Intervista di Carina Spurio al comico Marko Ferrari

Marko Ferrari è nato a Giulianova (Te) nel 1977. Si è diplomato in Recitazione presso la NUCT (Nuova Università del Cinema e della Televisione) di Cinecittà a Roma, dove ha frequentato anche il corso di Sceneggiatura. Dal 1995 partecipa a molte trasmissioni televisive e radiofoniche in qualità di autore, comico e conduttore: Comedy Lab2 (MTV) di Marco Maccarini; Seven Show (Europa 7); Fuori controllo di Gennaro Nunziante (Telenorba); Ottovolante (Radio Due).

Ha preso parte ai laboratori di cabaret e teatro comico: “La fattoria dei comici” del Teatro Ambra Jovinelli di Roma, diretto da Serena Dandini; “Laboratorio Zelig” di Bologna e di Bari.

Ideatore del laboratorio di cabaret e teatro comico “Comici Sotto un Ponte” di Teramo e dell’omonima trasmissione televisiva (TV6).

Premio “Gastrhomoridens” primo classificato ex equo al Festival Nazionale a tema gastronomico Culinaria Risinterra di San Salvo (Ch) nel 2007; vincitore del Festival Nazionale del Cabaret di Basilicata nel 2005Autore della guida “L’ Abruzzo per tutti, divenda abruzzese anghe tu!” .

Ha pubblicato racconti di narrativa in antologie e riviste letterarie. Dal 2005 dirige la collana Empatia comedy per le edizioni Demian.

 

C.S.: “Comici Sotto un Ponte” ritorna in quattro appuntamenti tutti i giovedì del mese di aprile a Teramo, da una collaborazione tra l’Associazione Culturale “Comici Sotto un Ponte” e “Officine Indipendenti” …

Marko Ferrari: Ritorna nel nome, ma in realtà la sostanza è diversa, siamo cresciuti. Prima sperimentavamo, oggi portiamo in scena i nostri spettacoli collaudati, frutto anche di quell’esperienza. Il 5 Aprile aprirò le danze; il 12 ci sarà Domenico Lannutti, un grande monologhista abruzzese, bolognese d’adozione; il 19 sarà la volta di Fulvio Fuina, che è nato come comico proprio nel nostro laboratorio e infine il 26 ci sarà Tino Fimiani, un artista eclettico e straordinario, che non a caso vanta collaborazioni con Arturo Brachetti e il Cirque du Soleil. Sto pensando di approfittare delle altre date per provare pezzi inediti prima degli spettacoli dei colleghi. Sono molto contento di esibirmi alle Officine Indipendenti, perché è un posto unico nel suo genere e apprezzo molto lo sforzo che questo gruppo di giovani sta facendo per offrire “spettacoli alternativi”. Spero che i giovanissimi che frequentano abitualmente il circolo si interessino anche al cabaret.

 

C.S.: La prima volta che ci siamo visti, avevi un pallone da calcio tra le mani e il tuo nome era Ennio Vacca. Camminavi placidamente sul palcoscenico e dicevi al pubblico presente, di essere un allenatore di una squadra di calcio a gestione agrituristica … Correva l’anno 2004 ed era la Prima e fortunata edizione di “Comici Sotto un Ponte” …

