Intervista di Pietro De Bonis a Mauro Corticelli e al suo “Nescafé Frappè”

38 anni, bolognese, Mauro Corticelli è al suo romanzo di esordio. Responsabile d’ufficio presso un’azienda commerciale, tenta di descrivere le atmosfere quotidiane di persone e lavori comuni, mixandole con le proprie esperienze di viaggio e le sue grandi passioni, la pallacanestro e la musica leggera.

Cesare è un ex giocatore di basket professionista costretto da un problema cardiaco a giocare con i dilettanti, Chiara è un’aspirante cantante, Beatrice è un’istruttrice di fitness, Simona è un’impiegata, Amalia è una ricca imprenditrice ateniese, Gianni è un manager, Claudio è un famoso avvocato…

Le vite di questi personaggi si intrecciano creando tensioni, drammi, emozioni e felicità. I protagonisti si confrontano e si scontrano con le proprie insoddisfazioni e i propri difetti. I sentimenti e il sesso sono l’unica illusoria medicina a cui faranno ricorso per riempire i propri vuoti.
Sullo sfondo Bologna, con le sue contraddizioni e le sue rivalità sportive, e l’isola di Cefalonia in tutto il suo fascino mediterraneo.

 

P.D.B.: Ciao Mauro! “Nescafé Frappè” (0111 Edizioni) è il tuo primo romanzo? Sono curioso, da dove nasce questo titolo?

Mauro Corticelli: A differenza di molti scrittori esordienti che sto conoscendo che hanno fatto della scrittura il loro punto di riferimento da molti anni, io sono arrivato a questo romanzo quasi per caso.
 Vacanza a Cefalonia, sei estati fa, parto dimenticando i libri da leggere, di solito gialli. Così ho iniziato per gioco a scrivere buttando giù l’inizio della storia, rimasto poi chiuso nel cassetto fino a tre anni fa. L’ho ripreso fuori e da quell’embrione iniziale è nata questa storia.
Questo mio approccio casuale alla scrittura credo si noti nella forma un po’ grezza della mia scrittura, bilanciata però dall’uso della fantasia nell’intreccio della narrazione. Ma questo lo lascio giudicare agli altri.
La scelta del titolo, Nescafè Frappé, è molto legata a Cefalonia, dove è ambientata una parte della storia. Come in tutte le isole greche, durante l’estate l’iced coffee, o nescafè frappé appunto, diventa una sorta di bevanda nazionale, al pari dell’uzo. In ogni momento e in ogni posto dove vieni a trovarti, ci sarà sicuramente qualcuno che ne beve uno… a me piace molto, ma questo è un dettaglio.

 

P.D.B.: Tra le tue passioni leggo ci sono la pallacanestro e la musica leggera, tra i personaggi del tuo romanzo, tra i tanti, c’è un giocatore di basket e un’aspirante cantante, quanto la tua vita personale, e quindi le tue attività, hanno influito nella stesura di questa storia? E’ anche in parte di autobiografico?

Mauro Corticelli: Alcuni riferimenti di Cesare sono autobiografici, innegabile, ma più per costruire il personaggio che per parlare di me stesso. Non avendo esperienze di scrittura precedenti, è possibile che mi sia sentito più tranquillo partendo da alcune cose conosciute.
Sicuramente la pallacanestro e la musica leggera accompagnano la storia. La pallacanestro poi ha un tessuto talmente radicato a Bologna, e non solo ad alto livello, ma anche e soprattutto nel dilettantismo da farne parte integrante della città.
Per quanto riguarda la musica leggera, il progetto iniziale prevedeva una cosa un po’ stravagante. Avrei voluto accompagnare ogni fase importante del romanzo con il testo di una canzone. Alla fine ne sono rimaste solo due.

 

P.D.B.: Solo due canzoni? Magari le userai per il prossimo libro no? Come è nata questa idea di unire ogni fase importante del romanzo con il testo di una canzone? Quanto è importante la musica nella tua vita?

Mauro Corticelli: Avevo paura che i testi delle canzoni, per quanto secondo me sono da considerarsi in alcuni casi poesie, non si potessero accostare alla letteratura. Era un esperimento che non so se qualcuno abbia già fatto in altri romanzi. La musica accompagna i miei stati d’animo anche quelli negativi, anche se poi nella musica cerco anche uno stimolo per migliorarli. Vivrei con un sottofondo musicale sempre disponibile, se fosse possibile, cercando la canzone giusta per ogni situazione che vivo. Da questo è nata l’idea di accostare le canzoni alle fasi della storia… anche se poi mi è mancato anche un po’ di coraggio. Già sono un esordiente che ha avuto la fortuna di trovare una casa editrice coraggiosa, non potevo permettermi tutto.

 

P.D.B.: Credi che la musica possa far arrivare l’uomo a toccare termini e pensieri impossibili, quasi eterei? Insomma che un testo aiutato da belle note posso venir fuori migliore di un testo scritto nel silenzio?

