Oscar 2016: L’aria che tira – #2
Mancano 87 giorni all’88^ Notte degli Oscar. Continuano ad imperversare sul web i numerosissimi pronostici su chi si rivelerà protagonista al Dolby Theatre di Hollywood. Seguendo la scia tracciata esattamente un mese fa, aggiorniamo i dati forniti dalle due fonti “attendibili, specializzate e autorevoli” che ho selezionato, Indiewire.com e Awardscircuit.com, senza dimenticare la variante “suscettibilità” delle liste a seguire.
Neppure oggi parlo di chi potrebbe vincere (sarebbe ancora un esporsi “prematuro e supponente”); tratto bensì dei titoli sulle cui plurime nomination vale (sempre più) la pena di scommettere.
Propongo innanzitutto un elenco dei lungometraggi caratterizzati da preannunciate copiose candidature.
- 10 potenziali categorie – “The Revenant” (di Alejandro González Iñárritu);
- 8 potenziali categorie – “Il ponte delle spie” (di Steven Spielberg), “Sopravvissuto – The Martian” (di Ridley Scott);
- 7 potenziali categorie – “Carol” (di Todd Haynes), “Spotlight” (di Thomas McCarthy),
- 6 potenziali categorie – “The Danish Girl” (di Tom Hooper), “Star Wars: Il risveglio della forza” (di J. J. Abrams);
- 5 potenziali categorie – “Steve Jobs” (di Danny Boyle), “Brooklyn” (di John Crowley), “Sicario” (di Denis Villeneuve), “Mad Max: Fury Road” (di George Miller);
- 4 potenziali categorie – “Joy” (di David O. Russell), “Saul fia” (di László Nemes), “Inside Out” (di Pete Docter e Ronnie del Carmen).
Entro ora maggiormente in dettaglio analizzando categoria per categoria, ognuna nelle proprie peculiarità. Voglio prima però ribadire le due istanze che avevo ossequiato già nel post precedente. La prima: non inserirò alcuna classifica, preferendo affacciarmi ad un panorama non definito nei minimi profili. La seconda: continuano ad essere molti i titoli riportati non ancora usciti né in Italia né in madrepatria.
Miglior film
Si confermano in cima alle aspettative “Spotlight”, distribuito dalla Open Road Films, e “The Revenant” (20th Century Fox). Sembrano accompagnati da buoni auspici anche “Il ponte delle spie” (Disney), “Brooklyn”, che sarà portato in America dalla Fox Searchlight Pictures, “Room” (A24) e “Joy” (ancora 20th Century Fox). Nel corso dell’ultimo mese è stato rinnovato l’interesse per “Sopravvissuto – The Martian” (ennesimo prodotto 20th Century Fox) ed è improvvisamente divenuto al centro delle attenzioni “Creed – Nato per combattere”, spin-off della saga di “Rocky” distribuito dalla Warner Bros. Vicende alterne ha attraversato “Carol”, sostenuto dai fratelli Weinstein ed uscito e rientrato più volte dalla Top 10. Si confermano candidabili, nella loro condizione eccezionale, “Inside Out” (di nuovo Disney) e “Saul fia” (Sony Pictures). Accanto a loro si inserisce a sorpresa un altro film d’animazione, “Anomalisa”, presentato dalla Paramount e vincitore del Gran Premio della Giuria al Festival di Venezia 2015. Fuori gioco inaspettatamente “Steve Jobs” e “The Danish Girl”, mentre “The Hateful Eight” sta ancora attraversando un saliscendi che non convince né in un verso, né nell’altro.
Miglior regista
La contesa si instaurerà con probabilità fra Thomas McCarthy per “Spotlight”, Alejandro González Iñárritu per “The Revenant”, David O. Russell per “Joy”, Steven Spielberg per “Il ponte delle spie”; rimane in lista anche László Nemes per “Saul fia”, affiancato dalle new entry Ridley Scott per “Sopravvissuto – The Martian” e Ryan Coogler per “Creed – Nato per combattere”, 29enne regista statunitense che due anni fa si era fatto notare grazie al lungometraggio d’esordio “Prossima fermata Fruitvale Station”. Screditati Danny Boyle per “Steve Jobs” (altra sorpresa) e Lenny Abrahamson per “Room”.
