“La confessione di Tommaso” di Aniello Milo: un thrilling storico capace di interpretare in maniera originale il Fascismo

Da ragazzo mi sentivo così sapiente, ma poi scoprii, giorno dopo giorno, che l’ignoranza la si combatte vivendo, leggendo, facendo passeggiate nei boschi, ammirando una costa lontana, e cullandosi in un dolce ozio.

La confessione di Tommaso
La confessione di Tommaso

Tanto che si giunge inevitabilmente alla consapevolezza di Socrate, che questo solo si può sapere: che nulla si sa veramente.

E così il destino di chi ha perso ormai ogni certezza, è di riuscire ad acquisire la consapevolezza che l’ignoranza sarà la tua umile e tenera compagna tutta la vita, e tu la devi soltanto amare, perché come ti comprende lei non lo farà mai nessuno.

Cosa cerco in un libro? Forse quello che Giampaolo, che io chiamavo, per la sua naïveté, il ragazzo del Parco del Cilento, andava trovando nel desco improvvisato di un nostro pranzetto all’ombra secolare di un ulivo pixuntiano, più maestoso di una quercia, coevo del Bernini…

Gli offrimmo una pietanza e lui la rifiutò con un certo sdegno, dicendo: “Chidda la tengu a casa!”, e indicandone invece un’altra, invece disse: “Chidda nun la tengu a casa!” e così gliela offrimmo: lo pretendevano i suoi occhi ardenti. Strana lingua il pixuntiano: quando una cosa c’è si dice “n’g’è!” Strano paese il Cilento, lontano da tutto e a volte anche da se stesso.

Tante cose nel romanzo di Aniello Milo nun le tengu a casa… Non mi era dato conoscere un’espressione che, per un campano è ovvia, cioè che i limoni grossi della costiera si chiamano “limoni di pane”.

Ignoravo anche il termine “janare” a indicare le fattucchiere che “calavano dai monti alla ricerca di fossili, conchiglie e alghe necessarie agli intrugli che i nativi chiedevano”, in genere malefici e filtri d’amore. Sapevo sì che Alessandro Dumas padre aveva i tratti somatici quasi camitici e la carnagione scura, per via di un’antenata di colore, nativa di Santo Domingo, ma non che esiste a Parigi la piazza dei tre Dumas, con solo due statue (Alessandro padre e figlio), ove manca quella del nonno, perché distrutta dai nazisti, per motivi vili e razziali.

Il romanzo “La confessione di Tommaso” tratta del caso vero di un procurato suicidio avvenuto in una Napoli biecamente fascista del 1927, ambientato in un milieu composito, fatto di amori profani, società segrete, gruppi fascisti, di bordelli, incontri letterari con celebri scrittori, quali un certo Gabriele (D’Annunzio) e rinomati filosofi, quali un certo Benedetto (Croce), entrambi amici della vittima.

La frase che più mi ha colpito la pronuncia il personaggio principale, Francesco:L’angoscia esplicita un vuoto di esistere mentre la libido è la sublimazione di ciò che le manca”.

Si cerca di riempire quel buco emotivo che colpisce soprattutto l’uomo moderno, con l’illusione di quel che non potrà mai essere uno stabile riempitivo, e che noi mascheriamo con una passione, e a volte ne basta una qualsiasi, ma la più forte di tutte rimarrà sempre quella sessuale.

Questo e tanto altro mi è stato elargito nel romanzo di Milo, che si presenta come un thrilling storico capace di interpretare in maniera originale un periodo storico che vide lo schiudersi del fenomeno fascista e il diffondersi delle malefatte ad esso collegate.

Aniello Milo
Aniello Milo

Il titolo del libro riporta il senso finale del libro e la sua lezione finale.

Per quanto l’evento criminale narrato sia stato favorito da forze sempre meno oscure e sempre più palesi, che caratterizzeranno il nostro paese in quei primi anni del Fascismo, alla fine esso si manifesta in tutta la sua malvagità a causa dei sentimenti negativi di un singolo individuo.

In qualsiasi evento umano si mescolano grandi imprese e piccolezze umane e tutte si inseriscono in quell’immenso paiolo, in cui l’uomo è sia il cuciniere che mescola quanto chi, vittima della stessa umanità, serve da involontario ingrediente di quell’essenziale nutrimento che è la Storia. Da cui non riusciremo mai ad evadere, perché essa ci è madre nonché matrigna.

 

Written by Stefano Pioli

 

Bibliografia

Aniello Milo, La confessione di Tommaso, Giovane Holden edizioni, 2017

 

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