“Nero rosso di donna. L’ambiguità della femminilità” di Emma Fenu: la lunga storia di Maria Maddalena

Emma Fenu, dopo la laurea in Lettere e un dottorato in Storia delle Arti, si è dedicata assiduamente allo studio della storia delle donne, divenendone profonda conoscitrice.

Nero rosso di donna

Oltre a gestire un blog seguitissimo e molto attivo, Cultura al femminile, a svolgere un’ampia attività come recensionista critica e all’impegno nella curatela di antologie d’alto contenuto civile e sociale, Emma Fenu ha finora pubblicato: Vite di madri. Storie di ordinaria anormalità, nel 2015 con Echos edizioni e nel 2017, nella nuova edizione, con Milena edizioni; Le dee del miele (2016, Milena edizioni); Il segreto delle principesse (2016, Milena edizioni); Sangue e miele. Poesie, fiabe e racconti con traduzione in catalano di Aldo Sari (2016, YCP); Nero rosso di donna. L’ambiguità della femminilità (2018, Milena edizioni).

Emma Fenu torna in libreria e in un ampio tour che percorre tutta Italia con un saggio di sicuro interesse visto l’affascinante e controverso argomento trattato: la figura storica, leggendaria, simbolica e artistica di Maria Maddalena.

Ripercorrendo, con grande capacità di sintesi e chiarezza espositiva, la tradizione cristiana, a partire dai Vangeli canonici e Apocrifi, attraversando gli scritti gnostici, la Patristica greca e latina, le opere medievali e rinascimentali a carattere vario, di tipo religioso sia normativo che edificante, e quelle più prettamente letterarie, ci offre un quadro sinottico acuto, personalmente connotato, capace di affondare nei meandri dell’umana psiche, specie maschilmente connotata, per portare in superficie paure, aspirazioni e grandi misteri.

L’opera si articola in tre capitoli, Tra la donna reale e la donna ideale, La devozione a Maria Maddalena tra monaci e frati, L’ambiguità della femminilità, seguiti da un ampio e ben curato apparato bibliografico.

Ogni aspetto trattato all’interno dei capitoli viene preceduto da pertinenti citazioni che, grazie alla sapiente scelta, sono capaci di creare un tenace filo conduttore nel tempo e nello spazio, tra le molteplici articolazioni dei saperi. L’autrice fonda la sua impostazione dell’opera su un assunto iniziale: la storicità della donna. Maria Maddalena, non vi è dubbio, è sicuramente esistita, ma, da quasi due millenni, ci sfugge la sua identificazione precisa. La circonda un alone di mistero, di proibito e di ambiguo, che le conferisce un fascino inquietante e irresistibile, arcaico e, al contempo, sempre nuovo.

Dunque l’Autrice si spinge in profondità nelle radici della storia, prima che questa rapidamente si perda, insieme alla memoria, nei molteplici sensi che generano storie. Altre. Diverse.

Ci restituisce una Maria Maddalena infinitamente femmina, ma anche confinata a un posto secondario, di nascondimento nelle piccole cose di un universo femminile appositamente creato dall’uomo per quell’essere Altro da sé. Così, nel tempo la donna di Magdala diviene una “figura mitica di sintesi” tra il rosso conio della passione e la luminosità del cielo… riunisce la bellezza e l’amore, nel suo duplice aspetto terreno e celeste, di Venere. Quale peccatrice redenta diviene trait d’union tra la Vergine Maria ed Eva, nel contempo assumendo aspetti di alter ego di Cristo, anima femminile del maschio, infine usata come ricettacolo in cui confinare tutto l’“impuro” dell’uomo.

Emma Fenu

Dai primi testi cristiani in cui si citano, spesso confondendole tre Marie (poi divenute quattro), passando per le numerose leggende proliferate nel corso dei secoli, e la contaminazione con altre figure femminili come Maria Egiziaca, per esempio, sino all’immagine di mulier non più lussuriosa e oggetto di estrema venerazione in ambito monastico, giungendo alla Maddalena incarnazione della Donna-Maschio, celebrata non in quanto donna, ma in quanto metafora della Chiesa militante e della fragilità insita in ogni uomo.

Interessantissima l’analisi delle raffigurazioni della Maddalena nella storia dell’arte, con la disamina delle principali iconografie dei principali simbolismi racchiusi nelle opere prese in considerazione, in primis i capelli, lunghi, sciolti, e il loro colore, tendente al rosso.

Le differenti visioni di Maria Maddalena divengono, dunque, specchio delle visioni sociali della donna nel corso del tempo, in società fortemente orientate dal Maschile e dal suo immaginario.

Un’opera profonda, questa di Emma Fenu, ricchissima, tutta da leggere, perché godibilissima nelle sue infinite implicazioni, dove Maria Maddalena è finalmente se stessa e, pure, continuamente portatrice dell’immagine della Donna quale calix infinitamente capiente di simbolismi.

Ecco che, allora, ogni simbolo diviene accentratore di materie varie e differenti, le assorbe, totalizzando. Così, assolutizzato, resta cristallizzato, in superficie, nella sua immediata evidenza ma, sotto, i sedimenti ancora bruciano come braci ardenti. E La Storia, quella vera, e le storie continuano, parallelamente a camminare.

 

Written by Katia Debora Melis

 

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