“Iridi” di Mariano Ciarletta: immagini e sentimenti tra i versi del giovane poeta salernitano

“Quando i nostri ricordi,/ un tempo stupendi,/ sconosciuti ti saranno,/ ricordati dove essi dimora hanno./ Rimembra il giuramento che un tempo ti feci,/ quando per lunghi sentieri vagavamo felici./ E se ancora hai dubbi, ti basterà camminare/ e la melodia del vento intorno a te ascoltare./ Tendi le orecchie mia dolce consorte/ pur se queste son già dell’avida morte./ E nella voce del vento sentirai il mio canto/ testimone del mio amore che giammai sarà stanco.//” – “La voce del vento

Iridi

Approcciarsi alla poesia, sia come lettori che come autori, non è mai semplice. E ancora più complicato, purtroppo, è farsi leggere quando non si è un Ungaretti, un Neruda o un Keats.

Proprio per questa ragione la poesia deve essere il più possibile diretta, istintiva e con le stesse intenzioni deve essere accolta da chi si trova in mano delle liriche di un poeta sconosciuto.

Mariano Ciarletta, giovane scrittore salernitano, dimostra di essere sulla buona strada e la sua raccolta “Iridi” (Edizioni Paguro, 2016, con la prefazione di Michele Citro), la terza dopo “La foresta delle rose scarlatte (Plectica), “Sentire” (Pagine) e “Tra miti e silenzi” (Aracne), esprime in pieno questi propositi mostrando parte della sua anima.

Senza dimenticare che di recente abbiamo conosciuto Mariano Ciarletta come autore di “Rami nel buio – L’esorcismo di Amanzio Evenshire” (Youcanprint, 2015), suo primo romanzo di genere gothic – horror.

Dal sapore a tratti fanciullesco le liriche della raccolta affrontano temi svariati: si va dalla nostalgia per l’adolescenza ormai trascorsa alla consapevolezza per la realtà presente, dalla ricerca di un amore ancora sconosciuto al disappunto per quanto di negativo talvolta siamo costretti ad affrontare.

Venti componimenti tramite i quali è possibile ripercorre parte della vita di Ciarletta e dai quali possiamo trarne la personalità. Dolcezza e leggiadria aleggiano sui versi che si fanno via via più realistici e crudi. Un po’ come d’altronde è la vita che con il passar del tempo mostra aspetti non sempre così piacevoli.

Mariano Ciarletta

Armonia delle tenebre,/ in una stasi apparente/ ove il cuor si rasserena,/ un singolar equilibrio/ l’anima sostiene./ Che sia notte per sempre;/ dimora di riflessioni,/ tela di ricordi,/ iridi venate di sangue,/ voglia infinita./ Che sia notte ancora,/ in umide lenzuola/ ove il mio pensier giace silente./ Che sia notte,/ e che la mia mente sia volta/ a orizzonti mai scrutati,/ a onde mai cavalcate,/a spiagge mai percorse.// ” – “L’armonia delle tenebre

Un linguaggio aulico che subisce le influenze dei poeti italiani del primo Novecento, in cui quel pizzico di negatività non manca mai, come un sentimento effimero sempre presente per quanto solitamente celato.

Iridi” è la ricerca di se stessi, l’abbandono delle certezze e della purezza a favore di indifferenza e false promesse. Ma è anche la speranza in un futuro migliore alla scoperta di ciò che in determinati momenti della vita ci è stato negato.

È infine la meraviglia che tutti dovrebbero avere nei confronti di ciò che di bello ci offre l’essere al mondo.

 

Written by Rebecca Mais

 

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Un pensiero su ““Iridi” di Mariano Ciarletta: immagini e sentimenti tra i versi del giovane poeta salernitano

  1. Voglia di spararmi per combattere la noia razionale che mi hai regalato attraverso la dissonanza .grazie

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