento
Questo rumore
che va bene per tutte le stanze,
per le stanze della mia casa
dove, da sempre,
ricordo il rumore.
Il rumore di cui parlo,
il rumore che ti fa sentire le cose
qualcosa già prima
per ogni mia lacrima
Perchè ho pianto, in gioventù.
E nel cammino verde
della piccola strada
sento adesso la via
così a metà della mia vita.
Vita, mia vita,
vita mia,
immenso dolcissimo rumore
di tutto il mio vivere.
Rimani ancora qualcosa.
Tu che sei la meravigliosa luce
e la ragione commovente
delle mie farfalle.
Antonio Blunda – Dichiaro di accettare il regolamento
Altra poesia notturna, o meglio antelucana (però d’ora in poi non le segnalo più, altrimenti fate apposta a inviarle a quelle ore!) A parte gli scherzi e i giudizi sulle opere in sé, ribadisco la mia commozione nel vedere che lo scrivere diventa davvero, a volte, un daimon che ci “possiede”
Buona serata a tutti!
Segnati sul corpo, cicatrici indelebili
si irradiano sin dentro l’anima.
E se fossi un foglio
vorresti solo una gomma
per cancellare via il suo ricordo
e spazzare via il dolore
per tornare a vivere.
Antonella Chiego – Accetto il regolamento
Siamo fuoco e scintille ardenti
tempesta viva
sotto un cielo stellato. Siamo mare.
Metamorfosi continue
alla ricerca di disperata bellezza
mutevolezza lenta
ma radicata. Siamo anche coraggio!
Desiderio che resti
costante la gioia
anziché, qualche sprazzo di luce
di tanto in tanto, qui e là.
Inevitabilmente si sa
scende anche il sipario.
Pervasi così
da uno stato confusionale
come vecchi ubriachi
distratti dal mondo.
Pregare il ritorno di un tempo migliore
restando svegli per ore la notte. Ma
prima che ogni speranza sia andata
dietro la lunga coltre di fumo
un timido uomo si è fatto giorno.
Non nel parto
ma nella vita stessa
si nasce.
Patrizia Baglione
Accetto il regolamento
GEOMETRIA SACRA
Voglio una vita fatta
di lati positivi,
linee aperte, intrecciate,
non spezzate. La voglio
d’angoli retti e acuti,
la cui somma assicuri
sempre i giusti gradi
per non dover patire
il caldo né il freddo.
E i cui spigoli esterni
sappiano combaciare
con le segrete forme
dell’Inconoscibile.
La base deve essere
tale da permettermi
di giungere ai vertici
della Coscienza prima,
lungo le altezze dello
Spirito e dell’Anima.
Voglio che il perimetro
sia sempre sorvegliato
da Consapevolezza
e vigile Presenza,
affinché l’area interna
sia sicura e inviolata.
Voglio che i turbamenti
viaggino su linee
parallele a quelle che
disegnano il mio spazio,
che invece desidero
intersecato dalle
diagonali della più
sublime Trascendenza.
Luisa Casetta
Accetto il regolamento
L’ANIMA VINCE
Tremo nella percezione
dell’esistenza profonda.
L’aurora è una cascata di petali
a coprire fessure di memorie arcane
mentre restano fossili di premure
accaldate da risposte scadute
con chiodi dorati a saldare le ferite.
Il respiro è una tela, la soffice lama,
mosaico a tenda esteso quanto la vita,
una trama di molecole abbaglianti,
il lancio alla rinfusa di un sacchetto
di biglie su villaggi di sabbia,
colla sui baci bugiardi a tappare
bocche mai mute. La rabbia è
difesa inutile a reprimere il flusso
benefico dell’energia in circolo
tra la stasi e il movimento.
Anima sono io.
Sogno l’amore.
Non importa la forma:
il tempo graffia, ritaglia
riformula mentre
invariabile è l’anima.
Attende la mia anima di essere
una preziosa perla cullata
in occhi profondi, attenti, morbidi,
circondata da una voce aperta, oltre
ogni muro e confine, al confronto.
