“Natale, un giorno” poesia di Hirokazu Ogura: perché gli adulti fanno la guerra?
Di seguito si potrà leggere la poesia intitolata “Natale, un giorno” di Hirokazu Ogura ed una breve biografia del misterioso poeta.
“Natale, un giorno”

“Perché
dappertutto ci sono cosi tanti recinti?
In fondo tutto il mondo è un grande recinto.
Perché
la gente parla lingue diverse?
In fondo tutti diciamo le stesse cose.
Perché
il colore della pelle non è indifferente?
In fondo siamo tutti diversi.
Perché
gli adulti fanno la guerra?
Dio certamente non lo vuole.
Perché
avvelenano la terra?
Abbiamo solo quella.
A Natale – un giorno – gli uomini andranno
d’accordo in tutto il mondo.
Allora ci sarà un enorme albero di Natale
con milioni di candele.
Ognuno ne terrà una in mano,
e nessuno riuscirà a vedere
l’enorme albero fino alla punta.
Allora tutti si diranno “Buon Natale!”
a Natale, un giorno.”
***
Hirokazu Ogura è un misterioso poeta giapponese di cui non si conosce l’anno di nascita.
Si tramanda di una casa sul lago Hizoruky nella quale sarebbe vissuto e morto di una malattia, ovviamente misteriosa anch’essa.
Esiste una versione che ipotizza che l’autore sia morto di infarto, ma nulla è certo.
La poesia ivi presentata è breve ma densa di significato perché con pochi versi si sottolineano i problemi dell’essere umano che si possono riassumere con la mancanza di rispetto per il prossimo e per la terra. Le tensioni che si verificano nel mondo sin da quando l’uomo esiste sono lo specchio di ciò che accade internamente.

Così come Eraclito sosteneva in un suo celebre frammento “Pólemos di tutte le cose è padre, di tutte le cose è re: e gli uni rivela dèi, gli altri umani, gli uni rende schiavi, gli altri liberi” la diatriba può rendere liberi o schiavi, sta ad ognuno di noi sapere dialogare con le parti antitetiche che possono essere identificate con la parte materiale e la parte spirituale oppure la forza dell’istinto e la forza della ragione.
Nel mondo che conosciamo tutto è diatriba, “Pólemos di tutte le cose è padre, di tutte le cose è re”, anche la pioggia non è altro che lo scontro tra le nuvole, saggio è l’uomo che dallo scontro crea incontro.
“Perché gli adulti fanno la guerra?” chiede il nostro poeta misterioso. Fanno ciò che è simile a loro, non trovando pace all’interno di sé, ciò che si compie nel mondo è la guerra.
facile incolpare l’altro, il diverso, colui che vive lontano, colui che ha usi e costumi differenti dai nostri, di malvagità ma abbiamo speso almeno una manciata di minuti per osservare le nostre azioni giornaliere?
Siamo stati sinceri con il nostro operato oppure lo sguardo è rivolto solo verso l’esterno con quel dito accusatorio puntato sull’altro?
Ognuno di noi ha il potere di creare incontro dall’opposto, sin dalle piccole cose del quotidiano che non vanno sottovalutate perché il micro è identico al macro.
Ne Tabula Smaragdina (Tavola di Smeraldo) di Ermete Trismegisto si legge: «Invero, certamente, e senza dubbio, ciò che in alto deriva da ciò che è in basso, e ciò che è in basso [deriva] da ciò che in alto, per compiere i miracoli di una cosa».
“Perché/ il colore della pelle non è indifferente?/ In fondo siamo tutti diversi.” chiede Hirokazu Ogura. Se ci soffermiamo a guardare con attenzione il mondo si nota che tutto si presenta a noi nella bellezza della diversità: ogni fiore, ogni foglia si manifesta con differenze che ne caratterizzano la forma, ogni pietra ha i suoi contorni e colori, così ogni essere umano vede nella sua differenza l’unicità della sua esistenza. È nel diverso che si può postulare l’uguaglianza.
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