XIII^ edizione del Pordenone Docs Fest – Le Voci dell’Inchiesta 2020: il programma dell’evento online dall’11 al 15 novembre 2020
Partecipare online ai Festival diventerà ben presto una abitudine e se, da una parte, questo porta alla negazione dei rapporti umani come il casuale incontro con uno spettatore, attore, regista, dall’altra permette a tutti gli appassionati di assistere ai Festival, da nord a sud Italia comprese le isole.
Dall’11 al 15 novembre si svolge online la XIII edizione del Pordenone Docs Fest – Le voci dell’inchiesta, il festival dedicato al documentario di impegno civile promosso da Cinemazero con il sostegno del Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo.
Tutti i film potranno essere visti on demand, dall’11 al 15 novembre, on demand, sulla piattaforma online Adesso Cinema, nata durante il primo lockdown dalla collaborazione tra Cinemazero, C.E.C./Visionario e Cineteca del Friuli.
Tra i titoli in anteprima nazionale ci sono “Alcohol – The Magic Potion” di Andreas Pichler (Germania/Italia, 2019), un documentario che cerca di rispondere alle domande: Perché beviamo? Quali sono i reali effetti del consumo di bevande alcoliche? Quanto le lobby degli alcolici sono in grado di influenzare politica e società? Tenendosi alla larga da ipocrisia e perbenismo, il film offre uno sguardo inedito e dirompente sulle abitudini alcoliche di noi tutti.
“All Against all” di Luuk Bouwman (Paesi Bassi, 2019) che si pone domande come: Chi è un fascista? Il fascismo è stato semplicemente un fenomeno storico o è piuttosto qualcosa di eterno, una vera e propria mentalità?
Ed ancora “La cravate” di Mathias Théry ed Etienne Chaillou (Francia, 2020) che racconta di un ragazzo di vent’anni, Bastien. Da cinque è un attivista del principale partito francese di estrema destra, il Front National. All’alba della campagna per le presidenziali il suo superiore gli chiede un impegno ancor maggiore. Iniziato all’arte della politica, comincia a sognare di far carriera ma vecchi demoni si ripresentano…
E poi, “God” di Christopher Murrey, Israel Pimentel e Josefina Buschmann (Cile, 2019), un’eccezionale dietro le quinte della macchina scenica e comunicativa di papa Bergoglio. Un collettivo di 17 registi, infatti, ha documentato la visita di Papa Francesco in Cile nel 2018, regalando allo spettatore un ritratto sorprendente, spesso ironico e comico, talvolta spaventoso, della società cilena contemporanea, che vive ancora profonde tensioni.
“The Internet of Everything” diretto da Brett Gaylor (Canada, 2020): da internet non si può più fuggire. Quello che un tempo giaceva relegato in un computer beige nello scantinato di un qualche lontano parente ora è parte integrante del modo in cui guidiamo le automobili, tiriamo lo sciacquone o controlliamo il sonno dei nostri figli durante la notte. A seconda del punto di vista, stiamo vivendo una futuristica utopia o un incubo di sorveglianza totale in cui il digitale ci impone la sua agenda.
“The Journey – A Story of Love” diretto da Fanny Bräuning (Svizzera, 2018): Un uomo e una donna attraversano il mondo su un camper. Sono Niggi, un appassionato fotografo, e Annette, l’amore della sua vita, paralizzata dal collo in giù da vent’anni. Con coraggio, ironia e delicatezza preservano quel che rende la vita degna di essere vissuta. Ma cosa accade all’amore quando le circostanze della vita cambiano così drasticamente?
Ed ancora: “Our Time Machine” di Yang Sun, S. Leo Chiang, Shuang Liang (Cina/Stati Uniti, 2019): Quando l’artista cinese Ma Liang apprende che suo padre Ma Ke, ex direttore dell’Opera di Pechino, è affetto dalla sindrome di Alzheimer, lo invita a collaborare al suo progetto più ambizioso: un coinvolgente, magico, autobiografico spettacolo con tanto di manichini meccanici intitolato “La macchina del tempo di papà”.
“Wuhan – 76 Days”, il primo documentario sul Covid-19 in Cina, da dove tutto è partito. Crudo e intimo, i registi Hao Wu, Weixi Chen, supportati da Anonymous, mostrano le lotte di pazienti e medici che combattono in prima linea la pandemia, in un paese dove il “controllo” è tutto.