Miglior attore protagonista
In odore di quasi indubbia nomination sono Leonardo DiCaprio (“The Revenant”), Michael Fassbender (“Steve Jobs”), Eddie Redmayne (“The Danish Girl”), mentre si continua ad essere meno sicuri su Johnny Depp (“Black Mass”) e Will Smith (“Concussion”). L’ultimo arrivato è Matt Damon, protagonista di gran cuore in “Sopravvissuto –The Martian”.
Miglior attrice protagonista
Ritroviamo le giovani ed aitanti Brie Larson in “Room”, Jennifer Lawrence in “Joy”, Saoirse Ronan in “Brooklyn” e Carey Mulligan in “Suffragette” (quest’ultima forse meno resistente nel confronto con le altre); rimane accreditata Cate Blanchett in “Carol”, alla quale si aggiunge la meravigliosa Charlotte Rampling di “45 anni”, premiata col Leone d’Argento a Berlino. Per un breve periodo si è parlato anche di una possibile candidatura che interessasse Blythe Danner, protagonista del misconosciuto “I’ll See You in My Dreams”.
Miglior attore non protagonista
“Spotlight” continua a dare una buona occasione sia a Michael Keaton che a Mark Ruffalo, così come “Il ponte delle spie” a Mark Rylance e “The Revenant” a Tom Hardy; appare controverso il valore (eccezionale secondo l’opinione del sottoscritto) di Benicio del Toro in “Sicario”; è poi una sensazione veder schizzare alle stelle le aspettative su Sylvester Stallone per “Creed – Nato per combattere”, nominato unicamente nel 1977 per la performance e la sceneggiatura del primo “Rocky”. Parrebbe fuori gara il giovanissimo Jacob Tremblay di “Room”. Era infine entrato in lizza, uscendone tuttavia ben presto, Paul Dano per “Love & Mercy”.
Miglior attrice non protagonista
Qui le prove migliori sembra sappiano darle Rooney Mara in “Carol”, Alicia Vikander in “The Danish Girl”, la sempre più convincente Jane Fonda di “Youth”, Kate Winslet in “Steve Jobs”, Jennifer Jason Leigh in “The Hateful Eight”. Entra in gioco la novella Elizabeth Banks di “Love & Mercy”, mai nominata in precedenza. Esclusa, a quanto pare, la Rachel McAdams di “Spotlight”.
Miglior sceneggiatura originale
Qui la situazione sembra stabile per quanto riguarda Thomas McCarthy e Josh Singer (“Spotlight”), Bob Peterson e Pete Docter (“Inside Out”), David O. Russell (“Joy”), Quentin Tarantino (“The Hateful Eight”), i fratelli Coen e Matt Charman (“Il ponte delle spie”). Rientra inaspettatamente in contesa Paolo Sorrentino col suo magnifico copione per “Youth”, mentre dovrebbe forse abbondonare le speranze László Nemes (“Saul fia”).
Miglior sceneggiatura non originale
Nella sezione che premia gli adattamenti si troverebbero, con certezza quasi somma, Emma Donoghue per “Room”, Aaron Sorkin per “Steve Jobs”, Nick Hornby per “Brooklyn”, Alejandro González Iñárritu e Mark L. Smith per “The Revenant”; incerta la posizione di Phyllis Nagy e del suo “Carol”. Nel frattempo avanzano Drew Goddard e il suo “Sopravvissuto – The Martian”, accanto al valido copione di “Anomalisa”, firmato da Charlie Kaufman.
