Intervista di Pietro De Bonis a Francesca Coppola ed al suo “Respiri di Luna”
Ti ho amato /odiato /Sei stato indifferenza. /Oblio /di tutto. /Ma quei luoghi, /quelle strade, /quegli odori del paese tuo.. /Paese che ho tanto vissuto /e frequentato. /Il tuo nome é scritto /in ogni suo angoletto. /C’é il tuo riflesso sempre, /ovunque io mi volti. /Tornarci é come /amarti ancora /di luce e immensità /di candido e armonioso /di un battito all’unisono.. /É nuovamente vita.. /É nuovamente /quel tardo pomeriggio di Sole..
Francesca Coppola nasce in provincia di Napoli il 28 Novembre 1989. Attualmente frequenta la facoltà di Lingue, culture e letterature moderne europee presso l’Università degli studi di Napoli Federico II.
Amante della musica, si dedica allo studio amatoriale del canto e della chitarra classica. La raccolta poetica “Respiri di Luna” rappresenta il suo primo impegno in qualità di poetessa.
P.D.B.: Ciao Francesca! “Respiri di Luna” (Arduini Sacco Editore) raccoglie liriche il cui tema dominante è l’amore, esiste secondo te un tema dominante che non sia l’amore nelle poesie?
Francesca Coppola: Ciao Pietro, innanzitutto ti ringrazio per avermi concesso la possibilità di questa intervista e per lo spazio che mi offri sul vostro magazine. Riguardo alla tua domanda potrei risponderti di sì, nel senso che i temi che un genere come quello poetico può prendere in considerazione sono davvero molteplici. Si può spaziare dal dolore all’erotismo alla gioia di vivere e così via… Ma nel profondo del mio cuore penso che “l’Amore” sia in assoluto quello più nobile e dominante. Credo che non esista al mondo un poeta che non abbia, almeno una volta, composto dei versi sull’amore.
P.D.B.: Come nasce il titolo di questa silloge? Hai dovuto pensarci molto?
Francesca Coppola: Il titolo della mia silloge nasce dopo aver fatto una piccola riflessione sulle liriche che ho composto. Ti dico “piccola” perché non ho dovuto pensarci molto, è stata una ”illuminazione” improvvisa. I temi del “respiro” e della stessa “Luna” sono presenti in diverse delle poesie che fanno parte della raccolta. Quindi, riflettendo su questo punto non m è stato difficile pensare ad un respiro di luna, al fatto che quando componevo sotto la luce della luna piena era proprio come respirarla e nutrirmi della magia che emanava.
P.D.B.: Ci dedichi una tua poesia?
Francesca Coppola: Vi dedico la prima e una delle mie preferite, si intitola “Quel tardo pomeriggio di Sole”: Ti ho amato /odiato /Sei stato indifferenza. /Oblio /di tutto. /Ma quei luoghi, /quelle strade, /quegli odori del paese tuo.. /Paese che ho tanto vissuto /e frequentato. /Il tuo nome é scritto /in ogni suo angoletto. /C’é il tuo riflesso sempre, /ovunque io mi volti. /Tornarci é come /amarti ancora /di luce e immensità /di candido e armonioso /di un battito all’unisono.. /É nuovamente vita.. /É nuovamente /quel tardo pomeriggio di Sole..
P.D.B.: La sofferenza induce le persone a maturare o solo a soffrire? Quanto secondo te questo comportamento si lega al far diventare un qualsiasi individuo “una bella persona”?
Francesca Coppola: A mio avviso la sofferenza aiuta a maturare e ad imparare soprattutto dai nostri errori (nel caso in cui siamo noi a commetterne). Questa ovviamente non vuole essere una regola generale, applicabile agli infiniti casi della vita. Intendo dire che molto spesso la sofferenza può anche logorare, può renderci peggiori di quello che siamo e indurci a fare nuovi sbagli. Credo che il tutto dipenda sempre da come si reagisce dinanzi agli ostacoli, da quanto siamo coraggiosi e abituati a combattere per ciò che vogliamo e per quello in cui veramente crediamo. Divenire una “bella persona” in seguito ad una sofferenza, grande o piccola che sia, è in ogni caso difficile, bisogna volerlo per davvero ed impegnarsi, bisogna soprattutto amare la vita, solo così la si può vivere al meglio.
P.D.B.: Una tua altra grande passione è la musica, ti aiuta ad aumentare la poesia di quello che scrivi?
Francesca Coppola: Sì, la musica mi è di grande aiuto, non avrei potuto comporre molte delle liriche presenti nella silloge senza la sua compagnia. Per me è di fondamentale importanza e quando si tratta di poesia prediligo in particolar modo quella al pianoforte, mi aiuta a rilassarmi e a trovare le parole giuste.
P.D.B.: Una mia curiosità, si può essere scrittore e non parlare di se?
Francesca Coppola: Questa è una domanda complicata perché sono alle prime armi, ho pubblicato solo una silloge al momento, che però è molto autobiografica, è quasi un “diario” per me, in quanto ogni poesia racconta una mia esperienza. Adesso sto scrivendo un romanzo che a sua volta contiene tanto della mia persona .. Ma forse ciò vale solo per i primi lavori letterari, nel senso che chi come me e te scrive sa che non lo si fa solo per passione ma perché è spesso un bisogno, un bisogno che deve essere esaudito soprattutto all’inizio. E’ come se si sentisse la necessità di raccontarsi, aprirsi al mondo e dare ad ogni lettore un po’ di se stesso, un po’ del proprio dolore o della propria felicità. Col passare del tempo non so cosa accada, sicuramente si diventa più maturi, si scrive con minore impulsività e più riflessività, si abbandona un po’ l’aspetto prettamente “autobiografico” per volgere l’interesse altrove.. Ma anche questa non vuole essere una regola fissa, la vita è imprevedibile ed io spero di avere sempre un pizzico dell’impulsività che mi spinga a raccontare qualsiasi cosa meriti la pena di essere scritta, e se si tratterà della mia vita o meno questo non importa. L’essenziale è continuare a scrivere perché per me equivale a respirare.
P.D.B.: Dove possiamo reperire il tuo libro Francesca? Hai in vista presentazioni?
Francesca Coppola: Il mio libro è acquistabile online, al sito della mia casa editrice, l’Arduino Sacco Editore, su San Paolo Store ed Ibs. A breve sarà disponibile anche la versione e-book su Amazon. E’ in programma anche una presentazione per dicembre, sono molto emozionata per questo evento, è la prima in assoluto per me.
“Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…”
Written by Pietro De Bonis, in Marzullo
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