“Quell’inutile carezza. Vittorina Gementi una santa laica” di Adriana Valerio: la spiritualità ed il bene collettivo

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“Il progetto educativo di Vittorina nei confronti delle bambine e delle adolescenti che seguiva era finalizzato a renderle piene protagoniste del loro cammino di fede: per questo riteneva occorressero una seria conoscenza del messaggio evangelico…”

Quell’inutile carezza - Vittorina Gementi una santa laica di Adriana Valerio
Quell’inutile carezza – Vittorina Gementi una santa laica di Adriana Valerio

A raccontare di Vittorina Gementi, figura significativa del volontariato cattolico, è Adriana Valerio, intellettuale di spessore la cui presenza è rilevante nel panorama culturale italiano.

Studiosa della Storia della Chiesa, con un occhio sempre attento alle figure femminili e alla loro identità storica e religiosa, tematica questa a cui ha dedicato un’ampia letteratura, da prima si è laureata in Filosofia, in seguito è annoverata fra le prime donne italiane a conseguire la laurea in Teologia.

“Viveva con passione il proprio compito di educatrice: redigeva un piano di lavoro con cura, attenta a una buona preparazione complessiva della classe, inclusa la crescita umana e spirituale dei singoli…”

Quell’inutile carezza, titolo suggestivo per un testo dal contenuto importante è suggerito dal verso di Alda Merini che così recita:

“Bastava un’inutile carezza a capovolgere il mondo” Alda Merini

Pubblicato nel 2021 da Edizioni Paoline, Quell’inutile carezza si sviluppa in otto capitoli che descrivono la vita di Vittorina, iniziando il racconto dal matrimonio dei suoi genitori e della loro quotidianità animata da una fede autentica e profonda.

È dunque in famiglia che Vittorina respira la spiritualità che fin da giovanissima traspare da ogni suo gesto; fede recepita con entusiasmo, nella misura in cui viene sollecitata dalla sua ampia sensibilità.

Il volume, di circa 165 pagine, dà poi conto della formazione scolastica e religiosa della Gementi; soffermandosi sulla sua professione di educatrice scolastica, ambito in cui i ragazzi ricevono le basi del convivere civile oltre che le fondamenta dell’istruzione.

Professione da prima esercitata presso una scuola di campagna, in seguito nel contesto cittadino mantovano. Per passare poi all’impegno politico, assumendo l’incarico di Assessore all’infanzia presso il comune di Mantova, città in cui nasce nel 1931 e dove la sua presenza morale ed educativa a tutt’oggi è ancora tangibile. E il cui apporto educativo, grazie alla sua umanità e all’attenzione verso i ragazzi difficili, è stato determinante per la sua città. Nonostante siano trascorsi diversi anni dalla sua scomparsa avvenuta nel 1989.

Per Vittorina, però, il mondo della politica è una realtà ostica che non le si prospetta come una strada piana e senza ostacoli; i dissensi e i conflitti che deve affrontare sono numerosi, tanto che per svariati motivi si vede costretta a dimettersi dalla Democrazia Cristiana, suo partito di appartenenza.

In alternativa presenta una lista civica, Rinnovamento, il cui obiettivo è mettersi al servizio della comunità ed espressione dei cittadini di Mantova, la quale si offre come un’alternativa al governo cittadino.

Pur raccogliendo un buon consenso, Vittorina abbandona però il mondo della politica nel maggio del 1980, anche per dare priorità alla sua ‘creatura’: la Casa del Sole, presente sul territorio fin dal lontano 1966.

Struttura dedicata al recupero educativo di ragazzi in età adolescenziale e infantile affetti da serie disabilità; in cui situazioni che prima di allora erano condizionate da stereotipi e pregiudizi, grazie alla guida di Vittorina dell’istituzione, vengono trattate con un alto senso pedagogico.

Educatrice a tutto tondo, l’insegnante si dedica ai ragazzi con particolare trasporto, esplicitando al meglio le sue intuizioni professionali nonché umane. Caratteristiche che le appartengono in toto.

