Gara Poetica gratuita “Brezze Moderne”

Regolamento:

1. La Gara Poetica “Brezze Moderne” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine” e dell’autore Pietro De Bonis.  La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara poetica è gratuita. Tema libero.

 

2. Articolata in 1 sezione:

A. Poesia

 

3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.

Le poesie senza nome, cognome, e dichiarazione di  accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate.

Ogni concorrente può partecipare con una sola poesia.

 

4.      Premio:

N° 1 copia di “Brezze Moderne”, nuova raccolta poetica di Pietro De Bonis (settembre 2012, Lupo Editore)

Saranno premiati i primi tre classificati.

 

5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso, bando è fissata per il 26 novembre 2012.

 

6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:

Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)

Pietro De Bonis (Scrittore, Collaboratore Oubliette)

Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)

Fiorella Carcereri (Poeta)

Nino Fazio (Collaboratore Oubliette)

Vincenzo Monfregola (Poeta)

Anna Russo (Scrittrice)

 

7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.

 

8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.

 

9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email:concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook:

http://www.facebook.com/profile.php?id=100002075267230

 

10. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.

 

 – Per info sul libro:

https://www.facebook.com/pietrodebonisautore

 

http://youtu.be/jyDB19gDP80

 

144 pensieri su “Gara Poetica gratuita “Brezze Moderne”

  1. NEL SILENZIO UNA CAMPANA

    Nuoto nell’etere
    in voli alti…..
    seduta sulla gelida pietra
    scolpita da venti taglienti
    come schegge di cristalli di vetro
    cerco angeli
    per colmare vuoti di solitudine.

    Ritagli di cielo
    con albe e tramonti
    passano come ombre su di me.
    Nel bosco segreto dei miei sogni
    colgo umide viole
    e felci azzurre cingono il mio capo.

    Percorro strade di luce
    che si snodano
    negli abbracci di un nuovo mattino
    ascolterò l’allodola
    che con il canto bacia il sole
    che nasce
    e poserò una lacrima
    sul volto di chi non ha mai pianto.

    Mi perdo nell’immensità della vita
    che col suo silenzio
    mi stordisce e pesa sull’anima
    mentre lontana
    un dolce suono diffonde
    dal campanile antico
    una campana….

    Dichiaro di accettare il regolamento.

    1. ..OLTRE IL TRAMONTO

      sfioriranno i fiori

      passeranno le stagioni,

      piangerà il cielo tingendosi di colori,

      cadranno le foglie dorate

      stanche senza piu’ linfa

      Senza ossigeno per respirare,

      voleranno le rondini

      su altri lidi

      ed i gabbiani spariranno all’orizzonte,

      Volerò come sabbia sospinta dal vento,

      sparirò in quel cielo infinito,

      mi sentirò leggera

      come un aquilone

      che fugge lontano,

      sparirò alla vista

      e varcherò la mia isola eterna.

      sarò l’oblio,

      la vita continua

      in un’altalena di pensieri ,

      di problemi irrisolti.

      Il mio problema irrisolto,

      lo porterò con me

      nel regno dei morti,

      il mio pensiero

      sarà solo per te,

      mi accompagnerà

      nel mio lungo cammino

      verso il tramonto

      sarò in un giardino colmo di fiori

      sarò in quella piazza

      sotto un cielo d’estate,

      accarezzerò

      quel triste gabbiano,

      ti aspetterò

      senza più lacrime agli occhi,

      sarà il mio angolo di cielo ,

      ti aspetterò

      basterà tendere le braccia

      io ti vedrò spuntare

      sarai con me

      nel mio respiro,

      laggiù…

      oltre il tramonto.

    2. Nelle notti primaverili,
      mi specchio nel cielo pieno e
      sono un negro con una leggera mano di tinta bianca a coprire.

      Nelle notti primaverili,
      ho tante di quelle urla che mi escono dalla gola
      e amori che viaggiano in carrozze dell’Orient Express.

      Nelle notti primaverili,
      c’è un solo cuore che mi batte nei timpani
      ma vado avanti, sempre avanti
      ti troverò…

      ______________________________________________________________________

      Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    3. NEI CORTILI DELLA NOSTALGIA

      Gl’alberi hanno memoria di noi
      e tacciono la resina dei giorni
      come sangue loro

      S’addormentano nelle nebbie
      di un domani nudo
      e chiedono al cielo una luce
      nei cortili della nostalgia.

      Gl’alberi spiegano la presenza
      di un tempo muto
      l’avvicinarsi delle parole
      che vorresti ancora d’amore
      ricordando il viaggio di un grido
      il ritorno della polvere perduta
      nel loro vento

      Quanto deserto
      attorno sentono arrivare
      nel paziente silenzio
      di rami ormai ammuffiti
      di solo disincanto

      Quanto ancora devono
      attendere la luce spenta
      di noi che respiriamo.

      Dichiaro di accettare il regolamento.Gianluca Regondi

    4. dichiaro di accettare il regolamento, Maria Grazia Vai

      SUL FIANCO SBAGLIATO DEL CUORE

      Si fa silenzio tra i rintocchi dell’autunno
      e torna a farsi più profondo
      di un solco tra la neve

      Tutto di te, seppur taciuto
      diventa quel fragore che non dorme
      S’insinua sempre più forte
      dall’altra parte della pioggia
      e ti raccoglie più delle parole
      più del silenzio che sciogliesti
      nevicando tra le mie mani.

      In questo vederti piovere
      dove il sole, incurante del vento
      ritorna a fioccare
      Dove piango la fragilità dei vetri
      e la pienezza della tua assenza,
      al di là di questo tempo
      chiuso stretto intorno ad occhi
      che non trovano e mi cercano
      rifugio.

      Dove l’accento di uno sguardo
      si fa rumore vuoto, e Tu
      dai fianchi innevati dei miei paesaggi
      sempre più distante.

      Maria Grazia Vai

  2. ECCOLO…

    Eccolo…
    questo sole atteso
    che appena appena s’intravede
    nel suo sorgere!
    S’attarda arrampicandosi
    ancora sonnolento
    dietro un costone scosceso…
    si sveglia alle sue prime luci
    con i colori della natura
    che si riordinano
    dopo il riposo della notte!
    Eccolo…
    si stropiccia il viso
    con le nuvole sorelle
    che bianchissime
    si rincorrono in un cielo
    che diventa tavolozza
    mentre il mare attende
    il suo benefico calore!
    Eccolo…
    tutto è armonia
    nel suo nascere…
    e l’animo si ricompone
    nella gioiosità della vita!

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.

  3. Io sono il vento..

    Io sono il vento soffio ovunque libero
    ma anche solo nel cielo della vita
    che muta ad ogni respiro
    quando penso di essere arrivato
    cambio rotta
    vado via da chi mi ama e amo ciò che è lontano
    mi segue fedele solo la mia ombra,
    invisibile, muta e accondiscendente
    anche quando sono stanco fermarmi non posso
    perché il mio animo grida ciò che la mia mente respinge
    ma non ho rimorso
    accarezzo i volti ed asciugo le lacrime di chi soffre
    do fiato ai sorrisi e al pianto,
    mi prendo beffa dei prepotenti,
    sollevo il loro mantello e gli porto via il loro cappello
    roba fatta solo con stoffa di presunzione
    cucito poi con fili di arroganza,
    prova a sputarmi contro e vedrai …
    più mi si stringe e più sono inafferrabile
    arrivo quando meno te lo aspetti
    mi puoi vedere solo attraverso l’ondeggiare sinuoso di un prato
    o alla dolce danza di foglie sospese
    spingo nubi che prendono forme assai diverse
    tutto perché so di adempiere ad un destino.
    Quello di essere di Dio il respiro!

    Giambattista Ganzerli
    sez a – accetto il regolamento

  4. Il Male dentro

    Ci sono dolori che ti spaccano il cuore
    E ti calpestano l’anima
    Sono quei dolori sordi e senza suoni
    Privi di speranze e di emozioni
    Dolori che si intrecciano in cammini
    Sempre più oscuri e sempre più meschini
    E non ti fanno scorgere la luce
    Ti lasciano da solo e senza pace
    Mentre dalla tua anima un grido s’alza e tace
    Ci sono dolori che non si possono spiegare
    Ma ti cancellano e fanno tanto male
    Ti lasciano da solo e desolato
    E ti rimangono smarrito e senza fiato
    Sono i dolori della tua esistenza
    Fatti di tanto male e lunghe assenze
    Di giorni lunghi e vuoti e senza senso
    Ci sono dei dolori che non si possono spiegare
    Perché troppo difficili da poter capire
    E ancora più difficile poterli definire,
    Ci sono dei dolori vuoti e senza amore
    Con solo nebbia che oscura il tuo cammino
    E solo intralcio per il tuo destino:
    sono i dolori di chi non è amato
    il cuore triste, lo sguardo disperato
    e scivola nel buio del sentiero
    di quel sentiero oscuro che è la morte.

    Carmela Russo
    sez a – accetto il regolamento

  5. SIMONE FINOTTI

    BENE e MALE

    Amo ciò che è bello.
    Amo tutto quello che è amore.
    Amo il mio essere, il mio senso della vita.
    Amo tutto quello che mi fa sentire felice.
    Amo quello che mi fa provare l’emozione della libertà, della
    poesia. Amo il dolore e la sofferenza.
    Amo tutto quello che c’è di male nel mondo, perché so che
    arriverà il bene che ci coprirà e ci farà sentire vivi,
    ci farà assaporare la gioia della vita, dello stare assieme come
    un abbraccio amorevole e caldo di passione e speranza.
    Amo la solitudine.
    Amo la malinconia e la tristezza, perché mi fa sentire vivo
    e capire che ci sono, che sono circondato da persone uniche
    e che amo con tutto il mio cuore.

    Amo sentire l’amore soffiare tra le mie dita e giocare con esso
    fissandolo, finchè non mi solletica la guancia e mi dice
    “ti amo”, gonfiandomi il petto e riempiendomi gli occhi
    di fanciulla spensieratezza.
    Amo sentire il dolore e nutrirmi di speranza.
    Amo sentirmi uomo.
    Amo essere quello che sono, e ricercare quella direzione della
    mia vita assieme a persone che sono al mio fianco.
    Amo l’odore della terra.
    Amo l’odore della terra sulla mano di un uomo dedito alla
    famiglia e all’amore dei valori belli e sani.
    Amo l’arancione, il marrone, il giallo e il sorriso di una persona
    che nella terra ha piantato la mano seminando nuova vita,
    nuove emozioni e nuovi valori.
    Amo camminare sulla strada nuda e marrone, grulla d’aspetto
    ma ricca di sapere e conoscenza.

    Amo ripercorrere quella strada percorsa mano nella mano
    e sentire quel calore che ancora oggi come allora provo
    nell’apprezzare il profumo di quei fiori, di quei gesti che orfani
    mi accompagnano per quella strada, che oggi solitario affronto
    lasciandomi alle spalle dei ricordi fortissimi, che si sono scolpiti
    in me come in quella mano segnata e graffiata dal tempo
    che ora giace nella terra a nutrire i suoi figli.

    Simone Finotti
    sez a – accetto il regolamento

  6. PESCE

    È il volo di un pesce silenzioso, guizzo
    nel blu profondo, color cobalto.
    Laggiù, dove ogni parte di me è perduta,
    ritrovo attimi interminabili.
    Solo qui è concessa attesa di magici incontri.
    Ho indossato un vestito nuovo
    e mi sento un po’ speciale …
    Mi concedo complice tua in slanci
    di morbide passioni ritornate.
    Curiosi e aridi ricordi affiorano
    inaccessibili ad altri.
    Nascondiamoci.
    Aspettiamo insieme un tempo senza fine,
    che tutto sia prima di ogni frase.
    Continua ancora, non fermarti mai.
    Negarmi cosa? Mai carezze e inganni,
    tra il dubbio e la follia.
    Sia luce la mia dentro di te
    e di me la tua rifletta
    desideri sogni.
    Trattieni il respiro.
    Non affogare, quieta la tua rabbia
    e aspetta e prega pace per domani.
    E non sia?
    Ascoltami, se con te non sono,
    ricorda le mie labbra e me stessa,
    e quando ti abbraccio forte
    sia questo il coraggio per non fuggire.
    Pace domani e se fuggi verrò con te.

    accetto il regolamento

  7. sez a – accetto il regolamento

    L’amore in una stanza

    Rapisco cieli d’inverno
    Per averti pioggia nel mio tempo,
    Invento l’aria nel silenzio
    Per sentirti vita
    Nel mio assenzio.
    Fra le braccia del mio giardino
    Colore creo
    Per farti rimanere
    nel mio arcobaleno.
    Scolpisco cornice
    Nell’ombra del tuo mondo
    per dirti che non sarà lontano
    il mio ritorno.
    Scrivo
    annegando i miei pensieri
    tra i pallidi fantasmi
    di un lenzuolo,
    mentre son qui
    che ascolto
    il rumore di te
    e son solo.
    Solo, come il mare,
    che nella sua vasta anima
    fa memoria.
    Non ho posseduto tutti questi cieli,
    non ho pianto tutta quella pioggia
    e non ho respirato abbastanza
    l’aroma dell’unica preziosa rosa,
    che da sempre ho amato.
    Ma non me ne se son mai accorto,
    se non ora,
    che quest’ombra fa luce
    tra i dubbi di un cuore,
    dove un solo battito
    ha avuto importanza
    racchiudendo
    l’amore in una stanza.

    Francesca Ghiribelli.

  8. Scrivere

    Scrivere è un piacere.
    La penna scorre
    un po’ lenta
    un po’ veloce,
    su intonsi fogli bianchi
    lascia tracce scure
    che sappiam capire,
    inchiostro pien di rabbia
    o delicato amore,
    tristezza amara
    o gioia incontenibile
    superficiale verbo
    o sagge riflessioni
    ma soprattutto
    sentor del cuore.

    Il buon poeta incide
    sul paziente foglio
    con abili fiammate
    i propri ascosi umori
    vestiti di pene dolori
    speranze e desideri
    e come il naufrago
    affida la sua sorte
    a quel messaggio
    dentro la bottiglia
    della vita.

    Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.

