Intervista di Carina Spurio a Gabriella Falanga ed al suo “Sinestesia”

Sinestesia

Gabriella Falanga

Ricerche & Redazioni, 2010

Gabriella Falanga nasce a Milano dove compie i suoi studi. Fin da ragazza coltiva la sua inclinazione a cimentarsi con la scrittura partecipando con buoni esiti a concorsi di poesia e prosa.

Con ‘Ricerche & Redazioni’pubblica nel 2007 la sua prima raccolta di liriche che ottiene due prestigiosi riconoscimenti: il Primo Premio Nazionale”Circe. Una donna tante culture”Città di Monterotondo (2007) e il Premio della Presidenza”Rosa in Argento(Concorso letterario ‘Nero su Bianco’) organizzato dall’Accademia Francesco Petrarca (2008)

Maria Luisa Falanga nasce a Castellammare di Stabia ma si forma a Milano frequentando il corso di scultura dell’Accademia di Brera, sotto gli insegnamenti del maestro Francesco Messina e dove conosce numerosi pittori e scultori,tra cui Marino Marini, Minguzzi Carpi e Cantatore.

Sempre a Milano inizia ad esporre i suoi lavori in mostre collettive. Ha esposto opere di pittura, grafica e scultura nelle città di Roma,Milano, Teramo e altre città d’Abruzzo, dove oggi vive e lavora. Sue opere sono in collezioni private a Londra e in Libia.

Nel 1977 realizza il monumento ‘Ai Caduti del Mare’ a Giulianova.Nel 2003 pubblica una selezione di sue opere sul volume’L’Arcano del Disegno’ in collaborazione con la poetessa Walterina Rosati. Nel 2008 in occasione del centenario del musicista Gaetano Braga esegue la scultura in bronzo “La leggenda Valacca”.

 

C.S.: Sinestesia è il titolo della sua ultima raccolta di poesie all’interno della quale, staglia le immagini di Maria Luisa Falanga, sua sorella orientata verso la grafica, la pittura e la scultura. Non c’è atto più armonico della fusione che queste due arti, trasmettono con efficacia, in una combinazione spiritualmente feconda …

Gabriella Falanga: … scrive Manuela Valleriani nella sua bella introduzione alle opere di Maria Luisa Falanga :”… l’interazione con altri linguaggi espressivi, quali musica, teatro e letteratura: nel caso specifico – e peraltro non isolato- di Sinestesia l’opera di Maria Luisa Falanga si unisce a quella della sorella Gabriella nel segno di una comunicazione in cui le immagini traggono linfa, oltre che dalla loro intrinseca fisionomia,dai testi poetici che le accompagnano, ad esse direttamente ispirati … Manuela ha colto acutamente tutta la sinergia che unisce mia sorella e me, per quanto riguarda emozioni, sensazioni, amore per tutte le forme di arte , nonché la nostra grande passione per la natura che sprigiona sia dalle opere artistiche che dalle poesie. Proprio questa forte comunanza ci ha spinte a realizzare questo esperimento, già iniziato con la raccolta “Nottetempo”, nella quale fu però M. Luisa ad ispirarsi con bellissime chine ad alcune liriche In “Sinestesia” abbiamo tentato il contrario ed è stata davvero una combinazione “spiritualmente feconda” perché dimostra quanto questa nostra unione sia forte e soprattutto cerca di comunicarla anche a tutti quelli che amano sia l’arte che la letteratura e come queste, quando spinte da una passione comune, possano combinarsi, mescolarsi e produrre qualcosa di nuovo ed emozionante.

 

C.S.: Da dove nasce il suo impulso a comporre liriche con il pennello della fantasia?

Gabriella Falanga: Non saprei dirlo con esattezza, perché mi sembra quasi sia nato con me:fin da ragazzina questo impulso a scrivere (e a leggere, il che mi ha certamente aiutata), mi prendeva in modo talmente intenso che non potevo sfuggirgli. Questo, forse, era dovuto anche al mio carattere timido e introverso,tendente più alla riflessione e alla fantasia, che non alla socializzazione con i miei coetanei e ai giochi, che, può sembrare strano, ma mi annoiavano mortalmente. La poesia, in particolare, è stata sempre la mia “isola felice”, anche se per molti anni l’ho tenuta nascosta, come si tiene nascosto un amore segreto quando pensi che gli altri non possano capirlo.

