Selfie & Told: Of a Letter Kept racconta il singolo “Saturday’s Trap”

“I wish I could erase my sins/ And never need to apologize/ I grab the keys and leave the house/ Hoping to say something somehow/ […]” – “Saturday’s Trap”

Of a Letter Kept
Of a Letter Kept

“Scriviamo Lettere che non consegniamo” è l’espediente migliore che abbiamo trovato per suonare e dire cose da un palco o dalla piazzetta di fronte ad un piccolo bar, perché, nonostante non ci piaccia prenderci troppo sul serio, a dire quello che sentiamo ci teniamo parecchio.

Non abbiamo un genere preferito una fonte di ispirazione comune, infatti è sempre un’ardua impresa dover spiegare agli amici che musica facciamo, però dopo un anno e mezzo insieme abbiamo trovato qualche denominatore comune nelle nostre canzoni: ci piace saltare e dimenarci, a volte un po’ più allegramente altre volte (spesso) con un filo (spesso) di malinconia.

Scrivere le biografie o le descrizioni del nostro gruppo è la cosa che ci spaventa di più, quindi, auto-intervista… a noi!

 

O.A.L.K.: Of a Letter Kept è un nome un po’ strano, no?

Of a Letter Kept: Sì, lo abbiamo scoperto quando al primo concerto in un paesino di provincia pensavano ci fosse una dimostrazione di aspirapolvere. Ormai però la gente ci conosce come “quelli col nome complicato” quindi possiamo dire che il nome funziona, in prendendola alla larga, ma funziona.

 

O.A.L.K.: Come mai cantate in inglese?

Of a Letter Kept: Sarebbe molto facile dire che il 90% della musica che ascoltiamo è in inglese, che abbiamo un po’ il sogno di suonare a Londra e ai festival americani con il tramonto dietro, che “l’inglese è una lingua più musicale e portata al nostro genere” ma alla fine la verità è che ci fa molto strano sentirci dire quello che diciamo nelle canzoni, a noi stessi in primis e quindi per mascherare un po’ la vergogna di dire che una persona ti piace o che  davanti ad un pubblico, abbiamo imparato l’English very well.

P.S. tra poco potrebbe uscire qualcosa in italiano, forse.

 

O.A.L.K.: Qual è la storia di “The Lights on The Tree”?

Saturday's Trap
Saturday’s Trap

Of a Letter Kept: Il nostro primo album è stato il motivo per cui abbiamo iniziato a suonare insieme. OALK era ormai rimasto un progetto con un solo componente, Pietro, che portava in giro queste “lettere” solo in versione acustica. Un po’ alla volta, con il desiderio di realizzare un lavoro completo si sono aggiunti Leonardo alla batteria, Giovanni alla chitarra e Adelaide al basso. Per i primi mesi abbiamo lavorato solo grazie al computer per finalizzare i brani e fare le dovute sperimentazioni, e solo dopo 3 mesi che ci eravamo conosciuti per la prima volta abbiamo suonato tutti insieme contemporaneamente. È nato prima l’uovo o la gallina? Nel nostro caso diciamo che l’uovo è stata la spinta a tirar fuori una gallina da qualche parte.

 

O.A.L.K.: Sì, ok, ma le canzoni di che cosa parlano?

Of a Letter Kept: Beh, che domande, per un buon 70% i testi parlano di ragazze, che di solito però, non ricambiano. In ogni epoca questo tipo di ispirazione prende un nome diverso, a noi è toccato “Friend-zone” ma avremmo preferito una cosa un po’ più chic tipo “amor cortese”.

 

O.A.L.K.: Il vostro ultimo singolo “Saturday’s Trap” è molto più pop, c’è un motivo?

Of a Letter Kept: A dire il vero no, o meglio, avevamo per le mani questa canzone abbastanza diversa dal nostro solito e ci dispiaceva doverla escludere, anche perché abbiamo scoperto che era la più orecchiabile che avessimo. Dopo i dovuti test sugli amici (a cui ovviamente abbiamo offerto un giro) e aver visto che gli rimaneva in testa abbiamo deciso di registrarla per bene e farla uscire come un singolo. Marco Ravelli, con tutta la sua esperienza e il suo talento, ci ha permesso di realizzarla al meglio e adesso anche noi c’abbiamo una canzone da radio.

 

O.A.L.K.: E adesso cosa avete in programma?

Of a Letter Kept
Of a Letter Kept

Of a Letter Kept: Abbiamo tante canzoni nuove che spesso e volentieri suoniamo dal vivo che vorremmo tanto far ascoltare a tutti ma i tempi non sono ancora maturi.

Ci piacciono tanto le collaborazioni, soprattutto quelle strane, e speriamo di farne tante altre.

Ci piacciono gli House Concert e vogliamo tanto farne uno.

Ci piacciono i gli album diversi e vogliamo tanto farne uno.

 

“[…] I’ll tell my friends I couldn’t go/ I fell asleep onto the cpuch/ Now I’ve just left my blood at home/ Just to make sure I cannot blush// […]” – “Saturday’s Trap”

 

Written by Of a Letter Kept

 

 

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