Gara Poetica gratuita “Brezze Moderne”
Regolamento:
1. La Gara Poetica “Brezze Moderne” è promossa dalla web-magazine “OublietteMagazine” e dell’autore Pietro De Bonis. La gara poetica è riservata ai maggiori di 16 anni. La gara poetica è gratuita. Tema libero.
A. Poesia
3. Per la sezione A si partecipa inserendo la propria poesia sotto forma di commento sotto questo stesso bando indicando nome, cognome, dichiarazione di accettazione del regolamento. Si può partecipare con poesie edite ed inedite.
Le poesie senza nome, cognome, e dichiarazione di accettazione del regolamento NON saranno pubblicate perché squalificate.
Ogni concorrente può partecipare con una sola poesia.
4. Premio:
N° 1 copia di “Brezze Moderne”, nuova raccolta poetica di Pietro De Bonis (settembre 2012, Lupo Editore)
Saranno premiati i primi tre classificati.
5. La scadenza per l’invio delle poesie, come commento sotto questo stesso, bando è fissata per il 26 novembre 2012.
6. Il giudizio della giuria è insindacabile ed inappellabile. La giuria è composta da:
Alessia Mocci (Dott. in Lettere, redattrice e critico letterario)
Pietro De Bonis (Scrittore, Collaboratore Oubliette)
Rebecca Mais (Collaboratrice Oubliette)
Fiorella Carcereri (Poeta)
Nino Fazio (Collaboratore Oubliette)
Vincenzo Monfregola (Poeta)
Anna Russo (Scrittrice)
7. Il concorso non si assume alcuna responsabilità su eventuali plagi, dati non veritieri, violazione della privacy.
8. Si esortano i concorrenti per un invio sollecito senza attendere gli ultimi giorni utili, onde facilitare le operazioni di coordinamento. La collaborazione in tal senso sarà sentitamente apprezzata.
9. La segreteria è a disposizione per ogni informazione e delucidazione per email:concorsooubliette@hotmail.it indicando nell’oggetto “info gara poetica” (NON si partecipa via email ma direttamente sotto il bando), oppure attraverso l’account Facebook:
http://www.facebook.com/profile.php?id=100002075267230
10. La partecipazione al Concorso implica l’accettazione incondizionata del presente regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/2003). Il mancato rispetto delle norme sopra descritte comporta l’esclusione dal concorso.
– Per info sul libro:
https://www.facebook.com/pietrodebonisautore
http://youtu.be/jyDB19gDP80
NEL SILENZIO UNA CAMPANA
Nuoto nell’etere
in voli alti…..
seduta sulla gelida pietra
scolpita da venti taglienti
come schegge di cristalli di vetro
cerco angeli
per colmare vuoti di solitudine.
Ritagli di cielo
con albe e tramonti
passano come ombre su di me.
Nel bosco segreto dei miei sogni
colgo umide viole
e felci azzurre cingono il mio capo.
Percorro strade di luce
che si snodano
negli abbracci di un nuovo mattino
ascolterò l’allodola
che con il canto bacia il sole
che nasce
e poserò una lacrima
sul volto di chi non ha mai pianto.
Mi perdo nell’immensità della vita
che col suo silenzio
mi stordisce e pesa sull’anima
mentre lontana
un dolce suono diffonde
dal campanile antico
una campana….
Dichiaro di accettare il regolamento.
..OLTRE IL TRAMONTO
sfioriranno i fiori
passeranno le stagioni,
piangerà il cielo tingendosi di colori,
cadranno le foglie dorate
stanche senza piu’ linfa
Senza ossigeno per respirare,
voleranno le rondini
su altri lidi
ed i gabbiani spariranno all’orizzonte,
Volerò come sabbia sospinta dal vento,
sparirò in quel cielo infinito,
mi sentirò leggera
come un aquilone
che fugge lontano,
sparirò alla vista
e varcherò la mia isola eterna.
sarò l’oblio,
la vita continua
in un’altalena di pensieri ,
di problemi irrisolti.
Il mio problema irrisolto,
lo porterò con me
nel regno dei morti,
il mio pensiero
sarà solo per te,
mi accompagnerà
nel mio lungo cammino
verso il tramonto
sarò in un giardino colmo di fiori
sarò in quella piazza
sotto un cielo d’estate,
accarezzerò
quel triste gabbiano,
ti aspetterò
senza più lacrime agli occhi,
sarà il mio angolo di cielo ,
ti aspetterò
basterà tendere le braccia
io ti vedrò spuntare
sarai con me
nel mio respiro,
laggiù…
oltre il tramonto.
Nelle notti primaverili,
mi specchio nel cielo pieno e
sono un negro con una leggera mano di tinta bianca a coprire.
Nelle notti primaverili,
ho tante di quelle urla che mi escono dalla gola
e amori che viaggiano in carrozze dell’Orient Express.
Nelle notti primaverili,
c’è un solo cuore che mi batte nei timpani
ma vado avanti, sempre avanti
ti troverò…
______________________________________________________________________
Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
NEI CORTILI DELLA NOSTALGIA
Gl’alberi hanno memoria di noi
e tacciono la resina dei giorni
come sangue loro
S’addormentano nelle nebbie
di un domani nudo
e chiedono al cielo una luce
nei cortili della nostalgia.
Gl’alberi spiegano la presenza
di un tempo muto
l’avvicinarsi delle parole
che vorresti ancora d’amore
ricordando il viaggio di un grido
il ritorno della polvere perduta
nel loro vento
Quanto deserto
attorno sentono arrivare
nel paziente silenzio
di rami ormai ammuffiti
di solo disincanto
Quanto ancora devono
attendere la luce spenta
di noi che respiriamo.
Dichiaro di accettare il regolamento.Gianluca Regondi
dichiaro di accettare il regolamento, Maria Grazia Vai
SUL FIANCO SBAGLIATO DEL CUORE
Si fa silenzio tra i rintocchi dell’autunno
e torna a farsi più profondo
di un solco tra la neve
Tutto di te, seppur taciuto
diventa quel fragore che non dorme
S’insinua sempre più forte
dall’altra parte della pioggia
e ti raccoglie più delle parole
più del silenzio che sciogliesti
nevicando tra le mie mani.
In questo vederti piovere
dove il sole, incurante del vento
ritorna a fioccare
Dove piango la fragilità dei vetri
e la pienezza della tua assenza,
al di là di questo tempo
chiuso stretto intorno ad occhi
che non trovano e mi cercano
rifugio.
Dove l’accento di uno sguardo
si fa rumore vuoto, e Tu
dai fianchi innevati dei miei paesaggi
sempre più distante.
Maria Grazia Vai
ECCOLO…
Eccolo…
questo sole atteso
che appena appena s’intravede
nel suo sorgere!
S’attarda arrampicandosi
ancora sonnolento
dietro un costone scosceso…
si sveglia alle sue prime luci
con i colori della natura
che si riordinano
dopo il riposo della notte!
Eccolo…
si stropiccia il viso
con le nuvole sorelle
che bianchissime
si rincorrono in un cielo
che diventa tavolozza
mentre il mare attende
il suo benefico calore!
Eccolo…
tutto è armonia
nel suo nascere…
e l’animo si ricompone
nella gioiosità della vita!
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.
Io sono il vento..
Io sono il vento soffio ovunque libero
ma anche solo nel cielo della vita
che muta ad ogni respiro
quando penso di essere arrivato
cambio rotta
vado via da chi mi ama e amo ciò che è lontano
mi segue fedele solo la mia ombra,
invisibile, muta e accondiscendente
anche quando sono stanco fermarmi non posso
perché il mio animo grida ciò che la mia mente respinge
ma non ho rimorso
accarezzo i volti ed asciugo le lacrime di chi soffre
do fiato ai sorrisi e al pianto,
mi prendo beffa dei prepotenti,
sollevo il loro mantello e gli porto via il loro cappello
roba fatta solo con stoffa di presunzione
cucito poi con fili di arroganza,
prova a sputarmi contro e vedrai …
più mi si stringe e più sono inafferrabile
arrivo quando meno te lo aspetti
mi puoi vedere solo attraverso l’ondeggiare sinuoso di un prato
o alla dolce danza di foglie sospese
spingo nubi che prendono forme assai diverse
tutto perché so di adempiere ad un destino.
Quello di essere di Dio il respiro!
Giambattista Ganzerli
sez a – accetto il regolamento
Il Male dentro
Ci sono dolori che ti spaccano il cuore
E ti calpestano l’anima
Sono quei dolori sordi e senza suoni
Privi di speranze e di emozioni
Dolori che si intrecciano in cammini
Sempre più oscuri e sempre più meschini
E non ti fanno scorgere la luce
Ti lasciano da solo e senza pace
Mentre dalla tua anima un grido s’alza e tace
Ci sono dolori che non si possono spiegare
Ma ti cancellano e fanno tanto male
Ti lasciano da solo e desolato
E ti rimangono smarrito e senza fiato
Sono i dolori della tua esistenza
Fatti di tanto male e lunghe assenze
Di giorni lunghi e vuoti e senza senso
Ci sono dei dolori che non si possono spiegare
Perché troppo difficili da poter capire
E ancora più difficile poterli definire,
Ci sono dei dolori vuoti e senza amore
Con solo nebbia che oscura il tuo cammino
E solo intralcio per il tuo destino:
sono i dolori di chi non è amato
il cuore triste, lo sguardo disperato
e scivola nel buio del sentiero
di quel sentiero oscuro che è la morte.
Carmela Russo
sez a – accetto il regolamento
SIMONE FINOTTI
BENE e MALE
Amo ciò che è bello.
Amo tutto quello che è amore.
Amo il mio essere, il mio senso della vita.
Amo tutto quello che mi fa sentire felice.
Amo quello che mi fa provare l’emozione della libertà, della
poesia. Amo il dolore e la sofferenza.
Amo tutto quello che c’è di male nel mondo, perché so che
arriverà il bene che ci coprirà e ci farà sentire vivi,
ci farà assaporare la gioia della vita, dello stare assieme come
un abbraccio amorevole e caldo di passione e speranza.
Amo la solitudine.
Amo la malinconia e la tristezza, perché mi fa sentire vivo
e capire che ci sono, che sono circondato da persone uniche
e che amo con tutto il mio cuore.
Amo sentire l’amore soffiare tra le mie dita e giocare con esso
fissandolo, finchè non mi solletica la guancia e mi dice
“ti amo”, gonfiandomi il petto e riempiendomi gli occhi
di fanciulla spensieratezza.
Amo sentire il dolore e nutrirmi di speranza.
Amo sentirmi uomo.
Amo essere quello che sono, e ricercare quella direzione della
mia vita assieme a persone che sono al mio fianco.
Amo l’odore della terra.
Amo l’odore della terra sulla mano di un uomo dedito alla
famiglia e all’amore dei valori belli e sani.
Amo l’arancione, il marrone, il giallo e il sorriso di una persona
che nella terra ha piantato la mano seminando nuova vita,
nuove emozioni e nuovi valori.
Amo camminare sulla strada nuda e marrone, grulla d’aspetto
ma ricca di sapere e conoscenza.
Amo ripercorrere quella strada percorsa mano nella mano
e sentire quel calore che ancora oggi come allora provo
nell’apprezzare il profumo di quei fiori, di quei gesti che orfani
mi accompagnano per quella strada, che oggi solitario affronto
lasciandomi alle spalle dei ricordi fortissimi, che si sono scolpiti
in me come in quella mano segnata e graffiata dal tempo
che ora giace nella terra a nutrire i suoi figli.
Simone Finotti
sez a – accetto il regolamento
PESCE
È il volo di un pesce silenzioso, guizzo
nel blu profondo, color cobalto.
Laggiù, dove ogni parte di me è perduta,
ritrovo attimi interminabili.
Solo qui è concessa attesa di magici incontri.
Ho indossato un vestito nuovo
e mi sento un po’ speciale …
Mi concedo complice tua in slanci
di morbide passioni ritornate.
Curiosi e aridi ricordi affiorano
inaccessibili ad altri.
Nascondiamoci.
Aspettiamo insieme un tempo senza fine,
che tutto sia prima di ogni frase.
Continua ancora, non fermarti mai.
Negarmi cosa? Mai carezze e inganni,
tra il dubbio e la follia.
Sia luce la mia dentro di te
e di me la tua rifletta
desideri sogni.
Trattieni il respiro.
Non affogare, quieta la tua rabbia
e aspetta e prega pace per domani.
E non sia?
Ascoltami, se con te non sono,
ricorda le mie labbra e me stessa,
e quando ti abbraccio forte
sia questo il coraggio per non fuggire.
Pace domani e se fuggi verrò con te.
accetto il regolamento
sez a – accetto il regolamento
L’amore in una stanza
Rapisco cieli d’inverno
Per averti pioggia nel mio tempo,
Invento l’aria nel silenzio
Per sentirti vita
Nel mio assenzio.
Fra le braccia del mio giardino
Colore creo
Per farti rimanere
nel mio arcobaleno.
Scolpisco cornice
Nell’ombra del tuo mondo
per dirti che non sarà lontano
il mio ritorno.
Scrivo
annegando i miei pensieri
tra i pallidi fantasmi
di un lenzuolo,
mentre son qui
che ascolto
il rumore di te
e son solo.
Solo, come il mare,
che nella sua vasta anima
fa memoria.
