Ogni uomo è ciò che mangia: la filosofia di Feuerbach dal Materialismo Naturalistico alla Gastro-teologia

Che si tratti di una dieta proteica, vegetariana, mediterranea o vegana, per Ludwig Feuerbach (Landshut, 28 luglio 1804 – Rechenberg, 13 settembre 1872) non ci sono dubbi, ciò che l’uomo mangia influisce sulle sue azioni e pensieri, come se i nutrienti assimilati andassero a interferire nel processo della mente, oltre che del corpo.

Ludwig Feuerbach
Ludwig Feuerbach

Se attualmente i media vengono presi d’assalto dai programmi, blog, articoli che parlano di cibo in tutte le salse, circa duecento anni fa, questo filosofo aveva già intuito il potenziale che l’alimentazione aveva per la mente, lo sviluppo, l’evoluzione e l’intrattenimento dell’uomo. I cibi definiscono persino le tradizioni di un popolo, scandendo sull’asse temporale i sapori e le produzioni tipiche di una terra.

Il mangiare conviviale

Prima di arrivare a definire ciò che un uomo è, il cibo deve essere preparato, gustato, ingerito e digerito, ed è proprio nei primi due momenti che il mangiare diventa conviviale, non solo semplice atto di nutrirsi come bisogno primario, ma una maniera di allietare le giornate insieme al partner, ai parenti o agli amici.

Si pensi per un attimo ai simposi romani e greci, questi banchetti erano un modo di assaporare le prelibatezze alimentari e vinicole e di discutere delle questioni sociali, etiche, politiche.

Siamo nel IV secolo a.C. e queste feste a base di musica, cibo e vino, avevano persino dei codici specifici per versare e bere il prezioso liquido di Dioniso.

Il vino doveva essere mescolato all’acqua, perché a quel tempo possedevano un carico alcolico molto più elevato rispetto a quelli di oggi, che poteva sfiorare anche i 30°. Successivamente doveva essere versato nei calici dei commensali presenti e il senso del limite era ciò che nobilitava chi beveva il vino.

Il mangiafagioli - Painting by Annibale Carracci - 1584
Il mangiafagioli – Painting by Annibale Carracci – 1584

Circa 2600 anni fa, il cibo alimentava le discussioni più profonde e oggi è diventato uno dei più influenti protagonisti della nostra quotidianità.

L’umanesimo naturalistico in contrapposizione alla pura spiritualità dell’essere umano

Feuerbach propone una concezione materialista dell’esistenza dell’uomo, suggerendo che qualsiasi alienazione dell’essere umano nei confronti di un oggetto, impedisca la sua stessa emancipazione ed evoluzione. A questo materialismo, il filosofo propone una curvatura antropologica per posizionare l’uomo in una particolare collocazione del mondo, sottolineando la sensibilità, i sentimenti e la ragione, che non devono essere appiattiti nella pura visione materialistica.

Quello che Ludwig cerca di costruire è una forma pura di umanesimo naturalistico, in quanto fa dell’uomo il centro e lo stesso fine della sua filosofia, ma rende onore alla sua natura primordiale che ha le radici nella condizione di animale pensante.

Per dare più forza alle sue tesi, si distacca da Hegel e si pone fra i più importanti esponenti dell’ateismo costruendo le basi per la filosofia del sospetto di Nietzsche, Marx e Freud.

La realtà primaria dell’uomo deve essere conosciuta non attraverso Dio, ma attraverso la dimensione naturalistica, per Feuerbach l’individuo non è pura spiritualità, a ma è fatto soprattutto di carne e di sangue.

L'uomo è ciò che mangia - Ludwig Feuerbach
L’uomo è ciò che mangia – Ludwig Feuerbach

L’essere umano è ciò che mangia

Con il suo libro “Il mistero del sacrificio, ovvero l’uomo è ciò che mangia”, Feuerbach da voce al suo materialismo gastro-teologico per caricare sullo spirito del tempo una parola d’ordine, ancora attuale, ma che deve essere contestualizzata al di là della gastronomia mediatica, sia attuale che di quel periodo.

Il progetto è ambizioso quanto estremamente valido a livello sociopolitico, se si vuole migliorare un popolo è necessario migliorare la sua alimentazione, tutto ciò che entra nell’organismo e che viene assimilato si trasforma in carne e sangue, arriva al cuore e alla mente, organi indispensabili e soprattutto, responsabili, delle azioni dell’essere umano.

Fra Gastro-teologia e materialismo naturalistico, Feuerbach pone il cibo come unico veicolo di pura spiritualità.

 

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