  9. E’ ancora Primavera

    Come pietra che ruzzola d’affanno, la mia stagione perenne è dunque l’Inverno?
    Curva di bocca nauseabonda che dalla voragine tenta l’approdo sulle labbra livide
    Aride e lontane dalla sacca depositaria
    Di sorrisi tirati
    Che d’oppio macera amaramente aprendo ferite, lasciando asciutti d’acqua acquitrinosa senza sale
    Attraversando ore di paura.
    Mentre tutto intorno prosegue la normalità del sonno, un fischio violento arriva a bagnare membra e incubi portando la veglia ad occhi colmi di strie sanguigne,
    giallognoli segni epatici incancreniti rifiutano il flusso del grido che come diga vorrebbe liberare oscurità dei silenzi.
    Mi risveglio che ancora per tutti è Primavera.

    Annalisa Orrù

    accetto il regolamento

  10. “Petali volanti”

    Petali nel vento che corrono felici
    verso l’orizzonte, ignari di noi
    e dei nostri desideri.
    Vanno su prati e sui mari
    e ridono di noi
    che non li vediamo
    perchè siamo impuri
    e guardiamo in basso.
    Alziamo gli occhi, amica mia!
    Vedremo anche noi
    i nostri pensieri volare leggeri
    nel cielo, come petali nel vento.”

    Dichiaro di accettare il regolamento.

  11. ALLA TERRA E AL CIELO

    Alla terra e al cielo
    supera i bastioni del cuore
    mentre una farfalla disegna
    i contorni di un angelo,
    torna nelle braccia del Signore.

    L’emozione attanaglia,
    troppo presto per accarezzare
    un celeste mischiato al sole.

    Luce che assorbe
    e non dilata la distanza
    perché del brivido si cinge il corpo
    mentre d’anima si alimenta lo spirito.

    Il corpo che torna alla terra,
    l’anima che torna al cielo.

    Una carezza che si fa velluto
    nei sogni d’una figlia
    che ora vede solo un arcobaleno.

    @Patrizia Portoghese alias Pattyrose

    Accetto il regolamento

  12. Esisto, trama, cornice,
    ipnotica devianza di un’impressione sterile,
    lineamenti duri e imperfetti dell’indifferenza.
    Sforzo l’impatto,
    nessuno nota.
    Frammenti di un’illusione poetica,
    sguardi dimenticati,
    come ombre sconosciute, compatte nebbie,
    sagome cieche sospese nell’inquietudine.

    Accetto il regolamento del concorso.

  13. TU …OLTRE IL TRAMONTO

    sfioriranno i fiori

    passeranno le stagioni,

    piangerà il cielo tingendosi di colori,

    cadranno le foglie dorate

    stanche senza piu’ linfa

    Senza ossigeno per respirare,

    voleranno le rondini

    su altri lidi

    ed i gabbiani spariranno all’orizzonte,

    Volerò come sabbia sospinta dal vento,

    sparirò in quel cielo infinito,

    mi sentirò leggera

    come un aquilone

    che fugge lontano,

    sparirò alla vista

    e varcherò la mia isola eterna.

    sarò l’oblio,

    la vita continua

    in un’altalena di pensieri ,

    di problemi irrisolti.

    Il mio problema irrisolto,

    lo porterò con me

    nel regno dei morti,

    il mio pensiero

    sarà solo per te,

    mi accompagnerà

    nel mio lungo cammino

    verso il tramonto

    sarò in un giardino colmo di fiori

    sarò in quella piazza

    sotto un cielo d’estate,

    accarezzerò

    quel triste gabbiano,

    ti aspetterò

    senza più lacrime agli occhi,

    sarà il mio angolo di cielo ,

    ti aspetterò

    basterà tendere le braccia

    io ti vedrò spuntare

    sarai con me

    nel mio respiro,

    laggiù…

    oltre il tramonto.

    DEL CONCORSO
    ROSA D’AGOSTINO – DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO

  14. Inaspettato e perfido il lampo
    di una logorata canzone
    mi trascina lontano
    sul coccodrillo ferroso ansimante
    nel fiume denso del pomeriggio
    quel treno che lento esasperava
    la mia voglia di te,
    estate feroce di caldo e giovinezza
    fuoco d’agosto
    ferrovia rovente
    su cui s’infrangeva l’impazienza
    e il desiderio del tuo corpo vicino
    esplodeva in frenetico magma;
    così per un attimo in questo presente
    l’assenza tangibile e sconfinata
    mi proietta su vagoni oscuri
    dove soltanto il dolore viaggia,
    blindata in un treno diverso
    lanciato nel buio siderale
    all’insensata ricerca della tua essenza.

    Sezione A

    Dichiaro di accettare il regolamento

  15. Cipressi

    All’ombra
    della croce
    luce rarefatta
    è luce?

    Domanda
    risponde
    perdona
    la campana

    e fredda
    dona
    l’ora
    della pace.

    accetto il regolamento

  16. RIBELLE IO
    Io non posso essere felice quando cambio solo per soddisfare il tuo egoismo.
    Non posso sentirmi felice quando mi critichi perché non penso i tuoi pensieri.
    E non vedo come tu mi chiami, ribelle.
    Eppure, ogni volta che ho respinto le tue convinzioni, tu ti sei ribellato alle mie.
    Io non credo di plasmare la tua mente.
    So che ti sforzi di essere te stesso e non posso permettere che tu mi dica cosa devo essere,
    perché sono impegnata ad essere me!
    (Rossella Zucaro)

    accetto il regolamento

  17. PER QUALCUNO
    e se qualcuno non ci crede
    se per qualcuno
    non è vero
    se per qualcuno è assurdo
    se qualcuno non realizza
    se qualcuno non immagina
    se qualcuno non ha sogni
    se qualcuno non è vivo.
    Danzami intorno
    e dimmi “ti amo”.
    Mostriamo a qualcuno
    quanto noi siamo.
    (Vincenzo Zucaro)

    accetto il regolamento

  18. Io sola

    ti vidi

    Srotolato

    Rilucente

    Disarmato

    Tu ricordi

    il mio cuore

    quel segreto

    galoppare

    Io te quel giorno

    come vestivi

    come parlavi

    E l’improvvisa pace

    di quell’ abbraccio

    tutto quiete e luce

    MIRIAM BRUNI
    SEZIONE A – Accetto il regolamento

  19. Daniela Giorgini – Sezione A – Accetto il regolamento

    E mi abbandono

    Timida
    – di sguardi e parole –
    tremo.
    Il mio corpo nudo
    tra le tue mani
    manda segnali
    di brividi accesi
    che la mente rifugge.
    Passione
    è il mio tormento
    – il mio spavento –
    e cerco di nascondere
    il rossore
    – e il mio amore –
    Ma il sangue nelle vene
    scorre bollente
    – scappare non serve a niente –
    E mi abbandono
    a te.

  20. sezione a- accetto il regolamento del concorso -IL PASTORE DEI SOGNI-

    Devo dormire
    a quest’ora non chiama nessuno
    se non chi ha bisogno.

    Mi sento come una donna,
    che aspetta di non esser più libera,
    per liberarsi.

    Gocce di pioggia, come un gregge svogliato,
    talmente lente a cadere
    che le potrei contare.

    Per ogni goccia, una parola, da dedicare
    e passare la notte a vederle svanire
    così come i sogni, che non sanno mai bene dove andare a finire.

    Oserei uscire, solo, per un bicchiere
    da svuotare
    come ho fatto coi sogni.

    Da ragazzo credevo poi rinascesse la voglia,
    che tutto venisse placato, dall’ira,
    sedevo davanti al mare in burrasca.

    L’istinto era quello di buttarci dentro la vita
    e più stavo male e meno reagivo,
    e nemmeno a buttarmi, a qualcosa servivo.

    Devo dormire
    smettere di pensare
    e riprendermi il mare.

    Questi monti che mi schiacciano
    queste valli che mi ignorano,
    mi è tutto lontano, non posso toccare.

    Devo dormire
    a quest’ora si può fare di meglio
    che abbracciare un cuscino.

  21. Sz. A accetto il regolamentoANTONIO PASCUCCI

    SPECCHIO DI VERITA’.

    Da giovane, per ore intere
    in me ti specchiavi
    ammiravi il tuo corpo
    robusto e muscoloso
    te ne eri pazzamente innamorato.

    Ti radevi la barba
    fischiettando quel motivetto d’amore
    che tanto mi faceva rallegrare
    mi confidavi
    i tuoi segreti più nascosti
    le tue ansie, le tue paure
    i tuoi primi amori
    io ti ascoltavo, ti consigliavo.

    Oggi, sempre più di rado
    in me, ti vieni a specchiare
    hai vergogna
    del tuo corpo ormai invecchiato
    del tuo viso
    segnato da rughe profonde
    che testimoniano
    la tua avanzata età.

    Mi manca tanto il tuo fischiettare
    non aver paura
    in me troverai
    sempre un amico con cui puoi parlare
    come in passato
    che tutto confidavi.

    Io riflesso di verità
    in te mi son specchiato
    la tua anima
    bella e trasparente
    ancora oggi, allegramente
    fischietta quel motivetto d’amore
    che mai….ti farà invecchiare.

  22. Entra nella mia vita
    senza preoccuparti di fare rumore.
    Non toglierti le scarpe,
    non camminare in punta di piedi,
    non parlare sottovoce,
    non soffocare le risate.
    Sii invece uragano che spacca,
    tempesta che sconvolge,
    pioggia che sorprende,
    onda che sbatte ineluttabile
    e poi recupera ogni cosa
    nel suo vortice scomposto.
    E quando tutto si sarà placato,
    nel fragore della tua risata,
    saprò che sono viva.

    accetto il regolamento

    1. Sez. A accetto il regolamento Cristina Biolcati

      VIVA

      Entra nella mia vita
      senza preoccuparti di fare rumore.
      Non toglierti le scarpe,
      non camminare in punta di piedi,
      non parlare sottovoce,
      non soffocare le risate.
      Sii invece uragano che spacca,
      tempesta che sconvolge,
      pioggia che sorprende,
      onda che sbatte ineluttabile
      e poi recupera ogni cosa
      nel suo vortice scomposto.
      E quando tutto si sarà placato,
      nel fragore della tua risata,
      saprò che sono viva.

  23. IL GHIRO

    Il pianto della pioggia
    fa brillare l’erba.
    Trema l’acqua del ruscello,
    Il bagliore del sole
    turba la sua tranquillità.
    Su un sasso
    un ghiro addormentato
    veste di solitudine:
    gli hanno pestato la coda
    e poi dimenticato.
    Lui dorme,
    rimane nell’oblio
    di fronte all’indifferenza.

    DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO

  24. pillole di carne cruda

    ora vi chiederò in silenzio del silenzio,
    voglio godermi l’attimo che precede la morte dello stesso.

    ci lamentiamo di parcheggi inesistenti
    dove parcheggiare gli scontenti e stanchi
    di questi due corpi celesti in cielo simili ad occhi
    affetti dallo strabismo di venere e da tutto questo
    piangere e scrivere.
    tu strappami le cornee e gettale come bottiglie estranee
    che hanno dato vita a fantasie erronee e temporanee
    e che t’han cullato questa notte ininterrottamente.
    sono cieco alla luce del mattino ho le tende nelle palpebre
    e schivo ogni colpo di tosse dedicato al vino ogni pagina
    d’un taccuino che potrebbe lacerare le mie vertebre.
    resto aggrappato alle tue ciglia e tu sbattile perch’io cada
    urlando sperando di toccare un fondo,
    ma se ho nero sott’alle unghie è perché sto scavando.
    recito funzioni matematiche e logiche
    l’incognita è l’irrazionale di queste sciabole-parole,
    che vincono grattando il plexiglass del mio occhio.
    impronte digitali sono tracce inconsapevoli eppure
    più rappresentative d’una poesia inutile, così pare.
    vedo ingranaggi arrugginiti d’una coscienza ormai scordata
    in qualche vicolo sperduto nell’autostrada d’una sigaretta
    mai fumata per intero e il filtro piange il suo abbandono.
    calli nelle occhiaie appesantite da notti nere e bianche
    confezionate dallo smog d’una industria decadente
    che formula pensieri sfornati caldi o vomitati.
    la democrazia è paraplegica e indovina chi l’ha investita?
    (la democrazia è paraplegica e tu sai chi l’ha investita)
    sfrecciavamo lungo sentieri di spensierate follie
    scambiandole per idee ma abbiamo perso la ragione
    e forse è il caso di rinviare pesanti arrivederci
    addii troppo leggeri o sguardi ambigui per capirci.
    camminando tra fiumi, torrenti torridi e orridi
    e cementi che paiono naturalmente armati di castighi
    abbiamo scelto di fermarci ad una stazione di servizio
    scambiandola per uno spazio di riposo quando invece
    è risultato esser la somma di tutto ciò finora scritto.
    e tu che nella tua testa ascolti questa prosa poetica
    ti prego aiutati ad uscire dalla noia empatica, emblematica
    di giorni sputati da una penna a sfera
    che ricorda la nostra terra prima che fosse castigata.
    sono pillole di carne cruda, rossa e nuda, tu ingoiale
    prima che la carne muoia grazie alle suddette sciabole
    che tagliano l’aria condizionata dalla gloria.
    ci vedremo un giorno ma non ci parleremo.
    ci parleremo un giorno ma non ci rivedremo.
    ci rivedremo un giorno e noi non ci saremo.
    noi non ci saremo, noi non ci saremo più!..
    e scorderemo la voglia che avevamo di non portarci
    appresso ogni possibile rimorso o lo affogheremo.
    sì, lo affogheremo.

    Dichiaro di accettare il regolamento.

  25. Vincere la gravità

    Vincere la gravità
    imposta da natura,
    scioglier le zavorre
    che gravano sull’anima,
    abbatter le pastoie
    che stringono le membra.

    Sorvolare il mondo
    esplorare l’universo,
    scacciar della paura
    i demoni frenanti,
    vincer ogni ritrosia,
    Osare d’esser liberi.

    Ciò non è difficile:
    Cavalchiamo i nostri sogni!
    Liberiam le fantasie!
    Rilasciamo le emozioni
    sorvolando col pensiero
    la gravità di mille mondi.

    Accetto i termini del regolamento.