Miglior film d’animazione
Il panorama rimane invariato: fra i 16 candidabili (come dichiarato dall’Academy), i prediletti sono “Inside Out” di Pete Docter e Ronnie del Carmen, “Anomalisa” di Charlie Kaufman e Duke Johnson, “Il viaggio di Arlo” di Peter Sohn, “Snoopy & Friends – Il film dei Peanuts” di Steve Martino, “Shaun, Vita da pecora – Il film” di Mark Burton e Richard Starzack, e “Il profeta” di A.A.V.V.. “Il piccolo principe” di Mark Osborne ha perso l’ultimo traghetto per Hollywood: è almeno stata resa nota la data di uscita in America, ultimo paese ad aver l’onore di vedere il cartoon a partire dal 18 marzo 2016. Sempre che si tratti di un argomento valido, un’ipotizzabile nomination per gli Oscar 2017 è quanto mai lontana.
Miglior film straniero
Stessa questione per i film in lingua non anglofona. La scelta ricadrà quasi sicuramente su cinque titoli fra i seguenti: l’ungherese “Saul fia” di László Nemes, il francese (seriamente, non turco?) “Mustang” di Deniz Gamze Ergüven, il tedesco “Im Labyrinth des Schweigens” di Giulio Ricciarelli, il brasiliano “È arrivata mia figlia” di Anna Muylaert, il cileno “El Club” di Pablo Larraín, il taiwanese “Nie yin niang” aka “The Assassin” di Hou Hsiao-Hsien, l’austriaco “Goodnight Mommy” di Severin Fiala e Veronika Franz.
Miglior film documentario
Identico stazionamento riguarda i documentari: verranno scelti 5 titoli fra “Amy” di Asif Kapadia, “The Hunting Ground” di Kirby Dick, “The Look of Silence” di Joshua Oppenheimer, “Cartel Land” di Matthew Heineman, “The Wolfpack” di Crystal Moselle, “Going Clear: Scientology e la prigione della fede” di Alex Gibney, e infine “He named me Malala” di Davis Guggenheim.
Miglior colonna sonora
I compositori più papabili continuano ad essere Thomas Newman per “Il ponte delle spie”, John Williams per “Star Wars: Il risveglio della forza”, Alexandre Desplat per “The Danish Girl”, Ennio Morricone per “The Hateful Eight”, Daniel Pemberton per “Steve Jobs”, Michael Giacchino per “Inside Out”, e Jóhann Jóhannsson, autore delle soffocanti musiche di “Sicario”. Desta grande interesse il lavoro del pluripremiato Howard Shore su “Spotlight”. Screditato Carter Burwell per “Carol”.
Miglior canzone
Nessuna variazione nelle dinamiche fra le 7 canzoni più consistenti: “One Kind of Love” da “Love & Mercy” (di Brian Wilson e Scott Bennett), “Til It Happens to You” dal documentario “The Hunting Ground” (di Lady Gaga e Diane Warren), la terza “Simple Song” da “Youth” (di David Lang), “See You Again” da “Fast & Furious 7” (di Wiz Khalifa e Charlie Puth), “Writing on the Wall” da “Spectre” (di Sam Smith e Jimmy Napes), e, a scelta, “Love Me Like You Do” (di Max Martin e altri) o “Earned It” (di The Weeknd e altri) da “50 sfumature di grigio”.
Migliori effetti speciali
Continuano a presentarsi come “frontrunners” “Star Wars: Il risveglio della forza”, “Jurassic World”, “Sopravvissuto – The Martian”, “The Walk”, “Mad Max: Fury Road” e “Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick”.
Miglior montaggio
Opere di montaggio mirabili paiono sempre essere quelle firmate da Jason Ballantine e Margaret Sixel (“Mad Max: Fury Road”), Stephen Mirrione (“The Revenant”), Tom McArdle (“Spotlight”), Elliott Graham (“Steve Jobs”) e Michael Kahn (“Il ponte delle spie”).
