“Tiziano. L’impero del colore” docufilm di Laura Chiossone e Giulio Boato: il maestro indiscusso della pittura veneta

“L’arte è più potente della natura.” – Tiziano Vecellio

La grande arte al cinema - Nexo Digital
La grande arte al cinema – Nexo Digital

La Grande Arte al Cinema, su di un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital, in quest’autunno 2022 si affaccia alle sale cinematografiche italiane con un docufilm d’eccezione dedicato a Tiziano, pittore altrettanto eccezionale.

Diretto da Laura Chiossone e Giulio Boato, il docufilm è visibile in anteprima al cinema il 3, 4 e 5 ottobre 2022; favorito dal titolo, Tiziano. L’impero del colore, che è già di per sé un importante biglietto da visita per presentare il massimo esponente della Scuola veneziana.

“Non vi è dubbio che fosse un giovane genio fin da ragazzo, quando decide di chiedere al Consiglio dei Dieci una sorta di pensione… perché si sentiva un grande artista”

Tiziano Vecellio, o più semplicemente Tiziano, come è conosciuto dai più, nasce a Pieve di Cadore approssimativamente nell’anno 1488. Non esiste infatti una fonte sicura che certifichi con certezza la sua data di nascita.

Giunto giovanissimo a Venezia, si dice avesse circa 9 anni, fin da subito è avviato alla pratica artistica presso la bottega di Gentile e di Giovanni Bellini.

Inevitabile è la relazione che stabilisce con Giorgione, eccellente figura di riferimento di questo periodo, il quale affianca Tiziano durante e dopo il suo percorso formativo.

“L’Aretino, ribelle, diventa grande amico di Tiziano, cercando di emulare la grandezza del pittore nei suoi scritti…”

La Venezia di inizio Cinquecento è animata da un ampio fermento artistico che, grazie alla committenza privata, si declina in un prospero mercato d’arte.

Città ricca e cosmopolita, Venezia si afferma come autonoma rispetto alla chiesa di Roma, offrendosi come riferimento laico per intellettuali e artisti. Alcuni dei quali, Pietro l’Aretino e l’architetto Jacopo Sansovino giungono da Roma, da cui sono fuggiti in seguito all’arrivo delle truppe di Carlo V.

Pietro l’Aretino sarà grande fautore dell’arte di Tiziano, promuovendo la sua immagine presso i potenti d’Europa.

Tiziano. L’impero del colore
Tiziano. L’impero del colore

Per i pittori veneziani, Giorgione in primis, il principale mezzo espressivo pittorico è il colore, fondamentale per la costruzione volumetrica di una composizione artistica, il quale può sostituire il disegno. Lì, dove il colore viene steso per velature successive e sovrapposte, fino ad ottenere effetti di trasparenza, di chiaroscuro e di profondità.

Metodo definito ‘pittura tonale’, dove il colore diventa anch’esso protagonista dell’opera, amalgamandosi con l’ambiente e con le figure dell’insieme pittorico.

Ed è grazie a Giorgione e a Tiziano se l’ambiente artistico veneziano subisce un rinnovamento teso a superare il classicismo del Mantegna, o le visioni mitiche proprie del Bellini, per lasciare spazio a una nuova concezione artistica in cui la natura, grazie al gioco dei colori e alla ricerca di una bellezza fondata sull’esperienza del reale, suggerisce visioni poetiche e suggestive.

Celebre per il sapiente uso del colore e per l’inconfondibile tocco delle pennellate, Tiziano personifica la città di Venezia, di cui in breve diviene il pittore ufficiale.

A sancire la sua crescente fama gli vengono assegnate commissioni importanti anche a carattere religioso: pale d’altare che realizza con quel senso della religiosità che gli è proprio.

Ne è esempio la Pala dell’Assunta, una grande tavola raffigurante l’Assunzione della Vergine. Capolavoro appartenente alla cosiddetta ‘fase classica’ di Tiziano, dove il tema religioso è affrontato con un’elevata tensione emotiva e interpretato come un evento collettivo, in stretta sinergia fra drammaticità, dinamismo e realismo.

Dopo aver attinto ai principi pittorici di Giorgione, Tiziano coltiva un proprio stile da potersi definire ‘classicismo cromatico’.

Frutto di una pittura tonale fondata sulla contrapposizione fra toni luminosi e colori accesi e caldi.

All’interno della quale la composizione pittorica si distingue per un diretto approccio alla realtà che si coniuga nella bellezza delle forme, nel gusto cromatico e nella capacità di analisi psicologica impressa ai suoi soggetti da parte di Tiziano.

Una svolta nel linguaggio espressivo di Tiziano avviene intorno alla metà del Cinquecento, che lo porta ad allontanarsi dal classicismo monumentale dei decenni precedenti.

Adesso il suo segno è più rapido, la sua pennellata è adesso più pastosa, tanto che sulla tela rimane una traccia pittorica meno definita.