  26. Andrea Borrelli – sez.A – Accetto il regolamento

    Ego

    Vivendo le lande del pensiero
    come unico siero
    serio nel far nulla
    di più sul mio sentiero
    specchio di vita inutile
    senza alcun mescere
    il vero e il faceto
    feto dell’ arroganza mia
    erta ad ascoltarmi
    solo nel riflesso
    di un piccolo giorno
    perso in piacevoli assenze
    distaccati ricordi
    e fottio di musiche veloci.

  27. Pensavo il tuo cuore…

    pensavo il tuo cuore
    fosse la mia casa
    invece
    con la valigia in mano
    ripongo i miei panni
    e
    vago per stanze
    dove
    il vuoto lasciato
    al posto dell’amore
    è compagno di viaggio
    al mio dolore.

    (Maria Pina Santoro)

    1. Anna Alfano sezione A accetto il regolamento
      TERRA
      Oh terra! Tu che come me
      soffri la fame di giustizia,
      oggi tremi scuotendo animi impauriti
      eruttano i monti , vomitano i fiumi
      Si dissolvono i ghiacciai
      L’uomo gira il capo all’affamato
      Calca la mano pur di arricchirsi
      dove nulla ha più importanza,
      sola bramosia del dio denaro.
      Rimpiangiamo, il mancato amore
      Per una terra martoriata
      I nostri cari alzeranno il dito
      Rimpiangendo i prati erbosi,
      Il bianco ovattato della neve
      gli arcobaleni dai mille colori.
      Solo la pioggia farà rumore
      inizia la nenia della supplica
      Si prega un Dio dimenticato
      dando sfogo all’emozione con rimpianto.

  28. Elena Condemi Sez A Dichiaro d’accettare termini e condizioni del regolamento.

    “Corde di luna”

    Suono la spe­ranza
    di una notte
    lim­pida
    e viva…

    il rime­dio che non ho
    la temperanza

    la gaia voce
    di tutta la for­tuna
    che ancora
    mi si cela.

    Accordo
    disac­cordi
    dell’anima…

    Canto
    tesori mai sepolti
    ove splen­dono forti
    gemme ritrovate.

    In una luna
    che mi lascia
    nuda
    con me…

    e, come me,
    piena e sola.

    Elena Con­demi

  29. Il disincanto

    Quei passi affondano pesanti
    su quella sabbia abituata all’umana diffidenza!

    Quei passi solcano un destino a quell’incanto mattutino
    che attira lo sguardo dell’umana morbosità!

    E l’umana ignoranza violerà ancora quel manto
    che l’abituale disincanto ha tracciato già!

    accetto il regolamento

  30. sez A Accetto il regolamento

    E,,,SI ABBANDONA
    Gelida, spoglia
    frema quest’anima,
    teme
    in un altro risveglio.
    Fuori c’è vita
    dentro l’abbandono
    e tutto giace.
    Risonanze morte
    volti, voci
    scheletri da condannare.
    Vulcani esplosivi
    cessano di ardere
    questa caparbia sensibilità
    ormai tutto giace.
    Venti feroci
    onde persuadenti
    cieli spenti,
    trionfano
    su queste laceranti cicatrici.
    Sconfitta e assente
    stanca si arrende
    allontanando rive
    e si abbandona
    nel lungo vortice
    dei suoi pensieri.

  31. Vincenzo Bua – sezione A – Dichiaro di accettare il regolamento

    “Monete”

    Siamo vortici all’interno di noi stessi
    fiumi ripieni di ciò che abbiamo visto
    cerchiamo lune piene,
    …nonostante siano sempre una sorpresa.

    Autori di noi stessi, siamo estranei,
    quando, con sorrisi, abbandoniamo l’odio,
    stringiamo la mano alla nostra ipocrisia.

    Siamo vile denaro,
    scambiato per un minuto di gioia,
    per il disilluso sogno di avere una vita migliore,
    sporco come la falsità che circonda il nostro essere.

    — Dichiaro di accettare il regolamento —

  32. **Stelle**
    Gino Centofante – sez.A – Accetto il regolamento

    Brilli dentro di me
    colori la mia vita
    sfumature bicolori
    rosso-nero
    ossimori cromatici
    tanto lontani che
    si sfiorano al lento
    risuonar dell’eco
    del mio e del tuo
    amore suggellato.
    Di una notte
    lucente e focosa
    come corpi
    avvinghiati all’avvampare
    delle nostre passioni.

    Da [Graffi edito Libro Aperto Edizioni]

  33. Il cielo è come l’anima mia.

    Il cielo è come l’anima mia in un
    riflesso spontaneo quanto inatteso.
    Esso è come l’onda concentrica
    che si sparge dal punto di impatto
    di un dolore, un’increspatura che
    si spande in eterno e non ha ritorni.
    L’anima mia è fatta della stessa
    sostanza, fragile come un velo
    setoso, con la differenza che non
    accoglie dentro di sé le stelle ma le
    contempla da lontano, come in
    una preghiera e le potesse sfiorare,
    bagnandosene di lucida follia.

    L’anima mia, come il cielo, non
    conosce intervalli d’esistenza, essa
    è un continuo mutare e divenire, la
    forma finale che assumono sia i nostri
    corpi che la terra. Celano in loro un
    denso senso di mistero ed un’angosciosa
    eternità, eppure basta un eretico
    tumulto per riscoprirne le concavità
    più misticamente solidali. Dal cielo
    scrosciano le piogge, dalla mia anima
    vengon giù lacrime; si rinnovano
    gli esseri che da entrambe si lasciano
    ghermire; è come se il cemento di vecchiume,
    che prima li rivestiva, si fosse tramutato
    in fango lavato via, i corpi ammantati di
    candida luce, rinnovata gloria.

    Scende lesta la notte, corta l’oscurità
    del mondo, ma s’allungano i pensieri
    e anima mia, se pur sfiancata, hai
    occhi pallidi e pesanti, percorsi da
    minuscoli fiumi di sangue, ancora non
    vuoi arrenderti all’ipocrisia di meretrici
    ciglia o all’accidia del sonno, mentre
    il cielo cessa di farti da specchio e
    muta nel Lete dove poterti meglio
    adagiare. Scava falciatrice! Scava!
    Non temere di annegare tra le sue
    acque, ma sii alla ricerca perenne di
    una verità che resta innominabile
    per coloro che non l’hanno mai goduta,
    poiché, il trastullo che dona, è pari al
    guardare il sole nel punto più alto della
    sua plastica cavalcata, e rimanerne folgorati.
    È la verità dell’amore ed è solo per quei
    cuori che la provano e possono reggerla.

    Dichiaro di accettare il regolamento.

  34. Accetto le condizioni del concorso

    con…fuso

    in questo dare e dare
    quasi più senza
    chiedere nulla
    mi sento fuoriuscito
    dall’anima
    in altri disperso
    per questo
    ritorno da me
    al mio stare protetto
    nel mio essere
    unico

  35. LE NOTE DELLA VITA
    Timidamente componendo
    vorrei poter cantare
    con la voce del vento
    che disperde le sue melodie.
    Vorrei poter cantare favole
    racchiuse nel mio cuore,
    racchiuse nella mente
    immerse in un mare di ricordi.
    Rubini rossi
    che vibrano leggeri
    come raggi di sole.
    Tra i riflessi dell’acqua
    desisto dall’impresa
    e canto solo
    attraverso le note della vita.
    Punte acuminate.
    BIASOLI MARIA CRISTINA-accetto il regolamento-

  36. Scusami . . .

    Quando fuori la bruma
    coprente si fa come coltre di neve,
    io ritorno fra i panni
    preziosi, che per me
    ricamato tu avevi,
    nell’attesa di sgravare il tuo grembo.
    Taciturno, mi appare
    il tuo viso, ben lieto nel vedermi in salute,
    ma non senza la ruga
    angustiata, dal futuro che sapevi
    intricato.
    Vedo pure il tuo sguardo
    proiettarsi in avanti
    al divenire dei giorni.
    Si,
    quelli in cui, riscattare
    avresti voluto, i tuoi affanni.
    Si spianava quel solco, aspirando al realizzo,
    di quel tanto che ancor, da percorrer avevi.
    Mah nel mio cammino,
    mai un principe, mai una stella cometa,
    mai un filo d’Arianna, mai la faccia del dado
    più alta.
    Contemplo ciò che avresti voluto,
    ma non sono davvero riuscita
    a adempiere i propositi tuoi.
    Scusami se,
    non sono la figlia che avresti voluto.
    Ancora mi scuso, sconfitta e umiliata
    senza scotto ne fio e
    la sola ammissione, di essere pure io,
    un tuo disincanto.
    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  37. – Il vecchio stanco –

    Cullato dai ricordi
    svuotato dai rimpianti
    galleggia un guscio d’uomo
    sul fiume delle genti

    (Accetto il regolamento)

  38. Maria Isabella Binetti
    Accetto il regolamento del concorso – Sez A

    Aurora

    Scolora piano la notte
    al tocco lieve dell’aurora
    Il mare è un grande foglio,
    righi le onde che
    la brezza increspa.
    La mia barca è una penna,
    la sua scia il pennino,
    e disegna note sul pentagramma.
    La mia barca è una viola
    e suona quelle note.
    La mia barca è una donna,
    occhi di cielo limpido,
    fili d’argento nei capelli.
    Sul suo ventre morbido
    audace Zefiro danza
    e ne accarezza i seni
    e la pelle freme.
    La mia barca sogna,
    che sia lungo l’incanto!
    E rimanda alla notte
    storie intricate
    di cupi pensieri
    e insane frenesie.

  39. RESPIRO DI MADRE
    Filippo Gigante – sez.A – Accetto il regolamento

    Guarda c’è l’aurora…
    con me è ogni giorno.
    E’ nei miei sguardi
    che si confondono
    tra i tuoi.
    Sei l’aurora
    della mia vita
    e con essa
    rimarrai.
    Asciugherò le tue lacrime
    e le tue sofferenze,
    leggerò i tuoi pensieri
    e i tuoi sorrisi
    anche tra i tuoi capelli bianchi.
    Guarda l’acqua del mare
    tra le rocce
    e quella conchiglia…
    ha la tua voce.
    La prenderò per me
    per sentire per sempre
    il tuo respiro di vita,
    il tuo respiro di madre.

  40. accetto il regolamento

    SENZA LUCE…NEL SILENZIO

    Scrivo per cancellare,
    scrivo per amore…per vendetta,
    scrivo per rabbia
    caratteri universali
    spiccano sul foglio candido,
    nel buio, nel silenzio
    udibili da tutti,
    scrivo per chi non sa leggere
    e per chi non può,
    scrivo ad alta voce
    perchè sentano tutti
    perchè volino nell’aria
    e raggiungano anche te.
    E per chi non può udire
    l’inchiostro bacia la carta,
    con labbra dipinte di rossetto indelebile
    fatto di amore e passione…per le parole.
    lisanna

  41. Ogni giorno di più
    attendo che la notte sia matura
    per tuffarmi in lontani universi
    dove le onde dei miei sogni
    si perdano nell’oblio del nulla.

    Questo buio complice
    mi ascolta e mi consola
    mentre dentro l’anima
    si riaccende la tua voce
    a riempire ancora i ricordi
    di preziosi momenti.

    Ogni giorno di più
    vivo solo del tuo respiro,
    cercando attimi d’emozioni
    sotto queste queste stelle,
    in quegli immutabili segni
    che da sempre parlano di noi.

    In immensi oceani di tristezza
    naviga la mia mente solitaria,
    mentre il vento amico mi guida
    sussurrandomi ancora
    che, ovunque tu sia,
    sei parte di me.

    Ogni giorno di più
    la tua assenza non mi da pace
    mentre il mio mondo
    è ormai rinchiuso in una foto,
    nella verità di uno sguardo
    che ancora mi possiede.

    Ed il mio cuore smarrito,
    chiede ancora se è vero
    che ci sarai per me,
    sempre e per sempre

    Ma ogni giorno di più
    la tua voce nell’anima,
    mi aiuta a capire
    che non basterà una vita soltanto,
    per dirti che sei
    il mio amore senza fine.

    ( Mauro Bompadre )
    accetto il regolamento

  42. Tempesta

    scoglio
    silente e solitario,
    che ti ergi
    nel mare tempestoso,
    quanto simile all’uomo sei,
    sempre in lotta con l’avverso fato
    in balia di correnti,
    che giorno dopo giorno
    goccia a goccia scavano solchi
    scardinano corazze,
    inutili difese contro il male,
    che lento s’insinua
    nelle falle dell’anima
    e ci svuota delle energie,
    lasciandoci ombre
    in crisi con noi stessi

    accetto il regolamento

  43. Gabbiani.
    Ladri.
    Stormi di cirri
    in fuga dai mari,
    ciglia aggrottate
    dei cieli avari,
    male sottile,
    chiara febbre,
    infezione
    delle onde ebbre…
    Gabbiani.
    Ladri.
    A me, semplice
    anatra supplice,
    quale briciola
    avete strappato.
    Non c’è altro; bevo
    l’acqua melmosa
    e va, va su me
    la vostra febbre prodigiosa.
    Il cielo è anemico.
    Il fiume diarroico.
    Gli alberi (fuori portata,
    i furbi)
    sono tutti verdi.

    dichiaro di accettare il regolamento della gara

  44. TESTAMENTO – Accetto il regolamento

    Certe volte mi sento così in armonia con il Creato
    che potrei morire in quello stesso momento,
    però nulla dovrebbe essere sprecato,
    e diventare cenere non sarebbe un tormento.

    Il sangue lo darei a chi ha faticato
    senza mai raccogliere certezze,
    gli occhi a chi non ha mai osservato,
    la pelle a chi non ha mai ricevuto carezze

    due mani a chi è sprofondato,
    e si sta arrampicando per venirne fuori,
    i polmoni a chi vorrebbe urlare ma non ha più fiato

    e, alla fine, mi rimane il cuore,
    quello “materiale” può servire ad un malato,
    quello “vero” lo lascio al mio, unico, amore….