Miglior fotografia
I migliori artisti dell’immagine filmica si rivelano ancora una volta Roger Deakins in “Sicario”, Emmanuel Lubezki in “The Revenant”, John Seale in “Mad Max: Fury Road”, Janusz Kaminski ne “Il ponte delle spie”. Ad essi si aggiungono Dariusz Wolski con “Sopravvissuto – The Martian” e Mátyás Erdély con “Saul fia”. Si allontanano dalla nomination Edward Lachmann (“Carol”) ed Anthony Dod Mantle (“Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick”).
Miglior scenografia
Come nella categoria relativa ai costumi, la lotta si instaurerà probabilmente fra “Carol” e “Cenerentola”, cui seguono “Il ponte delle spie”, “The Danish Girl”, “Brooklyn” e la nuova promessa “Star Wars: Il risveglio della forza”. “Macbeth” passa in secondo piano.
Migliori costumi
Ritroviamo come preannunciato “Carol” e Cenerentola”, oltre a “The Danish Girl” e “Brooklyn”; si accodano “The Revenant” e “Via dalla pazza folla”. Nessuna variazione rispetto al mese scorso.
Migliori trucco e acconciatura
Gli sfidanti in prima linea sono ancora “The Danish Girl”, “Black Mass”, “Star Wars: Il risveglio della forza” e “Carol”. Fuori fuoco “Mad Max: Fury Road”.
Miglior sonoro
Ipotesi invariate chiamano in causa “Mad Max: Fury Road”, “Sopravvissuto – The Martian”, “Star Wars: Il risveglio della forza”, “Heart of the Sea – Le origini di Moby Dick”, “The Revenant”, “Spectre” e “Sicario”.
Miglior montaggio sonoro
Stessi identici titoli, con la già accennata preminenza di “Mad Max: Fury Road”, “Sopravvissuto – The Martian” e “Star Wars: Il risveglio della forza”.
Miglior cortometraggio in live action
Proseguono la corsa verso l’Academy Award i 10 seguenti titoli: “Ave Maria” di Basil Khalil (Incognito Films), “Bad Hunter” di Sahim Omar Kalifa (A Private View), “Bis Gleich (Till Then)” di Philippe Brenninkmeyer (avenueROAD Films), “Contrapelo (Against the Grain)” di Gareth Dunnet-Alcocer (Ochenta y Cinco Films), “Day One” di Henry Hughes (American Film Institute), “Everything Will Be Okay (Alles Wird Gut)” di Patrick Vollrath (Filmakademie Wien), “The Free Man (Zi You Ren)” di Quah Boon-Lip (Taipei National University of the Arts), “Shok” di Jamie Donoughue (Eagle Eye Filmsm), “Stutterer” di Benjamin Cleary (Bare Golly Films), “Winter Light” di Julian Higgins (Innerlight Films e Prelude Pictures).
Miglior cortometraggio d’animazione
La shortlist di 10 titoli, fra cui ne verranno nominati 5, comprende: “Bear Story (Historia De Un Oso)” di Gabriel Osorio (Punkrobot Animation Studio), “Carface (Autos Portraits)” di Claude Cloutier (National Film Board of Canada), “If I Was God…” di Cordell Barker (National Film Board of Canada), “Love in the Time of March Madness” di Melissa Johnson e Robertino Zambrano (High Hip Productions e KAPWA Studioworks), “My Home” di Phuong Mai Nguyen (Papy3D Productions), “An Object at Rest” di Seth Boyden (California Institute of the Arts), “Prologue” di Richard Williams (Animation Masterclass), “Sanjay’s Super Team” di Sanjay Patel (Pixar Animation Studios), “We Can’t Live without Cosmos” di Konstantin Bronzit (Melnitsa Animation Studio), e “World of Tomorrow” di Don Hertzfeldt (Bitter Films).
La rubrica si rinnoverà grazie ad un aggiornamento fra un mese esatto.
Written by Raffaele Lazzaroni