FEFF 2017: Sezione Competition – Tam Cam: The Untold Story di Veronica Ngô
La proposta singola avanzata quest’anno dal Vietnam al Far East Film Festival di Udine non riesce neppure ad avvicinare il livello conquistato durante la scorsa edizione dal brillante caper movie “Bitcoin Heist” .
Da una parte un budget di 20 miliardi di VND (dong vietnamiti), corrispondenti all’incirca a un milione di dollari, dall’altra un incasso in patria solo tre volte superiore: le ragioni del flop risiedono semplicemente nel fatto che “Tam Cam: The Untold Story” è, motteggiando il titolo, una vicenda che non si sarebbe mai dovuta raccontare.
Alla sua seconda prova dietro la macchina da presa, la regista Veronica Ngô (conosciuta anche come Thanh Vân Ngô) mette in scena il lungo turpiloquio ideato da una squadra di ben 5 sceneggiatori, a dir poco libera e scadente rivisitazione della favola di Cenerentola.
Gli ingredienti per sfornare un prodotto a dir poco imbarazzante ci sono tutti: Tam, la Cenerentola ornitologa che per la sua indicibile ingenuità riesce morire a metà film, la matrigna fustigatrice che fa comunella con l’insopportabilmente lagnosa figlia Cam, l’impacciato padrino fatato che invece di riempirsi la bocca di saggi consigli innesta in un tempo mitico i prodigi della Duracell, il principe belloccio campione di arti marziali, le sue due spalle fidate (una delle quali un po’ tonta), il consigliere stregone che aspetta l’allineamento dei pianeti e ben 49 anime sottratte a innocenti per diventare immortale, scatenare un ecatombe fra popoli ostili e usurpare il trono.
Su tutto e tutti naturalmente aleggia poi l’insondabile spirito del dio, la forza dell’amore eterno, il valore inestimabile del coraggio e del sacrificio, si tratti di sopportare con insensata perseveranza le sevizie imposte da un patetico pallone gonfiato (anzi due) oppure combattere contro uno xenomorfo degno dei capolavori della Asylum, di prendersi cura dell’adorato consorte fino alla fine della vita come gettare 100 mila uomini in un eccidio senza via di scampo.
Fosse un’opera dichiaratamente di serie B potrebbe anche riuscire gradevole nel suo accumulare performance tenacemente sopra le righe, dalle candide e allo stesso tempo improponibili movenze della fortunata principessa alle egotistiche scenate dei villain, svenevoli intuizioni grafiche come lo svolazzare di miriadi di farfalline rosse piuttosto che l’immancabile metamorfosi catartica stile “bella e la bestia”, combattimenti wuxiá che sfidano ogni legge di gravità, ripresi sfruttando espedienti in CGI tutt’altro che efficaci e corredati senza posa da un’indifferente musica per ludopatici.
Ma il patetico insistere sui toni più falsamente eroici, la volontà di ammiccare ad un pubblico cieco con qualsiasi risaputo stratagemma, ammantarsi di setosi costumi di pregio solo apparente e rilucenti corazze di latta, tergiversare in frizzi e lazzi dal ritmo neppure troppo incalzante, sono tutte pecche che è giudizioso non scavalcare.
Tra l’altro, giusto per chiudere in bellezza, né Tam né Cam sono affatto come ci si aspetterebbe al centro del focus narrativo, più interessato a seguire le irte sfide dell’erede del regno: il titolo fuorviante è proprio l’ennesimo argomento da muovere contro l’ennesima trovata trash.
Voto al film
Written by Raffaele Lazzaroni
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