    ( e.. scusatemi la rima cuore-amore)

  45. Accetto il regolamento.

    LA MIA MANO

    LA MIA MANO
    A VOLTE STANCA,
    TI DA’ UNA CAREZZA,
    SE TI MANCA.
    LA MIA MANO TREMA
    SE COMPONE CON DOLCEZZA,
    SE AFFERRA CON TENEREZZA
    I TUOI CAPELLI D’ORO.
    LA MIA MANO VUOLE SCRIVERE
    DI VOI, PER VOI, PER SE’
    FINO A QUANDO NE AVRA’ LA FORZA,
    LA COSTANZA
    IL GIUSTO SPIRITO.
    LA MIA MANO VUOL STRINGERE
    LA TUA MANO,
    PER SENTIRSI PIU’ VIVA
    PER SCOPRIRE SOPITE SENSAZIONI
    E CAPIRE COM’E’ BELLO VOLER BENE.
    EMOZIONANDOMI COME UN BIMBO…
    GLI HANNO DONATO UN SOGNO

  46. ’89, PASSI

    Ti lascio in compagnia
    un vestito di piombo
    e il vagone pieno di onde,
    io e la borsa, due pesi colmi di soprassalti;
    nelle cerniere biglietti da tenere per sempre…

    sane contraddizioni

    Sentirti perduto
    senza i miei occhi, colpevoli
    d’averti segnato le carte,
    verrà il momento di strappare una data

    Già ti vedo al binario numero x
    bruciare nel fumo aspirato
    nervoso, l’orario in ritardo
    Il rituale caffè – come stai?-
    continua a scottare, s’ingorga la voce
    -ho poco da dirti, forse a lungo –
    niente da spartire con la tristezza,
    “niente” è il pieno centrato

    Al centro
    consumano gelati per strada
    (contro l’afa)
    ci tocca un gelo alle spalle
    e due fuochi ci mangiano,
    un sole allungato
    ci stacca le dita, finalmente
    Ti lascio
    paura di perdersi,

    faresti a meno di pensare
    che io vado e tu resti

    Rita Stanzione ©2012

    Accetto il regolamento del Concorso

  47. Piena.. Luna (dalla silloge Respiri di Luna)

    Piena..
    Luna..
    A te che vegli
    sul marinaio assorto nel
    tuo di Dea splendore..
    A te che brilli notturna
    illuminando il cuore..
    A te che puoi vederlo
    mentre scattò e
    la tua meraviglia immortalò..
    Sempre la stessa sei..
    Chissà se nel fissarti ed
    ammirarti
    un piccolo pensiero volge a me..
    Chissà se mentre a Te
    mi volgo io
    l’Amore Mio
    mi avverte..
    Piena sei e rotonda e colma
    come questa tormentata
    anima di bambina Sola..
    Se a te si rende
    tranquilla sopravvivo,
    anche se non son io
    il pensiero primo..
    Perché ti guardo anch’ io..
    E ciò può un pò
    scemare la sua assenza..
    Il fatto che
    per lui son trasparenza..
    Proteggilo e sorveglialo per me..
    Difendilo il mio dolce e ingiusto Re..
    E digli
    che in silenzio sto
    bruciando
    che vado avanti a stento
    e zoppicando..
    Che dal mio viso
    ha cancellato il
    riso.. E che l’Amore é Amore
    sempre e ovunque e in ogni modo..
    Che anche senza vedere né toccare
    é possibile sentire.. Patire.. Gioire e
    Innamorare..

    sez. A dichiaro di accettare il regolamento

  48. Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Solo un’occasione di Ilaria Militello
    Voglio solo avere una possibilità.
    Vorrei far vedere chi sono,
    cosa valgo.
    Vorrei farti vedere che ti sbagli.
    Voglio un’occasione per farti vedere chi sono.
    Ora tu mi guardi e non vedi nulla,
    solo una perdente,
    ma avrò la mia occasione
    e tu avrai stima di me.
    Ti accorgerai d’aver sbagliato
    e mi chiederai scusa.
    Ora tu mi guardi
    e vedi solo una che non vale,
    ma avrò la mia rivincita e allora mi guarderai
    e vedrai chi sono,
    quanto valgo.

  49. Claudia Piccinno

    Olezzo di crisantemi

    Sconfinata attesa

    nella tua agonia.

    Assemblata alla paura

    Per ogni bip lento

    di quel monitor.

    M’imploravi

    con gli occhi

    di fermar

    lo schermo.

    Io sorridevo falsa

    e sanguinavo dentro.

    Temevamo

    l’olezzo dei crisantemi

    e ti promisi quiete

    all’aria aperta.

    Ti so ora abbracciato

    alle fronde del pino,

    esaudito l’ultimo

    tuo desiderio,

    ritrovo nel vento

    il tuo sorriso.

    edita in Transiti diversi- Rupe Mutevole
    si accetta il regolamento

  50. FABRIZIO TANDA – ACCETTO IL REGOLAMENTO

    MENTRE MUTE
    LE TUE MANI

    Sorridi
    in questo splendido
    silenzio avvolto

    dalle ombre
    della sera
    mentre

    mute
    le tue mani
    madide di
    brina

    cercano gioiose
    il mio cuore.

  51. Mani di nonno

    Le riconosco queste mani,
    nonno.
    Le loro rughe mi hanno parlato.
    Sono le stesse che hanno asciugato occhi
    di madri e mogli sconsolate.
    Le stesse che hanno spostato cadaveri ad Auschwitz.
    Le stesse che hanno tremato
    davanti a crudeli soldati.
    La loro storia giunge volando
    sulla coda del vento,
    sul domani che venne.
    Ricordi, nonno,
    quando, ardite,
    fremevano
    su forme sinuose di donna?
    Quando, dolci,
    sfioravano la mia testa di fanciullo?
    Quando, forti,
    costruirono l’altalena sul ciliegio?
    Quando, stanche,
    stringevano il bastone
    che ti sorreggeva?
    Ora hanno concluso il loro viaggio,
    nonno,
    sono divenute ali…
    ed io le guardo volare lontano,
    nonno.

    accetto il regolamento

    monica bianchetti ©2012

    1. E’doloroso il silenzio

      Quanto è silenzioso il dolore,
      entra nelle ossa e permane
      come gelido ospite,
      anche se fiato e lacrime
      senza freno esplodono..
      Vorrei che rivivessero
      queste mura dei battiti
      della tua presenza,
      inseguo ancora il profumo
      di giorni non tanto lontani
      e ascolto la voce
      delle tue ore migliori,
      ma è solo dentro me..
      qui tra le stanze vuote
      è doloroso il silenzio.

      accetto il regolamento

  52. ANTONIO GIORDANO 27/10/2012. Dopo averne preso visione, accetto il regolamento

    “LOTTE INTESTINE”

    Dice e ridice Euridice,
    né mai si contraddice,
    che il Duce trace
    di nome Aiace
    non fece le feci
    il dì delle preci
    ma invece, in sua vece,
    felice le fece il vice.

    Tace Euridice e più non dice
    ma corre voce
    che il duce truce
    non ebbe pace.
    Con piglio feroce
    veloce veloce,
    a colpi d’orbace,
    il vile vice buttò nella brace
    nella fornace di borace
    e pece ne fece
    quanto una noce.

    Che fine atroce
    del Nilo alla foce!

  53. ‘Avidi rapaci’

    E’ questa mia fame atavica
    che li porta a me
    avidi rapaci
    che si nutrono
    della mia stessa fame

    girotondi di parole
    che di giorno
    alla finestra volgono
    e di notte tornano
    invadendomi nei sogni

    E’ un tormento che cresce
    come il vento che si gonfia
    in una stanza senza finestre
    come il corpo senza bocca
    dinnanzi la mensa della festa

    E intanto il tempo appassisce sulla strada
    e la pesca perde la sua seta
    mentre cestino liquide parole
    che non parlano al cuore
    ma dilatano la sete

    Sentenze che non ricamano di oro
    il dolce mio sentire
    ma volteggiano e si dissolvono
    insieme alla fonte senza erba
    che le ha pensate e liberate

    Mentre il sole gioca con il giorno
    i no mi danzano
    e circondano la vita
    ma nell’oscurità mi entrano nel letto
    e non mi lasciano dormire

    tiziana mignosa
    ottobre duemiladodici
    .
    (Accetto il regolamento)

  54. GRAFFI SULL’ANIMA

    Mia mente, tuo piedistallo,
    Cuore negato d’amore
    Che vaga tra me ed altre lune.
    Sobbalzi del tuo ansimare,
    mani che dividono indumenti
    e impongono carezze,
    graffiiii sull’anima!
    Occhi i tuoi di carne e rigonfi seni,
    I miei … annaspano passato.
    Spingere … sudato … eccitato!
    Riceverti!
    Urlarti in assoluto silenzio!
    Non senti i miei tremori e la voglia svanita?
    La tua bocca era fiume di melarancia e lamponi,
    Oggi … marcio sapore di sesso.
    Ancora una volta il tuo giuoco è finito,
    Ancora una volta il mio corpo è ferito.
    Ti sfiorasse la luna o antichi sguardi notturni
    Sapresti vedere un amore che muore!

    Roberto Ioannilli –
    accetto il regolamento

  55. LUCA VILLANI 28/10/2012. Dopo averne preso visione, accetto il regolamento.

    “NOIA O LOTTA”

    Troppo calme ha le onde,
    come sabbia in un cantiere.
    Non c’è sale in questo mare,
    non emerge alcun piacere.

    Tra le alghe si galleggia.
    Sbuffa la nave, indietreggia.

    Raccolta la sfida, la sfiga
    ha dato ora vita al conflitto.
    Travolto da un denso tumulto,
    ricrollo incompreso e sconfitto.

  56. Accetto il regolamento
    RESPIRANDO IL MARE
    Il primo mattino
    regala
    toni bruni
    e tutto il paesaggio si trasforma
    cale mai viste
    affiorano inconsuete
    disegnate dalla marea
    è profonda
    la voce del mare
    come sirena sensuale
    trasporta
    cattura
    annulla
    ridesta i sensi
    Un respiro dell’anima
    Teresa Di Maria

  57. La mia età

    Memorie confuse
    tra gli attimi vissuti
    dimenticati
    ripresi
    chiusi,
    nello scrigno
    inaccessibile della mente.
    Si ripresentano,
    intermezzi
    trascurati,
    tralasciati
    tra i binari sassosi
    di mete agognate.
    Reminescenze
    di antichi sogni
    riproposti
    e ancora desiderati,
    presenza veritiera
    di un animo ancor
    pronto alla vita
    difficilmente assopito
    ribelle agli anni
    inesorabili del tempo.

    accetto il regolamento

  58. Blu morboso

    Blu indeciso
    che sfocia
    nel grigio
    palpabile.
    Ritorna sereno
    in un cortometraggio
    consumato dal tempo.
    Infinito profondo
    inaffidabile
    che fermenta
    gli attimi
    nel suo folle
    vortice di idee.
    Platea cosmica
    sazia
    di gocce dense
    di malinconia
    come il nostro amore.
    Un blu
    avvolto in una lacrima
    nel cielo spossato
    dall’infuso
    dei nostri umori.

    Dichiaro di accettare il regolamento

  59. È un cammino nascosto
    che si piega ai desideri del corpo
    e si eleva guidato dal desiderio di te
    raggiungendo e travolgendo l’anima.
    La strada che giovani esploratori del mondo percorremmo
    tracciando grafi sicuri e precisi
    il tempo ha ora ricoperto di grigia polvere
    nascondendo il solco in cui scivolavano
    sogni e frementi voglie.
    Nuovi percorsi da cercare
    tastando al buio con mani ferme e sicure
    caldi e umidi anfratti
    nidi di esplosive passioni
    e casse armoniche di sospiri
    che da labbra languide ti giungono.
    Richiami sussurati nel vento
    affidati al ventre di bianche conchiglie
    Parole tracciate su foglie rosseggianti
    che cadondo disegnando ampie spire nell’aria
    adagiandosi sulla tiepida terra variopinta.

    Accetto il regolamento – Daniela Cavazzi

  60. Il fiore della vita.

    Il vento
    il deserto
    un fiore solitario
    lontano un’oasi
    un amore che vive
    un fiore che cerca di sopravvivere
    la natura
    la vita
    due giungle
    si lotta per vivere
    per non essere sopraffatti
    per il proprio credo
    per ciò che si ama
    contro questo mondo arido
    privo di soddisfazioni
    con mancanza assoluta di altruismo
    contro tutti.
    Ma il fiore cresce
    colorato, profumato
    tra pietre, sabbia
    sotto un sole rovente,
    lotta
    vive.
    Anche l’amore nasce
    cresce
    cade, si rialza
    è forte
    combatte contro tutti
    vive.

    Dichiaro di accettare il regolamento

  61. La via

    È un cammino nascosto
    che si piega ai desideri del corpo
    e si eleva guidato dal desiderio di te
    raggiungendo e travolgendo l’anima.
    La strada che giovani esploratori del mondo percorremmo
    tracciando grafi sicuri e precisi
    il tempo ha ora ricoperto di grigia polvere
    nascondendo il solco in cui scivolavano
    sogni e frementi voglie.
    Nuovi percorsi da cercare
    tastando al buio con mani ferme e sicure
    caldi e umidi anfratti
    nidi di esplosive passioni
    e casse armoniche di sospiri
    che da labbra languide ti giungono.
    Richiami sussurati nel vento
    affidati al ventre di bianche conchiglie
    Parole tracciate su foglie rosseggianti
    che cadondo disegnando ampie spire nell’aria
    adagiandosi sulla tiepida terra variopinta.

    Accetto il regolamento – Daniela Cavazzi

  62. Titolo: Ritratti

    Di noi tutto è l’eco
    oltre il silenzio
    che ci scrive

    e sono
    dove gli occhi parlano
    un viso non mio
    e ridono senza volto

    I treni muovono l’aria
    e stridono lo sguardo
    dove le ombre attendono lo svanire del tempo
    sul muro del giorno

    entrano ed escono
    dalle mura della notte.

    Dentro la memoria
    c’è un uomo che guarda la sua storia
    da un vetro
    graffiato da una voce

    La nebbia che passa sulla luce
    ha i passi lenti sull’asfalto

    il cappello grigio

    e sopra
    ha il cielo.