Non ho posseduto tutti questi cieli,
non ho pianto tutta quella pioggia
e non ho respirato abbastanza
l’aroma dell’unica preziosa rosa,
che da sempre ho amato.
Ma non me ne se son mai accorto,
se non ora,
che quest’ombra fa luce
tra i dubbi di un cuore,
dove un solo battito
ha avuto importanza
racchiudendo
l’amore in una stanza.
Francesca Ghiribelli.
Scrivere
Scrivere è un piacere.
La penna scorre
un po’ lenta
un po’ veloce,
su intonsi fogli bianchi
lascia tracce scure
che sappiam capire,
inchiostro pien di rabbia
o delicato amore,
tristezza amara
o gioia incontenibile
superficiale verbo
o sagge riflessioni
ma soprattutto
sentor del cuore.
Il buon poeta incide
sul paziente foglio
con abili fiammate
i propri ascosi umori
vestiti di pene dolori
speranze e desideri
e come il naufrago
affida la sua sorte
a quel messaggio
dentro la bottiglia
della vita.
Dichiaro di accettare il regolamento del concorso.
E’ ancora Primavera
Come pietra che ruzzola d’affanno, la mia stagione perenne è dunque l’Inverno?
Curva di bocca nauseabonda che dalla voragine tenta l’approdo sulle labbra livide
Aride e lontane dalla sacca depositaria
Di sorrisi tirati
Che d’oppio macera amaramente aprendo ferite, lasciando asciutti d’acqua acquitrinosa senza sale
Attraversando ore di paura.
Mentre tutto intorno prosegue la normalità del sonno, un fischio violento arriva a bagnare membra e incubi portando la veglia ad occhi colmi di strie sanguigne,
giallognoli segni epatici incancreniti rifiutano il flusso del grido che come diga vorrebbe liberare oscurità dei silenzi.
Mi risveglio che ancora per tutti è Primavera.
Annalisa Orrù
accetto il regolamento
“Petali volanti”
Petali nel vento che corrono felici
verso l’orizzonte, ignari di noi
e dei nostri desideri.
Vanno su prati e sui mari
e ridono di noi
che non li vediamo
perchè siamo impuri
e guardiamo in basso.
Alziamo gli occhi, amica mia!
Vedremo anche noi
i nostri pensieri volare leggeri
nel cielo, come petali nel vento.”
Dichiaro di accettare il regolamento.
ALLA TERRA E AL CIELO
Alla terra e al cielo
supera i bastioni del cuore
mentre una farfalla disegna
i contorni di un angelo,
torna nelle braccia del Signore.
L’emozione attanaglia,
troppo presto per accarezzare
un celeste mischiato al sole.
Luce che assorbe
e non dilata la distanza
perché del brivido si cinge il corpo
mentre d’anima si alimenta lo spirito.
Il corpo che torna alla terra,
l’anima che torna al cielo.
Una carezza che si fa velluto
nei sogni d’una figlia
che ora vede solo un arcobaleno.
@Patrizia Portoghese alias Pattyrose
Accetto il regolamento
Esisto, trama, cornice,
ipnotica devianza di un’impressione sterile,
lineamenti duri e imperfetti dell’indifferenza.
Sforzo l’impatto,
nessuno nota.
Frammenti di un’illusione poetica,
sguardi dimenticati,
come ombre sconosciute, compatte nebbie,
sagome cieche sospese nell’inquietudine.
Accetto il regolamento del concorso.
TU …OLTRE IL TRAMONTO
sfioriranno i fiori
passeranno le stagioni,
piangerà il cielo tingendosi di colori,
cadranno le foglie dorate
stanche senza piu’ linfa
Senza ossigeno per respirare,
voleranno le rondini
su altri lidi
ed i gabbiani spariranno all’orizzonte,
Volerò come sabbia sospinta dal vento,
sparirò in quel cielo infinito,
mi sentirò leggera
come un aquilone
che fugge lontano,
sparirò alla vista
e varcherò la mia isola eterna.
sarò l’oblio,
la vita continua
in un’altalena di pensieri ,
di problemi irrisolti.
Il mio problema irrisolto,
lo porterò con me
nel regno dei morti,
il mio pensiero
sarà solo per te,
mi accompagnerà
nel mio lungo cammino
verso il tramonto
sarò in un giardino colmo di fiori
sarò in quella piazza
sotto un cielo d’estate,
accarezzerò
quel triste gabbiano,
ti aspetterò
senza più lacrime agli occhi,
sarà il mio angolo di cielo ,
ti aspetterò
basterà tendere le braccia
io ti vedrò spuntare
sarai con me
nel mio respiro,
laggiù…
oltre il tramonto.
DEL CONCORSO
ROSA D’AGOSTINO – DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO
Inaspettato e perfido il lampo
di una logorata canzone
mi trascina lontano
sul coccodrillo ferroso ansimante
nel fiume denso del pomeriggio
quel treno che lento esasperava
la mia voglia di te,
estate feroce di caldo e giovinezza
fuoco d’agosto
ferrovia rovente
su cui s’infrangeva l’impazienza
e il desiderio del tuo corpo vicino
esplodeva in frenetico magma;
così per un attimo in questo presente
l’assenza tangibile e sconfinata
mi proietta su vagoni oscuri
dove soltanto il dolore viaggia,
blindata in un treno diverso
lanciato nel buio siderale
all’insensata ricerca della tua essenza.
Sezione A
Dichiaro di accettare il regolamento
Cipressi
All’ombra
della croce
luce rarefatta
è luce?
Domanda
risponde
perdona
la campana
e fredda
dona
l’ora
della pace.
accetto il regolamento
RIBELLE IO
Io non posso essere felice quando cambio solo per soddisfare il tuo egoismo.
Non posso sentirmi felice quando mi critichi perché non penso i tuoi pensieri.
E non vedo come tu mi chiami, ribelle.
Eppure, ogni volta che ho respinto le tue convinzioni, tu ti sei ribellato alle mie.
Io non credo di plasmare la tua mente.
So che ti sforzi di essere te stesso e non posso permettere che tu mi dica cosa devo essere,
perché sono impegnata ad essere me!
(Rossella Zucaro)
accetto il regolamento
PER QUALCUNO
e se qualcuno non ci crede
se per qualcuno
non è vero
se per qualcuno è assurdo
se qualcuno non realizza
se qualcuno non immagina
se qualcuno non ha sogni
se qualcuno non è vivo.
Danzami intorno
e dimmi “ti amo”.
Mostriamo a qualcuno
quanto noi siamo.
(Vincenzo Zucaro)
accetto il regolamento
Io sola
ti vidi
Srotolato
Rilucente
Disarmato
Tu ricordi
il mio cuore
quel segreto
galoppare
Io te quel giorno
come vestivi
come parlavi
E l’improvvisa pace
di quell’ abbraccio
tutto quiete e luce
MIRIAM BRUNI
SEZIONE A – Accetto il regolamento
Daniela Giorgini – Sezione A – Accetto il regolamento
E mi abbandono
Timida
– di sguardi e parole –
tremo.
Il mio corpo nudo
tra le tue mani
manda segnali
di brividi accesi
che la mente rifugge.
Passione
è il mio tormento
– il mio spavento –
e cerco di nascondere
il rossore
– e il mio amore –
Ma il sangue nelle vene
scorre bollente
– scappare non serve a niente –
E mi abbandono
a te.
sezione a- accetto il regolamento del concorso -IL PASTORE DEI SOGNI-
Devo dormire
a quest’ora non chiama nessuno
se non chi ha bisogno.
Mi sento come una donna,
che aspetta di non esser più libera,
per liberarsi.
Gocce di pioggia, come un gregge svogliato,
talmente lente a cadere
che le potrei contare.
Per ogni goccia, una parola, da dedicare
e passare la notte a vederle svanire
così come i sogni, che non sanno mai bene dove andare a finire.
Oserei uscire, solo, per un bicchiere
da svuotare
come ho fatto coi sogni.
Da ragazzo credevo poi rinascesse la voglia,
che tutto venisse placato, dall’ira,
sedevo davanti al mare in burrasca.
L’istinto era quello di buttarci dentro la vita
e più stavo male e meno reagivo,
e nemmeno a buttarmi, a qualcosa servivo.
Devo dormire
smettere di pensare
e riprendermi il mare.
Questi monti che mi schiacciano
queste valli che mi ignorano,
mi è tutto lontano, non posso toccare.
Devo dormire
a quest’ora si può fare di meglio
che abbracciare un cuscino.
Sz. A accetto il regolamentoANTONIO PASCUCCI
SPECCHIO DI VERITA’.
Da giovane, per ore intere
in me ti specchiavi
ammiravi il tuo corpo
robusto e muscoloso
te ne eri pazzamente innamorato.
Ti radevi la barba
fischiettando quel motivetto d’amore
che tanto mi faceva rallegrare
mi confidavi
i tuoi segreti più nascosti
le tue ansie, le tue paure
i tuoi primi amori
io ti ascoltavo, ti consigliavo.
Oggi, sempre più di rado
in me, ti vieni a specchiare
hai vergogna
del tuo corpo ormai invecchiato
del tuo viso
segnato da rughe profonde
che testimoniano
la tua avanzata età.
Mi manca tanto il tuo fischiettare
non aver paura
in me troverai
sempre un amico con cui puoi parlare
come in passato
che tutto confidavi.
Io riflesso di verità
in te mi son specchiato
la tua anima
bella e trasparente
ancora oggi, allegramente
fischietta quel motivetto d’amore
che mai….ti farà invecchiare.
Entra nella mia vita
senza preoccuparti di fare rumore.
Non toglierti le scarpe,
non camminare in punta di piedi,
non parlare sottovoce,
non soffocare le risate.
Sii invece uragano che spacca,
tempesta che sconvolge,
pioggia che sorprende,
onda che sbatte ineluttabile
e poi recupera ogni cosa
nel suo vortice scomposto.
E quando tutto si sarà placato,
nel fragore della tua risata,
saprò che sono viva.
accetto il regolamento
Sez. A accetto il regolamento Cristina Biolcati
VIVA
Entra nella mia vita
senza preoccuparti di fare rumore.
Non toglierti le scarpe,
non camminare in punta di piedi,
non parlare sottovoce,
non soffocare le risate.
Sii invece uragano che spacca,
tempesta che sconvolge,
pioggia che sorprende,
onda che sbatte ineluttabile
e poi recupera ogni cosa
nel suo vortice scomposto.
E quando tutto si sarà placato,
nel fragore della tua risata,
saprò che sono viva.
IL GHIRO
Il pianto della pioggia
fa brillare l’erba.
Trema l’acqua del ruscello,
Il bagliore del sole
turba la sua tranquillità.
Su un sasso
un ghiro addormentato
veste di solitudine:
gli hanno pestato la coda
e poi dimenticato.
Lui dorme,
rimane nell’oblio
di fronte all’indifferenza.
DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO
pillole di carne cruda
ora vi chiederò in silenzio del silenzio,
voglio godermi l’attimo che precede la morte dello stesso.
ci lamentiamo di parcheggi inesistenti
dove parcheggiare gli scontenti e stanchi
di questi due corpi celesti in cielo simili ad occhi
affetti dallo strabismo di venere e da tutto questo
piangere e scrivere.
tu strappami le cornee e gettale come bottiglie estranee
che hanno dato vita a fantasie erronee e temporanee
e che t’han cullato questa notte ininterrottamente.
sono cieco alla luce del mattino ho le tende nelle palpebre
e schivo ogni colpo di tosse dedicato al vino ogni pagina
d’un taccuino che potrebbe lacerare le mie vertebre.
resto aggrappato alle tue ciglia e tu sbattile perch’io cada
urlando sperando di toccare un fondo,
ma se ho nero sott’alle unghie è perché sto scavando.
recito funzioni matematiche e logiche
l’incognita è l’irrazionale di queste sciabole-parole,
che vincono grattando il plexiglass del mio occhio.
impronte digitali sono tracce inconsapevoli eppure
più rappresentative d’una poesia inutile, così pare.
vedo ingranaggi arrugginiti d’una coscienza ormai scordata
in qualche vicolo sperduto nell’autostrada d’una sigaretta
mai fumata per intero e il filtro piange il suo abbandono.
calli nelle occhiaie appesantite da notti nere e bianche
confezionate dallo smog d’una industria decadente
che formula pensieri sfornati caldi o vomitati.
la democrazia è paraplegica e indovina chi l’ha investita?
(la democrazia è paraplegica e tu sai chi l’ha investita)
sfrecciavamo lungo sentieri di spensierate follie
scambiandole per idee ma abbiamo perso la ragione
e forse è il caso di rinviare pesanti arrivederci
addii troppo leggeri o sguardi ambigui per capirci.
camminando tra fiumi, torrenti torridi e orridi
e cementi che paiono naturalmente armati di castighi
abbiamo scelto di fermarci ad una stazione di servizio
scambiandola per uno spazio di riposo quando invece
è risultato esser la somma di tutto ciò finora scritto.
e tu che nella tua testa ascolti questa prosa poetica
ti prego aiutati ad uscire dalla noia empatica, emblematica
di giorni sputati da una penna a sfera
che ricorda la nostra terra prima che fosse castigata.
sono pillole di carne cruda, rossa e nuda, tu ingoiale
prima che la carne muoia grazie alle suddette sciabole
che tagliano l’aria condizionata dalla gloria.
ci vedremo un giorno ma non ci parleremo.
ci parleremo un giorno ma non ci rivedremo.
ci rivedremo un giorno e noi non ci saremo.
noi non ci saremo, noi non ci saremo più!..
e scorderemo la voglia che avevamo di non portarci
appresso ogni possibile rimorso o lo affogheremo.
sì, lo affogheremo.
