Selfie & Told: il cantautore Paul Pedana racconta l’album “Ex-Human”
“You don’t remember/ when you were carefree/ you fade out/ through this cement/ through all these righteous life// Run Run Run Run/ Oh… Boy… Run…/ Pay for your life and your human rights/ You pay for your lies and for your smiles/ You pay for your fears/ And you know what you got?/ And now and now and now and now and//” ‒ “Pay”
Paul Pedana è un’anomalia di sistema.
Italiano d’origine, straniero d’adozione: Paul Pedana. Classe 1987, giovane e talentuoso. Nato e cresciuto in mezzo agli strumenti musicali (con una particolare preferenza per la batteria), inizia ben presto a comporre pezzi propri da cima a fondo, scrivendone note e parole.
La sua storia è veramente tosta, fatta di tragedie ed enormi scalate, una persona giovane fuori ma con un enorme bagaglio di esperienza dentro.
Va a Los Angeles poi si sposta a New York per poi stabilirsi a Londra. Si fa conoscere in tutto il mondo viaggiando di pari passo alla sua musica. Il suo repertorio spazia dalle colonne sonore, all’hard rock, al metal sinfonico, suona per 10 anni come songwriter e batterista degli Anthropos che conquistano il cuore rock dell’Europa dell’est.
Successivamente Paul decide di iniziare una carriera solista e dopo 2 anni crea il suo album d’esordio, Ex-Human, considerato dalla critica uno degli album alternative rock più interessante dell’anno. Opera ricca di sentimenti, emozioni, percezioni ed immagini figurate, Ex-Human, uscito il 27 novembre 2017 non ha niente di scontato, e racconta alla perfezione l’animo sensibile, tormentato e, appunto, Umano, di Paul.
Si susseguono al suo interno 12 pezzi piuttosto diversi tra loro, sebbene uniti da un filo conduttore comune: il rapporto intrinseco di amore ed odio che l’essere umano ha con se stesso, descritto come un viaggio introspettivo che prende in considerazione i temi della deumanizzazione e dell’influenza della tecnologia sull’animo umano.
Questo album, e tutta la sua musica, sono quindi “Espressione di esistenza”, come stesso Paul ama definire il suo operato.
Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!
P.P.: Come è nato il tuo progetto musicale?
Paul Pedana: Per 17 anni sono stato batterista, quello che sta dietro la band, nonostante sono sempre stato il compositore principale e l’arrangiatore dei brani. La mia voglia di stare davanti è semplicemente prevalsa e nel 2015 ho iniziato a scrivere Ex-Human. Mi sono esibito in acustico all’O2 Academy di Londra per la prima volta da solista e li ho conosciuto i musicisti che ora suonano con me, siamo una band a tutti gli effetti.
P.P.: La tua musica è molto intensa, profonda. Come hai elaborato il tuo sound?
Paul Pedana: È completamente sperimentale. Credo che oltre al lavoro fatto dalle chitarre e dalla sessione ritmica la cosa che più resta in testa siano gli arrangiamenti orchestrali ed elettronici. Penso che la musica sia un po’ come una bellissima donna e gli arrangiamenti come un vestito. Per quanto questa donna sia bella da nuda, non sarà mai splendida come con un bellissimo vestito addosso.
P.P.: Sul tuo ultimo video musicale c’è un grande attore, Ken Stott, come lo hai conosciuto?
Paul Pedana: Ken è uno dei miei migliori amici, ero già un suo fan prima di conoscerlo anche perché adoro Lo Hobbit e Tolkien. Ci siamo ritrovati vicini di casa sia a Londra che in Umbria dove entrambi torniamo 2 o 3 mesi l’anno. È iniziato tutto con un semplice invito a cena e poi si è trasformata in una vera e profonda amicizia. Abbiamo le stesse visioni artistiche ed entrambi riusciamo a percepire il caos che c’è in questo periodo storico a livello culturale. Un giorno parlando di una mia sceneggiatura, quella di “Come In” appunto, gli chiesi un parere e lui, colpito dalla storia, accettò la parte senza esitazione. È una persona straordinaria.
P.P.: Di cosa parli nei tuoi testi? Quanto è importante far arrivare un messaggio al proprio pubblico?
Paul Pedana: Il messaggio è la base, la comunicazione, l’espressione. Ogni testo fa parte di un momento della vita che vivo e può variare da un grido esistenziale contro questo mondo oppressivo fino all’innamoramento per qualcosa come un paesaggio, un vino, una figura o una donna. In Ex-Human ci sono moltissime tematiche in realtà. Ci sono testi che richiamano la xenofobia e l’anestetizzazione sociale come su Psyborg e altri di sentimento come su Kate, altri che parlano di una sensazione di smarrimento come Ellie The Alien ed altri ancora che parlano in modo molto astratto di parapendio universale in chiave psichedelica come Suave.
P.P.: Dopo le tante esperienze all’estero, hai scelto Londra per continuare a fare musica. Il mercato discografico italiano è tanto svantaggioso o i motivi che ti hanno spinto a prendere questa decisione sono altri?
Paul Pedana: Guarda, sto a Londra solo perché la mia band è tutta lì ma credo che a breve cambierò meta ma non in terra natia. Purtroppo in Italia le cose non funzionano per il mio genere e se funzionano ci si deve arrivare per contatti… L’amico del fratello del cognato del cugino del nipote del suocero del Megadirettoregalattico. Poi alla fine cercano sempre di convertirti dicendoti la frase famosa (Ma perché non canti in italiano?) La cosa che mi fa più rabbia è questa ostinazione alla deculturizzazione e al prodotto “facile da piazzare” nessuno ha più il coraggio di lanciare artisti con un potenziale di longevità enorme. Le grosse case discografiche hanno paura di questi artisti perché non sono ritorni economici assicurati. Il mio mercato è fatto di persone vere, che ascoltano musica di qualità e ne comprendono il significato non di giovani adolescenti che idolatrano qualche finta rockstar teenager del momento e appena scoprono il mondo della sessualità vendono il cd per comprarsi i preservativi.
P.P.: Quali progetti hai in cantiere?
Paul Pedana: Attualmente sto lavorando a tre nuovi video, un nuovo singolo e al secondo album. In più con gli Anthropos stiamo facendo uscire il nostro nuovo EP. Tempo fa scrissi un pezzo dedicato alla mia regione, l’Umbria, e narra della strana sensazione di stare lontano dalla propria terra di origine e di come, quando si torna, ci si accorge che l’unica cosa cambiata sei tu, mentre tutto il resto è rimasto esattamente uguale. È un’opera molto sinfonica e trasmette forti emozioni. Ci punto molto a questo nuovo singolo e non nego che mi piacerebbe duettare con un artista straniero che ama l’Umbria come me.
P.P.: In un mondo dove si parla ancora una volta di nazionalismo e protezionismo quale è il ruolo della musica?
Paul Pedana: La musica dovrebbe tornare ad essere la bandiera delle proteste, l’inizio di grandi movimenti di controinformazione, una vera e propria rivoluzione della bellezza, ma con un popolo ormai strategicamente deculturizzato alla perfezione questo è alquanto improbabile. Sarebbe come cercare di spiegare l’oltreuomo di Nietzsche ad un batterio.
“Hundreds of meanings are just blown away/ this tiny dancer dances in my brain/ all those moon phases I’ll never caress/ don’t ask me to try …/ cause now I’m gone away// But you’re so suave, so suave/ Your silence is painting my fears/ And drowning my tears/ But you’re so suave, so suave/ I can’t understand/ In so little time/ So little time/ So little crime.// […]” ‒ “Suave”
Written by Paul Pedana
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