    Autore: Nunzio Buono

    Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  63. Camera d’albergo 19.08.12

    Il mio cuore non è
    Un posto dove chiunque
    Entra a suo piacimento
    Fa e disfa le valigie
    Alloggia quanto gli pare
    Usa e sfrutta ciò che trova
    Sporca e ruba ciò che vede
    Con disprezzo e noncuranza
    Il mio cuore è un tempio
    Dove entrare in punta di piedi
    Contemplare in silenzio
    Godere dell’ospitalità
    Il rispetto è importante
    La fiducia anche di più
    L’Amore ci si può perdere
    Nei meandri complici
    Il mio cuore non è
    Una camera d’albergo
    Nessuno deve scalfire
    Le pareti di carta velina
    Lui è capace di forti emozioni
    L’accoglienza è per tutti
    Ma quando si ferisce
    Sanguina copiosamente
    La sensibilità lo distingue
    L’Amore lo avvolge
    Il silenzio è assordante
    E diventa melodia

    Invio accettazione incondizionata del regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/200)

  64. NELL’ORA DEL SONNO

    S’avviava a barbarico delcino

    il polveroso impianto di stagione

    che a meraviglia dell’oltraggioso

    e pur presente lascito

    delle riottanze e di virtù mercante

    facea fiera di bellezza

    Di grani maturati e subornati

    nell’ora del sonno

    al più icline oblio del mio sorgere

    E non spandea

    che nascenti solstizi

    a morire

    amor che diedi

    tra colline danzanti

    e indossate membra

    di cucite

    spoglie mietiture

    “Nell’abbraccio che ferì”

    al perpetuar del giorno… che feriva

    ancor sotto le nascenti colate arsure

    i rosei e argentei ardori.

    Luca Gismondi

    DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO

  65. Autunno

    A te il mio inchino
    ciliegio dalle foglie
    rosso rubino.
    Ammanta i miei giorni
    nell’autunno piu’ cupo
    odo lontani i latrati di un lupo.
    Ma il grano di fresco seminato
    affrontera’ l’inverno appena nato.
    Togliera’ la nostra fame di primavera
    quando il buio arrivera’ nella sera.

    Grisanti Maria

    Dichiaro di accettare il regolamento.

  66. T’AMO MIO UOMO
    T’amo mio uomo,
    t’amo e t’ammiro,
    ti guardo, ti carezzo,
    e di te colmo le mani…

    Chino il mio volto,
    e l’inebriante tuo profumo inspiro,
    in te scopro spiagge deserte,
    ed infiniti mari…

    Mentre mi smarrisco per spazi ardenti,
    dietro a mille vaghe voglie io sospiro,
    e dentro questa smania, in te profondo…

    Con sicura voluttà la mente,
    s’inoltra e spinge la ragione,
    verso remoti e posseduti spazi ,
    fino all’intima tua essenza,
    mentre baci il manto mio lussureggiante,
    che come terra fertile accoglie la tua semina…

    Accetto il regolamento

  67. O VITA MIA.

    Sussurrami le tue paure

    cosicché io possa spaventarle.

    Mormorami i tuoi dubbi

    affinché io possa cancellarli.

    Bisbigliami i tuoi desideri

    per far sì che te li avveri.

    Parlami. Raccontami. Urlami contro.

    Dimmi pure tutto di te.

    Nauseami della tua ibrida presenza.

    Avvolgiti a me come non hai fatto mai.

    Trasportami in ogni dove.

    Io non soccomberò.

    Non posso. Non devo. Non voglio.

    Almeno fino a quando non ti sentirò

    ammettere chi sei veramente.

    Solo così potrò chiudere gli occhi e lasciarmi

    andare, come un granello del niente

    tra le tue possenti braccia.

    accetto il regolamento

  68. Libertà

    Se ti potessi avvolgere
    nel mio abbraccio,
    io lo farei
    e
    come calda maglia di lana
    ti proteggerei,
    dal freddo e dalla notte
    dalle umide correnti marine.
    Veglierei il tuo sonno
    come custode
    di scrigni preziosi
    e andrei lontano
    a gridare il tuo nome
    che fa rima col mio.
    Libertà
    parola perfetta
    per quest’amore a venire.

    Accetto il regolamento

  69. Un bacio all’immortalità

    Ne resta iol sorriso,
    l’innocenza strepitosa,
    l’ineffabile sguardo e
    le scarpe per viaggiare,
    per restarmi accanto in un tratto di memoria,
    le indefinibili frasi, l’incertezza
    e quel mare, una possibilità ed una
    miriade di domande in quel bacio rubato alle stelle,
    in quel gesto profondamente immortale….

    Dichiaro di accettare il regolamento per partecipare alla Sezione A. Poesia Tratta dal mio libro ” Frammenti di sogno” edito nel 2011 dall’Albatros Il filo nella collana ” Le Cose”.

  70. Ne resta il sorriso,
    l’innocenza strepitosa,
    l’ineffabile sguardo e
    le scarpe per viaggiare,
    per restarmi accanto in un tratto di memoria,
    le indefinibili frasi, l’incertezza
    e quel mare, una possibilità ed una
    miriade di domande in quel bacio rubato alle stelle,
    in quel gesto profondamente immortale….

    Dichiaro di accettare il regolamento per partecipare alla Sezione A. Poesia Tratta dal mio libro ” Frammenti di sogno” edito nel 2011 dall’Albatros Il filo nella collana ” Le Cose”.

    1. è una poesia che trasmette emozioni diverse e che ti fa viaggiare con la mente.. cercando di dare forma e colore alla parole… davvero bella!
      i miei piu sinceri complimenti a Michela…

      Giacomo

  71. Massimiliano Fois, accetto il regolamento

    La morte è puttana
    Si fa tutti quanti

  72. Accolgo il mistero delle vibrazioni che mi giungono dall’universo nella loro ecceità…In questa alba ancora buia le trasmetto alla natura, all’uomo, all’ecceità di me stessa ed entro così in una cosmologia nuova, fino al big bang della mia essenza dove inflazioni di luci e ombre avanzano veloci verso un equilibrio del tutto dinamico, senza collassi di tempo: è il mio tempo buono , tempo utile per la mia oscura materia, tempo di galassie di pace e suoni melodiosi che si espandono in ogni fibra del corpo, e da ciò stamane mi spiego il perché sono, sveglia, e non dormo…..ho deciso di arrivare, di giungere alle soluzioni della mia vita…Mi affaccio alla finestra e invio messaggeri in ogni pixel del cielo dell’aria e dei respiri colorati intorno…Quanta armonia mi si apre davanti agli occhi del cuore!….Volo e non m’ importa del volo, non cerco atterraggi, rimango sospesa, e aperta ad ogni estremo orizzonte, in cerca dell’Uomo del dolore che mi faccia sentire il dolore del mondo che amo. Le misure che prendo a velocità infinità restano in campo per sempre… se Tu rimani con me …Dio della mia vita, della mia morte, della mia umanità….Praticamente è un problema di orizzonti lacunosi, se accettare o meno un eterno infinito o un infinito mondo…Ma io voglio volare ancora nella clamorosa conferma di me stessa, e mi spiego nell’universo con l’espansione di me con lui: di me nel cuore che si espanse infinitamente denso e si consolida con mille artefìci, di lui che mi trascina dentro senza che io lo veda, ma lo avverto in parte, sono troppo piccola per contenerlo tutto, per contenermi poi. Divento un’indagine relativa, quasi assoluta in questo insieme ordinato e fragile…Strano! Fragile ma duraturo…Paradosso dell’anima che non vuole perdere, che innalza Torri di Babele, in Terra di Babilonia, su cui, io, ho appeso le noie irrisolte. E’ così, e non posso che volare, che infrangermi sulle nubi. Lasciarmi trasportare è la sola cosa che voglio! A dispetto della solitudine , del vuoto, dell’abbandono e dell’incomprensione.
    Continua…..

    accetto il regolamento

  73. IO, CARMELA CASUCCIO, con la presente intendo partecipare alla gara di poesia, sez A, accetto il regolamento

    LUPI

    Le parole, coltelli
    aprono varchi
    di sofferenza
    nel corpo
    materia infesta
    di sensibilità.

    E’ piaga
    e raggrinza all’eco
    di un dialogare
    ch’è furioso azzannare.

  74. Io, Emma Pirozzi, partecipo con la seguente poesia al concorso poetico “Brezze moderne” e ne accetto il regolamento.

    Crescita

    C’era il solito mostro sotto il letto
    fu puntuale nell’attesa,
    fino a un certo punto.
    Mi affacciavo dal materasso
    per sentirne il fiato,
    respirandone l’esistenza:
    una presenza certa e priva di prove.

    Lo cercavo per farmi sbranare
    perché la paura si consumasse in fretta
    Non sapevo che avesse una scadenza
    Non avevo fuoco e nemmeno una sigaretta

    Un giorno il mostro cambiò casa
    cambiò letto e lasciò il mio indirizzo
    migrando verso sonni sotto letti altrui
    A me restarono la calma placida della notte
    una pace inquietante…
    e il terrore degli adulti intorno.

  75. NON è UN GIOCO – ACCETTO IL REGOLAMENTO –

    Chi gioca con l’amore dopo un po’ si fa male,

    e sente quel dolore che l’arde il cuore,

    e pensa a quello sbaglio che non vuole più fare.

    Chi gioca con l’amore non può evitare ad un errore,

    e dopo un po’ pensa di voler scappare,

    ma sa bene che così non può più rimediare.

    Chi gioca con l’amore,

    non si accorge che sta per affondare

    negli abissi profondi del mare.

    Chi gioca con l’amore arriverà al punto di non saper più amare,

    e solo allora dirà al suo cuore che non può più volare!

    Borrelli Corrado

    tutti i diritti sono riservati

  76. RICORDO
    Lasciavano solamente profumo
    e un sibilo che ancor oggi
    se vuoi ti ripeto.
    Sdraiati in mezzo
    alle reti,
    una corda di formiche
    risaliva, come se ritornassero a casa.
    E quel silenzio
    talmente umido
    che pareva scendessero
    lacrime,
    e quelle parole timide, misurate,
    come sui libri.
    E quelle pieghe nell’aria
    d’ali di farfalla
    sui giunchi dai fiori verdi
    a far ombra ai nostri occhi

    LUIGI GIORDANO. DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO.

  77. Ti ho incontrato.
    Fra mille volti,
    mille occhi,
    mina vagante
    a me affine.
    Occorrenza di parole
    svanisce al contatto,
    sinfonia di anime
    nell’etere a librarsi,
    danza di corpi
    nell’antica sapienza
    nell’aria a liberarsi.

    accetto il regolamento

  78. Quando l’amore muore

    Quando nel cercarti invano
    s’incaglierà lo sguardo
    sul tuo silente profilo
    odore di terra e autunno esalerà
    dalle tue perdute labbra..

    Passione morta, coagulo di bene,
    lasciato raggelare tra folate di vento
    cosa darei per resuscitarti ancora!

    Rimorso crudele il mio fallire
    colpa sorda o cappio al collo
    geme i suoi ultimi afflati
    esala il suo ultimo respiro..

    Resta per non fuggire
    muore per non vivere
    troppo vile per amare.

    Accetto il regolamento.

  79. Rossana Guerrera accetto il regolamento

    STELLA LUMINOSA
    Gli occhi rivolti all’infinito blu,
    rivolti a te
    che sei lassù
    Stella tra le stelle
    che rischiarano
    il cielo,
    a piedi scalzi
    attraverso un velo
    Lacrime cocenti scivolano giù
    dalle guance spente
    tu non ci sei più .
    Manchi da morire
    stella luminosa ,
    ma lassù nel cielo
    tu servi a qualcosa
    Servi a ricordarmi
    che quando arriverò
    sarai ad aspettarmi
    e sola non sarò .
    Cammineremo insieme
    tra spazi senza fine
    in mezzo a nuvole rosa
    e verdi colline ,
    Abbasso gli occhi piano ,
    ora non vedo più
    la luminosa stella
    che brilla di lassù
    ma sento dentro al cuore
    pace e serenità ,
    quando verra’ il mio tempo
    lei mi accompagnerà

  80. E’doloroso il silenzio
    Quanto è silenzioso il dolore,
    entra nelle ossa e permane
    come gelido ospite,
    anche se fiato e lacrime
    senza freno esplodono..
    Vorrei che rivivessero
    queste mura dei battiti
    della tua presenza,
    inseguo ancora il profumo
    di giorni non tanto lontani
    e ascolto la voce
    delle tue ore migliori,
    ma è solo dentro me..
    qui tra le stanze vuote
    è doloroso il silenzio.

    autore: Tania Scavolini
    accetto il regolamento

  81. Nel tunnel dell’amore

    Se pensi che impazzirò seguendoti,
    ti sbagli di grosso.
    Non si è mai vista e mai si vedrà femmina che
    dopo aver pigiato i tasti della mia vita con tanta veemenza,
    poi abbia continuato a respirare da sola.

    Certo, m’accorgo che la mia mano sinistra s’è bloccata verso destra
    e l’altra,
    mentre le impazzite narici si allargano all’impazzata e gli occhi stralunano di rabbia,
    è indecisa se continuare a darsi un senso.
    I molari sembrano voler macinare dolori passati,
    il prurito dell’impazienza invece,
    seminando zizzania nell’indolente schiena,
    nel gomito, nel ginocchio, nel culo e dovunque arrivi il zampillante cuore
    di ritmo e di veleno,
    mi molesta.

    Impaziente l’acqua salata vorrebbe sortire dalle Lune,
    mentre l’inutile ansia
    abortendo prepotenti sbadigli,
    ricorda al naso di dover partecipare al lutto sprigionando qualche fiotto di catarro
    sull’ormai lunga incolta e stranamente in controtendenza barba,
    che come una grattugia,
    prova a curare l’immane formicolio interiore.

    Se non è amore è pazzia,
    se non è pazzia è dolore,
    se non è dolore è morte della vita,
    perciò odio.

    Ma odiare per troppo amore…
    è contro l’obiettivo…
    quindi se docilmente ti seguirò …
    riuscirò a non volermene?

    Ragionandoci,
    non odiarsi
    non significa amarsi.
    Quale trappola mi avvince?

    Il tunnel dell’amore
    è un buio che muterà in gioia
    se si avrà il coraggio d’amare?

