Villa Adriana a Tivoli: la testimonianza del leggendario passato dell’imperatore Adriano
“Lo studio dei monumenti che compongono Villa Adriana ha svolto un ruolo decisivo nella scoperta degli elementi dell’architettura classica da parte degli architetti del Rinascimento e del Barocco”.

Dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità e testimone di un leggendario passato, Villa Adriana a Tivoli è un sito di notevole interesse storico.
Considerata l’eccellenza delle ville imperiali dell’antica Roma, è un esempio architettonico dal fascino indiscusso che non si è affievolito nel corso dei secoli, semmai è occasione per il visitatore di godere di un’opera di ampio livello artistico, nonostante il deterioramento dei danni subiti a causa dell’uomo e dell’inevitabile logorio del tempo.
Esempio unico nel suo genere, Villa Adriana è un complesso che riprende l’iconografia della domus romana, anche se beneficia di un suo particolare assetto. Una sua struttura originale, che contempla edifici collegati fra loro, ciascuno dotato di una funzione ben precisa.
Verosimilmente è fin dal 1400, e forse anche prima, che Villa Adriana è motivo di attenzione e di studio, sia da parte di artisti come di personalità autorevoli.
Papa Pio II, per esempio, intorno al 1400 raggiunse Tivoli per ammirare ciò che resta della villa, in un excursus che fece da apripista ad altri sopralluoghi.
Ad aggiungersi alla lista degli ‘ospiti’ di Villa Adriana sono gli artisti Antonio da Sangallo e Francesco Borromini, all’epoca già famosi architetti, per studiarne lo schema elegante, nonché prendere ispirazione dall’intera configurazione.
Ma non solo gli artisti, attratti da elementi architettonici che ne fanno un’opera singolare; perché a visitare Villa Adriana fu anche la nobiltà, con scarso interesse artistico, semmai più predatorio.
Nomi, che danno la misura del richiamo di cui la costruzione fu simbolo in quegli anni, come sarà in quelli a venire. Papa Alessandro VI Borgia, i cardinali Ippolito d’Este e Alessandro Farnese, fra questi, che offrirono il loro contributo per finanziarne gli scavi, sebbene il loro scopo ultimo sia alquanto discutibile. Ovvero, appropriarsi di marmi pregiati e statue presenti all’interno della villa.
Da quel momento, il prezioso patrimonio di sculture e busti viene depredato senza alcun controllo.
Nei secoli successivi la villa è stata visitata da viaggiatori attratti dalla sua quinta scenografica, le cui rovine affiorano tra il fitto della vegetazione. Quindi, la presenza di vigneti e oliveti, posti in un momento successivo, fanno della villa un modello per i giardini rinascimentali. È infatti durante il Rinascimento che il sito assume un ruolo fondamentale per la riscoperta dell’arte e dell’architettura antica, oltre che per la presenza di elementi decorativi importanti, quali statue e giochi d’acqua, abbellimento rappresentativo ripreso da alcuni vetusti giardini nobiliari.

