L’Isola di Ǧāšk: “Le Isole Mirabili” di Angelo Arioli e il mistero delle schiave avvelenate

Da “L’Isola Combusta” navighiamo verso “L’Isola di Ǧāšk” tratta da “Le Isole Mirabili ‒ Periplo arabo Medievale” di Angelo Arioli, pubblicato dalla casa editrice Giulio Einaudi Editore nel 1989. Di seguito potrete addentrarvi nel racconto di Zakariyyāʾ al-Qazwīnī.

Le Isole Mirabili di Angelo Arioli

Isola popolosa, prossima a quella di Qays, abitata da gente valorosa ed esperta nel guerreggiare sul mare e acconciare navi. Nella pugna nessuno li uguaglia tanto che, dopo aver nuotato in acqua per giorni, valorosamente duellano alla spada come chi sta a terra.
Dicono quelli di Qays che un certo re d’India aveva inviato in regalo delle schiave a qualche altro re. Quando la nave approdò a Ǧāšk quelle vennero fuori a prendere aria, ma ecco se ne impadronirono i genii che con esse si giacquero. Le schiave partorirono poi le genti di quell’isola, che in virtù di ciò, fanno cose impossibili ad altri.”
“L’Isola di Ǧāšk”

L’Isola di Ǧāšk”, tratta dai racconti di al-Qazwīnī viene dal suo testo di “Geografia”, il cui titolo è noto in due redazioni: la più antica, dal titolo Kitāb ‘ağā’ib al budlān, ovvero “Libro dei Mirabilia dei paesi”; la seconda edizione invece Athār al-bilād wa ackbār al-‘ibād, ovvero “Vestigia dei paesi e notizie del genere umano”.

Il secondo testo dell’autore che conosciamo è “La Cosmografia”, il cui titolo arabo è Kitāb ‘ağā’ib al-maḫlūqāt wa ġarā’ib al-mawğūdāt, ovvero “Mirabilia del Creato e rarità dell’esistente” che ottenne una grande fortuna nel mondo islamico. Il libro è diviso in due parti tra Cielo e Terra; tratta nella prima parte dei fenomeni celesti in tutte le loro possibili articolazioni astronomiche e astrologiche, compresa la “vita degli angeli, che colà risiedono”. Nella seconda parte tratta invece i fenomeni terrestri, con la ripartizione in tre Regni, quattro elementi, sette climi, ed infine una classificazione di monti, fiumi mari etc.

A voler condurre una ricerca su quale possa essere realmente l’isola, nulla la fa ricondurre ad un luogo realmente esistente. Tuttavia, quando i sovrani d’India inviavano come doni delle schiave, era cosa saggia diffidare del dono. Nel libro “Mirabilia del Creato e rarità dell’esistente”, al-Qazwīnī, parlando delle virtù della pianta del bīš, annota:

“È una pianta che cresce in terra d’India. Con mezza misura se ne fa un veleno mortale, e a chi ne prende fuoriescono gli occhi, gli si gonfiano le labbra e la lingua, gli gira la testa e sviene. Quando i re d’India, si rammenta, vogliono usare perfidie a re loro ostili, crescono una schiava col bīš sin da quando è bimba: le mettono uno strato di bīš sotto la culla per un certo lasso di tempo, poi sotto il materasso, poi sotto i vestiti, così in maniera graduale fin quando può mangiarne senza che le accada nulla. A quel punto è pronta e quindi la inviano assieme a regali al re cui vogliono usare perfidie. Se i due giacciono, quello muore.[1]

 “Le Isole Mirabili ‒ Periplo arabo medievale” raccoglie un inventario di mirabilia tratti da diversi autori arabi, sotto forma di isolario. Un periplo da Oriente a Occidente scandito dall’apparire all’orizzonte del navigante di isole più o meno reali o metaforiche, viste, immaginate e raccontate da mercanti e viaggiatori i quali, nell’universo chiuso dell’isola, evocano proiezioni e fantasie immaginarie.

Donna Indiana – Angelo Arioli – Isola La Réunion

Nella prefazione l’autore, docente di lingua e letteratura araba presso il Dipartimento di Studi Orientali della Facoltà di Lettere dell’Università di Roma La Sapienza, mette subito le mani avanti, specificando che la sua traduzione dei testi “non è che una traduzione”, e che da un traduttore all’altro ogni traduzione, per quanto “bella e fedele, è tuttavia diversa”. Le traduzioni di un testo sono “molteplici ed infinite, come infiniti sono i punti di una circonferenza, connessi da infiniti raggi ad un unico centro, ovvero il testo nella sua lingua originale.”

Ogni traduzione, ha un legame col testo originale, e ad esso conduce e ne è una lettura, ma non coinciderà mai con l’originale. Spiega l’autore: “la coincidenza si avrebbe se fosse possibile realizzare, e non solo immaginare, un cerchio il cui centro si trova su ogni punto della circonferenza.”

Il testo si divide in tre parti: nella prima, la traduzione dei racconti, nella seconda un commentario agli stessi con un tentativo di localizzazione geografica delle isole ed una interpretazione dell’autore sui racconti stessi, ed infine una terza parte più biografica sugli autori citati.

 

Zakariyyāʾ al-Qazwīnī: Abū Yaḥyā Zakariyyāʾ ibn Muḥammad al-Qazwīnī – Zakariyyāʾ figlio di Muḥammad Abū Yaḥyā al-Qazwīnī (Qazwīnī, 1203 – Baghdad 1283), nasce nel nord dell’Iran, ma la sua lontana ascendenza araba viene fatta risalire a Malik b.Anas, uno dei quattro caposcuola della giurisprudenza islamica.

al-Qazwīnī compie viaggi nei diversi centri della cultura islamica dell’epoca: Baghdad, Damasco, Kūfa, Mossul, Wāsiṭ, Ḥilla, venendo a contatto con storici, filosofi, uomini di stato, sino a esercitare la professione di giurista a Ḥilla. Con la presa di Baghdad da parte dei mongoli, al-Qazwīnī abbandona la magistratura per dedicarsi unicamente all’attività letteraria. Ci son giunti una Cosmografia ed un testo di Geografia.

 

Info

L’immagine “Donna Indiana – Angelo Arioli – Isola La Réunion” presenta l’Isola La Réunion dell’Oceano Indiano inserita a modo esemplificativo di una possibile isola dell’Oceano Indiano, dunque non rappresenta l’Isola di Ǧāšk.

 

Note

[1] al-Qazwīnī, Mirabilia del Creato e rarità dell’esistente I, p.376

 

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