    Giuseppe Carta accetto il regolamento

  82. incendio

    brucia di silenzio la strada
    mentre conosco per certa la sera
    e chiodi di luce trafiggono
    i passanti in agonia
    come ammalati crocifissi
    in attesa del gran finale.

    brucia di silenzio la strada
    quando ricordo le sporte di mia madre
    che erano sempre troppo dolorose
    e ricordo lo stupore per le cose
    più banali alla scoperta della vita.
    bruciava dentro le parole
    il senso pieno e denso dei silenzi
    il valore dei vuoti, degli spazi.
    e ricordo la poesia delle tue mani
    piene di sete nell’incendio del mio corpo.

    Ho letto ed accettato il regolamento.
    Il minuscolo è scelta artistica.
    Carla de Falco

  83. – carezze del deserto –

    palpitano le dita come
    seta in lembi di scirocco
    aleggiando sbattute
    lungo il collo e la nuca

    il sapore di tè nel bacio
    e periodici brividi
    sfrecciano sulla pelle
    d’ambra liquida

    il fluido caldo
    dalle labbra ai seni
    e da essi
    – dune di miele –
    due nocciole accompagnano
    l’aroma delle foglie infuse
    in parole tattili

    autore: Sergio Carrivale “senzamaninbicicletta”
    titolo della poesia: “carezze del deserto”
    accetto integralmente il regolamento della Gara Poetica “Brezze Moderne”

  84. Non ridero’ di voi

    Cosa volete dalla mia anima
    voi tutti immobili, come sospesi,
    ai confini del mio giaciglio,
    in attesa che esali ultimo respiro.
    Ma son vivo, vivo!

    Lo grido disperatamente
    non che l’abbia scelto,
    ma sono!

    Non guardate gli occhi stanchi,
    non sanno di essere!
    Non guardate il volto smagrito
    le guance sbiancate
    non conoscono specchio!

    Guardate le mie nudità
    i colori del mio cuore
    l’incertezza che mi domina
    la furia che mi agita
    i battiti che si odono
    il passo che scuote
    la mano che stringe
    la bocca che parla
    l’orecchio che ascolta;
    Io, che amo!!
    Ma amore supino
    spreca fiato e vita
    se amore non considerato
    preferisce non essere!

    – Ridete ? –

    Non riderò di voi
    che parlate solo per mestiere
    e scrivete canzonette;
    Non riderò di voi
    che parlate di un amore
    che mai conosceste;
    Non riderò di voi
    che siete ciechi come talpe;
    Non riderò, no!
    – Avrò pieta, e piangerò ! –

    Accetto il regolamento.
    Carmelo Loddo

  85. TRAMONTO

    E, con l’ultima
    carezza,
    il sole accecò
    il mare!

    ROCCO GIUSEPPE TASSONE

    ACCETTO IL BANDO ED AUTORIZZO LA PUBBLICAZIONE

  86. Titolo :Tutti gli sguardi

    E’ stridula la voce
    che mi ronza nel
    petto e riscalda
    i miei vuoti , giace
    l’anima sui suoni
    dell’estasi e
    dorme tra i
    vapori asfissianti
    dell’ebbrezza .

    Percepisco le
    distanze fin troppo
    vicine , un blocco
    di ghiaccio pesa
    Sulla mia testa ;
    quanto il segreto
    di quello che
    resta? Quanta la
    coscienza rimasta?
    Scienza dello spirito ,
    mia psiche barcollante
    cuore di sabbia
    vacillante , Poesia !
    Mia unica amante ,
    pioggia tra i capelli
    e vento
    Ricordami il colore
    Del tempo ,
    succedimi sino
    all’ultimo degli stadi .
    Rincorrimi sui tasti
    Dal bianco sbiadito
    E incerto , seguimi
    Per le note del
    Mio unico concerto !
    Le onde di un
    Suono stridulo
    Echeggiano tra
    I miei sensi ,
    l’armonia di un
    sublime
    coinvolgimento
    sento le trame
    e il sangue mio
    spento , se ci
    fosse un angelo
    io ne udirei il
    lamento :
    poesia non
    sottovalutarti !
    nè le ali nè
    le membra
    leggere servono
    a chi può condurre
    anche solo per
    poco tutti gli sguardi
    del mondo .

    Che tu rinasca
    mai squallida e
    mai più dimenticata ,
    figlia del dolore
    che prova l’universo ,
    la gravità di un infinito
    disperso ;
    che tu rinasca tra i
    vuoti di questo
    cielo terso .

    Dichiaro di accettare i termini del concorso .

  87. accetto il regolamento
    Tutto in una parola sola: solidarietà

    sceglimi tra i poveri in fila per il pasto
    sceglimi tra quegli occhi imploranti
    che chiedono dimora
    sceglimi tra gli anziani abbandonati
    nella corsia del reparto-
    aiutami a superare le ostilità della mia vita
    sta per iniziare un freddo e lungo inverno
    portami nel tuo cuore e ti aiuterò
    a combattere paure e solitudine.

  88. Notti di Magna Græcia

    Ciottoli,
    ghirigori di ciottoli
    chiari e sentieri
    da indovinare tra terra ed erba
    tutt’intorno ai sacri templi.
    Visi,
    visi e sguardi verso Selene
    e la sua timide falce nel cielo
    penetrando la notte stellata,
    perdendosi in misteriosi pensieri.
    Mani,
    mani che cingono corone
    di foglie d’ulivo fruscianti
    nella brezza e da ardere
    formulando muti desideri.
    Kore,
    novella kore
    mi aggiro tra colonne scheggiate
    e rivedo momenti
    di secoli remoti.

    Manuela Fragale – Dichiaro di accettare il regolamento del presente concorso.

  89. …Unica…

    Frequenze altalenanti,
    percorsi diversi,
    odori uguali.
    Distanti le nostre mete,
    viaggi in tempi lontani,
    frastornato il legame.
    Profondo filo dorato
    unisce cuori leggeri…
    emozioni rare.
    Amore infinito
    punto al tavolo dei giochi…
    vincita massima!
    Fraterno, babbone,
    premuroso e geloso
    ingredienti misti.
    Sorpresa…in una notte qualunque,
    gioia nei giorni speciali
    unione per sempre.

    dichiaro di accettare il regolamento

  90. Senza titolo

    Finestra con vista sul mattino.
    Mare,
    montagne,
    cielo.
    Incubi.
    Vorrei che tu fossi qui.
    Sto bene,
    sto male,
    sto così.
    Fase transitoria,
    penso di fuggire via.
    Sogno nuvole gonfie d’acqua
    e fiumi silenziosi fra le pieghe degli anni…
    E tu,
    ed io,
    anime in pena a volteggiare stupiti su fiamme di cobalto.
    Credo che la vita sia una lunga malattia,
    che ad ogni goccia di pioggia spunti un fiore,
    che ad ogni viaggio di andata non corrisponda mai un ritorno.
    Vi saluto
    spezzando la penna.
    Partirò per Mexico City fra meno di due ore.

    Michele Vaccaro

    Tutti i diritti riservati

    Accetto il regolamento

  91. IL PALCOSCENICO

    Il tuo sapido e interminabile complimento
    rivolgesti a me con precisione.
    Solo dopo l’ennesimo ottenimento
    tra noi nacque questa illusione.

    La voglio chiamar come tale
    perchè solamente apparì di comodo,
    posseder cuore e mente in misura uguale
    e spedisti i sentimenti in esodo.

    Con la tua aura apparivi così pura,
    proteggendo la tua stima dalle invasioni.
    D’istinto recitavi d’aver premura
    contro chi a me mostrava serie attenzioni.

    Il tuo palco di scene poi riempisti
    e aspettavi di apparire in ogni e ovunque.
    Con astuzia lo privavi di protagonisti
    e divenni una tua comparsa qualunque.

    Coi tuoi fili esortavi soluzioni.
    Mi bendasti non solo gli occhi ma anche il cuore.
    Senza modo professavi delusioni
    e dormiente con te soffrii pel tuo dolore.

    La tua farsa infin scheggiò il tuo bel guscio
    trapelando il tuo perfido interesse.
    Invitai il tuo groppone fuor dall’uscio
    sotterrando l’incoscienza perchè non più emergesse.

    Accetto il regolamento

  92. Emanuela Di Caprio, accetto il regolamento.

    Era Era il 2 agosto 1980.

    Era l’agosto dell’ottanta
    e per la precisione il due.
    Il sole era accecante
    e io passeggiavo indolente
    tra la tanta gente,
    sulla spiaggia,
    inconsapevole della strage imminente.
    Guardavo mia figlia giocare,
    due anni aveva e la portavo al mare.
    Un carnaio si muoveva
    avanti e indietro,
    niente faceva presagire la morte.
    Ma a un tratto l’altoparlante
    con voce indifferente,
    iniziò a lanciar messaggi,
    cercavano molta gente.
    Snocciolavano nomi,
    cercavano sulla spiaggia le persone
    e senza mostrare preoccupazione,
    così, quasi per niente,
    ripetevano quei messaggi,
    continuamente.
    E nomi ancora nomi al publifono
    e mi chiedevo, ma chi sono…
    Mi sentivo strana e mi facevo domande:
    chi cercavano? Perché tante persone?
    Diligentemente, all’arrivo dell’ora
    di pranzo,
    riposi le cose e i giochi e mi avviai
    senza presentimenti
    verso la casa dei miei, vicino al mare.
    Entrai in cucina
    c’era la televisione accesa,
    e subito capii,
    rammendai i piccoli pezzi
    nascosti in me,
    misi insieme le mie domande
    e allora compresi
    il perché.

  93. Ho parcheggiato il dolore dell’anima
    Sulle asprezze contorte del corpo,
    evidenziandone sopra ogni fibra
    registrazioni di sangue,
    incisioni attempate,
    masterizzate a lucido.
    Un parcheggio temporizzato ad ore,
    non mi posso concedere tempo di più.
    Va bene, lo vado a spostare,
    perché poi lo sapete che brucia:
    il dolore non paga, ma vaga
    tra lontani tramonti,
    tra paratie ventose di cieli inclinati,
    tra i sogni fuggiti, a morire,
    tra codarde barriere e muri dipinti,
    tra le liquide vane speranze.

    Nicola Andreassi 26 gennaio 2012

    Copyright 2012 Nicola Andreassi
    tutti i diritti riservati

    accetto il regolamento!

  94. Memorie di silenzi

    È l’odore intenso e avvolgente della sabbia
    trasportata nell’aere dal vento
    a risvegliare in me il ricordo
    delle lunghe passeggiate d’inverno
    in riva al mare
    dove la battigia desolata
    si perdeva sino a confondersi
    con la spuma evanescente dell’acqua infranta

    Angoli vuoti
    fra le case sparute
    con il loro silenzio
    nascondevano ricordi
    odorosi di salsedine
    ombre invisibili ma palpabili nell’aria
    ad accarezzare la memoria
    docilmente
    e svanire subito dopo
    sublimandosi al mio sguardo

    E il muto cammino
    si avviluppa
    al fragore dei marosi lontani
    ed io mi ritrovo a scrutar le stelle
    seguire i gabbiani
    come fa il vecchio marinaio
    che prende il largo
    alla ricerca di una nuova avventura

    Cosimo Rotolo
    Accetto il regolamento

    1. Accetto il regolamento del concorso.

      Avere amore

      …e’ come guardare la vita
      dall’alto dell’idea
      della morte…
      Guarda!
      Guarda
      come sono chiari
      i giorni creduti
      senza sole!
      E come caldi
      anche i baci
      creduti senza fuoco!

  95. Universi

    Fasci di Luce bianca
    tengono uniti interi sistemi.

    Mentre balenano nell’infinito
    corpi celesti prendono fuoco,
    una ballerina si libera in aria
    un uomo alza gli occhi al cielo
    cercando invano una parola che proprio non gli sovviene.

    Accetto il regolamento

  96. UNA LACRIMA NEL BUIO

    Circuita dalle tenebre,
    la mia anima maledetta
    si genuflette al cospetto
    della notte

    riversa tra le sue ombre oscure
    parole ammantate d’accorato dolore

    nel buio osa brillar l’unica lacrima
    che ancor strazia il cuore.

    accetto il regolamento

  97. Lo strillo

    E’ uno strillo ad aprire il respiro
    dell’avventura terrestre d’ognuno
    che chiude alla fine un rantolo:
    ad entrare un suono acuto
    basso per l’estremo addio.

    La cosa singolare pensandoci
    è l’uguale oblio dei due segni:
    il primo sfuggente ai ricordi
    l’ultimo consegnato alle ceneri.

    In mezzo, meravigliosa, la vita.

    sez.A accetto il regolamento
    Michele Prenna

  98. … LE 1000… E 1 DOMANDA…

    Cos’è l’eterno
    Se poi dalla tua bocca
    Sconfinano gli addii

    Ed i cristalli?
    Cocci, più o meno lavorati
    Che tagliano affilati i polsi

    L’infinito?
    Dove lo mettiamo l’infinito
    Che senza linee rette
    Non arriva da nessuna parte

    Soltanto carta straccia
    L’amore di cui parli
    Grovigli di parole vecchie
    Che senza cuore non spostano di niente
    L’ago, appuntito, della bilancia

    Il signor Silenzio, poi
    Per carità, non me ne parlare!
    Voglio caciara intorno
    Non grugni tristi, occhi traboccanti lacrime
    E bugie… bugie… quante bugie!

    Povera Poesia
    Usata
    Messa in mano a gente a cui niente batte in petto
    – E senza palle – appunto, per inciso!

    E il miele?
    Beh… a questo punto
    Spero ti venga il diabete!

    Simboli
    Nient’altro che simboli
    Puntelli ormai scadenti, incapaci di sostenere…

    – Nemmeno il Nulla –

    Accetto il regolamento

  99. “Il tuo riflesso è come il sole in questo mare…”

    Il calore del sole riscalda i pensieri,
    e la brezza salata accarezza il tuo ricordo con dolcezza.

    Ancora non so perchè
    così tanta tranquillità possa agitare in me questa nostalgia;

    forse perchè il tuo riflesso
    è come un raggio di sole in queste onde
    e il fascino del tuo essere
    è dentro me,
    costantemente

    angelo mio.