Dichiaro di accettare il regolamento.
Vincere la gravità
Vincere la gravità
imposta da natura,
scioglier le zavorre
che gravano sull’anima,
abbatter le pastoie
che stringono le membra.
Sorvolare il mondo
esplorare l’universo,
scacciar della paura
i demoni frenanti,
vincer ogni ritrosia,
Osare d’esser liberi.
Ciò non è difficile:
Cavalchiamo i nostri sogni!
Liberiam le fantasie!
Rilasciamo le emozioni
sorvolando col pensiero
la gravità di mille mondi.
Accetto i termini del regolamento.
Andrea Borrelli – sez.A – Accetto il regolamento
Ego
Vivendo le lande del pensiero
come unico siero
serio nel far nulla
di più sul mio sentiero
specchio di vita inutile
senza alcun mescere
il vero e il faceto
feto dell’ arroganza mia
erta ad ascoltarmi
solo nel riflesso
di un piccolo giorno
perso in piacevoli assenze
distaccati ricordi
e fottio di musiche veloci.
Pensavo il tuo cuore…
pensavo il tuo cuore
fosse la mia casa
invece
con la valigia in mano
ripongo i miei panni
e
vago per stanze
dove
il vuoto lasciato
al posto dell’amore
è compagno di viaggio
al mio dolore.
(Maria Pina Santoro)
Anna Alfano sezione A accetto il regolamento
TERRA
Oh terra! Tu che come me
soffri la fame di giustizia,
oggi tremi scuotendo animi impauriti
eruttano i monti , vomitano i fiumi
Si dissolvono i ghiacciai
L’uomo gira il capo all’affamato
Calca la mano pur di arricchirsi
dove nulla ha più importanza,
sola bramosia del dio denaro.
Rimpiangiamo, il mancato amore
Per una terra martoriata
I nostri cari alzeranno il dito
Rimpiangendo i prati erbosi,
Il bianco ovattato della neve
gli arcobaleni dai mille colori.
Solo la pioggia farà rumore
inizia la nenia della supplica
Si prega un Dio dimenticato
dando sfogo all’emozione con rimpianto.
Elena Condemi Sez A Dichiaro d’accettare termini e condizioni del regolamento.
“Corde di luna”
Suono la speranza
di una notte
limpida
e viva…
il rimedio che non ho
la temperanza
la gaia voce
di tutta la fortuna
che ancora
mi si cela.
Accordo
disaccordi
dell’anima…
Canto
tesori mai sepolti
ove splendono forti
gemme ritrovate.
In una luna
che mi lascia
nuda
con me…
e, come me,
piena e sola.
Elena Condemi
Il disincanto
Quei passi affondano pesanti
su quella sabbia abituata all’umana diffidenza!
Quei passi solcano un destino a quell’incanto mattutino
che attira lo sguardo dell’umana morbosità!
E l’umana ignoranza violerà ancora quel manto
che l’abituale disincanto ha tracciato già!
accetto il regolamento
sez A Accetto il regolamento
E,,,SI ABBANDONA
Gelida, spoglia
frema quest’anima,
teme
in un altro risveglio.
Fuori c’è vita
dentro l’abbandono
e tutto giace.
Risonanze morte
volti, voci
scheletri da condannare.
Vulcani esplosivi
cessano di ardere
questa caparbia sensibilità
ormai tutto giace.
Venti feroci
onde persuadenti
cieli spenti,
trionfano
su queste laceranti cicatrici.
Sconfitta e assente
stanca si arrende
allontanando rive
e si abbandona
nel lungo vortice
dei suoi pensieri.
Vincenzo Bua – sezione A – Dichiaro di accettare il regolamento
“Monete”
Siamo vortici all’interno di noi stessi
fiumi ripieni di ciò che abbiamo visto
cerchiamo lune piene,
…nonostante siano sempre una sorpresa.
Autori di noi stessi, siamo estranei,
quando, con sorrisi, abbandoniamo l’odio,
stringiamo la mano alla nostra ipocrisia.
Siamo vile denaro,
scambiato per un minuto di gioia,
per il disilluso sogno di avere una vita migliore,
sporco come la falsità che circonda il nostro essere.
— Dichiaro di accettare il regolamento —
**Stelle**
Gino Centofante – sez.A – Accetto il regolamento
Brilli dentro di me
colori la mia vita
sfumature bicolori
rosso-nero
ossimori cromatici
tanto lontani che
si sfiorano al lento
risuonar dell’eco
del mio e del tuo
amore suggellato.
Di una notte
lucente e focosa
come corpi
avvinghiati all’avvampare
delle nostre passioni.
Da [Graffi edito Libro Aperto Edizioni]
Il cielo è come l’anima mia.
Il cielo è come l’anima mia in un
riflesso spontaneo quanto inatteso.
Esso è come l’onda concentrica
che si sparge dal punto di impatto
di un dolore, un’increspatura che
si spande in eterno e non ha ritorni.
L’anima mia è fatta della stessa
sostanza, fragile come un velo
setoso, con la differenza che non
accoglie dentro di sé le stelle ma le
contempla da lontano, come in
una preghiera e le potesse sfiorare,
bagnandosene di lucida follia.
L’anima mia, come il cielo, non
conosce intervalli d’esistenza, essa
è un continuo mutare e divenire, la
forma finale che assumono sia i nostri
corpi che la terra. Celano in loro un
denso senso di mistero ed un’angosciosa
eternità, eppure basta un eretico
tumulto per riscoprirne le concavità
più misticamente solidali. Dal cielo
scrosciano le piogge, dalla mia anima
vengon giù lacrime; si rinnovano
gli esseri che da entrambe si lasciano
ghermire; è come se il cemento di vecchiume,
che prima li rivestiva, si fosse tramutato
in fango lavato via, i corpi ammantati di
candida luce, rinnovata gloria.
Scende lesta la notte, corta l’oscurità
del mondo, ma s’allungano i pensieri
e anima mia, se pur sfiancata, hai
occhi pallidi e pesanti, percorsi da
minuscoli fiumi di sangue, ancora non
vuoi arrenderti all’ipocrisia di meretrici
ciglia o all’accidia del sonno, mentre
il cielo cessa di farti da specchio e
muta nel Lete dove poterti meglio
adagiare. Scava falciatrice! Scava!
Non temere di annegare tra le sue
acque, ma sii alla ricerca perenne di
una verità che resta innominabile
per coloro che non l’hanno mai goduta,
poiché, il trastullo che dona, è pari al
guardare il sole nel punto più alto della
sua plastica cavalcata, e rimanerne folgorati.
È la verità dell’amore ed è solo per quei
cuori che la provano e possono reggerla.
Dichiaro di accettare il regolamento.
Accetto le condizioni del concorso
con…fuso
in questo dare e dare
quasi più senza
chiedere nulla
mi sento fuoriuscito
dall’anima
in altri disperso
per questo
ritorno da me
al mio stare protetto
nel mio essere
unico
LE NOTE DELLA VITA
Timidamente componendo
vorrei poter cantare
con la voce del vento
che disperde le sue melodie.
Vorrei poter cantare favole
racchiuse nel mio cuore,
racchiuse nella mente
immerse in un mare di ricordi.
Rubini rossi
che vibrano leggeri
come raggi di sole.
Tra i riflessi dell’acqua
desisto dall’impresa
e canto solo
attraverso le note della vita.
Punte acuminate.
BIASOLI MARIA CRISTINA-accetto il regolamento-
Scusami . . .
Quando fuori la bruma
coprente si fa come coltre di neve,
io ritorno fra i panni
preziosi, che per me
ricamato tu avevi,
nell’attesa di sgravare il tuo grembo.
Taciturno, mi appare
il tuo viso, ben lieto nel vedermi in salute,
ma non senza la ruga
angustiata, dal futuro che sapevi
intricato.
Vedo pure il tuo sguardo
proiettarsi in avanti
al divenire dei giorni.
Si,
quelli in cui, riscattare
avresti voluto, i tuoi affanni.
Si spianava quel solco, aspirando al realizzo,
di quel tanto che ancor, da percorrer avevi.
Mah nel mio cammino,
mai un principe, mai una stella cometa,
mai un filo d’Arianna, mai la faccia del dado
più alta.
Contemplo ciò che avresti voluto,
ma non sono davvero riuscita
a adempiere i propositi tuoi.
Scusami se,
non sono la figlia che avresti voluto.
Ancora mi scuso, sconfitta e umiliata
senza scotto ne fio e
la sola ammissione, di essere pure io,
un tuo disincanto.
ACCETTO IL REGOLAMENTO
– Il vecchio stanco –
Cullato dai ricordi
svuotato dai rimpianti
galleggia un guscio d’uomo
sul fiume delle genti
(Accetto il regolamento)
Maria Isabella Binetti
Accetto il regolamento del concorso – Sez A
Aurora
Scolora piano la notte
al tocco lieve dell’aurora
Il mare è un grande foglio,
righi le onde che
la brezza increspa.
La mia barca è una penna,
la sua scia il pennino,
e disegna note sul pentagramma.
La mia barca è una viola
e suona quelle note.
La mia barca è una donna,
occhi di cielo limpido,
fili d’argento nei capelli.
Sul suo ventre morbido
audace Zefiro danza
e ne accarezza i seni
e la pelle freme.
La mia barca sogna,
che sia lungo l’incanto!
E rimanda alla notte
storie intricate
di cupi pensieri
e insane frenesie.
RESPIRO DI MADRE
Filippo Gigante – sez.A – Accetto il regolamento
Guarda c’è l’aurora…
con me è ogni giorno.
E’ nei miei sguardi
che si confondono
tra i tuoi.
Sei l’aurora
della mia vita
e con essa
rimarrai.
Asciugherò le tue lacrime
e le tue sofferenze,
leggerò i tuoi pensieri
e i tuoi sorrisi
anche tra i tuoi capelli bianchi.
Guarda l’acqua del mare
tra le rocce
e quella conchiglia…
ha la tua voce.
La prenderò per me
per sentire per sempre
il tuo respiro di vita,
il tuo respiro di madre.
accetto il regolamento
SENZA LUCE…NEL SILENZIO
Scrivo per cancellare,
scrivo per amore…per vendetta,
scrivo per rabbia
caratteri universali
spiccano sul foglio candido,
nel buio, nel silenzio
udibili da tutti,
scrivo per chi non sa leggere
e per chi non può,
scrivo ad alta voce
perchè sentano tutti
perchè volino nell’aria
e raggiungano anche te.
E per chi non può udire
l’inchiostro bacia la carta,
con labbra dipinte di rossetto indelebile
fatto di amore e passione…per le parole.
lisanna
Ogni giorno di più
attendo che la notte sia matura
per tuffarmi in lontani universi
dove le onde dei miei sogni
si perdano nell’oblio del nulla.
Questo buio complice
mi ascolta e mi consola
mentre dentro l’anima
si riaccende la tua voce
a riempire ancora i ricordi
di preziosi momenti.
Ogni giorno di più
vivo solo del tuo respiro,
cercando attimi d’emozioni
sotto queste queste stelle,
in quegli immutabili segni
che da sempre parlano di noi.
In immensi oceani di tristezza
naviga la mia mente solitaria,
mentre il vento amico mi guida
sussurrandomi ancora
che, ovunque tu sia,
sei parte di me.
Ogni giorno di più
la tua assenza non mi da pace
mentre il mio mondo
è ormai rinchiuso in una foto,
nella verità di uno sguardo
che ancora mi possiede.
Ed il mio cuore smarrito,
chiede ancora se è vero
che ci sarai per me,
sempre e per sempre
Ma ogni giorno di più
la tua voce nell’anima,
mi aiuta a capire
che non basterà una vita soltanto,
per dirti che sei
il mio amore senza fine.
( Mauro Bompadre )
accetto il regolamento
Tempesta
scoglio
silente e solitario,
che ti ergi
nel mare tempestoso,
quanto simile all’uomo sei,
sempre in lotta con l’avverso fato
in balia di correnti,
che giorno dopo giorno
goccia a goccia scavano solchi
scardinano corazze,
inutili difese contro il male,
che lento s’insinua
nelle falle dell’anima
e ci svuota delle energie,
lasciandoci ombre
in crisi con noi stessi
accetto il regolamento
Gabbiani.
Ladri.
Stormi di cirri
in fuga dai mari,
ciglia aggrottate
dei cieli avari,
male sottile,
chiara febbre,
infezione
delle onde ebbre…
Gabbiani.
Ladri.
A me, semplice
anatra supplice,
quale briciola
avete strappato.
Non c’è altro; bevo
l’acqua melmosa
e va, va su me
la vostra febbre prodigiosa.
Il cielo è anemico.
Il fiume diarroico.
Gli alberi (fuori portata,
i furbi)
sono tutti verdi.
dichiaro di accettare il regolamento della gara
TESTAMENTO – Accetto il regolamento
Certe volte mi sento così in armonia con il Creato
che potrei morire in quello stesso momento,
però nulla dovrebbe essere sprecato,
e diventare cenere non sarebbe un tormento.