 

C.S.: Prendere la penna in mano vuol dire “vedere” altri mondi, situazioni diverse, osservare e capire in maniera profonda ciò che si ha intorno…

Gabriella Falanga: Per me il poeta è mezzo visionario e mezzo sognatore, vede le cose in modo differente, non perché sia più o meno intelligente o sensibile di altri, solamente guarda le cose con un occhio diverso. Sempre un po’ inafferrabile, perché la sua mente è in viaggio continuo alla ricerca di qualcosa (che forse non troverà mai).
Ma la passione che preme nella sua anima non può essere fermata “deve uscire”,esplodendo come lava da un vulcano per troppo tempo represso. E’ una necessità, quella di esprimersi che non può essere elusa. Quello che scriverà potrà piacere o no ma il suo viaggio non cesserà finché sarà vivo .E’ un vero “lavoro” su e dentro se stessi e su tutto ciò che lo colpisce, lo cattura, gli pone interrogativi .Per di più ,penso che tutto intorno a noi possa essere materia di poesia:una spirale di fumo, donne chinate in faccende giornaliere,un sasso sul sentiero,grasse zolle di terra…Perfino sognando si può scrivere una poesia.
Come scrive George Barker nella sua” Lettera a un giovane poeta”:
“Ma oltre il mondo conosciuto delle cose
La grande poesia ripiega l’ali
E da un petto insanguinato qualcosa
Offrirà anche a coloro che non hanno fede”.

 

C.S.: In quale momento della giornata scrive?

Gabriella Falanga: Non posso dire che ci sia un momento preciso.
Mi coglie all’improvviso,di solito, questo bisogno, e se in quel momento ci sono altre esigenze più urgenti,mi limito a prendere appunti e, quando posso, ci torno su con calma. Ma devo confessare che, siccome soffro d’insonnia, spesso di notte, pensieri che si tramuteranno in versi mi girano e rigirano vorticosamente intorno e dentro. Ogni momento giusto però dovrebbe avere la possibilità di essere afferrato ma per le donne in particolare è molto difficile trovare scampoli di tempo da dedicare a se stesse e alle loro passioni.

 

C.S.: Il nostro tempo e’ caotico, rumoroso: riesce a sentire i passi dell’ispirazione?

Gabriella Falanga: In effetti questo mi limita e non poco. Per mia indole, ho bisogno di tranquillità, di calma,di silenzio. Ogni tanto mi aiuta scrivere con un sottofondo ,a basso volume, di musica classica o di musica rilassante indiana (la stessa di quando praticavo Yoga con mia sorella e una fantastica “maestra”). Ma qui vorrei citare le parole di uno scrittore tanto amato e che mi aiutano a rispondere meglio a questa domanda: “ Se volessi scegliere un simbolo augurale per l’affacciarsi del nuovo millennio, sceglierei questo:l’agile salto improvviso del poeta che si solleva sulla pesantezza del mondo dimostrando che la sua gravità contiene il segreto della leggerezza, mentre quella che molti credono essere vitalità dei tempi, rumorosa, aggressiva, scalpitante e rombante appartiene al regno della morte come un cimitero d’automobili arrugginite” Italo Calvino (Lezioni americane).

[…]“ecco allora che ogni sillaba di Gabriella Falanga, di cui traspare in filigrana la volontà demiurgica di dar nome alle cose, tocca il profondo,ed ogni sua parola, pertanto, è una discesa in verticale, dentro e oltre le radici […]” dall’introduzione del Dott. Sandro Galantini che si rispecchia in questi versi:E come l’acqua scorre verso il basso/assicurando assiduo nutrimento/gravita la sua mente verso l’alto percorrendo estesi e inesausti rami/ che mai nel tempo cessarono caparbi/ di raggiungere il Sacro./ da “Simbiosi”.

Non finirò mai di ringraziare il Dott. Sandro Galantini per le sue bellissime osservazioni sui miei versi, senza trascurare il fatto che è stato il primo ad apprezzarle e a convincermi a cercare di pubblicarle. Il destino ha voluto poi che attraverso lui io abbia incontrato Giacinto Damiani di Ricerche & Redazioni il quale, fino ad allora non aveva mai voluto iniziare una collana di poesie, essendosi sempre occupato di saggi, di storia ecc. Siamo diventati presto amici e dice di essersi talmente entusiasmato leggendo i miei versi da essere spinto a pubblicare prima “Nottetempo”, ed ora “Sinestesia”, che ci hanno dato tante soddisfazioni.
Insomma è a loro che “devo” tanto e, insieme a me, anche mia sorella per l’apprezzamento delle sue opere e per la cura estrema nella pubblicazione di entrambe le raccolte.

 

C.S.: Lei e’ stata premiata di recente e innumerevoli volte: quale emozione si cela nell’anima quando si vede riconosciuto un proprio lavoro artistico?