    Accetto il regolamento

  100. La vita in tempesta

    Come raggio splendente di bellezza e mistero.
    Come raggio di luce, che illumina
    [la mia anima in nero.
    Mi hai mostrato le ragnatele
    [del misero orgoglio e la polvere
    del pregiudizio senza cordoglio.
    Raggio d’Amore, coraggio e dolore…
    Raggio sublime di risate di cuore.
    Faro nel mare della vita in tempesta,
    per noi povera gente di
    [luce modesta.

    Accetto il regolamento.

  101. L’albero e’ nudo
    senza sogni appesi.
    Inverno dentro.

    Non s’ode rumore,
    nella nebbia di petali
    che spoglia le ossa.

    Osasse il vento,
    sentirei ancora
    il silenzio frusciare.

    Stefania Mercatali
    Accetto il regolamento.

  102. Lento scorre il giorno
    di colorate anime in fermento
    di parole ininterrotte
    che profumano di vento marino.

    Spiriti di secoli passati
    che rivivono emozioni
    di antiche parole e gesti
    in nuovo corpo.

    Trasmigrare in altra forma
    e ricominciare a vivere
    le emozioni del giorno a venire
    con la forza e la follia del tempo che passa.

    Veli di donne in preghiera
    a coprire il capo
    che pulsa di pensieri
    ed emozioni incanalate al cielo.

    Orante mi avvicino al Tuo volto,
    in gloria di luce
    e ripongo in te le mie speranze
    e il mio futuro.

    Ho raccolto le mie lacrime
    di giorni tristi
    in un vaso di cristallo,
    fragile ma forte di vita
    e lo pongo ai Tuoi piedi.

    Giogo triste è stato spezzato
    in arcobaleno di luce
    e carezze di zefiro.

    In pace cammino.

    ACCETTO IL REGOLAMENTO IN TOTO

  103. non è a prima volta che ti chiedo di rimanere
    dicendoti di amarti perché ti voglio avere.
    E’ la stagione in cui si resta volentieri a dormire
    a vedere dai vetri il tramonto lentamente morire.

    accetto il regolamento

  104. IN ATTESA DELL’ALBA

    E ancor vagando

    nella notte oscura,

    il canto ascolto,

    tremulo e bugiardo,

    che ormai si spegne

    in fremito singulto,

    del rosignol,

    fra gli alberi nascosto.

    Ai battiti del cuor porgo l’orecchio,

    quei palpiti sfumar odo nell’ombra,

    e il gran rimpianto

    che all’alma mia lo scudo ha lacerato,

    vedo ammantar d’un velo che l’asconde,

    e perdersi in lontano

    in una fitta nebbia.

    Schiarirsi l’orizzonte,

    il sole uscir dal mare,

    dal mare anche la luna

    alzarsi al cielo ho visto;

    il luccicar di stelle,

    un fiore che s’apriva,

    un dolce canto e lento

    spargersi all’intorno,

    e per le vene entrar

    nel fondo più remoto:

    ho visto…ho udito.

    Ma poi,

    Dal giorno ’sì brillante e bello,

    ch’ogni cosa inonda

    e al buio dà splendore

    una notte è sorta,

    colma di dolore

    …e tetra…e cupa.

    Allor vagat’ ho nell’eterno,

    sperando nell’oblio.

    Vincere una forza ch’è ignota,

    mangiarsi l’unghie fino alle radici,

    aggrottar le ciglia in vano tentativo,

    e gli occhi figgere nel vuoto…

    Sempre più lontana,

    in un groviglio assurdo

    di ferree incertezze e di tenaci dubbi

    la verità s’asconde, e fugge.

    Canta ancor quell’usignolo,

    e la sua voce trema.

    Giunge al mio sentir, balzando tra le fronde,

    il suo lamento.

    Ed io,

    fra le note sperduto del suo canto,

    triste e bello,

    aspetto il sorgere di un’alba

    da questa notte senza fine.

    © Gianni Berna

    Accetto regolamento

  105. Sezione A. Poesia.

    Accetto il regolamento del concorso.

    … Notte Tempestosa …
    La notte
    non finiva più,
    i pensieri a te
    andavano,
    mio dolce amore.
    Nessun sogno piacevole,
    nessun letto confortevole,
    regalava attimi
    di dolci emozioni,
    di ardenti passioni,
    a questa
    notte tormentata
    da mille inquietudini.
    Così nel silenzio
    dell’ebbrezza notturna,
    immagino
    di star abbracciata
    a te,
    ascoltando
    il respiro del tuo corpo
    che scalda il mio.

    Daniela, 04. Novembre. 2006

  106. Lele Mastroleo – Accetto integralmente il regolamento –

    …TRA VIA TRIESTE E VIA LONTANO…

    …un tramonto bianco chiude a chiave
    il calore sapido delle vecchie case,
    e la terrarossa delle gravidi mani
    si mescola all’odore delle volte a stella,
    mentre un sonno antico di donne in nero,
    che cucinano tarrassaco ed olive,
    muove ritmando i passi alla Fortuna.

    un angolo verderame di pomeriggi
    lasciati a dormire alla mantagnata,
    con le grida di monete lanciate al muro
    e le dita incrociate a far passare sassi
    mentre infilavi nell’ago foglie di tabacco,
    e i tiraletti che insultavano i passanti,
    al prossimo :”che vuoi mare o terra?”

    ed una palma bizantina nelle ossa,
    dalla quale si può intuire la bonaccia,
    con dentro i chiodi storti delle luminarie.

    un tramonto bianco che sa di mare greco
    e profuma di bimbi che lo diranno lontano.

    un posto dove il cielo diventa viola
    per la fatica che fanno i ricordi…

  107. 1968

    Così l’ ombra fedele volò nel cielo,
    e la nostra vita s’infranse nel ritratto di una strada
    che nei colori del tempo segnò il suo cammino.
    Nulla può essere previsto al contrario tutto può succedere…

    Lungo la strada la crescita,lungo la strada il pericolo,
    lungo la strada
    l’essenza,la follia,la gioia,
    lungo la strada le inquietudini,lungo la strada la conoscenza,lungo la strada l’amore,
    lungo la strada i frammenti di un passato…
    sui suoi ciottoli il mondo, sulle sue linee l’uomo,
    lungo la strada la vita!

    Torce suadenti ravvivano il sentiero,
    pericolose parabole tangenti al vivere intensificano il percorso dell’uomo
    …” e andando nel sole che abbaglia”…
    una lontana primavera un giorno indefinito
    l’urlo della farfalla venne udito dal mondo.

    …E così…la rabbia sfociò,l’ordine costituito sfumò
    l’uomo decise il suo percorso.
    Da un parallelo all’altro,magicamente i meridiani si sovrapposero
    cavalcando l’ombra dell’unicità verso il mutamento
    il mondo fu unito,
    il battito convulso aprì le danze,
    la metamorfosi era iniziata

    Le infinite strade che conducono all’irrefrenabile flusso della vita
    tracciano le orme di un passato ancora troppo presente dentro i ricordi di chi,
    in quella primavera
    travolto da un tiepido zefiro,vide cambiare il mondo
    il nostro viaggio è iniziato lungo la strada della vita.
    cinzia bucolo
    accetto il regolamento.

  108. 25-Ho delle speranze

    Ho qualcosa che vi può interessare,
    una particella del mio cuore si è mossa stamane
    ed è andata verso il cielo.
    Sento adesso il respiro del tempo giungere,
    sento scuotermi i pensieri,
    soggiogare la mia indole
    come treni che si incontrano, quasi destini che dipartono.
    E’ nella mente che stanno i miei progetti,
    stanno dalla parte delle cose che vincono i ricordi.
    Ho delle speranze racchiuse dentro,
    mi spingono lontano a cercare l’aria che mi fa vivere,
    ma non servono.
    Non bastano per avere costruzioni addosso,
    per avere e sentire singulti che ottenebrano.
    Questo dolore vicino non rallenta,
    quello che porto dentro impedisce la coerenza
    in quello che vedo e in quello che sento,
    ma io grido in questa notte,
    volendo qualcuno che mi ascolta,
    ma nessuno mi presta un sentimento buono
    accanto alle mie brezze, ai consumi lungo le mie sponde,
    lungo i sentieri che mi portano lontano
    e sempre più lontano l’urlo del mio dolore mi chiude i sensi,
    come una lamina sottile e discreta,
    una sincera apostrofe del nulla,
    come un compromesso voluto e silenzioso della mia notte.

    Accetto il regolamento.

  109. R_esiste

    Tra palazzi di cemento urbano,

    R_esiste la Poesia

    di una linea Retta che

    Mira

    verso l’infinito incedere

    della sua strada.

    Segue

    percorsi inverosimili

    di luce e oro.

    Esplode

    in migrazioni future.

    Aspira

    a terre sconosciute.

    Nell’ambizione

    di un volo d’uccello

    Trova

    la sua meta.

    Accetto il regolamento

    Chiara Tringali

    1. Settembre

      Concedo ai miei occhi fiacchi
      scenari scadenti
      orbite sciocche
      stelle sfebbrate

      Percorro strade vaghe
      di passi incerti
      ai bivi sosto
      spazzolo la ruggine
      ingoio polvere
      e quando il vento mi indica la via
      riprendo il cammino

      Tu, che stai di fianco a questa strada
      e scruti i miei tratti
      che si torcono mentre ti osservo
      oh, non temere:
      se nei miei sguardi
      vedi il disprezzo
      mi sto solo specchiando.

      Ignazio Rasi

  110. NOSTALGIA

    Raccontavi..
    Non mi ricordo cosa raccontavi
    forse qualcosa sulla luna che,gelosa,ci spiava da un angolo della finestra
    o di stelle,
    forse qualcosa sugli alberi ,
    sui fiumi che attraversarono le nostri notti,
    o sulle parole,
    perse,
    morte altrove,sotto i silenzi.

    Non mi ricordo che cosa raccontavi
    io giocavo quasi addormentata con il sole della tua voce
    che era morbido e mi teneva caldo
    cosi caldo!

    Non mi ricordo nemmeno perché hai pianto dopo,
    forse per i tramonti che avevi dentro
    tristi oppure..
    forse per quelle mie poesie di carne
    o forse per la dolcezza del nostro amore
    Non mi ricordo più

    Mi ero addormentata nella tua voce e ti amavo

  111. Vita, cos’è in realtà essa?Un soffio,un respiro , un sottile alito di vento,

    Vita , io,tu e il mondo,tu vita mia, la nascita di qualcosa,di un sorriso,un pianto , un dolce ricordo

    vita un momento di qualcosa che cìè .

    Se dico : che la vita va vissuta solo se è piena d’amore la

    tua la stai vivendo perkè d’amore in essa c’è nè, e in fondo se ti guardi

    bene attorno d’amore c’è nè tanto,ma mai da vendere ma da porgere con

    un sorriso,quello stesso sorriso che regali a me .Poichè un sorriso

    regalato o ricevuto un pò d’amore c’è ..

    Accetto il regolamento

  112. RICORDO

    Perché sei qui’,adesso,ancora

    cosi’ presente,

    come lama aguzza, che dolcemente

    mi trafigge.

    Se l’amor tuo ,per me , non fu’ altro

    che un groviglio di paure ,sfuggite

    al male del tuo vivere.

    Io l’ho visto il tuo amore, mamma

    era legato su quella croce ,

    troppo grande ,

    per le mie mani di bambino.

    Lascia finalmente la mia mano,

    lascia che io mi liberi ,

    del tuo immenso dolore,

    lascia che il tuo ricordo,

    sbiadisca nel mio animo,

    che sciolga il tuo tormento,

    come neve soffice, si scioglie al sole,

    e libera tutta la tua vita,

    come il profumo d’un raro fiore,

    che visse ,

    d’un giorno soltanto.

    UGGIANO ANTONIO 25.11.2012

    ACCETTO IL REGOLAMENTO

  113. ANTICHI RICORDI

    Cullo la mia mente
    con antichi ricordi.
    Nel buio della notte odo
    il battito del mio cuore
    mentre silente è la mia anima.
    Nessun rumore
    a farmi compagnia
    solo un pendolo assonnato
    come la luce dei miei occhi.
    Ciglia come macigni
    oscurano anche il mio sorriso.
    Mi rigiro in un grande letto
    troppo, per un uomo solo
    come me.
    Cullo la mia mente
    con antichi ricordi.
    Come in preda ad una
    enorme onda,
    sono i miei pensieri,
    non hanno più speranza
    stanno affogando in un
    corpo senza vita.
    Odo in lontananza
    il suono del mattino,
    è come una tenera carezza
    che risveglia un corpo sopito
    di tristezza e solitudine.
    Flebile luce attraversa le
    vecchie persiane,
    luce piena di caldo sole
    illuminerà a breve la mia casa.

    Accetto il regolamento

  114. ECHI LONTANI

    E mi ritrovo bambino
    all’ombra dei ricordi del mio passato.
    Infanzia felice in giochi del tempo,
    grandi spazi aperti e festa di colori
    che raccontavano le stagioni.

    I nostri vecchi sedevano alla luce della luna,
    parlavano di guerre e di terre lontane
    e noi incantati in religioso silenzio,
    sogni rincorrevamo
    con occhi d’infantile stupore.

    Ricordi…

    Panni al sole di profumato candore
    circondavano madri
    che nell’allegro canto
    al pozzo attingevano:
    ataviche mani di sapienza antica,
    ordinaria quotidianità
    di sacrificio e povertà.

    Valigie di cartone e fazzoletti al vento
    su treni di legnose sedute
    e strade ferrate di polverosa solitudine
    per generazioni che soffrivano,
    lontani dall’alveo natio:
    umili braccia
    alla ricerca di un tozzo di pane…
    per vite da sfamare.

    Cieli di luna,
    albe, crepuscoli
    e sbornie tecnologiche
    intanto scorrono,
    ed in mezzo al guado mi ritrovo
    nell’età che avanza
    e lieto è il ricordar quel tempo liberato
    con nostalgia e sentimento,
    in echi lontani
    dissolversi nel vento.

    Antonio Bicchierri
    Accetto il regolamento

  115. L’alba di un nuovo giorno

    Non potrai entrare nel mio mondo
    Se non incedi verso di me delicatamente,
    dolcemente, senza far troppo rumore,
    senza fragore.

