“Cappuccetto Rosso” dei Fratelli Grimm: un sacrificio, una fiaba esoterica
La nascita alchemica dell’uovo filosofico attraverso il sacrificio.
Negli scritti e nelle fiabe più antiche vi sono verità che in realtà non servono a far addormentare i bambini, ma servono a far svegliare o “Risvegliare” gli adulti.
Come spesso accade attraverso i canali senza censura vengono descritte le più grandi verità. Ci viene donato come nelle preghiere il pane substaziale, fuori dalla metropolitana del tempo della nostra vita.
La prossima volta che vai dalla nonna (spirito consapevole), attraverso il bosco per portare il pane e il vino (la carne e il sangue da notare come anche nel cristianesimo si usano i medesimi simboli), non cambiare strada (non cadere in tentazione), dice la mamma (lo spirito).
Ma, se il lupo (la personalità esteriore e materiale che induce in tentazione), ti mangia, ricorda sei solo a metà della storia.
Cappuccetto Rosso nella versione originale dei fratelli Grimm rappresenta in maniera allegorica l’iniziazione esoterica, così come “Pinocchio” e molte altre fiabe. Cappuccetto Rosso è un’anima che intraprende un percorso di iniziazione evolutiva.
Il rosso è il paramento iniziatico indossato dal discepolo che deve compiere il sacrificio.
Ma, Cappuccetto Rosso, non ha timore del lupo perché non presta attenzione al pericolo nell’ascolto della personalità, quindi segue il consiglio della sua personalità e in cerca di fiori inizia a vagare nel bosco buio (inconscio).
Il lupo induce in tentazione (da notare la similitudine con il rettile biblico e ho detto rettile e non serpente, poiché vi è un enorme differenza), convincendo la bambina a cercare i fiori.
Il lupo affascina Cappuccetto che inconsapevole cambia strada (perde la retta via).
Il strada nel bosco (la vita), va attraversata velocemente senza ascoltare i lupi (ai giorni nostri vi sono molti più lupi del passato).
Contemporaneamente il lupo corre dalla nonna e la mangia, si traveste e finge di essere lei.
Il lupo si traveste da buono (la nonna). Cappuccetto Rosso pensando di aver assolto al suo compito (ha comunque percorso la sua vita), inesorabilmente cadrà tra le braccia “del lupo vestito da pecora” o “nonna” in questo caso (il falso buono).
Ora, Cappuccetto, così come in molte fiabe e parabole religiose dovrà tornare dal creatore, viene a sua volta illusa e mangiata dal lupo (“… io vi mando come agnelli in mezzo ai lupi…, Matteo 10,16-23).
Ma, il “Demiurgo” non abbandona mai la sua creazione e invia il cacciatore (eone) che dovrà attuare il “Risveglio” compiendo l’estremo sacrificio, il sacrificio della carne e del sangue.
Il cacciatore avrebbe potuto uccidere in maniera frettolosa il lupo sparandogli con il fucile, ma in questo modo avrebbe ucciso anche il contenuto del lupo (la creazione del Padre); ma per salvare l’anima e lo spirito, gli da prima un colpo in testa e poi lo apre con le forbici, salva l’anima che diviene nuovamente corpo rinascendo.
Attraverso la vera interpretazione di queste novelle possiamo allargare la nostra conoscenza/coscienza e percezione del reale.
Written by Vito Ditaranto
… a mia figlia Miriam con infinito amore…
Info
Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi: la favola del risveglio
Interessante la recensione. Peccato che traspare il tentativo -non nuovo- di leggere il tutto in chiave cattolica. Non ce la fanno proprio, gli amici cattolici, a desistere dal vizietto di sempre. Hanno cominciato inventando un carteggio tra Seneca e Palo di Tarso, e hanno sempre cercato di piegare le menti migliori ai loro disegni e alla loro ideologia.
Peraltro, le fiabe dei Grimm non erano scritte per i bambini; erano infarcite di particolari truculenti e di consistenti ed espliciti riferimenti alla sessualità. Sono state, poi, adattate ad un pubblico più sensibile. Ritengo l’operazione positiva, ma dovrebbero essere rispettate e non violentate con la torsione verso ideologie distanti da due accademici tedeschi, protestanti, vissuti tra ‘700 e ‘800.