In questo suo momento artistico i colori vanno dalla gamma dei rossi alle terre, mentre i volumi si sfaldano e adottano una luce mutevole che interagisce col pigmento presente sulla tela.

Il vitalismo del passato si trasforma in tensione drammatica e cupa; tendenza questa, influenzata probabilmente dalla scomparsa del fratello Francesco, con cui ha sempre collaborato, e di Pietro l’Aretino, suo amico.

Arrivato il momento della sua maturità artistica, Tiziano rivolge la sua attenzione a forme più dinamiche ed espressive dove l’uso del colore è più libero e maggiormente sensibile ai giochi di luce.

Con un disfacimento della forma grazie a una pittura realizzata con tocchi rapidi di colore in contaminazione a effetti luministici; a sostituire il pennello fa adesso uso delle dita, al fine di valorizzare la materia pittorica e dare maggior incisività espressiva ad alcune porzioni dell’opera.

“La genialità di Tiziano sta nel capire e comprendere la persona che ha di fronte, cosa desidera che il pittore trasmetta…”

Tiziano. L’impero del colore
Tiziano. L’impero del colore

Tiziano, per dirla alla maniera odierna, è un buon imprenditore di se stesso. Coltiva infatti rapporti con gli ambienti umanistici del ricco patriziato veneto per cui realizza lavori importanti: ritratti, opere a tema profano oppure soggetti allegorici.

Stabilisce, inoltre, relazioni con le grandi personalità del suo tempo: il Duca di Ferrara Alfonso I, il poeta e intellettuale Pietro Aretino che, come evidenziato nel docufilm, lo si potrebbe oggi definire una rockstar del Rinascimento; inoltre, Isabella d’Este, marchesa di Mantova, oltre all’imperatore Carlo V, nonché altre figure di rilievo dell’epoca.

Oltre che del percorso artistico di Tiziano, il docufilm riferisce anche del suo mondo affettivo. L’amore per Cecilia, sua compagna di vita, come per la figlia Lavinia. Entrambe scomparse troppo presto lasciandolo annichilito dal dolore.

“Tiziano affida Lavinia a Orsola, la propria sorella… smarrito, come un leone in gabbia che non ha più voglia di ruggire”.

Come ben sottolineato da Tiziano. L’impero del colore, il pittore simbolo del Rinascimento ha attraversato il Cinquecento con opere di altissima espressività pittorica, ispirando infine artisti di tutte le epoche successive. Poi, falcidiato dalla peste, Tiziano lascia per sempre questo mondo nel 1576.

“Il più eccellente di quanti hanno dipinto”.

Documentario d’eccellenza, Tiziano. L’impero del colore, ha visto interventi tesi a illustrare una icona del Cinquecento. Esperti, critici, studiosi e artisti internazionali hanno dato il loro contributo raccontando della sua vita, del suo temperamento, nonché della sua ampia produzione pittorica; permettendo allo spettatore di entrare nei meandri della personalità di un artista emblema del Rinascimento.

Come già detto, la sua produzione ha influenzato molti artisti delle epoche a lui successive. Ma non soltanto questo; perché Tiziano rimane oggi, trascorsi circa 500 anni dalla sua morte, un modello con cui confrontarsi e dialogare. Così come spiega l’artista Jeff Koons, attratto dal fascino esercitato su di lui da Tiziano.

Infine, alcuni nomi di addetti ai lavori che con la loro presenza hanno testimoniato l’importanza di raccontare di un uomo, che senza dubbio si può definire una leggenda del mondo dell’arte del Cinquecento.

Amina Gaia Abdelouahab, curatrice indipendente e storica dell’arte.

Bernard Aikema, Professore di Storia dell’arte moderna all’Università di Verona.

Brunello Cucinelli, stilista e imprenditore,

Francesca Del Torre, assistente scientifica all’Istituto di storia dell’arte della Fondazione Cini.

Miguel Falomir Faus, Direttore del Museo Nacional del Prado a Madrid, studioso di pittura italiana del Rinascimento e del Barocco.

Sylvia Ferino-Pagden, curatrice di mostre, già Curatrice della Pittura rinascimentale italiana.

Patrizia Piscitello, storica dell’arte.

Tiziana Plebani, storica.

Giorgio Tagliaferro, Professore Associato in Arte Rinascimentale all’Università di Warwick.

E per ultimo, certamente non meno importante dei precedenti, Jeff Koons, artista fra i più seguiti e influenti del momento. Che, con la sua straordinaria partecipazione è stato motivo di arricchimento di un docufilm straordinario. Entrato in punta di piedi nella vita di un grande, dopo aver previlegiato lo spettatore dei suoi interventi, ne è uscito sempre in punta di piedi.

“Il pittore deve sempre cercare l’essenza delle cose, rappresentare sempre le caratteristiche e le emozioni essenziali della persona che sta dipingendo.” – Tiziano

 

Written by Carolina Colombi

 

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