“Hansel e Gretel” dei Fratelli Grimm: l’anima traghettata verso la casa del padre
La vita in un sogno. Avevo acceso un fuoco per arrostire la carne seduto intorno a quel fuoco crepitante, guardavo la notte che si insinuava furtivamente tra gli alberi. Dopo qualche tempo sorgeva la Luna, trasformando il posto in un regno di fiaba, un regno incantato, bagnato dalla luce della Luna, immerso in ombre sfuggenti che non sembravano semplici ombre.
E allora parlavo a mia figlia abbassando la voce, in sussurri e mormorii, e desideravo che il tempo si fosse mosso a un passo più lento, in modo da conservare più a lungo l’incantesimo. Ma, malgrado i miei desideri, il tempo non aveva mai rallentato, perché il tempo non poteva essere rallentato e fermato. E iniziai a raccontare a Miriam la fiaba Hansel e Gretel. Le storie sono per chi le vuole ascoltare. E i più voraci fruitori di storie sono i bambini: ancora troppo deboli per sostenere le prove della vita sentendo il bisogno di una preparazione, un’iniziazione, un insegnamento.
“Hansel e Gretel” è una fiaba che ha origine in Germania resa famosa dai Fratelli Grimm e presenta numerosi punti di contatto con Pollicino di Charles Perrault.
Dopo la morte della madre di Hansel e Grete il padre, che fa il taglialegna, si risposa rimanendo comunque molto poveri. La matrigna litiga spesso con il padre dei due ragazzi cercando di convincerlo ad abbandonare i due ragazzi nel bosco.
I due bambini ascoltano di nascosto una conversazione e in una notte insonne, quella che precede l’addio alla casa paterna, decidono di avventurarsi nella foresta seminando briciole di pane per ritornare eventualmente a casa.
Seguendo quanto ritenuto dalla psicanalisi di Carl Gustav Jung, il bosco sarebbe la rappresentazione del principio femminile identificato con il lato oscuro dell’inconscio. Il padre dei due bambini, come troviamo in molte altre fiabe, un taglialegna, indica che il padre ha la capacità e la responsabilità di “incidere” profondamente sull’inconscio dei figli.
Le briciole lasciate dai due ragazzi, vengono mangiate dagli uccelli, e così i due bambini si perdono nella foresta, abbandonando la retta via. Dopo aver vagato nel bosco giungono, con l’aiuto di un uccello bianco che li guida ad una piccola casa fatta di pan di zenzero e dolci.
La porta si apre e ne esce una vecchia che li invita a entrare. Li nutre con montagne di frittelle e frutta e poi li mette a letto. Quello che Hansel e Gretel non sanno è che la vecchia è una malvagia strega che li sta facendo ingrassare così da poterli utilizzare nel suo piatto favorito.
Hansel con uno stratagemma e grazie all’aiuto di Gretel riesce a spingere la strega nel forno riuscendo a liberarsi.
“… Allora Gretel, con un urtone, la spinse dentro, chiuse lo sportello di ferro e tirò il cateneccio… e la maledetta strega dovette miseramente bruciare. Gretel corse di filato da Hansel, aprì la stia e gridò: – Hansel, siamo liberi, la vecchia strega è morta! Allora Hansel saltò fuori come un uccello quando gli aprono la gabbia. Con che gioia si saltarono al collo, si baciarono e fecero capriole! E siccome non avevano più nulla da temere, entrarono nella casa della strega e dappertutto c’erano forzieri pieni di perle e di pietre preziose…”.
I due bambini trovano il tesoro della strega e cercano di trovare la via di casa. Giungono ad una grande distesa di acqua, e un cigno bianco li aiuta e riescono a tornare a casa con immensa gioia del loro padre, che li informa che la matrigna è morta (forse era la strega dei boschi).
La casa a dove tutti veniamo e dove tutti ritorneremo (la casa del padre) simboleggia il mondo divino. La matrigna che casualmente come in tutte le fiabe è una persona cattiva rappresenta il corpo materiale con il quale dovrà confrontarsi l’anima dei due ragazzi. Più volte nel racconto compare un uccello bianco a simboleggiare la guida divina (Spirito Santo).
La casa di Pan di Zenzero richiama al paese di Oz e al Paese dei Balocchi, pieno di colori e meraviglioso, ma non è il mondo “reale”, non è la loro “vera” casa. I due ragazzi si renderanno presto conto che la loro anima rischia di rimanere imprigionata in quella casa che rappresenta il corpo fisico rimanendo in quel mondo come schiavi.
La strega ovviamente rappresenta tutte quelle forze negative, che cercano di sopraffare, lo spirito umano.
Il fuoco nel forno rappresenta simbolicamente il momento in cui l’anima si risveglia trovando la libertà. Le ricchezze spirituali (simboleggiate dal tesoro della strega) sono alla nostra portata, ma prima dobbiamo attraversare il fiume aiutati dal cigno bianco (la morte).
L’anima viene traghettata (il cigno bianco, Osiride, Caronte), e sul lato opposto c’è la Casa della vita Eterna. Un luogo in cui l’anima può finalmente assaporare la grandezza dell’istante in cui la forza dell’umanità vera suscita istintivamente la visione di un futuro nel quale molti uomini potrebbero finalmente camminare fianco a fianco verso uno splendore che ancora molti non possono neppure sognare.
Ora “Sorridi”. E quando avrai un momento di smarrimento o indecisione, fermati, aspetta e senti il tuo cuore.
Written by Vito Ditaranto
… a mia figlia Miriam con infinito amore…