L’amore è un veliero dalle grandi ali
a sorvolare le onde in burrasca,
arcobaleno a colorare la tristezza,
o anima tu vinci il furore dei lampi.
Sono stato prigioniero delle paure,
pipistrelli e vipere nascoste
tra le belle edere, bloccato nel passo
dai sensi di colpa ma ora basta.
O anima tu sei il cavaliere.
Con forza alzo la spada, a brandire
gli astri, le carte degli eventi,
a spezzare ogni legame dannoso,
getto la zavorra, brucio la malerba.
Mi cibo per curare il cuore
della realtà intangibile, interiore,
oasi e giardini dalle meraviglie
da cogliere ed assorbire durante
la fatica di questo viaggio limitato.
L’anima è la saggezza senza tempo.
Nell’anima tanta pace, raggiunta
con umiliazioni e sacrifici.
Trattengo quanto più posso,
mentre felice rinato torno
tra i grovigli del quotidiano.
Lucio Felice
Accetto il regolamento
SOLO CINQUE ANNI FA
Pioggia leggera
su una Leopoli malinconica
che ripensa il suo passato
tra esperienze imperiali
e piccole glorie
nel mezzo di uno scacchiere
sempre più complicato
ma sempre uguale
nell’essenza
degli odi nazionali.
Leopoli, Caffè Viennese, 22.9.2017
Antonio Della Rocca
Accetto il regolamento.
Una proposta: perché non pubblicare le poesie più belle, a giudizio della giuria? Magari chiedendo ad ogni autore un commento della propria opera.
Accetto il regolamento
Paola Cuneo
ANIMA
Soffio antico
del profondo cuore,
evapora la luce,
nel tramonto d’oro.
Vita dei corpi,
che negli occhi si specchia,
fugace parvenza.
Sogno dell’anima,
ombra che sale
nella tenera sera.
Luce del sole,
macchia che svapora,
nel mormorio di una preghiera.
Vedo immensi orizzonti.
– accetto il regolamento
Michele, mi hai appena fregato il premio per la poesia più breve! (ah, non c’è?)
È COSÌ CHE MUOIO
(Angelo Bonanno)
È così che muoio –
quando l’autunno fiacco
soffoca quest’animo silenziato,
quando non posso più
dire ciò che solo io vedo
come nessun altro vede.
È così che muoio –
quando il mare impetuoso
lascia spazio al silenzio tonante,
quando non posso più
inventare nuovi mondi
ove musicare il rumore dei sassi.
Nulla più a consolarmi,
solo un nuovo stupore può ridestare il mio cuore,
inclino ad un febbrile sonno,
di questo luogo e sensi
e desideri e speranze.
(Accetto il regolamento)
SPECCHIO DELL’ANIMA
Occhi scrutano in silenzio
Osservano
Indagano
Scavano nel profondo
ed infinito
specchio dell’anima
Alla ricerca dell’essenza
di un io
Che privo dei suoi veli
messo a nudo
Senza più maschere
cerca di sfuggire
alla realtà
Per poi nascondersi
dietro la coscienza
d’una vita
ormai vissuta
GIAMPIERO FENU
Accetto il regolamento.
la polvere ha invaso
ogni cosa, il silenzio
ha preso cuore e cervello
non c’è posto per noi
le strade sono vuote
il buio non finisce
torniamo a casa terra
di nessuno
Matteo Piergigli
accetto il regolamento
LA FORMA DELL’ANIMA
E’ così lieve dell’anima la forma
che non ha confini da cingere con reti
non ha mura e non ha cancelli chiusi
e neppure grate a difenderne i tesori
ha solo fori che la fanno trasparente
agli occhi di chi non ne vede i segni
ha i non-limiti del tutto e del niente
e spesso li trascura nel suo andare,
è l’oltre il suo destino inesistente
che ci dona il pensiero e la ragione,
è forse ragnatela, un filo che cattura
la nostra ignara in-determinazione
e non si perde nell’incuria di un’idea
che lascia all’uomo una sola condizione
per vivere o morire senza la paura
che la scelta sia del niente che la crea.
