Selfie & Told: Denis Guerini racconta il nuovo album “Esistanza”
“Oggi sono uscito e sono rimasto un po’ scioccato/ Da una strana cosa/ Continuava a deformarsi/ Prima aveva un capo/ E poi una coda/ Poi tanti capi tante cose/ “Chi cazzo sei?” Chiesi io mentre fuggivo/ E lei rispose/ “La gente, la gente…”/ Urlate parlate pensate/ Con un po’ di fortuna vi sfiorate / Ma poi non si spiega/ Tutti noi proveniamo da un atto sessuale/ Ma non capiamo una sega// […]” ‒ “Il socio patico”

Denis Guerini, classe 1976, nasce musicalmente batterista. Suona vari generi, fra cui Il Grunge (Karnea) e funky (Betty bop band).
Cantautore noir, batterista e indagatore. “Cosa ci uccide in certi momenti? Forse la scarsa chiarezza dei nostri sentimenti”.
Nel 2009 pubblica il suo primo album cantautorale dal titolo “L’ultimo della classe”. Nel 2012 esce “I giorni della Fionda”. Sempre nel 2012 collabora con lo scrittore Emanuele Mandelli alla stesura dello spettacolo di teatro canzone “È facile smettere di essere ottimisti se sai come farlo”.
Nel 2014 è la volta di “Vaghe supposizioni” album ispirato al personaggio letterario “Il commissario Bordelli” dello scrittore Marco Vichi. Nel 2017 pubblica il concept “Dissolvenze”, in cui viene trattato il tema del ricordo e del ricordare.
Ed ora beccatevi questa Selfie & Told!
D.: Ciao Denis, parlaci del tuo nuovo progetto…
Denis Guerini: “L’esistanza” è un album aperto, ha un inizio ma non una fine. Ogni tre mesi pubblicherò un brano con relativo video. Con questo metodo il progetto avrà la possibilità di girare in modo più frequente. Credo che per un artista, una volta pubblicato un intero album, si trovi di fronte il vuoto, fino a quando non ne pubblicherà un altro.
D.: Il brano che aprirà questa nuova avventura?

Denis Guerini: Si intitola “Il mio Socio patico”. Ho voluto ironizzare sulla nostra condizione sociale. Una piccola parte di noi è propensa ad accogliere il prossimo, mentre l’altra, quella in maggioranza non ne vuole proprio sapere. C’è da lavorare…
D.: Hai lavorato in autonomia o ti sei avvalso di qualcuno per sviluppare le tue idee?
Denis Guerini: Collaboro ormai da anni con l’amico e chitarrista Francesco Guerini. Anche in questo progetto si è occupato degli arrangiamenti e della grafica dell’album. La parte audio e video è stata curata da Ottavio Bolzoni.
D.: Recentemente sei ritornato sul tuo strumento d’origine: la batteria. Come riesci a coniugare il canto e contemporaneamente uno strumento che richiede una notevole indipendenza?
Denis Guerini: Cerco di memorizzare il tempo in modo da interiorizzarlo e poi ci adagio sopra le parole. Dal punto di vista simbolico lo vedo come il passato e quindi l’origine della mia esperienza musicale che si incontra con il presente cantautorale. È un piacevolissimo presente pieno.
D.: Quali sono i tuoi maestri?
Denis Guerini: Sono tanti e purtroppo molti non ho avuto modo di incontrarli. Leonard Cohen, Gaber e De André. Ultimamente ho riscoperto Ian Anderson dei Jethro Tull. Per quanto riguarda i batteristi cito Elvin Jones, Max Roach, Tony Williams, Jojo Mayer, Benny Greb e Steve Smith. Poi ci sono loro, mia madre e mio padre.
D.: In breve l’“Esistanza“…

Denis Guerini: Quando si prova ad uscire dalla propria esistenza ci si accorge che l’arredamento del vicino è abbastanza simile al nostro. Ragnatele con sogni intrappolati, divani mostruosi da cui è difficile liberarsi, crocefissi sbilenchi come la fede e cuori scavati pieni di mozziconi. Un’ esistenza che assomiglia sempre più ad una stanza sbarrata, oppure per i più creativi ad un laboratorio in cui far esplodere le proprie idee che non serviranno a nessuno, se non ad arieggiare “L’esistanza”.
“[…] Chiuso in casa inginocchiato/ Prego per loro/ Sociopatia pensaci tu/ Mentre la massa disumana si fa sentire e cerca di entrare/ Andate via siete troppi, siete in tanti/ Tutti ignoranti/ Perché urlate parlate pensate con un po’ di fortuna vi sfiorate/ Ma poi non si spiega/ Tutti noi proveniamo da un atto sessuale ma non capiamo una sega…” ‒ “Il socio patico”
Written by Denis Guerini
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