    Ti dono anima e cuore
    Ma non deludermi,
    potrei non riuscire a perdonare.

    Ti affido il mio presente
    e in cambio non chiedo niente,
    solo di essere per te importante.

    Ti avvolgo con il mio calore
    ma non far soffrire il mio cuore

    Ti tendo la mano
    per poter andar insieme lontano

    Ti sussurro dolci parole
    per rallegrare il tuo umore

    Ti rubo un bacio
    che suggelli il nostro amore

    Ti chiedo di non giudicare
    perché solo io conosco
    i deserti sconfinati
    che ho dovuto attraversare
    prima di trovare un bagliore.

    Ti prometto che non ti
    lascerò andare e farò in modo
    che il mio respiro al tuo
    unito ci trovi abbracciati in
    un brivido d’infinito nel
    mirare l’alba di un nuovo
    giorno che con un raggio di
    sole illumina il nostro amore.

    Accetto il regolamento

  116. MIRIA PATRIZIA BUTTAZZO 25/11/2012

    AMORE CALPESTATO

    Sgocciolano i miei sogni
    tra il profumo di salsedine e l’arpeggiare delle onde.
    Lascio sulla battigia impronte incerte,
    che non assomigliano a quelle che tu hai lasciato
    lungo i pendii dei miei fianchi.
    Il rosso del tramonto cavalca le onde e dolcemente si posa sul mio viso pallido,
    infuocando i miei occhi offuscati da nuvole grigie
    di infiniti perché.
    Il vento marino sfoglia le pagine del mio cuore
    e lascia cadere una lacrima in quelle vuote senza te.
    In volo, il gabbiano ruba i miei pensieri,li accarezza e li trasforma
    in petali di fiori e pezzetti di cuore.Ed io piangendo corro a raccoglierli ,
    li stringo forte al petto:è tutto quello che mi resta di te,
    del mio amore per te.
    Quell’amore che hai calpestato con i piedi dell’indifferenza e dell’egoismo.
    Quell’amore che hai umiliato e denudato di dignità.
    Quell’amore a cui hai sbattuto la porta in faccia.
    Non dovevi:
    era un’amore vero , puro, sincero come acqua di sorgente che viveva fresco e allegro
    tra distese di fiori di campo.
    Quell’amore chiedeva solo delle risposte prima di morire.
    Le ho cercate , implorate, desiderate, sognate.
    Mai sono arrivate.
    Ed io sono ancora lì,in ginocchio , vicino ai semafori,
    col tuo profumo ancora sulla mia pelle,
    con le tue dita ancora tra i miei capelli,
    con le tasche vuote di te
    ad elemosinare ancora un perché.

    Dichiaro di accettare il regolamento.

  117. Ti sogno

    Il guardiano dei miei pensieri stanotte,
    ha gettato le chiavi nell’inconscio del ricordo
    che indelebile sovrasta la mente.
    Drasticamente girovago nel pensier tuo,
    si avvilisce il cuor’ trepidante per te.
    Navigo nell’oceano delle emozioni che fanno
    da paracadute all’anima.
    Torrenti di ricordi mi inondano
    sensazioni inebrianti adempiano il tutto,
    annaspo,esterrefatto di magia
    cavalcante le onde magnetiche dell’essere.
    Mi ritrovo nella surreale stupefazione
    che si crea al respirar tuo… sogno, sogno…

    Dichiaro di accettare il regolamento.Bartolomeo Capuano.

  118. Il desiderio di te

    riesce a colmare

    la mia voglia di evasione

    e posso ringraziare

    la musicalità della tua voce

    che mi permette di provare

    una sì forte emozione.

    Ho voglia di danzare libero

    in quelle terre che

    sono rischiarate dalla mia

    amica di infanzia Luna

    che suscita una magia

    che soltanto l’idea di tue parole

    riescono a colorare la mia vita.

    Aspettami…

    non andare prima

    che possa averti detto

    quanto tu sia importante per me,

    quanto tu mi faccia disperare

    all’idea di poterti perdere,

    perchè è una vita che aspetto

    e l’attesa di questi momenti

    mi rendono più forte

    facendomi provare un gemito

    indomabile per molti.

    Ferdinando Calcagnile

    Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  119. La mia amica

    Era forte, la mia amica:
    capelli al vento e braccia distese
    come per volare;
    in un turbine girava su se stessa,
    come una trottola,
    velocemente, vorticosamente,
    inarrestabilmente
    e ogni volta che la guardavi
    il suo volto era diverso
    inafferrabile, sfuggente.

    Aveva mille facce, la mia amica:
    un enigma di vita e di amore
    un rebus di emozioni irrisolte e,
    sotto la pelle arsa dal sole,
    consumata da vento e passione,
    l’universo inaccessibile
    del suo cuore oscuro e smisurato.

    Girava forte, la mia amica,
    come una trottola,
    eppure,
    il suo baricentro era ben saldo:
    ad ogni giro di danza
    si scherniva del bene, del male,
    del mondo ottuso
    che la voleva
    solo un giocattolo.

    Accetto il regolamento

  120. ————-

    Sono il vuoto
    che mi hai reso
    per farmi più grande
    la crepa

    conosco tutti i percorsi a memoria
    di un’altra che non è mai stata a modello
    per le tue mani
    ma a batter le strade
    sterrate dal disastro
    di tutte le paure
    seppellite

    un’ecatombe di attese a ricostruirmi ogni volta
    gli squallidi sobborghi della ragione
    dove non so stare, perché ho finestre troppo grandi
    a spalancarmi
    il desiderio dell’immortale
    suicidio del sogno

    ———————-
    ©Sylvia Pallaracci

    -Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  121. DONNA DI COLORE
    Sorrideva quel vecchio stanco,
    sorrideva per amore per quella donna di
    colore.
    Questa è una canzone d’amore
    per una donna di colore.
    Vicino agli alberi stanchi
    il vecchio dai capelli bianchi
    sedeva all’ombra di un cipresso
    quel vecchio ormai depresso,
    depresso per amore
    per quella donna di colore.
    Quella donna gli aveva ridato la vita
    che a lui sembrava già finita.
    Un giorno lei partì per la sua terra natale
    dove ogni cosa le era fatale,
    fatale per lei era l’amore,
    fatale per lei era il dolore.
    Il vecchio solo era rimasto
    e beveva per dimenticare
    quella donna che sapeva amare.
    Questa è la canzone d’amore
    per la donna di colore.
    Oh, donna di colore
    sei bella come un fiore,
    come un fiore appena sbocciato,
    ma di te quel vecchio si era innamorato.

    accetto il regolamento

  122. ACCETTO IL REGOLAMENTO

    PERDONA ME
    Così te ne vai
    e non mi perdonerai
    un pupazzo con dei fili
    pare il cuore mio.
    Mi perdo in un bicchiere
    Che affoga le mie pene
    Nessuno chiama il nome mio
    È buio dentro me.

    Dentro gli occhi miei
    La paura dell’oblio
    Come vento per le vele
    L’amore se ne va.
    Così pensi ormai
    Che dev’essere così?
    Non guardar le lacrime
    Rispondimi di si.
    Così te ne vai
    Temo non ritornerai
    Solamente spettatore
    Di una vita senza te.
    Non mi importa sai
    Quando le luci si spengono
    Se sarò al centro del proscenio
    Di un dramma dentro me .

    Ogni rosa ha le sue spine
    Ogni gioia avrà una fine
    E tutto ciò che resterà sarà
    qualche petalo qua e là
    di un amore che non c’è,
    come rosa sola al gelo morirà.

  123. Mi sono lasciato andare
    in ogni botola di male
    aggrappato a mammelle d’animale
    per qualche sogno bestiale,
    che ha il suo angolo di tempo
    in germogli di follia brutale,
    tra parole d’indaco
    lasciate galleggiare in ogni canale,
    parole con cui pregare in una cattedrale,
    come un canto di cicale
    in una punizione corporale…

    Mi son lasciato andare
    in una vita da vegetale,
    pur di mostrare un sorriso esagonale
    ad ogni silenzio fetale,
    sperando d’avere in regalo un funerale geniale…

    Ma nulla si è estinto
    nell’immoralità di questo tempo immortale,
    nulla è cambiato qui c’è solo male,
    con il suo solito rituale,
    ed è rimasta solo la poesia
    in cui possa ancora sperare,
    quando come vento tra l’erba secca
    non lambirò più l’amato mare…

    ho letto e accetto il regolamento in fede Andrea Russo

  124. Vomito boschi dalle erbe odorose,

    unicorni dalle storie millenarie.

    Con un solo filo dei miei pensieri

    giovani marinai dimenticano il mondo

    intrecciando con dita di scheletro

    gasse degli amanti e nodi dai nomi

    che i loro figli mai nati

    non smettono ancora di inventare.

    Ciò che si muove nel mio ventre

    è l’intero mondo,

    bagnato fradicio, fino al cuore di fuoco,

    dalla pioggia splendente della vita.

    Ma sarò solo una gabbia d’ossa

    se ora tu non verrai ad amarmi.

    Sarò il cimitero dei miei popoli iridati,

    degli arcani baciatori,

    dei miei incendiari poeti.

    Sarò maestoso nubifragio di tristezze

    se solo tu ora non verrai.

    Davide Cortese – “ANUDA” ( Aletti Editore, Roma, 2011)
    .
    Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    D. Cortese e-mail: postacortese@gmail.com

  125. Approdo

    Finalmente
    il piccolo guscio
    pullulante d’ anime
    e grondante dolore
    approdò…
    E – densa e magmatica –
    la nera fiumana umana
    si riversò sulla spiaggia…
    voci si levarono urlanti
    a imprecare e maledire…
    pugni
    si ersero verso il cielo
    a condannare…
    ma occhi si riempirono di lacrime…
    ginocchia
    schiacciate dal pesante fardello
    dei pensieri
    si chinarono oranti…
    labbra riarse dalla salsedine
    baciarono la terra…
    terra…- grazie Dio!-
    Finalmente terra!…
    terra d’Enotria…
    terra benedetta…
    terra baciata dal sole e dagli dei…
    terra
    in cui scorrono
    fiumi di latte e miele…
    sorso d’acqua fresca
    placante arsure…
    olio che lenisce le ferite…
    terra
    in cui il suono delle catene
    diventa musica…
    terra in cui la pietra diventa pane…

    Accetto il regolamento.

  126. CAMMINO

    Sono entrata nel bosco
    della vita per carpirne i profumi.

    Ho camminato a lungo
    e fatto soste impensate.

    Conosco tutte le sfumature
    di verde per ritrovarmi
    nella bellezza della natura.

    Le macchie di colore
    sono i fiori della mia allegria.

    So delle foglie secche e cadute
    come i tramonti.

    Ho visto anche
    la spezzatura del grigio
    e il nero fantasma degli alberi.

    Non conosco ancora te,
    ed è qui che il bosco
    diventa desiderio.

    Viviana Biagioli

    Accetto il regolamento.

  127. Terra bagnata
    Brindisi sull’erba
    Bagnata
    Di pioggia ed alcool,
    mai giorno più adatto
    a star fuori sentendosi “dentro”,
    come un’intera città
    non sapeva fare;
    Amicizia e Competizione
    Fanno l’altalena
    Sui bicchieri,
    l’una annulla gli effetti
    dell’altra
    lasciando solo un senso
    di pace.
    Dall’alba al tramonto
    Nel caos,
    fino al ritorno
    alle proprie segrete
    schiavitù,
    in attesa di
    un’altra domenica,
    al prossimo tuffo
    nell’alcoolico mare
    chiamato Vita

    Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

    Maria Giuseppina Moro

  128. LA VITA

    la vita mi ha preso per mano
    In un soffio
    con un palpito d’ali
    mi ha condotto
    laggiù
    al mistero dell’orizzonte
    dove cielo e mare
    si abbracciano e si fondono
    nell’immenso.

    E andando scalza di corsa
    l’ho sentita,la vita
    dolce e fresca come un’onda
    e incredula
    l’ho vista andare a infrangersi
    sullo scoglio
    e poi….poi tornare ancora
    limpida e pulita
    e scorrere senza tempo
    laggiù
    al mistero dell’orizzonte
    al sogno di schiuma
    alla gioia di essere.

    Dichiaro di accettare il regolamento

  129. Tia lascia un profilo di effebì,
    un buco nero
    che si cancella
    tra sei mesi.
    lascia la sua immagine
    ed or s’ascrive ai resi, lesi
    ormai lassù raccesi..
    sul freddo asfalto
    in un qualunque lunedì

    Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).

  130. I write you now , adesso scrivo di te.

    Epidermico stato convulso
    in rivalsa per chi senza freno
    sferra inquieto l’impulso
    di stringere tutto al suo seno.
    *
    Quel qualcosa corporeo finito
    senza brame riponi nel cuore.
    Infuocato e lasciato l’ardito
    …malinconico acceso timore .
    *
    Ti comprendo…e il mio fare
    baccano vorrei ti svegliasse.
    Non ascolti…neppure il brigare…
    come se il vento…le parole tagliasse.
    *
    I write you now, io scrivo di te
    in lingua poliedrica accesa
    sfaccettata, ma solo a te dedicata.
    *

    Dichiaro di accettare il regolamento

  131. nicola f. longo 09/12/2012

    “Come un vecchio mulino”

    Vedi,

    non è per tutti la srada,

    ci vuole un cuore speciale

    di pietra

    instancabile ai passi.

    Ho abituato i miei occhi

    a passaggi diversi

    sognando anche l’impossibile,

    amarezza facile

    quando la fiducia

    correva a fianco

    della gioia del mattino.

    Non aspettare

    che ti dica che sono stanco,

    son così contento, a volte,

    di non conoscere dialetti,

    anche quando può sembrarti

    che ho smesso le valigie.

    Ma non andrò,

    certo non prima,

    lontano un passo

    dalla pianta che mette radici.

    Per la strada

    ci vuole un cuore speciale

    che macina il passato e il presente

    come un vecchio mulino.

  132. GINESTRA
    Creatura emozionante
    abbraccio avvolgente
    cuore pulsante
    ventre germogliante
    determinazione prorompente
    sensibilità accogliente
    sogno ricorrente
    parola fluttuante:
    dona,
    donna.
    Dichiaro di accettare il regolamento.

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