Il sangue lo darei a chi ha faticato
senza mai raccogliere certezze,
gli occhi a chi non ha mai osservato,
la pelle a chi non ha mai ricevuto carezze
due mani a chi è sprofondato,
e si sta arrampicando per venirne fuori,
i polmoni a chi vorrebbe urlare ma non ha più fiato
e, alla fine, mi rimane il cuore,
quello “materiale” può servire ad un malato,
quello “vero” lo lascio al mio, unico, amore….
( e.. scusatemi la rima cuore-amore)
Accetto il regolamento.
LA MIA MANO
LA MIA MANO
A VOLTE STANCA,
TI DA’ UNA CAREZZA,
SE TI MANCA.
LA MIA MANO TREMA
SE COMPONE CON DOLCEZZA,
SE AFFERRA CON TENEREZZA
I TUOI CAPELLI D’ORO.
LA MIA MANO VUOLE SCRIVERE
DI VOI, PER VOI, PER SE’
FINO A QUANDO NE AVRA’ LA FORZA,
LA COSTANZA
IL GIUSTO SPIRITO.
LA MIA MANO VUOL STRINGERE
LA TUA MANO,
PER SENTIRSI PIU’ VIVA
PER SCOPRIRE SOPITE SENSAZIONI
E CAPIRE COM’E’ BELLO VOLER BENE.
EMOZIONANDOMI COME UN BIMBO…
GLI HANNO DONATO UN SOGNO
’89, PASSI
Ti lascio in compagnia
un vestito di piombo
e il vagone pieno di onde,
io e la borsa, due pesi colmi di soprassalti;
nelle cerniere biglietti da tenere per sempre…
sane contraddizioni
Sentirti perduto
senza i miei occhi, colpevoli
d’averti segnato le carte,
verrà il momento di strappare una data
Già ti vedo al binario numero x
bruciare nel fumo aspirato
nervoso, l’orario in ritardo
Il rituale caffè – come stai?-
continua a scottare, s’ingorga la voce
-ho poco da dirti, forse a lungo –
niente da spartire con la tristezza,
“niente” è il pieno centrato
Al centro
consumano gelati per strada
(contro l’afa)
ci tocca un gelo alle spalle
e due fuochi ci mangiano,
un sole allungato
ci stacca le dita, finalmente
Ti lascio
paura di perdersi,
faresti a meno di pensare
che io vado e tu resti
Rita Stanzione ©2012
Accetto il regolamento del Concorso
Piena.. Luna (dalla silloge Respiri di Luna)
Piena..
Luna..
A te che vegli
sul marinaio assorto nel
tuo di Dea splendore..
A te che brilli notturna
illuminando il cuore..
A te che puoi vederlo
mentre scattò e
la tua meraviglia immortalò..
Sempre la stessa sei..
Chissà se nel fissarti ed
ammirarti
un piccolo pensiero volge a me..
Chissà se mentre a Te
mi volgo io
l’Amore Mio
mi avverte..
Piena sei e rotonda e colma
come questa tormentata
anima di bambina Sola..
Se a te si rende
tranquilla sopravvivo,
anche se non son io
il pensiero primo..
Perché ti guardo anch’ io..
E ciò può un pò
scemare la sua assenza..
Il fatto che
per lui son trasparenza..
Proteggilo e sorveglialo per me..
Difendilo il mio dolce e ingiusto Re..
E digli
che in silenzio sto
bruciando
che vado avanti a stento
e zoppicando..
Che dal mio viso
ha cancellato il
riso.. E che l’Amore é Amore
sempre e ovunque e in ogni modo..
Che anche senza vedere né toccare
é possibile sentire.. Patire.. Gioire e
Innamorare..
sez. A dichiaro di accettare il regolamento
Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Solo un’occasione di Ilaria Militello
Voglio solo avere una possibilità.
Vorrei far vedere chi sono,
cosa valgo.
Vorrei farti vedere che ti sbagli.
Voglio un’occasione per farti vedere chi sono.
Ora tu mi guardi e non vedi nulla,
solo una perdente,
ma avrò la mia occasione
e tu avrai stima di me.
Ti accorgerai d’aver sbagliato
e mi chiederai scusa.
Ora tu mi guardi
e vedi solo una che non vale,
ma avrò la mia rivincita e allora mi guarderai
e vedrai chi sono,
quanto valgo.
Claudia Piccinno
Olezzo di crisantemi
Sconfinata attesa
nella tua agonia.
Assemblata alla paura
Per ogni bip lento
di quel monitor.
M’imploravi
con gli occhi
di fermar
lo schermo.
Io sorridevo falsa
e sanguinavo dentro.
Temevamo
l’olezzo dei crisantemi
e ti promisi quiete
all’aria aperta.
Ti so ora abbracciato
alle fronde del pino,
esaudito l’ultimo
tuo desiderio,
ritrovo nel vento
il tuo sorriso.
edita in Transiti diversi- Rupe Mutevole
si accetta il regolamento
FABRIZIO TANDA – ACCETTO IL REGOLAMENTO
MENTRE MUTE
LE TUE MANI
Sorridi
in questo splendido
silenzio avvolto
dalle ombre
della sera
mentre
mute
le tue mani
madide di
brina
cercano gioiose
il mio cuore.
Mani di nonno
Le riconosco queste mani,
nonno.
Le loro rughe mi hanno parlato.
Sono le stesse che hanno asciugato occhi
di madri e mogli sconsolate.
Le stesse che hanno spostato cadaveri ad Auschwitz.
Le stesse che hanno tremato
davanti a crudeli soldati.
La loro storia giunge volando
sulla coda del vento,
sul domani che venne.
Ricordi, nonno,
quando, ardite,
fremevano
su forme sinuose di donna?
Quando, dolci,
sfioravano la mia testa di fanciullo?
Quando, forti,
costruirono l’altalena sul ciliegio?
Quando, stanche,
stringevano il bastone
che ti sorreggeva?
Ora hanno concluso il loro viaggio,
nonno,
sono divenute ali…
ed io le guardo volare lontano,
nonno.
accetto il regolamento
monica bianchetti ©2012
E’doloroso il silenzio
Quanto è silenzioso il dolore,
entra nelle ossa e permane
come gelido ospite,
anche se fiato e lacrime
senza freno esplodono..
Vorrei che rivivessero
queste mura dei battiti
della tua presenza,
inseguo ancora il profumo
di giorni non tanto lontani
e ascolto la voce
delle tue ore migliori,
ma è solo dentro me..
qui tra le stanze vuote
è doloroso il silenzio.
accetto il regolamento
ANTONIO GIORDANO 27/10/2012. Dopo averne preso visione, accetto il regolamento
“LOTTE INTESTINE”
Dice e ridice Euridice,
né mai si contraddice,
che il Duce trace
di nome Aiace
non fece le feci
il dì delle preci
ma invece, in sua vece,
felice le fece il vice.
Tace Euridice e più non dice
ma corre voce
che il duce truce
non ebbe pace.
Con piglio feroce
veloce veloce,
a colpi d’orbace,
il vile vice buttò nella brace
nella fornace di borace
e pece ne fece
quanto una noce.
Che fine atroce
del Nilo alla foce!
‘Avidi rapaci’
E’ questa mia fame atavica
che li porta a me
avidi rapaci
che si nutrono
della mia stessa fame
girotondi di parole
che di giorno
alla finestra volgono
e di notte tornano
invadendomi nei sogni
E’ un tormento che cresce
come il vento che si gonfia
in una stanza senza finestre
come il corpo senza bocca
dinnanzi la mensa della festa
E intanto il tempo appassisce sulla strada
e la pesca perde la sua seta
mentre cestino liquide parole
che non parlano al cuore
ma dilatano la sete
Sentenze che non ricamano di oro
il dolce mio sentire
ma volteggiano e si dissolvono
insieme alla fonte senza erba
che le ha pensate e liberate
Mentre il sole gioca con il giorno
i no mi danzano
e circondano la vita
ma nell’oscurità mi entrano nel letto
e non mi lasciano dormire
tiziana mignosa
ottobre duemiladodici
.
(Accetto il regolamento)
GRAFFI SULL’ANIMA
Mia mente, tuo piedistallo,
Cuore negato d’amore
Che vaga tra me ed altre lune.
Sobbalzi del tuo ansimare,
mani che dividono indumenti
e impongono carezze,
graffiiii sull’anima!
Occhi i tuoi di carne e rigonfi seni,
I miei … annaspano passato.
Spingere … sudato … eccitato!
Riceverti!
Urlarti in assoluto silenzio!
Non senti i miei tremori e la voglia svanita?
La tua bocca era fiume di melarancia e lamponi,
Oggi … marcio sapore di sesso.
Ancora una volta il tuo giuoco è finito,
Ancora una volta il mio corpo è ferito.
Ti sfiorasse la luna o antichi sguardi notturni
Sapresti vedere un amore che muore!
Roberto Ioannilli –
accetto il regolamento
LUCA VILLANI 28/10/2012. Dopo averne preso visione, accetto il regolamento.
“NOIA O LOTTA”
Troppo calme ha le onde,
come sabbia in un cantiere.
Non c’è sale in questo mare,
non emerge alcun piacere.
Tra le alghe si galleggia.
Sbuffa la nave, indietreggia.
Raccolta la sfida, la sfiga
ha dato ora vita al conflitto.
Travolto da un denso tumulto,
ricrollo incompreso e sconfitto.
Accetto il regolamento
RESPIRANDO IL MARE
Il primo mattino
regala
toni bruni
e tutto il paesaggio si trasforma
cale mai viste
affiorano inconsuete
disegnate dalla marea
è profonda
la voce del mare
come sirena sensuale
trasporta
cattura
annulla
ridesta i sensi
Un respiro dell’anima
Teresa Di Maria
La mia età
Memorie confuse
tra gli attimi vissuti
dimenticati
ripresi
chiusi,
nello scrigno
inaccessibile della mente.
Si ripresentano,
intermezzi
trascurati,
tralasciati
tra i binari sassosi
di mete agognate.
Reminescenze
di antichi sogni
riproposti
e ancora desiderati,
presenza veritiera
di un animo ancor
pronto alla vita
difficilmente assopito
ribelle agli anni
inesorabili del tempo.
accetto il regolamento
Blu morboso
Blu indeciso
che sfocia
nel grigio
palpabile.
Ritorna sereno
in un cortometraggio
consumato dal tempo.
Infinito profondo
inaffidabile
che fermenta
gli attimi
nel suo folle
vortice di idee.
Platea cosmica
sazia
di gocce dense
di malinconia
come il nostro amore.
Un blu
avvolto in una lacrima
nel cielo spossato
dall’infuso
dei nostri umori.
Dichiaro di accettare il regolamento
È un cammino nascosto
che si piega ai desideri del corpo
e si eleva guidato dal desiderio di te
raggiungendo e travolgendo l’anima.
La strada che giovani esploratori del mondo percorremmo
tracciando grafi sicuri e precisi
il tempo ha ora ricoperto di grigia polvere
nascondendo il solco in cui scivolavano
sogni e frementi voglie.
Nuovi percorsi da cercare
tastando al buio con mani ferme e sicure
caldi e umidi anfratti
nidi di esplosive passioni
e casse armoniche di sospiri
che da labbra languide ti giungono.
Richiami sussurati nel vento
affidati al ventre di bianche conchiglie
Parole tracciate su foglie rosseggianti
che cadondo disegnando ampie spire nell’aria
adagiandosi sulla tiepida terra variopinta.
Accetto il regolamento – Daniela Cavazzi
Il fiore della vita.
Il vento
il deserto
un fiore solitario
lontano un’oasi
un amore che vive
un fiore che cerca di sopravvivere
la natura
la vita
due giungle
si lotta per vivere
per non essere sopraffatti
per il proprio credo
per ciò che si ama
contro questo mondo arido
privo di soddisfazioni
con mancanza assoluta di altruismo
contro tutti.
Ma il fiore cresce
colorato, profumato
tra pietre, sabbia
sotto un sole rovente,
lotta
vive.
Anche l’amore nasce
cresce
cade, si rialza
è forte
combatte contro tutti
vive.
Dichiaro di accettare il regolamento
La via
È un cammino nascosto
che si piega ai desideri del corpo
e si eleva guidato dal desiderio di te
raggiungendo e travolgendo l’anima.
La strada che giovani esploratori del mondo percorremmo
tracciando grafi sicuri e precisi
il tempo ha ora ricoperto di grigia polvere
nascondendo il solco in cui scivolavano
sogni e frementi voglie.
Nuovi percorsi da cercare
tastando al buio con mani ferme e sicure
caldi e umidi anfratti
nidi di esplosive passioni
e casse armoniche di sospiri
che da labbra languide ti giungono.
Richiami sussurati nel vento
affidati al ventre di bianche conchiglie
Parole tracciate su foglie rosseggianti
che cadondo disegnando ampie spire nell’aria
adagiandosi sulla tiepida terra variopinta.
Accetto il regolamento – Daniela Cavazzi
Titolo: Ritratti
Di noi tutto è l’eco
oltre il silenzio
che ci scrive
e sono
dove gli occhi parlano
un viso non mio
e ridono senza volto
I treni muovono l’aria
e stridono lo sguardo
dove le ombre attendono lo svanire del tempo
sul muro del giorno
entrano ed escono
dalle mura della notte.
