“La sumera” di Valentino Zeichen: arte ed amori effimeri nella sempre ammaliatrice Roma
“Ivo si ritrasse inutilmente più volte, la allontanò dalle sue gambe stomacato; malgrado la stesse desiderando dubbiosamente. Lei lo considerò un sopruso e gli lanciò addosso la forchetta carica di cibo colpendo il fregio neoclassico che decorava il maglioncino di lui all’altezza del cuore. Ivo raccolse la posata e gliela ridiede, Lei ripeté il lancio mancandolo: il proiettile fischiò passando rasente un orecchio. Manifestamente offesa andò a distendersi sul letto e da lì lo ritrasse a lungo con offensivi sguardo di compatimento accompagnati da negative oscillazioni del capo.”
Tre amici nella Roma del post-dopoguerra trascorrono le loro giornate tra un museo e l’altro. Ivo, Mario e Paolo amano gironzolare tra la Flaminia e la Galleria d’Arte Moderna e quando la fortuna gli assiste ecco apparire una bella donna da seguire, da sedurre e condurre nella propria vita. Una di queste, tanto misteriosa quanto accattivante, avvolge la vita dei tre che se la contendono in segreto, o così almeno credono.
“La sumera” (Fazi Editore, 2015) è il primo romanzo di Valentino Zeichen, classe 1938, uno maggiori poeti italiani viventi, nato a Fiume ma trasferitosi poco dopo i dieci anni a Roma dove ancora ora oggi vive. In quella via Flaminia protagonista della sua narrazione, una delle strade più antiche e ricche di storia della capitale e proprio per questo sintomo di quel sentimento di contraddizione tra presente e passato che da sempre caratterizza Roma.
I tre protagonisti de “La sumera” si presentano come dei ragazzi desiderosi di sempre nuove avventure pur non essendo più così giovani come vorrebbero. Ivo, Mario e Paolo sono incapaci di ammettere la loro età, non solo con gli altri ma anche e soprattutto con loro stessi. Trascorrono la loro esistenza ad osservare opere d’arte immobilizzate dietro preziose cornici e giovani donne che potrebbero essere loro d’aiuto per esorcizzare il tempo che scorre ineluttabile.
Una Roma languida, mondana, scintillante, porta i tre amici a riflettere su ciò che realmente sono e fanno. Un destino che li lega, il fallimento di uno potrebbe essere quello dell’altro ed un finale tragico potrebbe essere dietro l’angolo.
Valentino Zeichen in poco più di centocinquanta pagine traccia con stile ed eleganza le vicende di tre uomini intrappolati in una città che può offrire loro tanto o togliere tutto. Come giudicare i tre quando in fondo non rappresentano altro che quella parte nascosta in ognuno di noi? Il loro essere così effimeri non è anche il nostro tentativo di allontanare i timori ancestrali che incombono quotidianamente sulle nostre teste?
Zeichen ci aveva abituato ad una poesia ricca di impressioni ed emozioni e questa stessa poesia la si ritrova nel suo romanzo, intenso, dal sapore di un’epoca ormai trascorsa che di tanto in tanto ritorna a fare capolino in quanto traccia indelebile di una generazione che oggi si ritrova spesso al margine di uno società che in seguito ai tanti inevitabili cambiamenti pare averli dimenticati.
Tra i ventisette nominati al Premio Strega non è purtroppo stato selezionato tra i dodici finalisti.
Written by Rebecca Mais
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