Marko Ferrari: Siamo andati avanti per quattro edizioni, di cui due televisive. E’ stata un’esperienza stimolante e siamo riusciti a coinvolgere comici e autori da tutta Italia. Siamo stati tra i primi a fare quel tipo di “spettacolo-laboratorio”. Il pubblico ha apprezzato molto, ricordo il Galadhrim stracolmo di gente, nonostante le serate si svolgessero di martedì alle ventitrè; ricordo due edizioni della notte bianca in cui c’erano migliaia di persone a seguirci; diverse edizioni di “Villa Suite” in estate. Tutto rigorosamente a ingresso libero; visto che percepivamo finanziamenti pubblici, anche se esigui, ci eravamo dati questa regola. Meno male che ci sono stati vicini gli sponsor privati, altrimenti non ce l’avremmo mai fatta, non finirò mai di ringraziarli. C’era chi ci finanziava senza neanche apparire, perché credeva nel progetto. Se ripenso a queste cose mi viene voglia di rifarlo, ma la realtà è che solo l’idea di dovermi mettere a mendicare per dei finanziamenti pubblici che non sono mai sufficienti, che per arrivare ci mettono anni, mi fa venire i brividi. Ci sono “Enti fantasma” che pur comparendo tra gli sponsor in tutte le edizioni non ci hanno mai fatto vedere un centesimo: “è cambiato il presidente!” Lascio volentieri il ruolo del questuante a chi lo fa di professione e magari è anche bravo a lucrarci furbescamente sopra. “Prendo due artisti “in esclusiva” e me li vendo al doppio, faccio pagare il biglietto e me lo intasco, gli sponsor pure! Poi invito qualcuno a una conferenza paracula e gli rendo il favore”. Così ragiona “l’imprenditore senza rischi”. Evidentemente a chi amministra va bene così, tanto mica pagano di tasca loro, paghiamo noi! Ma cambiamo argomento, sennò mi girano…

 

C.S.: … e ci siamo rivisti al “Circolo Teramano” il 3 marzo scorso, al party in onore di Enrico Melozzi, il talentuoso musicista reduce da Sanremo e che hai introdotto con la tua comicità. Il duo “Ferrari-Melozzi“ ha trionfato ed ha rappresentato “egregiamente” la città di Teramo …

Marko Ferrari: Il pubblico teramano è sempre stato molto affettuoso e anche in quella serata ho sentito sulla mia pelle il calore di persone che di certo non erano lì per festeggiare me. E’ stato uno spettacolo molto particolare, perché mi ha riportato indietro nel tempo fino ai giorni del Liceo Classico e in mezzo ai miei vecchi amici ho ritrovato un po’ di quell’entusiasmo e di quella spensieratezza che gli anni e alcune esperienze negative mi hanno tolto.

 

C.S.: La tua avventura nel mondo della comicità inizia quando?

Marko Ferrari: Inizia nel 1995, grazie all’amico Walter Nanni, attore e regista pescarese che all’epoca conduceva una trasmissione su Verde Tv. Insieme a Enrico Melozzi creammo una parodia dei cartomanti: “Il mago Knor … l’unico mago che legge i dadi da cucina”. Io facevo le telefonate cambiando voce e dialetti e Enrico faceva il mago. Nello stesso periodo ci esibimmo dal vivo in un localino di Teramo come comici per la prima volta, da lì in poi mi sono arrangiato, più o meno, da solo.

 

C.S.: Un comico si esibisce dal vivo, la risata o la disapprovazione, si vedono immediatamente: ti poni mai il problema di che riscontro avrai a priori?

Marko Ferrari: Oggi con l’esperienza sono in grado di rendermi conto prima se una cosa possa funzionare o meno e se sia adatta al contesto in cui mi trovo. Quindi scelgo accuratamente i pezzi da fare “in serata” e da provare nei laboratori. Devo imparare bene a scegliere anche i luoghi, perché a volte mi capita di trovarmi in condizioni in cui è veramente difficile lavorare, ma in genere “la porto a casa” come si dice in gergo.

 

C.S.: Quali sono e quali sono stati i punti di riferimento nella tua comicità?

Marko Ferrari: Sicuramente Nduccio, perché ogni abruzzese che fa questo mestiere gli deve qualcosa, è stato lui ad aprire la strada. Poi penso ai miei compagni di “viaggio” e non ai cosiddetti “mostri sacri”, da cui ogni comico intelligente dovrebbe cercare di discostarsi il più possibile, anche se è difficile. Sono le persone con cui mi capita più spesso di fare serate e scambiarmi pareri e consigli fraterni quelle che mi hanno dato di più, senza dubbio ti dico loro. Tre di loro sono “in cartellone”, ma citarli tutti è impossibile.

 

C.S.: Chi è stata la prima persona che ha creduto in te, offrendoti l’opportunità di una esibizione?