(così lieve è la sua forma che alla fine vola …)
Italo Zingoni
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Virginia
110 e lode è un bel risultato.
Gli studi dell’Università sono per alcuni dei mattoni.
Come un muratore che costruisce la sua casa.
Non pensa agli anni che ci metterà per finirla.
Deve essere come la desidera.
Con tanto tempo e pazienza
ce la metti tutta.
Alcuni non riescono a finire gli studi mollano tutto.
Buttano i mattoni in aria.
Pesano tanto.
Ci vuole una certa capacità di studiare.
Nel tuo percorso si vedono i risultati.
La voglia di finire l’università è tanta.
Hai raggiunto la opera a 360 gradi nel settore sportivo.
Questo mio pensiero cinge la tua testa come se fosse la corona dell’alloro.
– accetto il regolamento
Anima sofferente …
Nel foglio bianco cerco silente
la tua anima sofferente
per offrigli pace e amore
tra i versi che sgorgano
dal mio cuore
Accetto il regolamento
Cosa cerco quando mi cerco
Cosa cerco quando mi cerco, cosa guardo
quando mi guardo, quale linea, in quale corsia
mi perdo e dove trattengo il passo e dove
invece la luce appare, in quale padre
mi riconosco, in quale moltitudine ravviso
tracce di somiglianza, sintomi di una radice
che giunge fino a farmi germogliare,
a quale impeto, a quale rigurgito e suono
e strumento che fa rabbrividire i flussi
e stringere le cime, ottundere le strade
che risalgono, che giungono, come posso
riconoscermi, ritrovarmi lungo le linee
che s’intrecciano, si fondono, e a tratti
divergono. Eccole le infinite
direttrici che mi portano qui, per
poi scomparire e ricomparire altrove,
sotto forma di un altro ormai,
un me che inseguo
e continuo a cercare ancora.
– accetto il regolamento
Come di foglie secche
Morde la schiena la bramosia del vento
contro le crepe del muro a sfarinare
sfianca il mio nome gemente alla catena
forse spezzarla darebbe ali alle braccia?
Urlando il canto di demoni di tufo
in bui, angusti buchi a dilaniare
tutta una vita schiantata in un istante
crolla l’assurda vetrata in retroscena.
La testa non capisce e si compiace
d’aria soffritta frapposta nei pensieri
in giorni lunghi e oziosi a dilagare
accrocchiati, come di foglie secche.
Accetto il regolamento
Piove.
Restano ammainate le vele
che ci porteranno altrove.
Crepita un focolare di convivio
e c’è un odore
in questa casa,
di legno e brina,
di speranza che ritorni.
Crepa lontano il picchiare
delle gocce sulle tettoie,
si coprono le stelle
e si scuriscono le rocce.
Noi, in una camera
fatta di un letto
con le coperte esauste,
le nostre membra riarse,
le mie labbra del rosso
del tuo sangue.
In questa stanza
piena di parole
non serve il Sole.
Scuro il cielo,
neri i tuoi occhi,
perdo la rotta,
il mondo continua
chi sa dove, altrove.
Qui dentro le tue braccia
il tempo non si sente,
come i campanili dei paesi
dove non abita più gente.
E altro rumore che noi
non v’è, ugualmente,
come nei cortili delle scuole
prima che venga Settembre.
Mentre piove e piove:
sopra il bosco,
sulle scuri lasciate
a farsi ruggine,
sulle cataste di faggi
presto già fuliggine.
Sopra le onde rosse di sangue
di chi non arriverà
né potrà tornare.
Potrà mai
questa pioggia senza sale
addolcire tutto il mare?
Ci copre la marea.
Ma ti tengo stretta,
non lascio che ti porti via,
o saresti un’altra bottiglia
alla furia dei flutti,
dove si spingono solo marinai
che non temono i tuoi occhi.
