Intervista ai Sanchez: la band cagliaritana presenta il primo album “#1 The Greatest X”
“I feel his presence/ Around this dark street/ I look around but i don’t see him/ I wear the wrong shoes/ To be ready to run/ Maybe it couldn’t serve/ If he got a gun/ Let it go and just walk away/ He will no be here for me,/ Let it go and just walk away/ He will no be here for me./ I see a corner few meters ahead maybe/ I can reach it and then look for someone/ I don’t see his face tonight the moon is off/ Maybe he’s a killer, rapist, maybe not…/ […]” – “Fear Builds Wall”
Noi, gli amici, siamo stati privilegiati del primo live dei Sanchez, era il 2014 ed eravamo al Muzak di Cagliari.
Oggi, invece, incontriamo la band cagliaritana al termine di uno straordinario mini tour estivo di presentazione del primo album “#1 The Greatest X”, uscito appena un mese, esattamente il 6 agosto.
Mauro Laconi (guitarhodes), Frank Stara (drums), Silvia Follesa (voice), Matteo Sedda (trumpet/keyboards/programming) e Marco Cotza (voice) sono i cinque componenti dei Sanchez che, come pensabili supereroi della musica, cercano di esportare il proprio album con le loro sole forze, in un modo non solo indipendente ma anche edificante.
Forti delle esperienze del Corto Maltese a Cagliari, della Terza Edizione del Festival Med in Art a Samassi, del Pitosforo a Carbonia e del Rupi’s Chilling out di Porto Pollo, i Sanchez si preparano per possibili date fuori dall’isola e per la promozione invernale dell’album.
Noi, gli amici, abbiam ben pensato di presentarvi la band cagliaritana perché prima o poi potreste trovarvi faccia a faccia con i baffoni neri dei Sanchez, sicché consigliamo vivamente di non essere impreparati!
A.M.: Cinque componenti, cinque teste. Cinque modi di far musica. Qual è il vostro passato musicale?
Mauro Laconi: Ho cominciato a suonare affascinato dal rock, dal suono saturo della chitarra per poi col passare del tempo sperimentare in tutti i generi e contesti che mi capitavano, pop, metal, jazz, fusion, funk, etnica, acustica, avvicinandomi negli ultimi 5 anni alla black music extrajazzistica.
Frank Stara: Il mio approccio alla musica e alla batteria avvenne all’età di 15 anni, fin da quel momento ho suonato sempre rock e blues e solo da pochi anni ho approfondito la conoscenza delle black music in generale e mi sono innamorato di questo mondo. Ascolto e suono ormai prevalentemente musica nera ma seguo comunque molti altri generi.
Marco Cotza: I Sanchez per me rappresentano il punto “zero” perché per la prima volta ho la fortuna di cantare testi da me scritti… sono un autodidatta e, anche se fin da bambino amo la musica e il canto, la mia “scuola” sono stati i miei ascolti musicali (soul e rock in particolare).
Matteo Sedda: Sono sempre stato attratto dalla musica ed iniziai a suonare la chitarra da ragazzino verso i 12 anni. Mio padre ne teneva una nell’armadio benché non avesse mai imparato a suonarla,chiesi di poter prendere lezioni e da li è iniziata la mia crescita musicale,ho ascoltato molto rock anni ’60 e ’70 per diversi anni, tantissimo Frank Zappa, flamenco, molta musica contemporanea, classica, cubana e da ogni parte del mondo soprattutto il jazz e le sue derive,da qui è nato il mio interesse per la tromba che porto avanti da alcuni anni.
Silvia Follesa: Il mio approccio al canto è avvento in tenera età, intorno ai 6 anni iniziai a prendere lezioni di canto ed esibirmi in un piccolo coro. Per una serie di vicissitudini personali abbandonai il canto per circa 10 anni e solo grazie al teatro, passando per il musical, sono riuscita a riprendere in mano la mia grande passione e a rimettermi in gioco. Tra i miei ascolti troviamo Suol e R&B sicuramente ma anche musica Brasiliana e Cubana senza mai disdegnare del sano Rock.
A.M.: Dunque per capirci bene, in quale genere musicale gravitano i Sanchez?
Sanchez: Sicuramente nelle correnti contemporanee del soul e dell’ r&b, sono evidenti le influenze di gruppi e artisti moderni come Hiatus Kaiyote, Flyin Lotus, RH Factor, D’Angelo e tanti altri. Queste sono le nostre sonorità preferite che cerchiamo di rendere al meglio nei nostri pezzi.
A.M.: Un dubbio mi assale: ha senso parlare oggi di genere musicale?
Sanchez: Per quanto originalità e creatività musicale oggi, nell’era della musica totale, trovino sfogo maggiormente nella commistione di stilemi musicali lontani o affini, non bisogna confondere un approccio “disinibito” ed informale alla materia musicale come può essere il nostro caso e chi invece si rifà alle radici di un dato linguaggio preservando questa “biodiversità”. Per noi ha senso parlarne solo se ci si riferisce a delle macro categorie, d’altronde siamo ancora in grado di distinguere il reggae dal metal…no?
A.M.: Il vostro primo album “#1 The Greatest X” è uscito il 6 agosto e non vi siete di sicuro adagiati sugli allori, infatti da allora sono state diverse le tappe di questo mini tour sardo di presentazione. Abbiamo il Corto Maltese a Cagliari, il Festival Med in Art a Samassi, il Pitosforo a Carbonia. Come sono andate queste serate considerando la diversità di pubblico presente e la tipologia di evento?
