Il mecenatismo al femminile: Emma Fenu intervista Valeria Napoleone, collezionista d’arte contemporanea
«Nessuna donna è un’isola»: una per tutte e tutte per una. ‒ Talk Show ideato e condotto da Serena Dandini
A Firenze, dal 21 al 23 settembre del 2018, si è svolto il meraviglioso Festival, diretto da Serena Dandini, intitolato “L’eredità delle donne”: è stata un’occasione preziosa di incontro, confronto, riflessione e condivisione di progetti che ha messo in luce, raccontando e raccontandosi, donne che, in qualità di scrittrici, scienziate, artiste, attrici e filosofe, hanno trasmesso, quali vere Madri della Patria, alle generazioni future un’inestimabile eredità culturale che necessita di essere scoperta, riscoperta e divulgata.
Presso la Biblioteca delle Oblate, in un giorno assolato di inizio autunno, ho partecipato all’incontro dedicato al Mecenatismo Femminile, nello specifico a imprenditrici, manager e galleriste che si sono fatte promotrici di cultura, sulla scia della mitica Elettrice Palatina, ossia Anna Maria Luisa De’Medici che, nel XVIII secolo, fu fine collezionista e lasciò una notevole eredità alla propria città.
Oggi riporto le risposte, esito di un dialogo intenso creatosi fra noi, di Valeria Napoleone, collezionista d’arte femminile contemporanea fra Londra e New York e mecenate impegnata nel dar voce e spazio alle artiste.
E.F: Le donne artiste hanno avuto, nel corso delle epoche, meno spazio o, addirittura, spazio negato, nonostante il valore e la creatività. Le artiste contemporanee come si rapportano con tale passato di emarginazione: ne sono consapevoli e hanno una voglia di rivalsa?
Valeria Napoleone: È nero su bianco, realtà sbattuta in faccia a tutti noi che le donne sono sempre state dimenticate nel passato e messe in disparte nel presente; il futuro con pari opportunità di accoglienza per i generi (e le razze) è da costruire. Non riscontro una differenza generazionale fra le artiste: siamo consapevoli che tutte sono sottovalutate, sottostimate, sottoesposte. Storicamente le voci nell’arte erano maschili, erano uomini sia gli artisti che i critici che ne hanno scritto la storia: oggi non bisogna solo dare spazio alle donne, ma è necessario colmare i buchi neri nella Storia dell’Arte reinserendo le artiste. Come si fa questo lavoro enorme di riscrittura e di rivalutazione dei parametri di valutazione? Come si fa a definire cosa è l’arte e, nello specifico, cosa è l’arte sperimentale? Questa è una sfida.
E.F: Qual è il primo passo da compiere per valorizzare le artiste?
Valeria Napoleone: Non basta avere vetrine ed esporre. Molte gallerie organizzano alcune mostre di sole donne per potersi definire Politically Correct e attive nella parità dei sessi. Ma poi si ritorna alle vecchie abitudini. Ci vuole grande attitudine per salvaguardare le donne: non basta fare arte, bisogna anche documentare con analisi critiche e analitiche per non far dimenticare. È opportuno che le donne creino rete, dialogo e scambio in movimenti, come hanno fatto gli uomini.
E.F: Oggi esiste un movimento femminile nell’arte?
Valeria Napoleone: Esistono realtà e comunità che favoriscono l’incontro: un artista necessita di uno scambio di idee con gli altri creativi e di una comunicazione fruttuosa con curatori, direttori di musei e collezionisti. Le donne nel passato, invece, sono sempre state in messe in disparte.
E.F: Secondo te in Italia è più difficile affermarsi per le artiste?
Valeria Napoleone: L’Italia è un paese che da secoli dà pochi spazi ai giovani: lo vediamo anche nel mondo della moda, per esempio. Riguardo alle donne, pur essendo il mondo dell’arte rivoluzionario e all’avanguardia per definizione, si rivela, nello specifico in Italia, molto retrogrado.
E.F: Ci sono elementi che contraddistinguono l’arte femminile contemporanea?
Valeria Napoleone: Le donne hanno una sensibilità diversa, un modo di vedere il mondo diverso. Non posso categorizzare creando cliché, però devo sottolineare la loro forza, che non è arroganza né potenza fisica, ma è la forza della libertà che si concretizza in un linguaggio sincero di vero talento, al di là dalle seduzioni del mercato. Alcune donne non giovani, anche ottantenni, fanno arte in modo straordinario e indipendente: in questa innegabile disparità di genere c’è un grande vantaggio, ossia l’opportunità delle donne di focalizzarsi sul proprio lavoro senza limiti e pressioni.
E.F: L’arte può cambiare il mondo?
Valeria Napoleone: Sicuramente. L’arte fa vedere il mondo con occhi diversi e apre gli occhi su scenari a cui non si arriverebbe. C’è una grande differenza fra arte e natura: la prima è il prodotto di un essere umano che conduce in mondi che la seconda non ha creato.
E.F.: Cosa auguri alle artiste per il futuro?
Valeria Napoleone: Auguro loro la possibilità di continuare a fare arte ovunque, anche in gallerie medie e piccole che meritano di non chiudere perché poco commerciali.
Written by Emma Fenu
Info
Interviste Mecenatismo al Femminile