A loro non potrei mai lasciarti,
tu sei sirena per cui io solo
vorrei morire dei tuoi canti.
Roberto Gaidolfi
ACCETTO IL REGOLAMENTO
INTONA UN CANTO …
Intona un canto il mio spettro
in cerca di tana, senza misura né colore,
ove malurioso rannicchiare
nella quiete dei giorni di neve.
Di nebbia sazia, ardo tuttavia
nella notte stellante, tremulo lume,
quasi fiore maligno a soffocar germogli,
la corteccia che screpolata scricchia.
Domani berrò rugiada d’aurora
dal cesio grembo di perenne giovinezza,
spargerò droga di speme sul tempo,
infinito, passato su di me e sulle cose.
Di certo, mio caro, amabile lamenterò
sulla tua pietra, pervasa da tenerezza,
ma quale carezza darai al segreto cruccio,
alla realtà priva di fine, priva d’inizio.
Sento sfuggirmi l’anima, tantalica,
cerca un balsamo al bruciore delle ferite
che non sia il mio poetante magro con-
forto,
che sia la pace dello spirito stanco.
Accetto il regolamento.
LA LIBERTA’ dELL’ANIMA
La dolce armonia di un’anima,
che assapora felice la sua libertà,
una libertà innata, consapevole.
che nessuno potrà mai tener rinchiusa.
Per lei, non ci saranno muri insuperabili,
grosse catene d’acciaio, sbarre alle finestre.
Per lei, non potranno esserci costrizioni,
ne imposizioni o barriere invalicabili,
andrà felice, librandosi in cieli limpidi,
correndo lungo i sentieri impervi dei monti,
fino a giungere, alle più alte cime innevate,
poi giù, veloce fino al mare, immergendosi,
sfiorando l’onda, che cerca d’abbracciarla.
Lei, non sarà prigioniera di un corpo,
che come delicata sfera la protegge,
anima, che nessuna forza può fermare,
ama la libertà, che è la sua vera essenza.
Così come crisalide sboccerà dal bozzolo,
tramutandosi in colorata, leggiadra farfalla,
che inseguirà la luce di un’altra dimensione,
la sua libertà è il simbolo d’ogni prigione.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
TRIANGOLO DELL’ANIMA
IO VOGLIO guarda con implorazione IO POSSO
che è immobilizzato
nel vedere IO DEVO indifferente.
Sembra facile,
sembra facile essere tutte e tre..
IO VOGLIO,
IO POSSO,
IO DEVO..
Ma per stringerle in amicizia
devono vibrare alla stessa frequenza,
bisogna incastrarle in una sequenza
come fa un compositore
quando scrive canzoni
e si immerge nelle emozioni.
Cosa sogna “IO VOGLIO” ?
Cosa accetta “IO POSSO”?
Cosa fa “ IO DEVO” ?
Se continui a metterle contro
non essere sorpresa se non arriva quell’incontro,
prendile per mano,
guardale in faccia,
sono in te ,
con loro ci puoi bere anche un caffè,
le puoi conoscere
come delle amiche vere,
insieme diventerete guerriere.
IO VOGLIO tende la mano ,
IO POSSO accetta quest’alleanza
IO DEVO verso loro avanza…
L’anima dalla sua invisibile stanza
sta riuscendo a far sentire questa sorellanza.
In te si fondono ,
falla danzare quella bacchetta,
tu sei il direttore d’orchestra,
continua a resistere e vivere
come una solare ginestra.
Simona Grammatico, accetto il regolamento
IL CRUCCIO DEL CONGEDO
“Spesso una voce incognita / mi dice: o giovinetto,
perché dolente hai l’anima, / e pallido l’aspetto?
Di desiderii inutili, / oh, non ascolta il grido;
l’aura che vien dagli uomini, / amico, è un verbo infido![…]”
Emilio Praga: “Per cominciare”
Vede doppio, il poeta? Come l’ubriacone,
steso sulle parole da tacere assolutamente.