Sul finire dell’Ottocento, quando la villa entra a far parte del patrimonio del Regno d’Italia, interviene un’opera di recupero che prosegue anche durante il Novecento, con il supporto di archeologi internazionali, le cui operazioni sono tuttora in corso.
Ed è proprio grazie a queste iniziative che si è venuti a conoscenza delle funzioni ricoperte da tutte le parti della villa, che ne fanno un unicum irripetibile.
“In questi giorni fui a Tivoli, dove ammirai una delle somme visioni offerte dalla natura. Quelle cascate, unitamente alle rovine e a tutto il complesso del paesaggio, sono tra le cose la cui conoscenza ci fa interiormente, profondamente ricchi…” – Johann Wolfgang von Goethe, Viaggio in Italia
Voluta dall’imperatore Adriano come sua residenza complementare, la villa viene realizzata nel 117 d. C., anno in cui l’imperatore salì al potere, su di un altopiano posto tra due affluenti del fiume Aniene. Situata su di una proprietà già appartenente a Vibia Sabina, moglie dell’imperatore, dove viene edificato il primo nucleo.
Ma perché il desiderio di Adriano di una villa poco lontano da Roma, da adibire a sua residenza privata visto che già in Roma possedeva una lussuosa dimora?
Forse spinto dalla necessità di allontanarsi dall’urbe, che fin da allora si profilava come una metropoli già caotica. E, verosimilmente, ancora più grande era la voglia di lasciare un tangibile segno del suo passaggio, atto a celebrarne la memoria e le gesta.
Ma è la presenza di una naturale ricchezza d’acqua in zona, rappresentata da quattro acquedotti che transitavano da lì per servire Roma, a suscitare particolare interesse nell’imperatore, tanto da voler realizzare in quel luogo il progetto, alquanto ambizioso.
Da ricordare inoltre, che Tivoli aveva, e ha tuttora, una posizione invidiabile che ne faceva un sito strategico da cui poter controllare i dintorni.
“A Tivoli, ad Ercole sacra, si è trasferita la bruna Licoride: crede che lì ogni cosa bianca diventi” – Marziale, Epigrammi
Tivoli, cittadina poco distante dalla capitale, che vede in Villa Adriana una delle sue più importanti bellezze artistiche, è un centro di importante attrattiva turistica. È quella che, nell’Eneide, Virgilio citava come Tibur Superbum.
Le sue origini, risalenti intorno al 1215 a.C, sono remote e la sua storia è più antica di quella di Roma; punto di incontro tra abitanti della zona, seppur di diversa residenza, a testimoniare la sua storia millenaria è il Santuario di Ercole Vincitore, una struttura sacra le cui origini risalgono al II secolo a.C.
Oggi, l’immagine di Tivoli è legata alle Terme, conosciute come i Bagni di Tivoli. Oltre a Villa Adriana, è da ricordare anche Villa d’Este e Villa Gregoriana. Inserite in un suggestivo scenario, che fin dall’800 vede Tivoli meta prediletta di poeti, pittori e nobili.
“Ma io rifugiarmi a Tivoli vorrei, questa città di greci, e consumarvi in vecchiaia la stanchezza della vita, dell’ignoto, della guerra.” – Orazio, Epistole

Personaggio dalla personalità poliedrica, l’imperatore Adriano, a differenza di personaggi a lui coevi, è un uomo di pensiero che ama varie espressioni artistiche: musica, architettura, letteratura e filosofia, oltre alla scrittura e al teatro.
Riguardo al suo luogo di nascita non sussistono fonti certe; sarebbe nato intorno all’anno 75 d. C. in prossimità di Siviglia, colonia dell’antica Iberia, fondata da Scipione l’Africano dopo essere uscito vittorioso dallo scontro con Annibale. Rimasto orfano in giovanissima età, trova nell’imperatore Traiano (cugino di suo padre) il suo tutore.
Intorno all’anno 100 Adriano sposa Vibia Sabina (nipote di Traiano), matrimonio longevo che garantisce ad Adriano un regno solido. Dell’esercizio del potere Adriano ha un’idea diversa da Traiano, così come dell’impiego dell’esercito e del futuro di Roma.
La sua visione è del tutto personale, come menzionato da fonti arrivate fino ai giorni nostri. Una nuova concezione di pensiero che si declina con un cambiamento radicale, da lui auspicato, anche della cultura romana.
Il suo excursus politico è importante, di quelli che lasciano un segno grazie agli incarichi militari e civili di cui beneficia: questore, tribuno della plebe, console, governatore in Siria con enorme potere decisionale.
Ottimo imperatore, la storiografia racconta che non fu molto amato dal popolo, perché più incline al pensiero greco che a quello romano.
L’immagine dell’uomo è quella di una persona meditativa, riflessiva, pronta a trovare un compromesso prima di gettarsi in una avventura militare. Una concezione di pensiero dovuta forse al trasporto che nutre per il mondo greco e per le sue manifestazioni artistiche e culturali? Probabilmente sì. Seppur visione non ben accetta dal mondo romano; considerata poco virile è elemento che crea un solco fra lui e il Senato.
Il periodo del regno di Adriano è stato duraturo: rimane infatti sul trono per 21 anni.
Un lungo intervallo di tempo improntato a lasciare un segno importante nella storia di Roma.

