“Verso l’infinito” di Jane Hawking: la storia d’amore con l’ex marito genio dell’astrofisica Stephen Hawking

“Ora che i miei problemi immediati erano stati risolti in un sol colpo, confidavo nel mio ultimo anno di riuscire a completare la mia laurea a Londra facendo la spola ogni settimana da Cambridge, soprattutto perché le attuali ricerche sociologiche suggerivano che gli studenti universitari sposati producevano regolarmente risultati migliori dei frustrati studenti non sposati.”

Verso l’infinito

Nel libro biografico Verso l’infinito, edito da Piemme editore nel 2016, Jane Hawking, ex moglie di Stephen Hawking, racconta e si racconta.

Attraverso ricordi, aneddoti ed episodi a volte curiosi, altre, invece, dolenti, la scrittrice partecipa il lettore alla sua storia d’amore e di vita, condivisa con uno dei più grandi geni di tutti i tempi dell’astrofisica.

Modo di vivere affascinante, quello di Jane e Stephen, non c’è che dire; anche se attraversato da numerose difficoltà.

Si mette a nudo la Hawking nel romanzo biografico Verso l’infinito, riferendo anche vicende privatissime vissute con l’ex marito, icona della scienza moderna.

Dalla narrazione, forse troppo prolissa e dettagliata, anche lì dove non è richiesto, ne viene fuori un affresco drammaticamente vero ma intenso; anche se dopo un matrimonio durato oltre 25 anni, allietato dalla nascita di tre figli, la loro unione finisce.

È alla giovane età di 21 anni che a Stephen Hawking viene diagnosticata una malattia degenerativa senza alcuna possibilità di recupero: l’aspettativa di vita che i medici gli prospettano è di due anni soltanto.

Ma lui non si arrende e, confortato dalla presenza della moglie, porta avanti le sue giornate, quasi trascurando, fin dove gli è consentito, il tragico destino che incombe sulla sua giovane esistenza.

“Nel 1973 gli astronomi stavano affluendo in massa in Polonia per celebrare il cinquecentesimo anniversario dalla nascita di Niccolò Copernico, l’astronomo polacco che insoddisfatto dei complicati calcoli matematici necessari per spiegare i movimenti dei pianeti nell’universo geocentrico della teoria tolemaica sviluppò una nuova teoria dell’universo nel 1514.”  

E continua a studiare intensamente, diventando tutt’uno con il mondo della fisica, disciplina ostica per molti, in quanto regolata da leggi e complessi teoremi di difficile comprensione.

Stephen entra in punta di piedi in quella disciplina dall’apparenza astrusa, ma ricca di significato per coloro che ne sanno carpire il fascino; diventa così un grande scienziato, forse il più grande di tutti i tempi, pari, se non superiore, a Isaac Newton.

Il giovane non si arrende di fronte all’avanzare della malattia, la affronta, combattendo con un avversario invisibile e crudele; e, nonostante le numerose difficoltà correlate alla sua patologia, viaggia, lì dove lo conduce la sua professione.

E lo fa sempre in compagnia di Jane e dei suoi figli, almeno fino a un certo punto della sua vita.

Dall’Inghilterra si sposta per l’Europa, e da qui in America, con lo scopo di partecipare sia a conferenze sia per tenere lezioni su argomentazioni di grande rilievo nel campo dell’astrofisica, quali le stelle collassate, meglio conosciute come la teoria dei buchi neri.

Stephen Hawking – Jane Hawking

Ed è attraverso uno studio forsennato, comprensibile solo con l’amore che nutre per tale disciplina, che lo scienziato si fa strada nel mondo accademico, dove c’è poco spazio per una persona affetta dalla grave patologia genetica progressiva che lo ha colpito.

All’insorgere della malattia gli sono state prospettate scarse probabilità di sopravvivenza, oggi, all’età di 75 anni Hawking è ancora in vita.

“Prima di lasciare Cambridge per la California nell’estate del 1974, sapevo già che non saremmo tornati al numero 6 di Little St Mary’s Lane, perché la casa era troppo piccola per la nostra famiglia in crescita e le scale troppo pericolose per Stephen.”

Il suo presente, ovviamente, è stato attraversato da ostacoli d’ogni genere. Ostacoli dovuti alle sue più che precarie condizioni, che non gli permettono di essere, neppure in minima parte, autonomo.

Bisognoso del completo sostegno di una persona, in quanto in stato di immobilità, la sua vita è condizionata dall’uso di una sedia a rotelle e, al fine di comunicare, di un sintetizzatore vocale.