Perché han dentro il rancore, la rabbia
e la miseria del silenzio e il cruccio del congedo.
Dopo la poesia mal scritta, il lucido, sudato poeta
resterà senza dondolii di rose, scricchiolii
di pennini, fruscii di carte, cartoni, pergamene.
Non ricordando dove ha lasciato le chiavi
di casa, avrà scordato pure la sete, confidando
ciecamente solo su chi lo tiene per mano
perché non rotoli distante, senza alibi né tregue.
E nel gran vento si sente gorgogliare la luna nel pozzo.
Bruno Centomo
Accetto il regolamento del contest letterario
ANIMA
Avrei potuto indossare
una corazza d’argento,
per far scudo
alla tristezza.
Avrei potuto chiudere
in una gabbia dorata
l’anima mia,
per evitare
notti insonni,
nell’aria,
nel tormento
di vuoti dentro.
Avrei dovuto tener conto
del dolore
metter l’anima
lacera il cuore.
Avrei potuto
non amarti
per preservarmi…
MARY IBBA
SEZIONE A
ACCETTO IL REGOLAMENTO
Eddai, giuria/ un premio speciale per Mary Ibba, che ha scritto l’ultima poesia, e per Rosario Tomarchio/ che per primo ha lasciato nel contest il suo marchio!
Ahahahah
Mary Ibba ha aspettato gli ultimi 10 minuti del Contest per partecipare!
Brucialeone, però, non diamo premi in più… facciamo contest ogni mese, diventerebbe complesso andare oltre al bando. Tra qualche giorno pubblicheremo il bando della Seconda edizione del Contest “Natale con Tomarchio Editore”. :)
Immagino… altrimenti quello per il partecipante più scemo lo vincerei a mani basse!
Brucialeone…. eddai! =D =D
— CONTEST CONCLUSO —
I finalisti saranno contattati via e-mail.
Ringraziamo per la partecipazione
Immagino… altrimenti quello per il partecipante più scemo lo vincerei a mani basse!
Ma no! :) Però sei in pole position per il numero dei commenti :) Un po’ di interazione fra gli autori e le autrici non fa male, anzi :)
FINALISTI
Lucia Lo Bianco con “Dentro il sogno liberato dal mattino”
Roberto Marzano con “Come di foglie secche”
Bruno Centomo con “Il cruccio del congedo”
Maria Rosa Oneto con “L’Anima mia”
Ines Zanotti con “Sensazione”
Giancarlo Stoccoro con “Pastore di sillabe”
Paolo Polvani con “Cosa cerco quando mi cerco”
1) Complimenti ai finalisti!
Complimenti sinceri a tutti i finalisti! :)
Compimenti ai finalisti.
Ho riletto le poesie dei finalisti (e tra queste dei vincitori), davvero belle, complimenti! E complimenti anche alla giuria, non credo sia stato facile scieglierle.
Non è mai semplice fare una scelta di questo tipo, intervengono ovviamente preferenze soggettive.
I partecipanti, poi, sono sempre tantissimi, e scegliere solo 7 finalisti è complesso, tanti restano fuori da questa rosa anche se sono meritevoli. Però capita, è questo il bello (ed il brutto) dei Contest!
Link diretto con le opere vincitrici: https://oubliettemagazine.com/2022/11/28/vincitori-e-finalisti-del-contest-letterario-sul-sentiero-del-risveglio/
Il prossimo contest sarà online il primo dicembre :)
Sarebbe stato interessante vedere una classifica almeno a metà, a prescindere dai primi 7:)
A me piacerebbe di più sapere il metodo usato: ognuno dei giurati ha dato dei voti e la somma ha determinato i finalisti e vincitori? O c’è stato un momento di confronto tra di loro? (lo chiedo perché siamo stati chiamati, io e un gruppo di amici, a giudicare un po’ di racconti, e mi chiedevo qual è il metodo migliore?)