Gabriella Falanga: Qualsiasi gratificazione, anche la più piccola, non può che aiutare ad affrontare questa difficile vita. Confesso, sinceramente, che la prova che i miei versi siano piaciuti e apprezzati, soprattutto in Concorsi tenuti in luoghi lontani da qui , come ad esempio Rovigo, Torino. Milano. Roma, Savona, dove nessuno prima aveva sentito parlare di me fino ad allora, insomma una perfetta sconosciuta, non può che recarmi grande gioia. Sarei ipocrita ad affermare il contrario. Questo però, secondo me, non vale solo per gli artisti ma per chiunque svolga il suo lavoro o segua una sua inclinazione, purché con passione.

 

C.S.: Quali sono i poeti che ha amato di più?

Gabriella Falanga: Da ragazzina ero innamorata di Leopardi, come credo tanti a scuola, ma anche di Omero e di lirici latini e greci. Poi sono venti tutti gli altri e li cito in ordine sparso: Shakespeare, T. Eliot, alcuni poeti inglesi del dopoguerra; ho adorato E.Lee Masters e la sua “Antologia di Spoon River”, E. Dikinson, Rafael Alberti,
Prevert, F: Garcìa Lorca, Baudelaire, Maijakovskij, Pessoa, Tagore, Neruda, K. Gibran, Sylvia Plath, e ultimamente C. Kavafis, (certamente ne trascuro tanti importanti ,ma l’elenco sarebbe troppo lungo).

 

C.S.: Cosa ha voluto comunicare ai lettori di Sinestesia?

Gabriella Falanga: Tutte le emozioni e i sentimenti che provavo ammirando le opere di mia sorella, cercando di immedesimarmi in ciò che l’aveva spinta a “creare”, sia i dipinti che le sculture. Infatti, fin da piccola ho avuto una grandissima ammirazione per lei e per tutto ciò che riusciva a fare con quelle sue mani magiche. Non è stata un’impresa semplice ma spero di esserci riuscita.

 

C.S.: Lei è ottimista o pessimista?

Gabriella Falanga: Essendo una persona introversa, come ho già detto, tendo un po’ alla depressione e al pessimismo. Soprattutto recentemente tutto ciò si è ampliato, certamente anche per l’età e conseguenti acciacchi. Del resto, di fronte a un mondo che mi appare in decomposizione da tantissimi punti di vista, come si fa a essere ottimisti?

 

C.S.: Preferisce dare o ricevere?

Gabriella Falanga: Ancora una volta, non voglio essere ipocrita: mi sarebbe piaciuto molto “ricevere” ma ho sempre dovuto “dare” e tanto. In definitiva, però non mi dispiace perché l’ho sempre fatto con le persone a cui volevo e voglio un mondo di bene e questo non può essere definito un sacrificio o un dovere ma un piacere.

 

C.S.: Cos’è per lei l’amicizia?

Gabriella Falanga: L’amicizia per me è il sentimento più grande ma anche il più raro da trovare. Forse anche più grande di quello che comunemente chiamiamo amore; anzi è una forma d’amore del tutto particolare che come un fiore profumatissimo va coltivato, altrimenti appassisce. Tutto ciò vale però se la sintonia, l’empatia, gli interessi sono davvero comuni e soprattutto sinceri e leali. Il tradimento di una amicizia in cui si è davvero creduto provoca una di quelle ferite dolorosissime che difficilmente si rimarginano.

 

C.S.: Il suo rapporto con la fede?

Gabriella Falanga: Sono stata educata alla fede Cattolica e fino a una certa età sono stata una credente e una praticante perfino un po’ fanatica ma con il passare del tempo e tanti avvenimenti che mi hanno colpita, ho iniziato a pormi troppe domande,ad avere troppi dubbi, senza riuscire a trovare risposte. Ora penso che qualcosa di Superiore forse ci sia ma non mi domando più nulla. Devo anche dire che spesso invidio molto chi ha una fede incrollabile, perché è un’ancora di salvezza a cui ci si può aggrappare nei momenti più bui e vale per qualsiasi tipo di Religione. Quindi, pur nelle mie incertezze, le rispetto tutte.

 

C.S.: Internet …

Gabriella Falanga: Una scoperta piuttosto recente che mi sta dando tantissimo anche se devo ancora imparare a capirne certi meccanismi ,il che alla mia età non è facile. Però ce la sto mettendo tutta. Ora non potrei davvero più farne a meno: ti dà la possibilità di spaziare nel mondo,di tenerti sempre aggiornata su ciò che accade, di fare ricerche, scambiarsi opinioni, e anche ammettiamolo, di venire in contatto con tante persone o organizzazioni che nel tempo diventano come veri amici e non ti fanno mai sentire sola. Alcuni al contempo sono anche amici reali!

