“Those Winter Sundays” poesia di Robert Hayden: i modi austeri e solitari dell’amore
Robert Hayden è un poeta poco conosciuto in Italia.

Nato a Detroit come Asa Bundy Sheffey il 4 agosto del 1913, poiché i genitori si erano separati prima della sua nascita fu dato in affidamento a una famiglia di vicini, gli Hayden, e crebbe in un ghetto ironicamente conosciuto come Paradise Valley.
Le liti e le violenze familiari, di cui fu testimone e anche vittima, assieme alla difficoltà di integrazione con i suoi coetanei, a causa della sua fortissima miopia e della bassa statura che lo tenevano lontano da molte attività degli altri ragazzi, segnarono la sua infanzia e rimasero come cicatrici anche nella vita adulta, portandolo spesso ad attacchi di depressione.
Iscrittosi all’Università del Michigan ad Ann Arbor (dove si laureò nel 1942), studiò con Wystan Hugh Auden, che fu suo mentore ed esercitò grande influenza sulla sua poesia. Nel 1940 Hayden pubblicò la sua prima silloge, Heart-Shape in the Dust.
Dopo essersi laureato, insegnò alcuni anni in Michigan per poi vincere nel 1946 un posto alla Fisk University di Nashville, Tennessee, dove rimase per 23 anni. Nel 1975 fu eletto alla American Academy of Poets; dal 1976 al 1978 fu Consultant in Poetry alla Library of Congress (ruolo oggi noto come Poet Laureate), primo afroamericano a ricoprire quella carica. Morì a Ann Arbor il 25 febbraio del 1980.
Considerato appunto uno dei più importanti poeti afroamericani (anche se lui rifiutò sempre l’identificazione come black poet, ritenendola limitante), Hayden è anche uno dei più conosciuti poeti Bahá’í – si era convertito al Bahaismo nei primi anni Quaranta –, e la sua poesia più famosa, Those Winter Sundays, è tra i componimenti del XX secolo più antologizzati negli Stati Uniti.
In questa lirica è facile riconoscere le istanze biografiche del poeta, dai traumi infantili subiti a una visione di accettazione, amore e perdono influenzata dalla sua fede religiosa.
“Those Winter Sundays”
Sundays too my father got up early
and put his clothes on in the blueblack cold,
then with cracked hands that ached
from labor in the weekday weather made
banked fires blaze. No one ever thanked him.
I’d wake and hear the cold splintering, breaking.
When the rooms were warm, he’d call,
and slowly I would rise and dress,
fearing the chronic angers of that house,
Speaking indifferently to him,
who had driven out the cold
and polished my good shoes as well.
What did I know, what did I know
of love’s austere and lonely offices?
“Quelle domeniche d’inverno” poesia di Robert Hayden

Anche di domenica mio padre si alzava presto
e si vestiva nella fredda oscurità,
poi con le mani screpolate, che dolevano
per il lavoro all’aperto degli altri giorni, accendeva
il fuoco nel camino. Nessuno mai lo ringraziava.
Mi sarei svegliato sentendo un freddo crepitare.
Con le stanze ormai calde, lui avrebbe chiamato,
e lentamente mi sarei alzato e vestito,
temendo le ire croniche di quella casa,
Parlando svogliatamente con lui,
che aveva scacciato il freddo
e anche lucidato le mie scarpe buone.
Cosa, cosa potevo saperne allora
dei modi austeri e solitari dell’amore?
Written by Sandro Naglia
La poesia “Those Winter Sundays” di Robert Hayden vede la traduzione inedita in lingua italiana di Sandro Naglia.
Bibliografia
Robert Hayden: Collected Poems, a cura di Frederick Glaysher, New York, Liveright Publishing Corp, 1985 (ultima ediz.: 2013. ISBN: 978-0-87140-679-8)