Mauro Corticelli: La parte musicale di una canzone sicuramente aiuta il testo ad entrare nel nostro cervello e nel nostro cuore forse è questo che rende la musica leggera più popolare della poesia, la rende alla portata di tutti, aiuta a ricordare le parole, però allo stesso tempo “banalizza” i testi senza permettere loro di salire le scale che portano all’olimpo della poesia. Credo che nei libri di letteratura dovrebbe esserci spazio anche per qualche cantautore, anche se poi alla fine mi ritrovo ad ascoltare anche molta musica veramente leggera e poco impegnata. Per esempio ieri ho postato una canzone da discoteca molto stupida che ha però un potere ipnotico e placebo.

 

P.D.B.: Il tuo hai detto è stato un approccio casuale alla scrittura, per il futuro lascerai di nuovo decidere il fato in questo campo?

Mauro Corticelli: Ho scoperto un nuovo modo di divertirmi, scrivendo. Il problema è che sono pigro e mettersi davanti ad un foglio di carta o un’ipad, non c’è differenza, è una cosa molto faticosa e che richiederebbe una giornata di 30 ore, con le 6 ore extra da dedicare alla scrittura. Questo divertimento mi ha portato ad iniziare il secondo romanzo, nato da un episodio casuale che in questo caso mi ha fornito l’idea di partenza. Durante un viaggio di lavoro in Germania, il mio bagaglio è arrivato con un giorno di ritardo. La cosa strana, la magia della scrittura, è che da quell’episodio sono nate altre idee, disordinate, poi un giorno, improvvisamente tutte quelle idee si sono messe a posto, e la storia è nata nella testa… però a scrivere sono molto lento e pigro, nonostante abbia scoperto mi diverta così tanto. vorrei mettere a disposizione le mie idee ad un vero scrittore, sarebbe più comodo e sicuramente il risultato finale sarebbe migliore!

 

P.D.B.: Perché ti sottovaluti così? Maledetta pigrizia oserei dire! Ma quanti danni fa secondo te (sorrido)? Dove possiamo reperire il tuo libro? Hai in vista presentazioni?

Mauro Corticelli: Uscirà il 28 maggio e sarà per il momento, triste destino di ogni esordiente, ordinabile in tutte le librerie e librerie on-line, salvo qualche coraggiosa libreria nel circondario di Bologna che conserverà qualche copia impolverata su qualche scaffale. Per la presentazione sto pensando a qualcosa di estivo che si sposi bene con l’iced coffee… per il momento solo idee, ma anche queste idee, sono convinto, si metteranno in fila da sole, molto presto.

 

P.D.B.: A quale fascia d’età ritieni il tuo romanzo più adatto? Tuoi coetanei cioè 30/40 anni? Mi raccontavi una tua visione sul sentimento o sull’amore in generale, vuoi dircela?

Mauro Corticelli: Credo di sì, anche se potrebbe essere propedeutico per i ventenni che saranno trentenni in un mondo ancora più complicato di quello che attraversiamo noi trentenni-quarantenni di oggi. Perché in fondo sono i modelli con cui ci bombardano quotidianamente i media a creare stereotipi frustranti che contribuiscono a renderci insoddisfatti. In questa fase della mia vita sono portato a pensare che l’amore sia un artifizio come la religione e la politica, creato dall’uomo più che dalla natura. L’affetto e l’amicizia sono sicuramente più veri e vicini alla natura, ma l’amore …no, in questo momento, non farmi parlare d’amore! 

 

 

Quando un’intervista vista l’ora è appena finita, una nuova intervista è appena iniziata. Un’intervista per amare, per sognare, per vivere…
Written by Pietro De Bonis, in Marzullo

http://pietrodebonis.blogspot.it/

Info:
http://it-it.facebook.com/people/Mauro-Corticelli/100003400872370

 

5 pensieri su “Intervista di Pietro De Bonis a Mauro Corticelli e al suo “Nescafé Frappè”

  1. avrei voluto lasciare un mi piace, ma visto che posso fare di più… Innanzitutto vorrei ricordare come la modestia sia uno dei maggiori punti di forza di una persona e anche di un artista.
    Secondariamente vorrei fare un grosso in bocca al lupo a Mauro che secondo me potrebbe aver già trovato il suo vero amore, quello per la scrittura.
    Terzo, adorando i nescafè frappè, pretenderei un invito per la presentazione\degustazione, avvisando però che se non è accompagnato da qualche dolcetto mi provoca la gastrite!

  2. Complimenti vivissimi per la freschezza nella lettura. L’interscambio delle situazioni rende avvincente il racconto. Una volta iniziato il libro hai il desiderio di leggerlo, continuare a vedere come evolvono le situazioni. Ho letto il libro in un solo giorno, da tempo non mi capitava di restare così attratto da una lettura. Bravo, complimenti ancota ed un sincero ” in Bocca al lupo” per il seguito

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