Sanchez: Siamo pienamente soddisfatti! Nonostante i contesti diversi in cui abbiamo suonato la risposta è sempre stata positiva ed entusiasta. È stato molto stimolante confrontarci con un pubblico ogni sera diverso sia per tipologia che per età,come quello presente nel Festival Med in Art a Samassi, con una bella cornice ed un pubblico attento che si è dimostrato partecipe. Oppure la data al Pitosforo di Carbonia dove a distanza di un anno abbiamo rinnovato la nostra presenza, ed dobbiamo dire che è stata una piacevole conferma in termini di riscontro sul pubblico.
A.M.: Otto brani accattivanti ma soprattutto originali. Il mio preferito è “Fear Builds Walls”, e lo sapete già, dunque nessuna rivelazione. Vorrei invece una confessione da voi: qual è il brano preferito da voi e quello dal pubblico?
Sanchez: Il nostro preferito. Non sei l’unica! Stiamo notando inaspettatamente che “Fear Builds Wals” con la sua deriva psichedelica nella parte finale viene sempre molto apprezzata pur essendo un brano abbastanza articolato ed insolito. Per motivi differenti siamo affezionati a tutti i brani presenti nel disco, probabilmente il brano più apprezzato dai nostri ascoltatori è All The Things, che a “detta” di Youtube sta riscuotendo maggiori Like visualizzazioni di cui presto uscirà un videoclip, prima traccia dell’album è un brano molto rappresentativo sia per il testo scritto da Marco che per la linea guida della nostra cifra stilistica.
A.M.: Per l’uscita del disco non avete avuto alcun finanziamento esterno. Com’è la vita da indipendente?
Sanchez: Esatto, il disco è totalmente autoprodotto. Essere artisti indipendenti ha i suoi pro e i suoi contro. Se da un lato hai la totale libertà artistica sul tuo lavoro dall’altro incontri maggiori difficoltà nella realizzazione dello stesso con tutti i limiti del caso, sia a livello economico sia per quanto riguarda la promozione. Il nostro intento è di suonare il più possibile per attirare l’attenzione degli addetti ai lavori nei confronti della nostra musica, e dobbiamo confessare di aver già ricevuto delle attenzioni.
A.M.: In ogni buon album ci sono sempre collaborazioni esterne. Ci svelate i vostri?
Sanchez: Bene, approfittiamo di questa intervista per ringraziare tutte le persone che hanno reso possibile la realizzazione dell’album.In primis il fonico Enrico Sesselego che ha registrato e mixato il disco, e supportato in tutti i modi che grazie alla sua grande esperienza ha subito capito il nostro sound e nonostante i tempi in studio fossero ristretti è riuscito ad ottimizzare e togliere il meglio da noi stessi. In alcuni brani ci siamo avvalsi della collaborazione di altri bravissimi musicisti come il tastierista polacco Tomasz Bura che ha realizzato le parti di tastiera nel brano “Ensachetezed”; il quale dopo aver sentito il nostro materiale tramite il caro amico e musicista in pianta stabile a Londra Luca Faraone, ha avuto il piacere di prestare il suo talento al progetto Sanchez. Tutti altri ospiti li troviamo nel brano “Gimme love”: Si ringraziamo anche Andrea Sanna membro degli “SVM trio” al piano elettrico, eccellente pianista nostrano e collega di Matteo con il quale collabora in altri progetti e Francesca Deiana e Alessia Melis (Dekrubs) ai cori che oltre ad eseguire egregiamente le parti ne hanno curato parte dell’arrangiamento. Per l’artwork Alice Congiu in arte Mad Muddler ha curato la copertina del disco, mentre le foto promozionali sono opera di Cecilia Lenigno.
A.M.: Due parole sul panorama musicale cagliaritano? Tanto per farvi qualche nemico…
Sanchez: Negli ultimi tempi c’è molto fermento e stanno uscendo molti lavori validi in diversi campi musicali, soprattutto sul piano cantautorale. Vi è una sorta di rinascimento artistico musicale e gradualmente si sta tornando a proporre le proprie idee originali. Questa boccata di aria fresca ha spinto diverse persone a prodigarsi in numerose iniziative per permettere agli artisti di trovare uno spazio in cui potersi esprimere. Prima fra tutte l’iniziativa dell’ House Concert di Valentina Esu che ha dato un bell’impulso alla città e tuttora si evolve in iniziative sempre nuove ed audaci su FB (Solomusicalive Valentina), l’iniziativa di Massimo Gasole “43Molise” che vi invitiamo a seguire e tante altre…. non ci resta che incoraggiare sempre più l’auditorio a sostenere e partecipare a tali eventi!
A.M.: In chiusura mi piacerebbe informare i lettori di Oubliette Magazine delle altre date del vostro primo tour sardo e di eventuali date italiane ed estere.
Sanchez: L’ultima data del mini tour estivo di presentazione sarà il 22 Agosto al “Rupi’s Chilling out” di Porto Pollo. E poi facciamo i misteriosi ci ritiriamo in gran segreto per pianificare le date invernali ed i nuovi brani che abbiamo già iniziato a scrivere…. Ci sono in progetto 3 tappe europee che vi sveleremo in autunno perciò continuate a seguirci sul nostro sito www.sanchezband.it e sulla nostra pagina facebook.
A.M.: Salutateci con una citazione….
Sanchez: “Informazione non è conoscenza, conoscenza non è saggezza, saggezza non è verità, verità non è bellezza, bellezza non è amore, amore non è musica. La musica è il meglio.” – Frank Zappa
Written by Alessia Mocci
Info