Verosimilmente è la sua visione a spingerlo ad edificare Villa Adriana, un grandioso progetto realizzato in ampi spazi, dove la presenza di elementi architettonici si sposa felicemente con l’ambiente e la natura circostante.
È dunque una scelta meditata quella dell’imperatore Adriano di eleggere Tivoli, e Villa Adriana nello specifico, quale luogo del cuore, ma soprattutto come un rifugio dove poter meditare.
Per la costruzione di Villa Adriana, durata circa vent’anni, sono state impiegate tecniche innovative per l’epoca sia di fabbricazione come di impiantistica idraulica.
Suddivisa in quattro parti, Villa Adriana rimane un esempio architettonico di alto livello.
Dagli edifici di rappresentanza a quelli termali, dal Palazzo imperiale alla residenza estiva e alla zona monumentale. Elementi tutti inglobati in un unico progetto il quale raffigura un nucleo cittadino. Una città ideale nella quale si prospettano spazi tipici dell’urbe, in cui ogni parte è in armonia con le altre, in una rappresentazione simbolica del mondo mediterraneo qual era all’epoca di Adriano.
In ricordo delle sue visite nelle province, i diversi edifici sono dedicati alla Grecia, all’Egitto, alla Siria.
Da qui, l’idea di Adriano di riprodurre luoghi e monumenti in una commistione di elementi architettonici egizi, greci e romani, i quali lo avevano affascinato durante i suoi viaggi.
Degna di nota è la grande copertura a crociera della sala centrale.
Dotata di una spettacolare quinta scenografica, nella villa trovano posto luoghi come il Canopo, che risulta formato da un grande bacino d’acqua decorato da colonne e statue, il quale termina con un tempio e con i due complessi termali delle Grandi Terme e delle Piccole Terme.
Edifici riservati alla famiglia imperiale e ai suoi ospiti.
Altro luogo di assoluto interesse è il Pecile, giardino delimitato da un portico destinato alle passeggiate, che riprende il modello della Stoà di Atene, celebre porticato sotto cui si dialogava di filosofia e di scienza.
Oltre al Palazzo imperiale, in Villa Adriana trovavano posto templi, biblioteche, teatri, l’arena, l’accademia e magazzini e alloggi per la servitù e per presidi militari.
Con un allestimento decorativo e scultoreo elevato: ovunque trovano spazio statue, giochi d’acqua, colonnati, marmi e affreschi, oltre che stucchi e mosaici policromi.
Da menzionare la Sala dei filosofi, il Teatro greco e la Piazza d’oro, una maestosa struttura che aveva funzioni di “rappresentanza” e contemplava un vasto cortile arricchito con raffinati stucchi.
Il Teatro Marittimo è una sorta di isola con un peristilio di tipo ionico, circondata da un canale.

Luogo prediletto dall’imperatore, che lì si rifugiava per pensare.
Infine, Antinoeion, un edificio testimone di un amore tragico. Nella fattispecie è un tempio, la cui funzione era di commemorare e rendere immortale la memoria di Antinoo, giovane amante di Adriano, annegato nel Nilo durante il viaggio dell’imperatore in Egitto. Scoperto grazie a scavi relativamente recenti, tra il 2002 e il 2005, il suo stile ricorda i monumenti egizi. Il che fa pensare che l’imperatore abbia fatto ricostruire templi dedicati alla civiltà egizia, come quello dedicato alla dea Iside, destinati a culti orientali.
Poi, con il declino dell’Impero la villa subisce razzie d’ogni genere, fino all’abbandono.
Meta di visitatori in ogni stagione dell’anno, grazie anche alla sua vicinanza con la capitale, la Villa Adriana dista solo 28 chilometri da Roma, e la si può raggiungere percorrendo la via Tiburtina.
O, di preferenza, per via d’acqua attraverso il fiume Aniene.
“Il nostro errore più grave è quello di cercare di destare in ciascuno proprio quelle qualità che non possiede, trascurando di coltivare quelle che ha…” – Marguerite Yourcenar, Memorie di Adriano
Written by Carolina Colombi