Selfie & Told: Zerella racconta il singolo “Santiago Bernabeu”

“Lo stadio di periferia/ è di terra rossa battuta/ le gradinate ripide/ e ancora in pietra grezza/ la bandierina del calcio d’angolo/ tra un altro po’ si spezza…// […]” – “Santiago Bernabeu”

Zerella
Zerella

Zerella non è solo il cognome eufonico di Ciro, cantautore e autore classe ’93 cresciuto tra i dischi e le cassette e i videogiochi della sua vecchia casa, ma anche una band cantautorale.

Durante il 2017 l’attenzione sul progetto cresce con l’apertura dei concerti di artisti come Gazebo Penguins, Giorgio Ciccarelli e Marlene Kuntz e molti altri.

Il disco d’esordio, Sotto Casa Tua, è uscito il 6 Aprile 2018 per l’etichetta Seahorse Recordings dopo una lunga anteprima sul noto portale SentireAscoltare, preceduto il 16 Marzo dal primo singolo, “Nico”. Il 31 Luglio esce il secondo singolo, “Terra Boa”.

A dicembre gli Zerella vengono selezionati tra i 30 semifinalisti del Premio Fabrizio de André e la band completa ad inizio 2019 la campagna MusicRaiser lanciata a novembre.

Il 19 Febbraio 2019 esce il terzo singolo estratto, una nuova versione remixata e rimasterizzata di “Santiago Bernabeu” in duetto con Gabriele Troisi (EX) che chiuderà il cerchio aperto con “Sotto Casa Tua”.

A marzo, Zerella e “i suoi” sono tra i 130 selezionati delle fasi finali di 1M Next e nello stesso mese iniziano a lavorare sul nuovo singolo “Tutta Bianca”, brano che vedrà la luce dopo l’estate con la produzione di Simone Sproccati (già al lavoro con Zibba, Salmo, I Segreti) e Davide Napoleone.

Ed ora beccatevi la nostra auto-intervista per la rubrica Selfie & Told!

 

Z.: Ciro, da cosa nasce l’esigenza di scrivere canzoni?

Zerella: Guarda, la domanda contiene già la risposta. Mi risulta difficile scrivere qualcosa che non nasca da una esigenza, so anche farlo ma lo considero spesso più un esercizio che una opera “vera”.

 

Z.: Notavo che per molti è un concetto nuovo e a volte poco compreso, puoi spiegare cosa vuol dire “Band cantautorale”?

Zerella: Verissimo, eppure in Italia abbiamo da anni i Tiromancino che incarnano alla perfezione questa definizione. Sono una band, eppure ruotano intorno alle canzoni che porta in saletta Zampaglione, mi viene da pensare pure ai Dimartino (anche se recentemente si nota la scelta di presentare il progetto al singolare) o alla Brunori Sas. Diciamo che conta più il messaggio che il soggetto che lo lancia.

 

Z.: Quando nasce una canzone, ti stimola l’idea che possa comunicare qualcosa di tuo oppure lasci all’ascoltatore libera interpretazione?

Santiago Bernabeu
Santiago Bernabeu

Zerella: Ovviamente spero sempre di comunicare, diciamo che come i registi, cerco di dare all’ascoltatore gli strumenti per interpretare il mio pensiero ma al contempo per lasciare spazio a chi ascolta. Tuttavia, tutti questi bei discorsetti, quando una canzone nasce non li affronto, vengono dopo con la riscrittura e l’arrangiamento.

 

Z.: Quanto è importante ‘sapersi adattare’ nel panorama musicale odierno? Credi ci siano artisti che ad oggi ‘vanno’ solo perché scrivono ciò che va di moda? Qual è il giusto compromesso?

