“Ted”, film di Seth MacFarlane – recensione di Antonio Petti
La commedia dell’anno.
Ted rappresenta la commedia irriverente e scorretta che non ti aspetti. Ma solo se non sei un fan di serie animate come I Griffin (Family Guy), American Dad! e The Cleveland Show (spin-off dei Griffin), ossia le serie che hanno reso il loro creatore, Seth MacFarlane, famoso quanto Matt Groening (papà dei Simpsons) o forse più.
Il film ha un plot semplice, quasi banale da film per tutta la famiglia: nel natale del 1985, il piccolo John Bennett riceve come regalo un grande orso peluche che battezza Teddy. Quella stessa notte, John, bambino senza amici, esprime il desiderio che Teddy prenda vita e avvolte, i desideri si avverano. Quella notte, grazie a una stella cadente, risulta una di quelle volte.
Ted si anima e diventa a tutti gli effetti il suo migliore amico per sempre. Nel 2012, i due si ritrovano a vivere assieme: John (Mark Walberg) con un lavoro da venditore d’auto e una relazione di ben quattro anni con Lori (Mila Kunis) mentre Ted, beh, Ted ora è una ex celebrità sboccata che si fa di canne, beve e fa sesso.
E in questa vita sregolata di Ted, John si trova bene, almeno finché non rischia di perdere l’amore della sua vita.
Questo semplice plot viene farcito da MacFarlane con battute feroci sui temi a lui più cari: razzismo, religione, terrorismo, alcolismo, droga e sesso. Battute a cui non si può far a meno di ridere, soprattutto se ha pronunciarle è un grosso peluche.
Altro tema è quello dei trentenni che faticano a crescere, a mettere la testa apposto, a realizzarsi.
Il film è anche un concentrato di cultura pop:
da Star Wars a Indiana Jones, dall’Aereo Più Pazzo del Mondo a Top Gun;
grande è l’omaggio al film Flash Gordon.
MacFarlane, alla sua prima prova cinematografica dietro la macchina da presa vince su tutta la linea: romanticismo, comicità, azione e tensione si legano bene.
Ma anche come attore dimostra grandi capacità. Infatti a dare le movenze a Ted, grazie al motion-capture, è lo stesso regista. Ed è sempre lui ha doppiare Ted, ma questo è normale, dopotutto è la voce ufficiale di molti dei suoi personaggi: Peter Griffin, il cane Brian, Glen Quagmire, Stewie Griffin e il giornalista Tom Tucker nei Griffin, per esempio; ma anche personaggi di American Dad! come Stan Smith e l’alieno Roger.
Mark Walberg dimostra dei tempi comici perfetti, una delle sue migliori interpretazioni.
La bella Mila Kunis riesce a non farsi oscurare dal portentoso Ted, come probabilmente sarebbe capitato a qualche altra attrice; questo perché lei è abituata a recitare nel folle mondo di MacFarlane, infatti sua è la voce ufficiale di Meg nei Griffin.
Menzione d’onore a Giovanni Ribisi che interpreta il folle Donny.
Molte le guest-star: Tom Skerritt (Top Gun), Sam J. Jones (Flash Gordon), Ryan Reynolds, Norah Jones.
Ottima la colonna sonora composta da Walter Murphy, compositore di fiducia di MacFarlane, suo lo score dei Griffin.
Le versione italiana è stata risparmiata dalla censura, fortunatamente e il senso delle battute non è stato stravolto.
Anzi è stata una mossa intelligente quella di affidare la voce di Ted al doppiatore Mino Caprio, voce di Peter Griffin.
Curiosità: la voce del narratore nel film, nella versione originale appartiene a Patrick Stewart.
In definitiva un film per chi è abituato all’umorismo di MacFarlane ed è fan delle sue serie animate.
Ma anche per chi non ha mai visto una puntata dei Griffin, chissà, magari decide di colmare il vuoto recuperandole.
Consigliato
Written by Antonio Petti
Un pensiero su ““Ted”, film di Seth MacFarlane – recensione di Antonio Petti”