Marko Ferrari: Sicuramente Walter Nanni, più che offrirmi l’opportunità in alcuni casi mi ha letteralmente trascinato sul palco, perché all’epoca ero anche abbastanza timido. È stato davvero il primo a crederci, prima di me addirittura. Poi mi piace ricordare un episodio di qualche anno fa. Conobbi Serena Dandini al festival “Cabaret Amore mio”, era la madrina. Mi vide e gli piacque quello che facevo, mi chiese se avevo fatto i provini per il suo laboratorio di cabaret all’Ambra Jovinelli. Io risposi di si, ma non ero certo che mi avessero preso. Mi disse di lasciare il numero alla sua segretaria e che mi avrebbe fatto chiamare. Diversi mesi dopo iniziò il laboratorio e fui convocato. Fu una grande soddisfazione e in quei giorni a Grottammare ebbi la fortuna di stare a contatto una donna straordinaria, di un’intelligenza fuori dal comune; con me è stata di una dolcezza quasi materna.

 

C.S.: Giuseppe Pontiggia, scrittore, aforista e critico letterario italiano, ne “Le sabbie immobili”, 1991 afferma: “Niente si sottrae al comico, neanche la riflessione sul comico”. Ti è mai capitato di riflettere sulla tua essenza di comico in trasparenza?

Marko Ferrari: Sì, e credo che in fondo il comico rappresenti solo una piccola parte di me che con il passare degli anni a volte mi sta un po’ stretta. Anni fa la vivevo in maniera molto più disincantata, oggi inizio a considerarlo quasi, e ribadisco “quasi”, come un lavoro. Probabilmente la comicità rappresenta una parte importante, ma non totalizzante della mia vita. Ho intenzione di cimentarmi anche in altri campi, credo che mi tornerà sempre utile.

 

C.S.: Nasci a Giulianova ma vivi a Teramo a metà della teorica rivalità tra le due città rivali per antonomasia …

Marko Ferrari: Non a caso tratto questo tema all’inizio del mio spettacolo. Devo dire che funziona anche fuori, ogni città o paese in Italia ha la sua nemesi, quindi per il pubblico non abruzzese è facile immedesimarsi.

 

C.S.: Un tuo simpatico articolo, si può leggere online: L’ABRUZZO PER DEFICIENTI: “SCOPRI ANGHE TU L’ABRUZZO, QUESCHTO SIMBATICO SCONOSCIUTO”. Cos’è per te l’Abruzzo?

Marko Ferrari: È il posto dove sono nato e cresciuto e dove ho scelto di far crescere mio figlio. Anche quando ho vissuto altrove, una parte di me è sempre stata qui. È il luogo in cui vive o ha vissuto tutto ciò che ho di più caro.

 

C.S.: Il giorno più bello della tua vita?

Marko Ferrari: Facile! Il 27/1/2011, il giorno in cui è nato mio figlio Niccolò. Nove papà su dieci ti darebbero la stessa risposta, il decimo no… perché non sa di esserlo.

 

C.S.: Cosa ti fa più paura?

Marko Ferrari: L’infelicità e tutto ciò che può causarla.

 

C.S.: La persona che stimi di più?

Marko Ferrari: Prima mio nonno, oggi mio padre.

 

C.S.: Presente, passato o futuro?

Marko Ferrari: Imperfetto.

 

C.S.: Un libro sul tuo comodino?

Marko Ferrari: Tanti, sono un lettore famelico, la mia vera grande passione è la letteratura. Fontamara di Silone mi è molto caro; Un anno terribile di John Fante; Delitto e castigo di Dostoevskij; Anna Karenina di Tolstoj; Moby Dick di Melville; Furore di Steinbeck; Tempo di uccidere di Flaiano; Manhattan Transfer di Dos Passos; La trilogia della frontiera e Suttree di Cormack McCarthy; Underworld di Don De Lillo; Pastorale americana di Philip Roth; Le novelle di Pirandello; ma anche Verga; Lansdale; Carver; Bukowski; Hemingway; Amado; Gabriel Garcia Marquez; Faulkner; Salinger; Joyce; Chandler; James Ellroy; Francis Scott Fitzgerald; Celine; Camus; Balzac; Zola… insomma, ho un comodino “cazzutissimo”!

 

Written by Carina Spurio

 

 

2 pensieri su “Intervista di Carina Spurio al comico Marko Ferrari

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