Zerella: Assolutamente sì, ci sono artisti che “vanno” perché nella tendenza moderna, ma se sono solo moda presto verranno dimenticati. Il compromesso, l’unico che ho sempre accettato è quello in grado di farti imparare qualcosa a livello di sound e di esperienza; non ho mai snaturato un mio testo per essere eccessivamente ammiccante e credo che non ci riuscirei, probabilmente.

 

Z.: Quanto è importante il rapporto amicizia/musica all’interno di un progetto?

Zerella: Beh Fra, è importante tanto quanto le idee e le canzoni. Specialmente se si tira su un gruppo bisogna prendersi cura dei rapporti umani alla base del gruppo stesso.

 

Z.: Si dice spesso che l’indie piace per la semplicità nel modo in cui vengono comunicate le parole, raccontando ciò che va di moda. Credi che comunicando qualcosa di importante e personale nelle canzoni possa far sì che possano suscitare meno interesse?

Zerella: Personalmente no. Credo che i bei testi, le belle canzoni e le belle musiche restino per sempre e non siano figlie di un momento social-culturale. La musica è arte ma in quanto tale è anche fenomeno sociologico e questo indirettamente o meno influenza il modo di scrivere di tutti noi autori.

 

Z.: Il progetto ha visto il passare di tanti bravi musicisti. Pensi che il gruppo abbia cambiato stile e idee musicali col cambiare dei suoi musicisti nel tempo mantenendo coerenza? Se sì, dove hai percepito i mutamenti più netti?

Zerella: È vero, il gruppo ha visto dentro tanti musicisti diversi ma non credo che il progetto abbia mai perso la sua coerenza. Alla base c’è sempre bisogno di una esigenza, di una idea di qualcosa di sentito, altrimenti non si va molto lontano. Ho visto gruppi composti da autentici virtuosi non fare strada e mi sono chiesto il perché, quando ero ragazzino pensavo che le persone non capissero un cazzo, invece non è affatto così. Le persone vogliono emozionarsi prima di tutto, è per quello che ti comprano il disco o ti ascoltano su Spotify.

 

Z.: Quali cambiamenti hai notato durante l’evoluzione del progetto dalla sua nascita ad oggi?

Zerella
Zerella

Zerella: Ho notato che il mio modo di scrivere cambiava crescendo, facendo esperienze, vivendo. Contemporaneamente oggi difficilmente proporrei in sala prove un qualcosa che ha uno stile di scrittura come brani che ho scritto 5 o 6 anni fa. Non mi rappresentano più a pieno, ovviamente ci sono affezionato, ci mancherebbe. L’evoluzione maggiore sicuramente è stata quella del sound.

 

Z.: Vogliamo dire ai lettori quali sono gli immediati obiettivi futuri?

Zerella: Da pochissimo siamo nella scuderia di Smav Factory e stiamo iniziando a lavorare sulle pre-produzioni di diversi pezzi nuovi. Dopo l’estate vedrà la luce “Tutta Bianca”, finalmente.

 

Z.: Parlaci del progetto di Tutta Bianca, di come è nata e come si è evoluta questa canzone di cui tanto si parla nelle nostre interviste

Zerella: Tutta Bianca parla di una storia di migrazione interna, silenziosa che non trova spazio tra i titoli di giornale; quella dei ragazzi del sud verso le grandi città italiane: Roma, Torino, Milano. L’ho scritta di getto una notte di febbraio dell’anno scorso, ispirato dalle storie di due persone molto vicine a me, mia sorella e una mia amica, Matilde. Lo scorso novembre la proposi a Davide Napoleone (autore Sony ATV) e Simone Sproccati (già produttore dei Segreti e di Zibba) a loro l’idea è piaciuta e come sai ci abbiamo lavorato duramente tutti e quattro. Dopo l’estate spero possa ad arrivare a quante più persone possibile.

 

“[…] e tu, e sì che sai chi sei/ tu, sì che sai che fartene di me/ e sì che sai chi sei, tu/ tu sei il Santiago Bernabeu// […]– “Santiago Bernabeu”

 

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