“Orionidi” di Luca Gilioli – recensione di Marzia Carocci

Osservazioni, moniti, asserzioni, attente considerazioni in  un’esplorazione della vita che va dritta al cuore ; questo l’itinerario poetico di Luca Gilioli,  che con un lessico ricco di allegorie e altre figure retoriche ci mostra con l’intensità di una parola che non conosce banalità o retoriche.

Intarsi e schegge di lemmi in un rincorrersi di obiettività e di dubbi del  vivere quotidiano dove l’essenza prende il sopravvento lasciando al margine la mediocrità di un verso che non avrebbe quella forza e intensità che l’autore invece ci offre attraverso una liricità che rapisce e convince.

Una silloge dalla forza creativa , libera da schemi e luoghi comuni, un caleidoscopio fra realtà e mitologia, verità ed epica, dove l’inganno e l’ostacolo diventano  molla di reazione e di rinascita nella ricerca al senso stesso del vissuto, sperimentato,  attraverso la riflessione; una logica che tramuta il pensiero in energia di rinnovamento.

Luca Gilioli diventa quindi,  pittore di parola, amalgamando l’idioma/colore con tratti di chiaroscuri nell’intensità del verbo che prende lentamente forma in un raffigurato  immaginario dove il lettore si sentirà protagonista/partecipe al vissuto di una vita che è medesima all’essere umano stesso attraverso quel   tutto che è matassa annodata fra gioie e dolori, buio e luce, passi su terra e voli pindarici.

Il poeta carezza, plasma, addita, graffia e mischia le parole fino a renderle perle e musica , spezza, urla, sussurra e incanta fra immagini e sogni dove le Orionidi stesse , come schegge  di luce, sembrano apparire in quel cielo di nero/parola su bianco/foglio in un canto fra pianti e sorrisi e constatazioni spesso sofferte.

Un filosofare attento e acuto che non lascia spazio al dubbio,  poiché nulla di ciò che ha scritto Gilioli è astruso e inesplicabile, ma contenuto di senso e di illimitatezza all’esistenza e a tutte le sue sfaccettature.

Un autore nuovo, dove il verso non è solo ricerca al ritmo,  ma screening della parola stessa che incasellata come mosaico nel giusto incanalamento, diventa viva e palpitante quasi a sentirne il suono e il soffio vitale.

Essenziale, senza inutili orpelli, asciutto e persuasivo, Luca Gilioli ha compreso come rendere la propria introspezione offerta ed esternata ad un pensiero che si fa luce, incanto, tenebra o fiore nel medesimo istante  nel quale il lettore si immergerà attento in mezzo a quelle onde di parole che diventano culla di Orionidi impazzite , brillanti e sfavillanti come non mai .

 

Written by Marzia Carocci

 

2 pensieri su ““Orionidi” di Luca Gilioli – recensione di Marzia Carocci

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