E poi “The Painter and the Thief” diretto da Benjamin Ree (Norvegia, 2020): Nel 2015 due ladri si introdussero in pieno giorno in una galleria d’arte a Oslo e rubarono due opere della pittrice ceca Barbora Kysilkova. Durante il processo la stessa Kysilkova chiese a uno dei colpevoli cosa l’avesse spinto a rubare proprio i suoi dipinti: “L’ho fatto perché erano belli”, fu la risposta. Colpita dalla dichiarazione, la pittrice alla fine del periodo di detenzione invitò il ladro a posare per un ritratto. Fu il principio di un’inaspettata amicizia.
“The Soviet Garden” diretto da Dragoș Turea (Moldavia/Romania, 2019): Dragoș, un regista proveniente dall’ex Stato sovietico della Moldavia, sta indagando sulla misteriosa morte della nonna quando si imbatte nelle trame di un vecchio esperimento scientifico segreto: un piano per trasformare la Moldavia in un “giardino sovietico” tramite l’impiego di energia atomica nell’agricoltura locale. Dopo quasi dieci anni di ricerche Dragoș è pronto a svelarne i dettagli più incredibili.
“Together Forever” diretto da Yasemin and Nesrin Samdereli (Germania, 2018): Quattro coppie provenienti da Stati Uniti, Giappone, India e Germania raccontano i loro rapporti di coppia, durati sorprendentemente oltre i cinquant’anni. In una serie di interviste sincere e divertenti ogni coppia riflette sulla vita precedente e successiva al momento del loro incontro e sulla propria crescita personale.
Tra gli eventi in diretta, mercoledì 11 novembre alle 20:45 sulla pagina Facebook de Le Voci dell’Inchiesta e sul canale Youtube Cinemazero Multimedia, la consegna del premio Il coraggio delle immagini, in collaborazione con Il Circolo della Stampa di Pordenone, l’Ordine dei Giornalisti – Consiglio Nazionale e Ordine dei Giornalisti del Friuli Venezia Giulia con il sostegno prezioso dell’ Associazione Il Capitello, al giornalista Sigfrido Ranucci, volto della trasmissione televisiva Report, per il suo costante impegno nel suo lavoro di inchiesta e di indagine attraverso anche il mezzo audiovisivo.
Per partecipare al Festival che equivale anche a sostenere questa realtà basta acquistare un biglietto proprio come se si fosse al cinema ma con il vantaggio di poterlo vedere all’orario in cui si è liberi e senza un vicino di posto “chiacchierone” o distratto. Il costo per visione varia dai 3 ai 5 euro.
Fra i documentari in programma è stata pensata anche una visione Free: “Troiane” diretto da Stefano Santamato e prodotto da Paolo Soravia. Il titolo del documentario ricorda la tragedia di Euripide ed, infatti, “Troiane” racconta, dal punto di vista degli alberi, il viaggio degli abeti dai boschi friulani al teatro greco di Siracusa, seguendoli per oltre 1.500 km, nell’avvicendarsi di paesaggi, colori e suoni. Il film ripercorre le principali tappe della realizzazione della scenografia de Le Troiane di Euripide.
Nella scenografia della celebre tragedia che narra gli eventi che seguono la sconfitta di Troia, dalla spartizione delle donne tra i vincitori alla messa a ferro e fuoco della città, l’architetto Stefano Boeri evoca quell’antica devastazione ispirandosi alle immagini della tempesta Vaia, evento atmosferico estremo legato al cambiamento climatico.
Inoltre dalle edizioni passate del Pordenone Docs Fest sarà possibile rivedere (o vedere per la prima volta): “La Chana – La mia vita è un ballo” di Lucija Stojevic (Spagna/Islanda, 2016); “China’s Van Goghs – Alla ricerca di Van Gogh” di Yu Haibo e Yu Tianqi Kiki (Cina/Paesi Bassi, 2016); “Tutti a casa – Inside Movimento 5 Stelle” di Lise Birk Pedersen (Danimarca/Finlandia/Norvegia, 2017).
Info
Segui qui il Festival – sito AdessoCinema
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