Capi, condottieri, criminali ed anche fini degustatori di arte?
Nei meandri della storia, quando questa viene studiata ed analizzata profondamente, ci si imbatte, talvolta, in fatti che possono lasciare allibiti. Molti grandi personaggi del passato, che oggi definiamo tutti grandi condottieri, perché riuscirono a conquistare con la guerra e la loro efferatezza degli imperi enormi, hanno anche compiuto delle stragi immense, incredibili se non ci fossero state tradotte dai nostri avi.
Si possono fare molti nomi: Giulio Cesare, Gengiz Khan Temugin, molti Faraoni dell’antico Egitto. Comunque sia, per conquistare e mantenere il potere certi personaggi in passato non hanno avuto timori nell’usare una violenza inaudita. Spesso si sono evidenziati i lati violenti, in altri casi la loro capacità di gestire il potere, talvolta queste due caratteristiche erano anche unite all’apprezzamento per diversi tipi di arte.
Timur-Lenk o Tamerlano, all’occidentale, fu uno di questi grandi imperatori. Nacque a Kesh, vicino Samarcanda, l’8 aprile 1336. Suo padre era il capo del clan turco dei Barlas, un vassallato dello stato derivante dalla dissoluzione delll’impero di Temugin Gengiz Khan.
In poco più di venti anni unì le tribù turco-mopngole e al comando delle sue truppe invase la Persia, la Mesopotamia, la Georgia, l’Armenia, penetrò in Russia e conquistò l’Orda d’Oro. Scese in India, ove, forse maggiori furono le stragi da lui compiute, infatti per non farsi rallentare nella corsa alla conquista della Siria fece sterminare 100.000 prigionieri indù.
Come Attila e Temugin Gengiz Khan guidava sempre personalmente le sue truppe in battaglia. Chi non si piegava era destinato alla distruzione senza pietà. La sua caratteristica che oggi sarebbe considerata una “pseudo-patologia” era quella di mozzare la testa agli avversari.
L’obiettivo finale, naturale, era Costantinopoli, che assediò per diversi anni senza riuscire, però, nel suo intento. Sconfisse fuori dalla città Bayazid I, sultano ottomano che era dovuto uscire dalla città per procurarsi acqua dato che i Timuridi avevano avvelenato tutti i pozzi.
La conquista della città ebbe una enorme eco in Europa. Rimaneva solo la Dinastia Ming a contrastare il suo potere in Asia. Dopo la decisione, però, di dare l’assalto alla conquista della Cina, morì nel gennaio 1405. Sposò una discendente di Temugin Gengiz Khan così da diventare “Gur-Khan” (genero del Gran-Khan).
Fu, anche, e questo è il fatto che caratterizzava, stranamente, molti grandi conquistatori del passato, ma non solo, di grandi artisti e studiosi, nonché tollerante in materia religiosa. L’arte timuride portò all’apice il sapere ed il realizzare opere in ambito mussulmano-arabo. La madrasa di Samarcanda, capitale del suo regno tocca l’apice delle realizzazioni architettoniche del suo periodo.
Written by Roberto Lirussi