Dentro la memoria
c’è un uomo che guarda la sua storia
da un vetro
graffiato da una voce
La nebbia che passa sulla luce
ha i passi lenti sull’asfalto
il cappello grigio
e sopra
ha il cielo.
Autore: Nunzio Buono
Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Camera d’albergo 19.08.12
Il mio cuore non è
Un posto dove chiunque
Entra a suo piacimento
Fa e disfa le valigie
Alloggia quanto gli pare
Usa e sfrutta ciò che trova
Sporca e ruba ciò che vede
Con disprezzo e noncuranza
Il mio cuore è un tempio
Dove entrare in punta di piedi
Contemplare in silenzio
Godere dell’ospitalità
Il rispetto è importante
La fiducia anche di più
L’Amore ci si può perdere
Nei meandri complici
Il mio cuore non è
Una camera d’albergo
Nessuno deve scalfire
Le pareti di carta velina
Lui è capace di forti emozioni
L’accoglienza è per tutti
Ma quando si ferisce
Sanguina copiosamente
La sensibilità lo distingue
L’Amore lo avvolge
Il silenzio è assordante
E diventa melodia
Invio accettazione incondizionata del regolamento e l’autorizzazione al trattamento dei dati personali ai soli fini istituzionali(legge 675/1996 e D.L. 196/200)
NELL’ORA DEL SONNO
S’avviava a barbarico delcino
il polveroso impianto di stagione
che a meraviglia dell’oltraggioso
e pur presente lascito
delle riottanze e di virtù mercante
facea fiera di bellezza
Di grani maturati e subornati
nell’ora del sonno
al più icline oblio del mio sorgere
E non spandea
che nascenti solstizi
a morire
amor che diedi
tra colline danzanti
e indossate membra
di cucite
spoglie mietiture
“Nell’abbraccio che ferì”
al perpetuar del giorno… che feriva
ancor sotto le nascenti colate arsure
i rosei e argentei ardori.
Luca Gismondi
DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO DEL CONCORSO
Autunno
A te il mio inchino
ciliegio dalle foglie
rosso rubino.
Ammanta i miei giorni
nell’autunno piu’ cupo
odo lontani i latrati di un lupo.
Ma il grano di fresco seminato
affrontera’ l’inverno appena nato.
Togliera’ la nostra fame di primavera
quando il buio arrivera’ nella sera.
Grisanti Maria
Dichiaro di accettare il regolamento.
T’AMO MIO UOMO
T’amo mio uomo,
t’amo e t’ammiro,
ti guardo, ti carezzo,
e di te colmo le mani…
Chino il mio volto,
e l’inebriante tuo profumo inspiro,
in te scopro spiagge deserte,
ed infiniti mari…
Mentre mi smarrisco per spazi ardenti,
dietro a mille vaghe voglie io sospiro,
e dentro questa smania, in te profondo…
Con sicura voluttà la mente,
s’inoltra e spinge la ragione,
verso remoti e posseduti spazi ,
fino all’intima tua essenza,
mentre baci il manto mio lussureggiante,
che come terra fertile accoglie la tua semina…
Accetto il regolamento
O VITA MIA.
Sussurrami le tue paure
cosicché io possa spaventarle.
Mormorami i tuoi dubbi
affinché io possa cancellarli.
Bisbigliami i tuoi desideri
per far sì che te li avveri.
Parlami. Raccontami. Urlami contro.
Dimmi pure tutto di te.
Nauseami della tua ibrida presenza.
Avvolgiti a me come non hai fatto mai.
Trasportami in ogni dove.
Io non soccomberò.
Non posso. Non devo. Non voglio.
Almeno fino a quando non ti sentirò
ammettere chi sei veramente.
Solo così potrò chiudere gli occhi e lasciarmi
andare, come un granello del niente
tra le tue possenti braccia.
accetto il regolamento
Libertà
Se ti potessi avvolgere
nel mio abbraccio,
io lo farei
e
come calda maglia di lana
ti proteggerei,
dal freddo e dalla notte
dalle umide correnti marine.
Veglierei il tuo sonno
come custode
di scrigni preziosi
e andrei lontano
a gridare il tuo nome
che fa rima col mio.
Libertà
parola perfetta
per quest’amore a venire.
Accetto il regolamento
Un bacio all’immortalità
Ne resta iol sorriso,
l’innocenza strepitosa,
l’ineffabile sguardo e
le scarpe per viaggiare,
per restarmi accanto in un tratto di memoria,
le indefinibili frasi, l’incertezza
e quel mare, una possibilità ed una
miriade di domande in quel bacio rubato alle stelle,
in quel gesto profondamente immortale….
Dichiaro di accettare il regolamento per partecipare alla Sezione A. Poesia Tratta dal mio libro ” Frammenti di sogno” edito nel 2011 dall’Albatros Il filo nella collana ” Le Cose”.
Ne resta il sorriso,
l’innocenza strepitosa,
l’ineffabile sguardo e
le scarpe per viaggiare,
per restarmi accanto in un tratto di memoria,
le indefinibili frasi, l’incertezza
e quel mare, una possibilità ed una
miriade di domande in quel bacio rubato alle stelle,
in quel gesto profondamente immortale….
Dichiaro di accettare il regolamento per partecipare alla Sezione A. Poesia Tratta dal mio libro ” Frammenti di sogno” edito nel 2011 dall’Albatros Il filo nella collana ” Le Cose”.
è una poesia che trasmette emozioni diverse e che ti fa viaggiare con la mente.. cercando di dare forma e colore alla parole… davvero bella!
i miei piu sinceri complimenti a Michela…
Giacomo
Massimiliano Fois, accetto il regolamento
La morte è puttana
Si fa tutti quanti
Accolgo il mistero delle vibrazioni che mi giungono dall’universo nella loro ecceità…In questa alba ancora buia le trasmetto alla natura, all’uomo, all’ecceità di me stessa ed entro così in una cosmologia nuova, fino al big bang della mia essenza dove inflazioni di luci e ombre avanzano veloci verso un equilibrio del tutto dinamico, senza collassi di tempo: è il mio tempo buono , tempo utile per la mia oscura materia, tempo di galassie di pace e suoni melodiosi che si espandono in ogni fibra del corpo, e da ciò stamane mi spiego il perché sono, sveglia, e non dormo…..ho deciso di arrivare, di giungere alle soluzioni della mia vita…Mi affaccio alla finestra e invio messaggeri in ogni pixel del cielo dell’aria e dei respiri colorati intorno…Quanta armonia mi si apre davanti agli occhi del cuore!….Volo e non m’ importa del volo, non cerco atterraggi, rimango sospesa, e aperta ad ogni estremo orizzonte, in cerca dell’Uomo del dolore che mi faccia sentire il dolore del mondo che amo. Le misure che prendo a velocità infinità restano in campo per sempre… se Tu rimani con me …Dio della mia vita, della mia morte, della mia umanità….Praticamente è un problema di orizzonti lacunosi, se accettare o meno un eterno infinito o un infinito mondo…Ma io voglio volare ancora nella clamorosa conferma di me stessa, e mi spiego nell’universo con l’espansione di me con lui: di me nel cuore che si espanse infinitamente denso e si consolida con mille artefìci, di lui che mi trascina dentro senza che io lo veda, ma lo avverto in parte, sono troppo piccola per contenerlo tutto, per contenermi poi. Divento un’indagine relativa, quasi assoluta in questo insieme ordinato e fragile…Strano! Fragile ma duraturo…Paradosso dell’anima che non vuole perdere, che innalza Torri di Babele, in Terra di Babilonia, su cui, io, ho appeso le noie irrisolte. E’ così, e non posso che volare, che infrangermi sulle nubi. Lasciarmi trasportare è la sola cosa che voglio! A dispetto della solitudine , del vuoto, dell’abbandono e dell’incomprensione.
Continua…..
accetto il regolamento
IO, CARMELA CASUCCIO, con la presente intendo partecipare alla gara di poesia, sez A, accetto il regolamento
LUPI
Le parole, coltelli
aprono varchi
di sofferenza
nel corpo
materia infesta
di sensibilità.
E’ piaga
e raggrinza all’eco
di un dialogare
ch’è furioso azzannare.
Io, Emma Pirozzi, partecipo con la seguente poesia al concorso poetico “Brezze moderne” e ne accetto il regolamento.
Crescita
C’era il solito mostro sotto il letto
fu puntuale nell’attesa,
fino a un certo punto.
Mi affacciavo dal materasso
per sentirne il fiato,
respirandone l’esistenza:
una presenza certa e priva di prove.
Lo cercavo per farmi sbranare
perché la paura si consumasse in fretta
Non sapevo che avesse una scadenza
Non avevo fuoco e nemmeno una sigaretta
Un giorno il mostro cambiò casa
cambiò letto e lasciò il mio indirizzo
migrando verso sonni sotto letti altrui
A me restarono la calma placida della notte
una pace inquietante…
e il terrore degli adulti intorno.
NON è UN GIOCO – ACCETTO IL REGOLAMENTO –
Chi gioca con l’amore dopo un po’ si fa male,
e sente quel dolore che l’arde il cuore,
e pensa a quello sbaglio che non vuole più fare.
Chi gioca con l’amore non può evitare ad un errore,
e dopo un po’ pensa di voler scappare,
ma sa bene che così non può più rimediare.
Chi gioca con l’amore,
non si accorge che sta per affondare
negli abissi profondi del mare.
Chi gioca con l’amore arriverà al punto di non saper più amare,
e solo allora dirà al suo cuore che non può più volare!
Borrelli Corrado
tutti i diritti sono riservati
RICORDO
Lasciavano solamente profumo
e un sibilo che ancor oggi
se vuoi ti ripeto.
Sdraiati in mezzo
alle reti,
una corda di formiche
risaliva, come se ritornassero a casa.
E quel silenzio
talmente umido
che pareva scendessero
lacrime,
e quelle parole timide, misurate,
come sui libri.
E quelle pieghe nell’aria
d’ali di farfalla
sui giunchi dai fiori verdi
a far ombra ai nostri occhi
LUIGI GIORDANO. DICHIARO DI ACCETTARE IL REGOLAMENTO.
Ti ho incontrato.
Fra mille volti,
mille occhi,
mina vagante
a me affine.
Occorrenza di parole
svanisce al contatto,
sinfonia di anime
nell’etere a librarsi,
danza di corpi
nell’antica sapienza
nell’aria a liberarsi.
accetto il regolamento
Quando l’amore muore
Quando nel cercarti invano
s’incaglierà lo sguardo
sul tuo silente profilo
odore di terra e autunno esalerà
dalle tue perdute labbra..
Passione morta, coagulo di bene,
lasciato raggelare tra folate di vento
cosa darei per resuscitarti ancora!
Rimorso crudele il mio fallire
colpa sorda o cappio al collo
geme i suoi ultimi afflati
esala il suo ultimo respiro..
Resta per non fuggire
muore per non vivere
troppo vile per amare.
Accetto il regolamento.
Rossana Guerrera accetto il regolamento
STELLA LUMINOSA
Gli occhi rivolti all’infinito blu,
rivolti a te
che sei lassù
Stella tra le stelle
che rischiarano
il cielo,
a piedi scalzi
attraverso un velo
Lacrime cocenti scivolano giù
dalle guance spente
tu non ci sei più .
Manchi da morire
stella luminosa ,
ma lassù nel cielo
tu servi a qualcosa
Servi a ricordarmi
che quando arriverò
sarai ad aspettarmi
e sola non sarò .
Cammineremo insieme
tra spazi senza fine
in mezzo a nuvole rosa
e verdi colline ,
Abbasso gli occhi piano ,
ora non vedo più
la luminosa stella
che brilla di lassù
ma sento dentro al cuore
pace e serenità ,
quando verra’ il mio tempo
lei mi accompagnerà
E’doloroso il silenzio
Quanto è silenzioso il dolore,
entra nelle ossa e permane
come gelido ospite,
anche se fiato e lacrime
senza freno esplodono..
Vorrei che rivivessero
queste mura dei battiti
della tua presenza,
inseguo ancora il profumo
di giorni non tanto lontani
e ascolto la voce
delle tue ore migliori,
ma è solo dentro me..
qui tra le stanze vuote
è doloroso il silenzio.
autore: Tania Scavolini
accetto il regolamento
Nel tunnel dell’amore
Se pensi che impazzirò seguendoti,
ti sbagli di grosso.
Non si è mai vista e mai si vedrà femmina che
dopo aver pigiato i tasti della mia vita con tanta veemenza,
poi abbia continuato a respirare da sola.
Certo, m’accorgo che la mia mano sinistra s’è bloccata verso destra
e l’altra,
mentre le impazzite narici si allargano all’impazzata e gli occhi stralunano di rabbia,
è indecisa se continuare a darsi un senso.
I molari sembrano voler macinare dolori passati,
il prurito dell’impazienza invece,
seminando zizzania nell’indolente schiena,
nel gomito, nel ginocchio, nel culo e dovunque arrivi il zampillante cuore
di ritmo e di veleno,
mi molesta.
Impaziente l’acqua salata vorrebbe sortire dalle Lune,
mentre l’inutile ansia
abortendo prepotenti sbadigli,
ricorda al naso di dover partecipare al lutto sprigionando qualche fiotto di catarro
sull’ormai lunga incolta e stranamente in controtendenza barba,
che come una grattugia,
prova a curare l’immane formicolio interiore.
