Intervista di Rebecca Mais a Federica Baroni e Baby Signs Italia: a Bergamo l’uso dei segni nei bambini 0-2 anni

Aiuta tuo figlio a ‘parlare’ prima che sappia parlare.”

 

Federica Baroni

Questo lo slogan del Programma Baby Signs Italia, importante progetto di comunicazione, di recente sbarcato in Italia, rivolto ai bambini da 0 a 24 mesi che si propone di aiutare i genitori a comprendere meglio le esigenze dei propri figli nel periodo di vita in cui i piccoli stanno iniziando ad imparare a parlare.

Ideatrici di questo programma le dottoresse – mamme Linda Acredolo (Ph.D., professore emerito di Psicologia presso l’Università di California, Davis) e Susan Goodwyn (Ph.D., professore di psicologia presso la California State University, Stanislaus). Insieme hanno condotto le ricerche sui gesti simbolici che hanno rivoluzionato la comunicazione con i bambini che ha poi ispirato il libro best-seller per genitori “Baby Signs: How To Talk With Your Baby Before Your Baby Can Talk” (Baby Signs: come parlare con il tuo bambino prima che lui sappia parlare).

Il Programma Baby Signs Italia è stato poi adattato per la diffusione in Italia, in particolare per quanto riguarda la scelta delle parole da inserire nel Programma italiano e la traduzione di tutti i segni in LIS, Lingua dei Segni Italiana, utilizzata dalla comunità dei Sordi in Italia.

Una serie di persone, con già degli studi alle spalle, sono così state formate in tutta Italia, tra queste vi è la Dott.ssa Federica Baroni la quale ha portato il Programma Baby Signs Italia a Bergamo e che ha gentilmente concesso un po’ del suo tempo ad Oubliette per rispondere ad alcune domande.

 

R.M.: Benvenuta su Oubliette Magazine, presentati ai nostri lettori e racconta in breve quale è stato il tuo percorso di studi che ti ha portato al Programma Baby Signs Italia.

Baby Signs Italia

Federica Baroni: Grazie a voi per l’ospitalità! Ho una formazione umanistica e da sempre un particolare interesse per i linguaggi e la comunicazione. Ho studiato la Lingua dei Segni Italiana che la comunità dei Sordi segnanti utilizza nel nostro Paese, una lingua che sfrutta il canale visivo-gestuale e offre alle persone udenti l’opportunità di entrare in una dimensione di pensiero del tutto nuova. Negli Stati Uniti il Programma Baby Signs Italia esiste da più di 25 anni e si rivolge a tutti i bambini, indipendentemente dal fatto che abbiano difficoltà nello sviluppo del linguaggio verbale: hanno capito che la multimedialità è un aspetto costitutivo della comunicazione umana. Quando sono diventata la mamma di Diego, 14 mesi fa, è stato per me naturale pensare di utilizzare i segni nei nostri scambi quotidiani; conoscevo il Programma americano, ma cercavo un’esperienza italiana, così ho incontrato Baby Signs Italia che stava nascendo negli stessi mesi grazie a Mariapaola Scuderi e Leonardo Ruvolo. Con il papà di Diego abbiamo partecipato a uno dei primi Workshop per genitori e iniziato a usare il Programma Baby Signs Italia con il nostro bambino, quando aveva 11 mesi. Dalla positiva esperienza vissuta come mamma ho deciso di formarmi presso Baby Signs Italia per diventare istruttrice certificata e offrire ai genitori che vivono nella zona di Bergamo e Provincia la possibilità di conoscere questo Programma.

 

R.M.: Come definiresti il Programma Baby Signs Italia e perché i genitori dovrebbero aderirvi?

Federica Baroni: Il Programma Baby Sign Italia è un’opportunità, un’esperienza di relazione e comunicazione con i nostri bambini che arricchisce la quotidianità della famiglia. Non è un metodo né una tecnica, è più simile a un gioco che si aggiunge, con seria leggerezza, alle attività che svolgiamo con i nostri figli. È un programma di comunicazione gestuale rivolto a bambini molto piccoli (da 0 a 18-24 mesi) che vedono i genitori (ma anche i nonni, gli zii, etc…) utilizzare segni facili, sempre insieme alle parole, per permettere ai bambini di comunicare bisogni, desideri, stati d’animo. I segni rappresentano concetti semplici come “mangiare”, “latte”, “ancora” o più complessi come “amore”, “per favore”, “grazie”, “scusa”; quando il bambino sarà stato sufficientemente esposto ai segni e sarà pronto a riprodurli (indicativamente tra gli 8 e i 12 mesi), inizierà un periodo divertentissimo in cui vostro figlio assaporerà il piacere della comunicazione e voi comprenderete con maggior semplicità le sue richieste, tutto ciò in anticipo sull’arrivo delle prime parole. I segni per i bambini sono più facili da produrre rispetto alla lingua verbale, ne è una prova il fatto che tutti sviluppiamo fin da piccolissimi una gestualità spontanea, spesso compresa solo dai genitori; il Programma Baby Signs codifica questa gestualità, la rende comprensibile e condivisa con più persone, aspetto fondamentale della comunicazione umana.

 

R.M.: Quali sono i benefici reali per quanta riguarda lo sviluppo del bambino?

