Alessandra Mangano, in arte Axl: la distanza tra ratio e delirio
Alex Mangano, in arte Axl, nasce nel 1968 a Milano, città dove vive e lavora; qui, frequenta il Liceo Artistico, conseguendo, poi, una specializzazione in Arredamento d’interni.

Le sue radici odorano, invero, di “sicilianità”: i soggiorni a Taormina, vissuti sin da fanciulla, preservano, in lei, quel profumo, che inebria le riflessioni più profonde, involte dalle sue tele.
La passione per le arti visive e la scrittura diventano un incipit necessario per sposare, naturalmente, un percorso artistico, assecondando il suo bisogno di esternare il proprio immaginario più profondo.
La Natura e i suoi umori fascinano, da sempre, l’occhio e l’animo di Alessandra Mangano: il profilo fisico e esperienziale dell’artista entrano in rapporto simbiotico con le loro verità insite, maturando mutevoli e precipue illusioni, che l’autrice trasla, poi, in maniera peculiare, sul manto materico.
Le opere si dividono in due serie, “Mondo” e “Attraverso la Natura”, in cui il sintagma natura/ uomo/universo non prevede futili divagazioni.
“Ho fatto del mio braccio un cuscino,/ e amo il mio corpo,/ nel vago chiarore lunare.” – Iosa Buson
In una verità alternativa, quindi, le membra dell’artista si abbandonano: in quella quiescenza, il braccio diventa errabonda essenza, che vive e alluna l’introspezione di un fondamentale cammino.
Axl abita il grembo natìo, ove il cosmo si libera come conoscenza intima e universale: è un pantheon mutevole, la cui “lettura” è sì profonda, da frangere la distanza tra ratio e delirio.
Tra sistole e diastole, quel nucleo pulsa, pullulante di pensieri, riflessioni, odori, colori…, “ubriacando” di sinestesia il liquido amniotico vitale, che nutre la crescita dell’artista e dell’essere umano Alessandra Mangano.
Ebbra di quella poetica pozione, l’autrice declama la sensatezza di queste visioni…
Preserva, invero, la candida frugalità del suolo, che accoglierà ogni inedita dissertazione; sul piano incontaminato, quindi, la mano si avvicina, per mediare, dapprima, tra l’inespresso e la concretezza, inostrando la levità di quel dialogo, con sottili voci segniche, realizzate a mina.
È una poesia ermetica e essenziale, fatta da esili linee, che solcano gli abissi della terra e del cielo, apparendo umilmente.
Quei versi sono l’architettura di un Kintsugi: tra le ramificazioni di quest’ultimo, scorre la viva linfa, che suggella l’abbraccio tra la divinità e l’individuo.
L’amore scorre e nutre quella laiason ancestrale, gemmando i frutti di quell’unione: creature animali, vegetali e umane ammiccano, quindi, timidamente, e affermano la loro nascita.

Come un aulete, poi, Alessandra Mangano coccola quei profili, con la nera China, lumeggiando quegli avventi. Frange, poi, la compattezza di singoli colori, frantumandone la durezza in microcosmi impalpabili.
Le sue dita posano la colorata polvere, raddolcendo le decise presenze. Esse allora rispondono, al richiamo dell’autrice, allontanandosi dal significato fisico e aprendo la soglia di una dimora metaforica.
I lignei o fioriti intrecci rappresentano, quindi, un salvifico manto, ove i nodi confermano la preziosità di un ricamo conoscitivo ancestrale, che protegge quel sognante eloquio.
Ogni opera è, quindi, custode di una lirica che esalta valori, doni e insegnamenti.
Alessandra Mangano è presente, con l’opera “La forza”, alla collettiva spagnola “Frammenti dell’Io”, la cui parte curatoriale è stata seguita dallo storico dell’arte Valeriano Venneri e dalla poetessa e curatrice comasca Maria Marchese.
L’evento, che accoglie bel 14 personalità artistiche, è stato inaugurato, il 27 di gennaio, in una sede particolare: è, infatti, un’agenzia immobiliaria di prestigio ad aprire le sue porte all’arte e alla cultura.
Written by Maria Marchese