“Per i più grandi erano programmate e realizzate esperienze esterne, come visitare una mostra, fare qualche gita, soggiornare per pochi giorni al mare, in montagna o al lago…”

Vittorina Gementi
Vittorina Gementi

È grazie a una chiara scansione temporale che l’autrice fa conoscere al lettore come è nata l’idea di dare vita a tale struttura d’accoglienza, innovativa pur nella sua complessità, soprattutto per la gestione, da più parti stigmatizzata.

“Vittorina cercava di inculcare in ogni modo la fiducia nel bambino perché, per quanto grossi fossero i suoi problemi, in ognuno c’era sempre la possibilità di un recupero e di un’evoluzione…”

Sono due i capisaldi che hanno contraddistinto la vita di questa donna generosa, la cui vita si è prestata al servizio degli altri: l’elevata spiritualità di credente e sincera cattolica, e i suoi gesti orientati al bene collettivo. Aspetti questi, che Vittorina ha sempre manifestato facendosi strumento per la sua comunità.

Le sue opere sono azioni in concretezza che, affiancate dalla preghiera e dalla contemplazione si offrono con sollecitudine anche a dare conforto ai genitori dei suoi ospiti; se non fosse stato che la sua attività subisce un momento di sospensione a causa della malattia che aggredisce il suo corpo ancora in giovane età.

Nonostante il disagio portato dal suo precario stato di salute, preoccupata soprattutto per la possibile reazione dei suoi familiari, la sua adesione al Vangelo continua a essere totalizzante. A confermare che l’amore è gratuità.

Come sostiene e ribadisce l’autrice, si può dunque asserire che il percorso terreno di Vittorina Gementi fosse già stato tracciato da un’entità superiore fin dalla sua venuta in questo mondo.

“Vittorina era malata. Lo sapeva bene, ma taceva per non preoccupare gli altri e per non rallentare la sua attività, ormai frenetica. I primi sintomi furono una febbricola persistente e una stanchezza diffusa…”

Infine, a completezza del commento a Quell’inutile carezza, si può sottolineare che l’autrice traccia della figura di Vittorina un profilo dettagliato seppur raccontato in modo sobrio, senza artifici letterari di sorta ad amplificarne una figura già di per sé ricca da un punto di vista umano e spirituale.

A marcare il registro di scrittura adottato da Adriana Valerio è un tono pacato e morbido, seppur avvincente, appropriato alla caratura morale della protagonista del libro.

Una santa laica di questi tempi turbolenti, come viene definita da più parti; esemplare testimone della presenza di Dio fra la gente si inserisce a pieno titolo ad occupare un ruolo importante nella Storia della Chiesa.

In appendice, ad accuratezza del testo, una raccolta di scritti della Gementi, dove si evincono riflessioni di ordine religioso e sociale. Con il concetto di Provvidenza, di manzoniana memoria, fondamentale per la formazione del credente.

“L’ottimismo di Vittorina non poggiava su un infantile sentimento di fiducia nella vita, ma su una profonda fede in Dio e nella sua Provvidenza. Ad essa si affidava lasciandosi guidare a mano a mano nelle situazioni che richiedevano la sua risposta generosa…”

Adriana Valerio
Adriana Valerio

In conclusione, un’invocazione di Vittorina in cui si può rintracciare l’idea di una sua santità, di cui è stata espressione anche in vita, quale contribuito a una figura da omaggiare.

L’autrice, inoltre, approfondisce un aspetto singolare, se così si può dire, ovvero quello di una donna che non ha avuto alcun timore a mostrarsi come esempio di spiritualità, in tempi in cui non era così semplice dichiarare la propria appartenenza religiosa.

Ma, spinta da un bene superiore, quello di essere al servizio degli altri, Vittorina si è spesa oltremodo per andare in soccorso dei più bisognosi: fanciulli e ragazzi in grave difficoltà, innanzitutto.

“Era convinta che nulla avviene per caso: lei era solo un docile strumento che il Signore utilizzava per realizzare il suo piano provvidenziale, al servizio dei più umili e dei più bisognosi, per far nascere la Casa del Sole…”

 

Written by Carolina Colombi

 

Info

Sito Casa del Sole

 

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