“Vespro di Natale” poesia di Sebastiano Satta: un vasto silenzio
“Vespro di Natale”

Incappucciati, foschi, a passo lento,
tre banditi ascendevano la strada
deserta e grigia, tra la selva rada
dei sughereti, sotto il ciel d’argento.
Non rumore di mandre o voci, il vento
agitava per l’algida contrada.
Vasto silenzio. In fondo, Monte Spada
ridea bianco nel vespro sonnolento.
O vespro di Natale! Dentro il core
ai banditi piangea la nostalgia
di te, pur senza udirne le campane:
e mesti eran, pensando al buon odore
del porchetto e del vino, e dell’allegria
del ceppo, nelle lor case lontane.

Sebastiano Satta noto Pipieddu (Nuoro, 21 maggio 1867 – Nuoro, novembre 1914) è stato un poeta, scrittore, avvocato e giornalista italiano.
Consegue la laurea in legge a Sassari nel 1894, lavorando fin dal 1890 come giornalista presso il quotidiano L’Isola.
Nel 1908 si ammala, lascia l’attività forense a causa della paralisi; privo della possibilità di parlare ma intellettualmente ancora perfettamente capace, dedica il resto della sua vita a scrivere poesie.
Non è un personaggio che ha avuto molta fama a livello nazionale ma in Sardegna ha una sua importanza; soprattutto i nuoresi lo ricordano per la sua capacità di stare vicino alle persone più umili cogliendo problemi, vizi e virtù del popolo barbaricino di quel periodo. Durante il servizio militare a Bologna ebbe modo di avvicinarsi alla poesia di Carducci della quale fu molto influenzato.
Satta ha raccontato la vita sarda e quella nuorese con occhi critici; infatti era avvocato, giornalista, cultore della lingua e cultura sarda e autore di poesie, fra le quali resta molto cara ai nuoresi Su battizzu (il battesimo in lingua sarda) eseguita in canto dal Coro di Nuoro.
Nel comune di Nuoro è presente una piazza monumentale intitolata a Sebastiano Satta. La piazza venne costruita nel 1967 dallo scultore Costantino Nivola.
Qualche citazione dell’autore:
“I canti degli eroi non valgon le parole | del giusto, e il rosso alloro non val le pie ghirlande.” – dalla lirica “Il canto della bontà”
“Ora i sardi pastori, all’indorarsi | Dei cieli, mentre vah , con tintinnio | Dolce le greggi a ricercar gli sparsi | Rivi, levan le fronti e adoran Dio.” – dalla lirica “Alba”

“Ecco: non fu che un subito | sogno del sole il raggio; | e lunghe fredde assidue | stagnan sul pian selvaggio | l’ombre in eterno. Stendesi | nuda silenzïosa, | sino ai lontani vertici, | la terra lacrimosa.” – dalla lirica “Nella tanca”
“O figli, o figli! quanto arse in fondo all’oscura | anima nostra di odio, in voi arda d’amore.” – dalla lirica “Il canto della bontà”
“Il nostro ermo destino | celato è come il fuoco delle selci.” – dalla lirica “Alla fonte”
“Dolce, o capanna, quando agli uragani | la selva si querela e si dispoglia, | riparar nel tuo nido, sulla spoglia | d’un montone, e parlar di caccia e cani.” – dalla lirica “Sardegna”
“Il fuoco taceva. I guardiani, | ravvolti nei manti di albagio, | seguivan nel sonno il randagio | vagar delle greggi e dei cani.” – dalla lirica “Notte nel salto”
Info
Leggi poesie e racconti sul Natale
Un pensiero su ““Vespro di Natale” poesia di Sebastiano Satta: un vasto silenzio”