“Parla che ti ascolto… forse”, libro di Tamara Mussio: la presentazione padovana
Verso le ore 17:00 di domenica 08 febbraio 2015, la scrittrice di origini bresciane Tamara Vittoria Mussio, classe 1990, ha presentato in provincia di Padova il suo libro “Parla che ti ascolto… forse”, vincitore nel 2013 del concorso E-ncipit della Taak!Book Publishing.
L’opera era stata pubblicata in formato digitale, ma in seguito, tramite Lulu.it, la giovane autrice ne ha disposto una versione cartacea. L’ambiente in cui la presentazione si è svolta è estremamente originale.
“Accessoria concept store” di via Piovego 99, a S. Giorgio delle Pertiche (Pd) si presenta diviso in due livelli. Al piano inferiore c’è il bar ristorante “Civico 99”, ovvero il raffinato bar dove si possono consumare delle pause pranzo sfiziose, con una cucina completa a “prezzi brunch”. Al piano superiore si trova il “Book store”, una libreria fornita e sempre aggiornata, posta all’interno di uno show-room, dove sono esposti anche casalinghi e articoli da regalo. In fondo, una saletta è attrezzata per ospitare gli eventi.
Insieme alla relatrice Gloria Aghi, Tamara Mussio ha presentato un libro “fresco” e divertente, di cui non si esclude un seguito e, addirittura, una trasposizione teatrale.
“Parla che ti ascolto… forse” propone uno spaccato della nostra società, pregna di fobie, vizi e nevrosi, dove chi dovrebbe aiutare il prossimo, sostituisce la propria “vocazione” al vile accumulo di denaro.
Il libro parla della giornata lavorativa di uno psicologo milanese, Mattia Sorrenti, che arriva nel suo studio e si appresta a ricevere i pazienti. Come ha spiegato l’autrice, l’opera è nata per gioco e con l’intento di divertire, quindi non si fregia di alcuna velleità scientifica. In sostanza, i pazienti, descritti con dovizia di particolari, rappresentano un pretesto per creare dei “casi umani”, in cui l’autrice ha potuto dare libero sfogo alla sua ironia e al suo spirito di osservazione. Questi soggetti hanno il compito di intrattenere piacevolmente il lettore, senza arrogarsi il diritto di fornire nozioni di psicologia, e ancor meno di psichiatria.
L’autrice ha spiegato che l’opera segue le cosiddette “unità aristoteliche”, ovvero l’idea, che fu del grande filosofo greco, secondo la quale per comporre un buon libro occorre rispettare l’unità di tempo, di luogo e di azione. E l’intero racconto infatti si realizza nell’arco di una sola giornata, dove vediamo delinearsi i sei personaggi. Ciascuno di essi viene caratterizzato durante la propria ora di seduta nello studio che, se escludiamo la pausa pranzo e il momento in cui tutti ritornano nelle proprie abitazioni, rappresenta l’unica ambientazione.
Le difficoltà incontrate dalla Mussio sono molteplici, e lei ne ha ampiamente parlato. Prima di tutto Mattia Sorrenti è un uomo, e quindi ha dovuto “vestire” panni maschili; poi è anche una sorta di “ciarlatano”, nemmeno laureato, poiché ha letteralmente comprato il suo titolo, e lei ha dovuto far sì che, al di là delle risate, passasse questo messaggio.
Mattia Sorrenti cerca sempre di mantenere la lucidità che il suo ruolo gli impone, ma in realtà nasconde un humour cinico, col quale non è in grado di aiutare nessuno. Di dubbia moralità, legato al lusso e allo status sociale, nasconde segreti e una doppia vita. Ma soprattutto, considera i pazienti esclusivamente fonte di guadagno.
In questo piacevole pomeriggio insieme, Tamara Mussio, dotata di una brillante dialettica, ha parlato di sé, degli studi conseguiti, e di come sia approdata alla scrittura. Ricordiamo che prima di “Parla che ti ascolto…forse”, l’autrice ha pubblicato una silloge poetica, dimostrando una certa dimestichezza nel passare dalla poesia alla prosa.
Grande partecipazione di pubblico ed entusiasmo da parte di tutti. Al termine, un raffinato buffet ha concluso l’evento. Un appuntamento piacevole, che verrà ricordato.
Written and photos by Cristina Biolcati
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