Se non è amore è pazzia,
se non è pazzia è dolore,
se non è dolore è morte della vita,
perciò odio.
Ma odiare per troppo amore…
è contro l’obiettivo…
quindi se docilmente ti seguirò …
riuscirò a non volermene?
Ragionandoci,
non odiarsi
non significa amarsi.
Quale trappola mi avvince?
Il tunnel dell’amore
è un buio che muterà in gioia
se si avrà il coraggio d’amare?
Giuseppe Carta accetto il regolamento
incendio
brucia di silenzio la strada
mentre conosco per certa la sera
e chiodi di luce trafiggono
i passanti in agonia
come ammalati crocifissi
in attesa del gran finale.
brucia di silenzio la strada
quando ricordo le sporte di mia madre
che erano sempre troppo dolorose
e ricordo lo stupore per le cose
più banali alla scoperta della vita.
bruciava dentro le parole
il senso pieno e denso dei silenzi
il valore dei vuoti, degli spazi.
e ricordo la poesia delle tue mani
piene di sete nell’incendio del mio corpo.
Ho letto ed accettato il regolamento.
Il minuscolo è scelta artistica.
Carla de Falco
– carezze del deserto –
palpitano le dita come
seta in lembi di scirocco
aleggiando sbattute
lungo il collo e la nuca
il sapore di tè nel bacio
e periodici brividi
sfrecciano sulla pelle
d’ambra liquida
il fluido caldo
dalle labbra ai seni
e da essi
– dune di miele –
due nocciole accompagnano
l’aroma delle foglie infuse
in parole tattili
autore: Sergio Carrivale “senzamaninbicicletta”
titolo della poesia: “carezze del deserto”
accetto integralmente il regolamento della Gara Poetica “Brezze Moderne”
Non ridero’ di voi
Cosa volete dalla mia anima
voi tutti immobili, come sospesi,
ai confini del mio giaciglio,
in attesa che esali ultimo respiro.
Ma son vivo, vivo!
Lo grido disperatamente
non che l’abbia scelto,
ma sono!
Non guardate gli occhi stanchi,
non sanno di essere!
Non guardate il volto smagrito
le guance sbiancate
non conoscono specchio!
Guardate le mie nudità
i colori del mio cuore
l’incertezza che mi domina
la furia che mi agita
i battiti che si odono
il passo che scuote
la mano che stringe
la bocca che parla
l’orecchio che ascolta;
Io, che amo!!
Ma amore supino
spreca fiato e vita
se amore non considerato
preferisce non essere!
– Ridete ? –
Non riderò di voi
che parlate solo per mestiere
e scrivete canzonette;
Non riderò di voi
che parlate di un amore
che mai conosceste;
Non riderò di voi
che siete ciechi come talpe;
Non riderò, no!
– Avrò pieta, e piangerò ! –
Accetto il regolamento.
Carmelo Loddo
TRAMONTO
E, con l’ultima
carezza,
il sole accecò
il mare!
ROCCO GIUSEPPE TASSONE
ACCETTO IL BANDO ED AUTORIZZO LA PUBBLICAZIONE
Titolo :Tutti gli sguardi
E’ stridula la voce
che mi ronza nel
petto e riscalda
i miei vuoti , giace
l’anima sui suoni
dell’estasi e
dorme tra i
vapori asfissianti
dell’ebbrezza .
Percepisco le
distanze fin troppo
vicine , un blocco
di ghiaccio pesa
Sulla mia testa ;
quanto il segreto
di quello che
resta? Quanta la
coscienza rimasta?
Scienza dello spirito ,
mia psiche barcollante
cuore di sabbia
vacillante , Poesia !
Mia unica amante ,
pioggia tra i capelli
e vento
Ricordami il colore
Del tempo ,
succedimi sino
all’ultimo degli stadi .
Rincorrimi sui tasti
Dal bianco sbiadito
E incerto , seguimi
Per le note del
Mio unico concerto !
Le onde di un
Suono stridulo
Echeggiano tra
I miei sensi ,
l’armonia di un
sublime
coinvolgimento
sento le trame
e il sangue mio
spento , se ci
fosse un angelo
io ne udirei il
lamento :
poesia non
sottovalutarti !
nè le ali nè
le membra
leggere servono
a chi può condurre
anche solo per
poco tutti gli sguardi
del mondo .
Che tu rinasca
mai squallida e
mai più dimenticata ,
figlia del dolore
che prova l’universo ,
la gravità di un infinito
disperso ;
che tu rinasca tra i
vuoti di questo
cielo terso .
Dichiaro di accettare i termini del concorso .
accetto il regolamento
Tutto in una parola sola: solidarietà
sceglimi tra i poveri in fila per il pasto
sceglimi tra quegli occhi imploranti
che chiedono dimora
sceglimi tra gli anziani abbandonati
nella corsia del reparto-
aiutami a superare le ostilità della mia vita
sta per iniziare un freddo e lungo inverno
portami nel tuo cuore e ti aiuterò
a combattere paure e solitudine.
Notti di Magna Græcia
Ciottoli,
ghirigori di ciottoli
chiari e sentieri
da indovinare tra terra ed erba
tutt’intorno ai sacri templi.
Visi,
visi e sguardi verso Selene
e la sua timide falce nel cielo
penetrando la notte stellata,
perdendosi in misteriosi pensieri.
Mani,
mani che cingono corone
di foglie d’ulivo fruscianti
nella brezza e da ardere
formulando muti desideri.
Kore,
novella kore
mi aggiro tra colonne scheggiate
e rivedo momenti
di secoli remoti.
Manuela Fragale – Dichiaro di accettare il regolamento del presente concorso.
…Unica…
Frequenze altalenanti,
percorsi diversi,
odori uguali.
Distanti le nostre mete,
viaggi in tempi lontani,
frastornato il legame.
Profondo filo dorato
unisce cuori leggeri…
emozioni rare.
Amore infinito
punto al tavolo dei giochi…
vincita massima!
Fraterno, babbone,
premuroso e geloso
ingredienti misti.
Sorpresa…in una notte qualunque,
gioia nei giorni speciali
unione per sempre.
dichiaro di accettare il regolamento
Senza titolo
Finestra con vista sul mattino.
Mare,
montagne,
cielo.
Incubi.
Vorrei che tu fossi qui.
Sto bene,
sto male,
sto così.
Fase transitoria,
penso di fuggire via.
Sogno nuvole gonfie d’acqua
e fiumi silenziosi fra le pieghe degli anni…
E tu,
ed io,
anime in pena a volteggiare stupiti su fiamme di cobalto.
Credo che la vita sia una lunga malattia,
che ad ogni goccia di pioggia spunti un fiore,
che ad ogni viaggio di andata non corrisponda mai un ritorno.
Vi saluto
spezzando la penna.
Partirò per Mexico City fra meno di due ore.
Michele Vaccaro
Tutti i diritti riservati
Accetto il regolamento
IL PALCOSCENICO
Il tuo sapido e interminabile complimento
rivolgesti a me con precisione.
Solo dopo l’ennesimo ottenimento
tra noi nacque questa illusione.
La voglio chiamar come tale
perchè solamente apparì di comodo,
posseder cuore e mente in misura uguale
e spedisti i sentimenti in esodo.
Con la tua aura apparivi così pura,
proteggendo la tua stima dalle invasioni.
D’istinto recitavi d’aver premura
contro chi a me mostrava serie attenzioni.
Il tuo palco di scene poi riempisti
e aspettavi di apparire in ogni e ovunque.
Con astuzia lo privavi di protagonisti
e divenni una tua comparsa qualunque.
Coi tuoi fili esortavi soluzioni.
Mi bendasti non solo gli occhi ma anche il cuore.
Senza modo professavi delusioni
e dormiente con te soffrii pel tuo dolore.
La tua farsa infin scheggiò il tuo bel guscio
trapelando il tuo perfido interesse.
Invitai il tuo groppone fuor dall’uscio
sotterrando l’incoscienza perchè non più emergesse.
Accetto il regolamento
Emanuela Di Caprio, accetto il regolamento.
Era Era il 2 agosto 1980.
Era l’agosto dell’ottanta
e per la precisione il due.
Il sole era accecante
e io passeggiavo indolente
tra la tanta gente,
sulla spiaggia,
inconsapevole della strage imminente.
Guardavo mia figlia giocare,
due anni aveva e la portavo al mare.
Un carnaio si muoveva
avanti e indietro,
niente faceva presagire la morte.
Ma a un tratto l’altoparlante
con voce indifferente,
iniziò a lanciar messaggi,
cercavano molta gente.
Snocciolavano nomi,
cercavano sulla spiaggia le persone
e senza mostrare preoccupazione,
così, quasi per niente,
ripetevano quei messaggi,
continuamente.
E nomi ancora nomi al publifono
e mi chiedevo, ma chi sono…
Mi sentivo strana e mi facevo domande:
chi cercavano? Perché tante persone?
Diligentemente, all’arrivo dell’ora
di pranzo,
riposi le cose e i giochi e mi avviai
senza presentimenti
verso la casa dei miei, vicino al mare.
Entrai in cucina
c’era la televisione accesa,
e subito capii,
rammendai i piccoli pezzi
nascosti in me,
misi insieme le mie domande
e allora compresi
il perché.
Ho parcheggiato il dolore dell’anima
Sulle asprezze contorte del corpo,
evidenziandone sopra ogni fibra
registrazioni di sangue,
incisioni attempate,
masterizzate a lucido.
Un parcheggio temporizzato ad ore,
non mi posso concedere tempo di più.
Va bene, lo vado a spostare,
perché poi lo sapete che brucia:
il dolore non paga, ma vaga
tra lontani tramonti,
tra paratie ventose di cieli inclinati,
tra i sogni fuggiti, a morire,
tra codarde barriere e muri dipinti,
tra le liquide vane speranze.
Nicola Andreassi 26 gennaio 2012
Copyright 2012 Nicola Andreassi
tutti i diritti riservati
accetto il regolamento!
Memorie di silenzi
È l’odore intenso e avvolgente della sabbia
trasportata nell’aere dal vento
a risvegliare in me il ricordo
delle lunghe passeggiate d’inverno
in riva al mare
dove la battigia desolata
si perdeva sino a confondersi
con la spuma evanescente dell’acqua infranta
Angoli vuoti
fra le case sparute
con il loro silenzio
nascondevano ricordi
odorosi di salsedine
ombre invisibili ma palpabili nell’aria
ad accarezzare la memoria
docilmente
e svanire subito dopo
sublimandosi al mio sguardo
E il muto cammino
si avviluppa
al fragore dei marosi lontani
ed io mi ritrovo a scrutar le stelle
seguire i gabbiani
come fa il vecchio marinaio
che prende il largo
alla ricerca di una nuova avventura
Cosimo Rotolo
Accetto il regolamento
Accetto il regolamento del concorso.
Avere amore
…e’ come guardare la vita
dall’alto dell’idea
della morte…
Guarda!
Guarda
come sono chiari
i giorni creduti
senza sole!
E come caldi
anche i baci
creduti senza fuoco!
Universi
Fasci di Luce bianca
tengono uniti interi sistemi.
Mentre balenano nell’infinito
corpi celesti prendono fuoco,
una ballerina si libera in aria
un uomo alza gli occhi al cielo
cercando invano una parola che proprio non gli sovviene.
Accetto il regolamento
UNA LACRIMA NEL BUIO
Circuita dalle tenebre,
la mia anima maledetta
si genuflette al cospetto
della notte
riversa tra le sue ombre oscure
parole ammantate d’accorato dolore
nel buio osa brillar l’unica lacrima
che ancor strazia il cuore.
accetto il regolamento
Lo strillo
E’ uno strillo ad aprire il respiro
dell’avventura terrestre d’ognuno
che chiude alla fine un rantolo:
ad entrare un suono acuto
basso per l’estremo addio.
La cosa singolare pensandoci
è l’uguale oblio dei due segni:
il primo sfuggente ai ricordi
l’ultimo consegnato alle ceneri.
In mezzo, meravigliosa, la vita.
sez.A accetto il regolamento
Michele Prenna
… LE 1000… E 1 DOMANDA…
Cos’è l’eterno
Se poi dalla tua bocca
Sconfinano gli addii
Ed i cristalli?
Cocci, più o meno lavorati
Che tagliano affilati i polsi
L’infinito?
Dove lo mettiamo l’infinito
Che senza linee rette
Non arriva da nessuna parte
Soltanto carta straccia
L’amore di cui parli
Grovigli di parole vecchie
Che senza cuore non spostano di niente
L’ago, appuntito, della bilancia
Il signor Silenzio, poi
Per carità, non me ne parlare!
Voglio caciara intorno
Non grugni tristi, occhi traboccanti lacrime
E bugie… bugie… quante bugie!
Povera Poesia
Usata
Messa in mano a gente a cui niente batte in petto
– E senza palle – appunto, per inciso!
E il miele?
Beh… a questo punto
Spero ti venga il diabete!
Simboli
Nient’altro che simboli
Puntelli ormai scadenti, incapaci di sostenere…
– Nemmeno il Nulla –
Accetto il regolamento
“Il tuo riflesso è come il sole in questo mare…”
Il calore del sole riscalda i pensieri,
e la brezza salata accarezza il tuo ricordo con dolcezza.