Baby Signs Italia

Federica Baroni: Le ricerche scientifiche, ventennali e in buona parte finanziate dal National Institute of Health, hanno dimostrato che segnare riduce la frustrazione, facilita l’apprendimento del linguaggio verbale, stimola lo sviluppo cognitivo, favorisce l’autocontrollo del comportamento e delle emozioni, accresce l’autostima e rafforza il legame genitore-bambino. Quando abbiamo introdotto in famiglia il Programma Baby Signs Diego aveva iniziato da poco l’ambientamento al nido ed era spesso malato, con crisi di pianto talvolta difficili da interpretare: con due semplici segni come “acqua” e “pane” siamo riusciti a comprendere le sue richieste, anche quando acqua e pane non erano lì davanti. La principale differenza tra gesto (come ad esempio l’indicazione) e segno è proprio questa: il primo richiede la presenza dell’oggetto, mentre il segno è libero dal “qui e ora” del concreto e visibile. Ma c’è un altro aspetto che per me ha un enorme valore: il percorso del Programma Baby Signs invita i genitori (e gli adulti in genere) a riflettere sull’importanza della comunicazione nella relazione con i bambini, ci aiuta a cogliere l’intenzionalità comunicativa dei piccoli senza attese di performance sulla “parola ben pronunciata”, a condividere con loro il piacere di esprimersi e di essere compresi. Questo crea un legame di reciproca intesa, in un clima positivo, che non può che avere benefici sullo sviluppo del bambino e del linguaggio verbale. 

 

 R.M.: In maniera pratica come funziona il percorso del Programma Baby Signs e qual è il coinvolgimento, anche in termini di tempo, dei genitori?

Federica Baroni: Gli istruttori organizzano nelle varie Province Workshop, della durata di due ore, rivolti ai genitori (o a un genitore e una figura che si occupa quotidianamente del bambino, per esempio la nonna) in cui si illustrano la storia, le ricerche, i benefici e le modalità di attuazione del Programma Baby Signs, in un clima informale e di reciproca condivisione. Ai genitori vengono immediatamente mostrati i principali segni da utilizzare nella quotidianità, con indicazioni sui contesti e le modalità per inserirli. Un kit contenente materiale informativo, libretti e video con cartoni animati pensati per bambini così piccoli aiuta le famiglie ad avviare il Programma fin da subito, non serve altro che il desiderio di divertirsi insieme. Non c’è, infatti, un tempo da dedicare al Programma perché i segni non si insegnano ai bambini in momenti strutturati, ma si propongono nell’ambito delle attività quotidiane, in associazione alla parola verbale.

 

 R.M.: Come per tutte le novità ci saranno tante persone scettiche anche nei riguardi del Programma Baby Signs. Hai forse esperienze personali al riguardo da riportare?

Federica Baroni

Federica Baroni: Alcuni genitori sono scettici nel proporre i segni a bambini udenti e temono che ciò rallenti l’acquisizione del linguaggio verbale: le ricerche hanno dimostrato il contrario, con interessanti risultati sia nello sviluppo linguistico (all’età di due anni, tre mesi di vantaggio tra il gruppo di “bambini Baby Signs” e il gruppo di controllo) sia nello sviluppo cognitivo (all’età di otto anni, 12 punti di differenza nei valori medi del QI al test WISC-III in gruppi comparabili per condizioni di contesto). Il clima positivo e orientato alla comunicazione che il Programma potenzialmente sviluppa non può rappresentare un ostacolo allo sviluppo del linguaggio verbale, tutt’altro. Altri genitori, invece, temono che i segni siano difficili da imparare, ma si convincono subito del contrario quando ai Workshop li vedono in pratica: i papà sono i più scettici, spesso trascinati da mogli e compagne, per poi uscire entusiasti e pronti ad avviare il Programma per vedere i propri figli segnare “papà”. Molti genitori condividono le loro storie sulla pagina Facebook di Baby Signs Italia che vi invito a leggere. Il fatto che si utilizzino i segni della Lingua dei Segni Italiana della comunità dei Sordi non è un limite, ma è bel modo, naturale e semplice, per trasmettere alle famiglie il valore delle differenze linguistiche e culturali.

 

R.M.: Tu sei un’istruttrice certificata e hai deciso di operare nel territorio di Bergamo e provincia: dove e in che modo svolgi il tuo lavoro?

Federica Baroni: Gli istruttori certificati sono lavoratori autonomi autorizzati da Baby Signs Italia ad organizzare, sui territori, Workshop per genitori e a promuovere il Programma. I Workshop sono attivati su richiesta delle famiglie, fino ad un massimo di sei coppie per ogni incontro e si svolgono in luoghi che possono essere sale riunioni o case private, facili da raggiungere. Ai Workshop per genitori non partecipano i bambini, perché in questa prima fase è importante che i genitori possano concentrarsi sul Programma per comprenderne finalità e modalità di attivazione.

 

R.M.: In che modo coloro i quali sono interessati al Programma Baby Signs possono contattarti?

Federica Baroni: Il riferimento principale è il sito di Baby Signs Italia  a cui rimando per approfondimenti sul Programma, sulle ricerche citate e per ottenere i contatti degli istruttori che operano sui vari territori. È possibile contattarci anche tramite Facebook alla pagina Baby Signs Italia. Per Bergamo e territori limitrofi potete raggiungermi sulla mia pagina Facebook o all’indirizzo e-mail.

 

Written by Rebecca Mais

 

Info

Sito Baby Signs Italia

Facebook Federica Baroni

federica.baroni84@gmail.com

 

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