Per Hawking è stato tutt’altro che semplice manifestare la propria genialità in un contesto culturale non propriamente facile.

Durante i primi tempi del matrimonio di Stephen e Jane, da ciò che emerge dal libro Verso l’infinito, si evince un insieme di problematiche, anche di ordine economico, ristrettezze che si sono prolungate nel tempo, a cui si sono aggiunte le costose cure per tentare di frenare la disabilità di Stephen.

Poi, mentre la malattia prendeva il sopravvento sul fisico dell’uomo, ecco Hawking affermarsi come una delle menti più brillanti degli ultimi secoli, un virtuosismo donatogli da madre natura, ma che lui ha colto e coltivato incessantemente.

Perché Stephen non ha ceduto ai suoi numerosi e gravi disagi fisici, e imperterrito ha continuato a nutrire la il suo intelletto. Ha approfondito la sua disciplina, sperimentando e divulgando le conoscenze scientifiche di cui si è fatto detentore.

“Era evidente: stavamo vivendo sull’orlo di un baratro. E tuttavia persino sull’orlo di un baratro è possibile mettere radici che penetrano nella roccia e nel sasso, radici che si insinuano anche nei terreni più magri formando una base abbastanza solida da permettere ai rami soprastanti, per quanto stentati, di produrre foglie, fiori e frutti.”

Uomo dal carattere bizzoso, Hawking ha dimostrato di avere un’ampia libertà di pensiero nel contesto sociale in cui era ed è inserito tuttora: d’altra parte da una grande mente non ci si può aspettare un pensiero conformista. Le sue posizioni, infatti, sono sempre state al di fuori degli schemi convenzionali.

Nel 1963, per esempio, si è schierato apertamente contro la guerra del Vietnam, e ha partecipato a battaglie per i diritti civili a favore delle minoranze; prese di posizione, queste, che fanno di lui un uomo notevole, ancora più grande, se possibile, di quanto ha dimostrato essere attraverso le sue scoperte scientifiche.

Hawking è esempio, inoltre, di enorme determinazione e forza di volontà.

A fare da sfondo ai numerosi eventi riferiti dalla ex moglie nel libro Verso l’infinito, è uno in particolare a essere significativo, che meglio esplicita la forte personalità dello scienziato.

Episodio su cui l’autrice si sofferma, essendone stata protagonista insieme all’ex marito.

Terminata una conferenza di Fred Hoyle, anch’egli illustre astrofisico e uno dei padri della fisica moderna, Stephen Hawking gli ha contestato pubblicamente calcoli da lui elaborati.

Indispettito, Hoyle ha chiesto e preteso chiarimenti a proposito dell’obiezione rivoltagli da Hawking.

Jane Hawking

Con risposta pronta, la quale dà la misura dell’eccelsa mente di Hawking, Stephen ha risposto che li aveva già elaborati a mente. È a mente, infatti, che Hawking ha sempre fatto i suoi calcoli; e ancora oggi questo è il suo modo di fare ricerca, non avendo ormai alcuna possibilità di usare le mani, e completamente inabile all’utilizzo della tastiera del computer.

Difficoltà oggettive dunque, quelle che impediscono allo scienziato di fare uso del pc, visto che la sua patologia si è progressivamente aggravata nel tempo.

Nonostante ciò, le sue scoperte nel campo delle stelle collassate hanno dato un contributo notevole ad aprire strade insospettate a proposito dell’origine dell’universo, uno dei suoi campi di ricerca insieme alla teoria cosmologica e alla gravità quantistica.

Esempio di grandezza intellettuale, il quoziente intellettivo dello scienziato pare essere tra il 160 e il 165, molto prossimo a quello posseduto da Einstein. Ed è proprio di alcuni aspetti della relatività di Einstein che Hawking ha approfondito.

Verso l’infinito è un testo dal registro di scrittura molto semplice e colloquiale, libro che si fa leggere con levità, nonostante il carattere drammatico delle vicende narrate.  Sebbene il racconto si soffermi in maniera esagerata su dettagli anche poco rilevanti, rendendo il racconto troppo particolareggiato, è libro da apprezzare per l’importante contenuto sentimentale custodito fra le parole.

“La Francia a novembre era davvero tetra e deprimente, e terribilmente fredda e buia. Ma alle sette di sera Arras, la nostra meta, era ancora brulicante di vita e di attività, mentre i negozi riversavano i loro ultimi clienti nelle vie tutte illuminate.”

  

Written by Carolina Colombi

 

 

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