Ancora non so perchè
così tanta tranquillità possa agitare in me questa nostalgia;
forse perchè il tuo riflesso
è come un raggio di sole in queste onde
e il fascino del tuo essere
è dentro me,
costantemente
angelo mio.
Accetto il regolamento
La vita in tempesta
Come raggio splendente di bellezza e mistero.
Come raggio di luce, che illumina
[la mia anima in nero.
Mi hai mostrato le ragnatele
[del misero orgoglio e la polvere
del pregiudizio senza cordoglio.
Raggio d’Amore, coraggio e dolore…
Raggio sublime di risate di cuore.
Faro nel mare della vita in tempesta,
per noi povera gente di
[luce modesta.
Accetto il regolamento.
L’albero e’ nudo
senza sogni appesi.
Inverno dentro.
Non s’ode rumore,
nella nebbia di petali
che spoglia le ossa.
Osasse il vento,
sentirei ancora
il silenzio frusciare.
Stefania Mercatali
Accetto il regolamento.
Lento scorre il giorno
di colorate anime in fermento
di parole ininterrotte
che profumano di vento marino.
Spiriti di secoli passati
che rivivono emozioni
di antiche parole e gesti
in nuovo corpo.
Trasmigrare in altra forma
e ricominciare a vivere
le emozioni del giorno a venire
con la forza e la follia del tempo che passa.
Veli di donne in preghiera
a coprire il capo
che pulsa di pensieri
ed emozioni incanalate al cielo.
Orante mi avvicino al Tuo volto,
in gloria di luce
e ripongo in te le mie speranze
e il mio futuro.
Ho raccolto le mie lacrime
di giorni tristi
in un vaso di cristallo,
fragile ma forte di vita
e lo pongo ai Tuoi piedi.
Giogo triste è stato spezzato
in arcobaleno di luce
e carezze di zefiro.
In pace cammino.
ACCETTO IL REGOLAMENTO IN TOTO
non è a prima volta che ti chiedo di rimanere
dicendoti di amarti perché ti voglio avere.
E’ la stagione in cui si resta volentieri a dormire
a vedere dai vetri il tramonto lentamente morire.
accetto il regolamento
IN ATTESA DELL’ALBA
E ancor vagando
nella notte oscura,
il canto ascolto,
tremulo e bugiardo,
che ormai si spegne
in fremito singulto,
del rosignol,
fra gli alberi nascosto.
Ai battiti del cuor porgo l’orecchio,
quei palpiti sfumar odo nell’ombra,
e il gran rimpianto
che all’alma mia lo scudo ha lacerato,
vedo ammantar d’un velo che l’asconde,
e perdersi in lontano
in una fitta nebbia.
Schiarirsi l’orizzonte,
il sole uscir dal mare,
dal mare anche la luna
alzarsi al cielo ho visto;
il luccicar di stelle,
un fiore che s’apriva,
un dolce canto e lento
spargersi all’intorno,
e per le vene entrar
nel fondo più remoto:
ho visto…ho udito.
Ma poi,
Dal giorno ’sì brillante e bello,
ch’ogni cosa inonda
e al buio dà splendore
una notte è sorta,
colma di dolore
…e tetra…e cupa.
Allor vagat’ ho nell’eterno,
sperando nell’oblio.
Vincere una forza ch’è ignota,
mangiarsi l’unghie fino alle radici,
aggrottar le ciglia in vano tentativo,
e gli occhi figgere nel vuoto…
Sempre più lontana,
in un groviglio assurdo
di ferree incertezze e di tenaci dubbi
la verità s’asconde, e fugge.
Canta ancor quell’usignolo,
e la sua voce trema.
Giunge al mio sentir, balzando tra le fronde,
il suo lamento.
Ed io,
fra le note sperduto del suo canto,
triste e bello,
aspetto il sorgere di un’alba
da questa notte senza fine.
© Gianni Berna
Accetto regolamento
Sezione A. Poesia.
Accetto il regolamento del concorso.
… Notte Tempestosa …
La notte
non finiva più,
i pensieri a te
andavano,
mio dolce amore.
Nessun sogno piacevole,
nessun letto confortevole,
regalava attimi
di dolci emozioni,
di ardenti passioni,
a questa
notte tormentata
da mille inquietudini.
Così nel silenzio
dell’ebbrezza notturna,
immagino
di star abbracciata
a te,
ascoltando
il respiro del tuo corpo
che scalda il mio.
Daniela, 04. Novembre. 2006
Lele Mastroleo – Accetto integralmente il regolamento –
…TRA VIA TRIESTE E VIA LONTANO…
…un tramonto bianco chiude a chiave
il calore sapido delle vecchie case,
e la terrarossa delle gravidi mani
si mescola all’odore delle volte a stella,
mentre un sonno antico di donne in nero,
che cucinano tarrassaco ed olive,
muove ritmando i passi alla Fortuna.
un angolo verderame di pomeriggi
lasciati a dormire alla mantagnata,
con le grida di monete lanciate al muro
e le dita incrociate a far passare sassi
mentre infilavi nell’ago foglie di tabacco,
e i tiraletti che insultavano i passanti,
al prossimo :”che vuoi mare o terra?”
ed una palma bizantina nelle ossa,
dalla quale si può intuire la bonaccia,
con dentro i chiodi storti delle luminarie.
un tramonto bianco che sa di mare greco
e profuma di bimbi che lo diranno lontano.
un posto dove il cielo diventa viola
per la fatica che fanno i ricordi…
1968
Così l’ ombra fedele volò nel cielo,
e la nostra vita s’infranse nel ritratto di una strada
che nei colori del tempo segnò il suo cammino.
Nulla può essere previsto al contrario tutto può succedere…
Lungo la strada la crescita,lungo la strada il pericolo,
lungo la strada
l’essenza,la follia,la gioia,
lungo la strada le inquietudini,lungo la strada la conoscenza,lungo la strada l’amore,
lungo la strada i frammenti di un passato…
sui suoi ciottoli il mondo, sulle sue linee l’uomo,
lungo la strada la vita!
Torce suadenti ravvivano il sentiero,
pericolose parabole tangenti al vivere intensificano il percorso dell’uomo
…” e andando nel sole che abbaglia”…
una lontana primavera un giorno indefinito
l’urlo della farfalla venne udito dal mondo.
…E così…la rabbia sfociò,l’ordine costituito sfumò
l’uomo decise il suo percorso.
Da un parallelo all’altro,magicamente i meridiani si sovrapposero
cavalcando l’ombra dell’unicità verso il mutamento
il mondo fu unito,
il battito convulso aprì le danze,
la metamorfosi era iniziata
Le infinite strade che conducono all’irrefrenabile flusso della vita
tracciano le orme di un passato ancora troppo presente dentro i ricordi di chi,
in quella primavera
travolto da un tiepido zefiro,vide cambiare il mondo
il nostro viaggio è iniziato lungo la strada della vita.
cinzia bucolo
accetto il regolamento.
25-Ho delle speranze
Ho qualcosa che vi può interessare,
una particella del mio cuore si è mossa stamane
ed è andata verso il cielo.
Sento adesso il respiro del tempo giungere,
sento scuotermi i pensieri,
soggiogare la mia indole
come treni che si incontrano, quasi destini che dipartono.
E’ nella mente che stanno i miei progetti,
stanno dalla parte delle cose che vincono i ricordi.
Ho delle speranze racchiuse dentro,
mi spingono lontano a cercare l’aria che mi fa vivere,
ma non servono.
Non bastano per avere costruzioni addosso,
per avere e sentire singulti che ottenebrano.
Questo dolore vicino non rallenta,
quello che porto dentro impedisce la coerenza
in quello che vedo e in quello che sento,
ma io grido in questa notte,
volendo qualcuno che mi ascolta,
ma nessuno mi presta un sentimento buono
accanto alle mie brezze, ai consumi lungo le mie sponde,
lungo i sentieri che mi portano lontano
e sempre più lontano l’urlo del mio dolore mi chiude i sensi,
come una lamina sottile e discreta,
una sincera apostrofe del nulla,
come un compromesso voluto e silenzioso della mia notte.
Accetto il regolamento.
R_esiste
Tra palazzi di cemento urbano,
R_esiste la Poesia
di una linea Retta che
Mira
verso l’infinito incedere
della sua strada.
Segue
percorsi inverosimili
di luce e oro.
Esplode
in migrazioni future.
Aspira
a terre sconosciute.
Nell’ambizione
di un volo d’uccello
Trova
la sua meta.
Accetto il regolamento
Chiara Tringali
Settembre
Concedo ai miei occhi fiacchi
scenari scadenti
orbite sciocche
stelle sfebbrate
Percorro strade vaghe
di passi incerti
ai bivi sosto
spazzolo la ruggine
ingoio polvere
e quando il vento mi indica la via
riprendo il cammino
Tu, che stai di fianco a questa strada
e scruti i miei tratti
che si torcono mentre ti osservo
oh, non temere:
se nei miei sguardi
vedi il disprezzo
mi sto solo specchiando.
Ignazio Rasi
NOSTALGIA
Raccontavi..
Non mi ricordo cosa raccontavi
forse qualcosa sulla luna che,gelosa,ci spiava da un angolo della finestra
o di stelle,
forse qualcosa sugli alberi ,
sui fiumi che attraversarono le nostri notti,
o sulle parole,
perse,
morte altrove,sotto i silenzi.
Non mi ricordo che cosa raccontavi
io giocavo quasi addormentata con il sole della tua voce
che era morbido e mi teneva caldo
cosi caldo!
Non mi ricordo nemmeno perché hai pianto dopo,
forse per i tramonti che avevi dentro
tristi oppure..
forse per quelle mie poesie di carne
o forse per la dolcezza del nostro amore
Non mi ricordo più
Mi ero addormentata nella tua voce e ti amavo
Vita, cos’è in realtà essa?Un soffio,un respiro , un sottile alito di vento,
Vita , io,tu e il mondo,tu vita mia, la nascita di qualcosa,di un sorriso,un pianto , un dolce ricordo
vita un momento di qualcosa che cìè .
Se dico : che la vita va vissuta solo se è piena d’amore la
tua la stai vivendo perkè d’amore in essa c’è nè, e in fondo se ti guardi
bene attorno d’amore c’è nè tanto,ma mai da vendere ma da porgere con
un sorriso,quello stesso sorriso che regali a me .Poichè un sorriso
regalato o ricevuto un pò d’amore c’è ..
Accetto il regolamento
RICORDO
Perché sei qui’,adesso,ancora
cosi’ presente,
come lama aguzza, che dolcemente
mi trafigge.
Se l’amor tuo ,per me , non fu’ altro
che un groviglio di paure ,sfuggite
al male del tuo vivere.
Io l’ho visto il tuo amore, mamma
era legato su quella croce ,
troppo grande ,
per le mie mani di bambino.
Lascia finalmente la mia mano,
lascia che io mi liberi ,
del tuo immenso dolore,
lascia che il tuo ricordo,
sbiadisca nel mio animo,
che sciolga il tuo tormento,
come neve soffice, si scioglie al sole,
e libera tutta la tua vita,
come il profumo d’un raro fiore,
che visse ,
d’un giorno soltanto.
UGGIANO ANTONIO 25.11.2012
ACCETTO IL REGOLAMENTO
ANTICHI RICORDI
Cullo la mia mente
con antichi ricordi.
Nel buio della notte odo
il battito del mio cuore
mentre silente è la mia anima.
Nessun rumore
a farmi compagnia
solo un pendolo assonnato
come la luce dei miei occhi.
Ciglia come macigni
oscurano anche il mio sorriso.
Mi rigiro in un grande letto
troppo, per un uomo solo
come me.
Cullo la mia mente
con antichi ricordi.
Come in preda ad una
enorme onda,
sono i miei pensieri,
non hanno più speranza
stanno affogando in un
corpo senza vita.
Odo in lontananza
il suono del mattino,
è come una tenera carezza
che risveglia un corpo sopito
di tristezza e solitudine.
Flebile luce attraversa le
vecchie persiane,
luce piena di caldo sole
illuminerà a breve la mia casa.
Accetto il regolamento
ECHI LONTANI
E mi ritrovo bambino
all’ombra dei ricordi del mio passato.
Infanzia felice in giochi del tempo,
grandi spazi aperti e festa di colori
che raccontavano le stagioni.
I nostri vecchi sedevano alla luce della luna,
parlavano di guerre e di terre lontane
e noi incantati in religioso silenzio,
sogni rincorrevamo
con occhi d’infantile stupore.
Ricordi…
Panni al sole di profumato candore
circondavano madri
che nell’allegro canto
al pozzo attingevano:
ataviche mani di sapienza antica,
ordinaria quotidianità
di sacrificio e povertà.
Valigie di cartone e fazzoletti al vento
su treni di legnose sedute
e strade ferrate di polverosa solitudine
per generazioni che soffrivano,
lontani dall’alveo natio:
umili braccia
alla ricerca di un tozzo di pane…
per vite da sfamare.
Cieli di luna,
albe, crepuscoli
e sbornie tecnologiche
intanto scorrono,
ed in mezzo al guado mi ritrovo
nell’età che avanza
e lieto è il ricordar quel tempo liberato
con nostalgia e sentimento,
in echi lontani
dissolversi nel vento.
Antonio Bicchierri
Accetto il regolamento
L’alba di un nuovo giorno
Non potrai entrare nel mio mondo
Se non incedi verso di me delicatamente,
dolcemente, senza far troppo rumore,
senza fragore.