 

C.S.: Il suo film preferito …

Gabriella Falanga: Il cinema se ben fatto è un’altra delle mie passioni, come il teatro , la musica e la fotografia ,quindi sarebbero diversi i film che dovrei nominare, ma il primo che mi viene in mente è “Lezioni di piano” per la sua trama intrigante,per la regia e la sceneggiatura, per la fotografia fantastica, per l’interpretazione magistrale degli attori ma, soprattutto per la musica che ho trovato veramente insuperabile, che accompagna tutto il film creando atmosfere davvero magiche. Ed è proprio il tipo di musica che preferisco.

 

C.S.: Programma televisivo?

Gabriella Falanga: Ultimamente mi sono molto allontanata dai programmi televisivi perché li trovo veramente banali, per non dire altro. Seguo qualche volta Rai 3 o TV7 per tenermi aggiornata. Però, siccome, come ho già accennato, soffro di insonnia, alle volte mi capita di notte di vedere bellissimi film sottotitolati o rappresentazioni teatrali e anche ascoltare alcuni concerti. Tutti programmi che durante la giornata non si trasmettono. Forse pensano che siamo tutti ignoranti ed è certamente vero che al potere è sempre convenuto che la gente rimanesse il più ignorante possibile.

 

C.S.: Un ricordo intenso …

Gabriella Falanga: Mi torna spesso in mente il tempo felice trascorso nel giardino un po’ incolto dei miei nonni a Milano (era uno dei pochissimi spazi verdi, in questo sono stata fortunata).Tra i folti e alti cespugli di ortensie colorate di rosa e di blu s’erano scavate gallerie in cui potevamo nasconderci; c’era un albero contorto con un buco nel tronco custode dei nostri piccoli segreti; c’era un grande salice piangente i cui rami smeraldini giungevano fino a terra e io ne avevo fatto il mio rifugio dove potevo, indisturbata, inventare storie, filastrocche, vivere altre vite , far volare la fantasia, protetta da quella tenda verde. Forse da quel luogo è nato il mio amore viscerale per la natura e anche il mio desiderio di scrivere.

 

C.S.: Il posto in cui ama tornare?

Gabriella Falanga: Ogni anno nel mese di agosto e parte di settembre torno nel borgo di San Pietro Di Isola del Gran Sasso,un luogo per me veramente paradisiaco, circondato da fittissimi boschi e dalle maestose,magnifiche montagne della catena del Gran Sasso. Per me è un posto magico che ogni volta mi regala serenità, armonia, dove corpo e anima ritrovano la loro unità. Un luogo che mi fa sentire protetta e lontana dalle difficoltà quotidiane…quasi su un altro pianeta, felice. Ogni volta che riparto mi sento come lacerata e infatti sto meditando, se la salute mi aiuterà, di andarci molto più frequentemente e rimanerci più a lungo.

 

C.S.: Nel suo cassetto c’è …

Gabriella Falanga: Se si intende il cassetto dei sogni…ci sono tante cose, progetti: appunti per racconti iniziati e non ancora terminati, versi buttati giù ancora da rivedere, tentativi per un testo teatrale. Il desiderio, confesso, di pubblicare ancora qualcosa, prima di invecchiare troppo…tante cose. Forse troppe?

 

C.S.: Vive a Giulianova, qual è il rapporto con la sua terra?

Gabriella Falanga: Quando, con la mia famiglia mi trasferii da Milano, città profondamente odiata,nonostante ci fossi nata e vissuta fino al ’63, per molte ragioni che ora sarebbe troppo lungo spiegare e arrivammo a Giulianova, mi sentii profondamente felice, davanti a quel mare blu, alle colline verdi, alle montagne che si scorgevano in lontananza, alla sua tranquillità di vita. Con gli anni tutto è un po’ cambiato ed ora io sento di non aver radici in nessun luogo: mi sento uno spirito libero, anche forse per le mie origini così miste (bisnonne francesi, nonni paterni milanesi ,materni napoletani, cugini e zii torinesi e romani). Spesso vorrei possedere ali per spaziare e fermarmi dove il cuore desidera. Cittadina del mondo! Magari! C’è una dolce catena che mi tiene legata qui ed è formata dai miei figli,mio nipote, mia sorella da cui non riesco ad allontanarmi più di troppo tempo, E poi ci sono i cari amici del gruppo O’rao con i quali condivido tanti interessi. Non è poco!

C.S.: Vorrei dedicasse un suo verso ai nostri lettori…

Gabriella Falanga: Da “Maya”

………………
Non tacere il tuo canto Maya :
sarebbe ben misera creatura
l’uomo privato dall’incantamento.

 

Written by Carina Spurio

 

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