Ti dono anima e cuore
Ma non deludermi,
potrei non riuscire a perdonare.
Ti affido il mio presente
e in cambio non chiedo niente,
solo di essere per te importante.
Ti avvolgo con il mio calore
ma non far soffrire il mio cuore
Ti tendo la mano
per poter andar insieme lontano
Ti sussurro dolci parole
per rallegrare il tuo umore
Ti rubo un bacio
che suggelli il nostro amore
Ti chiedo di non giudicare
perché solo io conosco
i deserti sconfinati
che ho dovuto attraversare
prima di trovare un bagliore.
Ti prometto che non ti
lascerò andare e farò in modo
che il mio respiro al tuo
unito ci trovi abbracciati in
un brivido d’infinito nel
mirare l’alba di un nuovo
giorno che con un raggio di
sole illumina il nostro amore.
Accetto il regolamento
MIRIA PATRIZIA BUTTAZZO 25/11/2012
AMORE CALPESTATO
Sgocciolano i miei sogni
tra il profumo di salsedine e l’arpeggiare delle onde.
Lascio sulla battigia impronte incerte,
che non assomigliano a quelle che tu hai lasciato
lungo i pendii dei miei fianchi.
Il rosso del tramonto cavalca le onde e dolcemente si posa sul mio viso pallido,
infuocando i miei occhi offuscati da nuvole grigie
di infiniti perché.
Il vento marino sfoglia le pagine del mio cuore
e lascia cadere una lacrima in quelle vuote senza te.
In volo, il gabbiano ruba i miei pensieri,li accarezza e li trasforma
in petali di fiori e pezzetti di cuore.Ed io piangendo corro a raccoglierli ,
li stringo forte al petto:è tutto quello che mi resta di te,
del mio amore per te.
Quell’amore che hai calpestato con i piedi dell’indifferenza e dell’egoismo.
Quell’amore che hai umiliato e denudato di dignità.
Quell’amore a cui hai sbattuto la porta in faccia.
Non dovevi:
era un’amore vero , puro, sincero come acqua di sorgente che viveva fresco e allegro
tra distese di fiori di campo.
Quell’amore chiedeva solo delle risposte prima di morire.
Le ho cercate , implorate, desiderate, sognate.
Mai sono arrivate.
Ed io sono ancora lì,in ginocchio , vicino ai semafori,
col tuo profumo ancora sulla mia pelle,
con le tue dita ancora tra i miei capelli,
con le tasche vuote di te
ad elemosinare ancora un perché.
Dichiaro di accettare il regolamento.
Ti sogno
Il guardiano dei miei pensieri stanotte,
ha gettato le chiavi nell’inconscio del ricordo
che indelebile sovrasta la mente.
Drasticamente girovago nel pensier tuo,
si avvilisce il cuor’ trepidante per te.
Navigo nell’oceano delle emozioni che fanno
da paracadute all’anima.
Torrenti di ricordi mi inondano
sensazioni inebrianti adempiano il tutto,
annaspo,esterrefatto di magia
cavalcante le onde magnetiche dell’essere.
Mi ritrovo nella surreale stupefazione
che si crea al respirar tuo… sogno, sogno…
Dichiaro di accettare il regolamento.Bartolomeo Capuano.
Il desiderio di te
riesce a colmare
la mia voglia di evasione
e posso ringraziare
la musicalità della tua voce
che mi permette di provare
una sì forte emozione.
Ho voglia di danzare libero
in quelle terre che
sono rischiarate dalla mia
amica di infanzia Luna
che suscita una magia
che soltanto l’idea di tue parole
riescono a colorare la mia vita.
Aspettami…
non andare prima
che possa averti detto
quanto tu sia importante per me,
quanto tu mi faccia disperare
all’idea di poterti perdere,
perchè è una vita che aspetto
e l’attesa di questi momenti
mi rendono più forte
facendomi provare un gemito
indomabile per molti.
Ferdinando Calcagnile
Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
La mia amica
Era forte, la mia amica:
capelli al vento e braccia distese
come per volare;
in un turbine girava su se stessa,
come una trottola,
velocemente, vorticosamente,
inarrestabilmente
e ogni volta che la guardavi
il suo volto era diverso
inafferrabile, sfuggente.
Aveva mille facce, la mia amica:
un enigma di vita e di amore
un rebus di emozioni irrisolte e,
sotto la pelle arsa dal sole,
consumata da vento e passione,
l’universo inaccessibile
del suo cuore oscuro e smisurato.
Girava forte, la mia amica,
come una trottola,
eppure,
il suo baricentro era ben saldo:
ad ogni giro di danza
si scherniva del bene, del male,
del mondo ottuso
che la voleva
solo un giocattolo.
Accetto il regolamento
————-
Sono il vuoto
che mi hai reso
per farmi più grande
la crepa
conosco tutti i percorsi a memoria
di un’altra che non è mai stata a modello
per le tue mani
ma a batter le strade
sterrate dal disastro
di tutte le paure
seppellite
un’ecatombe di attese a ricostruirmi ogni volta
gli squallidi sobborghi della ragione
dove non so stare, perché ho finestre troppo grandi
a spalancarmi
il desiderio dell’immortale
suicidio del sogno
———————-
©Sylvia Pallaracci
-Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
DONNA DI COLORE
Sorrideva quel vecchio stanco,
sorrideva per amore per quella donna di
colore.
Questa è una canzone d’amore
per una donna di colore.
Vicino agli alberi stanchi
il vecchio dai capelli bianchi
sedeva all’ombra di un cipresso
quel vecchio ormai depresso,
depresso per amore
per quella donna di colore.
Quella donna gli aveva ridato la vita
che a lui sembrava già finita.
Un giorno lei partì per la sua terra natale
dove ogni cosa le era fatale,
fatale per lei era l’amore,
fatale per lei era il dolore.
Il vecchio solo era rimasto
e beveva per dimenticare
quella donna che sapeva amare.
Questa è la canzone d’amore
per la donna di colore.
Oh, donna di colore
sei bella come un fiore,
come un fiore appena sbocciato,
ma di te quel vecchio si era innamorato.
accetto il regolamento
ACCETTO IL REGOLAMENTO
PERDONA ME
Così te ne vai
e non mi perdonerai
un pupazzo con dei fili
pare il cuore mio.
Mi perdo in un bicchiere
Che affoga le mie pene
Nessuno chiama il nome mio
È buio dentro me.
Dentro gli occhi miei
La paura dell’oblio
Come vento per le vele
L’amore se ne va.
Così pensi ormai
Che dev’essere così?
Non guardar le lacrime
Rispondimi di si.
Così te ne vai
Temo non ritornerai
Solamente spettatore
Di una vita senza te.
Non mi importa sai
Quando le luci si spengono
Se sarò al centro del proscenio
Di un dramma dentro me .
Ogni rosa ha le sue spine
Ogni gioia avrà una fine
E tutto ciò che resterà sarà
qualche petalo qua e là
di un amore che non c’è,
come rosa sola al gelo morirà.
Mi sono lasciato andare
in ogni botola di male
aggrappato a mammelle d’animale
per qualche sogno bestiale,
che ha il suo angolo di tempo
in germogli di follia brutale,
tra parole d’indaco
lasciate galleggiare in ogni canale,
parole con cui pregare in una cattedrale,
come un canto di cicale
in una punizione corporale…
Mi son lasciato andare
in una vita da vegetale,
pur di mostrare un sorriso esagonale
ad ogni silenzio fetale,
sperando d’avere in regalo un funerale geniale…
Ma nulla si è estinto
nell’immoralità di questo tempo immortale,
nulla è cambiato qui c’è solo male,
con il suo solito rituale,
ed è rimasta solo la poesia
in cui possa ancora sperare,
quando come vento tra l’erba secca
non lambirò più l’amato mare…
ho letto e accetto il regolamento in fede Andrea Russo
Vomito boschi dalle erbe odorose,
unicorni dalle storie millenarie.
Con un solo filo dei miei pensieri
giovani marinai dimenticano il mondo
intrecciando con dita di scheletro
gasse degli amanti e nodi dai nomi
che i loro figli mai nati
non smettono ancora di inventare.
Ciò che si muove nel mio ventre
è l’intero mondo,
bagnato fradicio, fino al cuore di fuoco,
dalla pioggia splendente della vita.
Ma sarò solo una gabbia d’ossa
se ora tu non verrai ad amarmi.
Sarò il cimitero dei miei popoli iridati,
degli arcani baciatori,
dei miei incendiari poeti.
Sarò maestoso nubifragio di tristezze
se solo tu ora non verrai.
Davide Cortese – “ANUDA” ( Aletti Editore, Roma, 2011)
.
Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
D. Cortese e-mail: postacortese@gmail.com
Approdo
Finalmente
il piccolo guscio
pullulante d’ anime
e grondante dolore
approdò…
E – densa e magmatica –
la nera fiumana umana
si riversò sulla spiaggia…
voci si levarono urlanti
a imprecare e maledire…
pugni
si ersero verso il cielo
a condannare…
ma occhi si riempirono di lacrime…
ginocchia
schiacciate dal pesante fardello
dei pensieri
si chinarono oranti…
labbra riarse dalla salsedine
baciarono la terra…
terra…- grazie Dio!-
Finalmente terra!…
terra d’Enotria…
terra benedetta…
terra baciata dal sole e dagli dei…
terra
in cui scorrono
fiumi di latte e miele…
sorso d’acqua fresca
placante arsure…
olio che lenisce le ferite…
terra
in cui il suono delle catene
diventa musica…
terra in cui la pietra diventa pane…
Accetto il regolamento.
CAMMINO
Sono entrata nel bosco
della vita per carpirne i profumi.
Ho camminato a lungo
e fatto soste impensate.
Conosco tutte le sfumature
di verde per ritrovarmi
nella bellezza della natura.
Le macchie di colore
sono i fiori della mia allegria.
So delle foglie secche e cadute
come i tramonti.
Ho visto anche
la spezzatura del grigio
e il nero fantasma degli alberi.
Non conosco ancora te,
ed è qui che il bosco
diventa desiderio.
Viviana Biagioli
Accetto il regolamento.
Terra bagnata
Brindisi sull’erba
Bagnata
Di pioggia ed alcool,
mai giorno più adatto
a star fuori sentendosi “dentro”,
come un’intera città
non sapeva fare;
Amicizia e Competizione
Fanno l’altalena
Sui bicchieri,
l’una annulla gli effetti
dell’altra
lasciando solo un senso
di pace.
Dall’alba al tramonto
Nel caos,
fino al ritorno
alle proprie segrete
schiavitù,
in attesa di
un’altra domenica,
al prossimo tuffo
nell’alcoolico mare
chiamato Vita
Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
Maria Giuseppina Moro
LA VITA
la vita mi ha preso per mano
In un soffio
con un palpito d’ali
mi ha condotto
laggiù
al mistero dell’orizzonte
dove cielo e mare
si abbracciano e si fondono
nell’immenso.
E andando scalza di corsa
l’ho sentita,la vita
dolce e fresca come un’onda
e incredula
l’ho vista andare a infrangersi
sullo scoglio
e poi….poi tornare ancora
limpida e pulita
e scorrere senza tempo
laggiù
al mistero dell’orizzonte
al sogno di schiuma
alla gioia di essere.
Dichiaro di accettare il regolamento
Tia lascia un profilo di effebì,
un buco nero
che si cancella
tra sei mesi.
lascia la sua immagine
ed or s’ascrive ai resi, lesi
ormai lassù raccesi..
sul freddo asfalto
in un qualunque lunedì
Dichiaro di accettare il regolamento e vi autorizzo al trattamento dei miei dati personali ai soli fini istituzionali (legge 675/1996 e D.L. 196/2003).
I write you now , adesso scrivo di te.
Epidermico stato convulso
in rivalsa per chi senza freno
sferra inquieto l’impulso
di stringere tutto al suo seno.
*
Quel qualcosa corporeo finito
senza brame riponi nel cuore.
Infuocato e lasciato l’ardito
…malinconico acceso timore .
*
Ti comprendo…e il mio fare
baccano vorrei ti svegliasse.
Non ascolti…neppure il brigare…
come se il vento…le parole tagliasse.
*
I write you now, io scrivo di te
in lingua poliedrica accesa
sfaccettata, ma solo a te dedicata.
*
Dichiaro di accettare il regolamento
nicola f. longo 09/12/2012
“Come un vecchio mulino”
Vedi,
non è per tutti la srada,
ci vuole un cuore speciale
di pietra
instancabile ai passi.
Ho abituato i miei occhi
a passaggi diversi
sognando anche l’impossibile,
amarezza facile
quando la fiducia
correva a fianco
della gioia del mattino.
Non aspettare
che ti dica che sono stanco,
son così contento, a volte,
di non conoscere dialetti,
anche quando può sembrarti
che ho smesso le valigie.
Ma non andrò,
certo non prima,
lontano un passo
dalla pianta che mette radici.
Per la strada
ci vuole un cuore speciale
che macina il passato e il presente
come un vecchio mulino.
GINESTRA
Creatura emozionante
abbraccio avvolgente
cuore pulsante
ventre germogliante
determinazione prorompente
sensibilità accogliente
sogno ricorrente
parola fluttuante:
dona,
donna.
Dichiaro di accettare il regolamento.