“Il mago del Cremlino” di Giuliano Da Empoli: romanzo sul novello Grigorij Rasputin
Premetto che questo è un libro strano.

Il mago del Cremlino è un libro che tratta un tema politico e culturale sotto forma di romanzo.
È il primo romanzo di Giuliano da Empoli, di professione docente universitario a Parigi in politica comparata.
Perché strano? Direi, prima di tutto, perché tratta di categorie politiche fondamentali, come il potere, la propaganda e l’ideologia, secondo il vissuto di una aristocrazia ben precisa, quella russa.
Il fatto è che ciò che noi italiani ed europei non abbiamo ancora ben capito è la specificità culturale e psicologica del mondo russo.
L’autore, soprattutto attraverso la figura di Vadim Baranov, penetra questo mondo, lo analizza nel profondo e nelle sue contraddizioni.
Da Empoli, per raccontare la controversa nascita di un’ideologia putiniana che sia in grado di restituire alla Russia il suo ruolo di grande potenza, storicamente fondato, sceglie il romanzo, essendo la forma che più lascia spazio all’immaginazione. Un’immaginazione che, però, non è semplice operazione di fantasia, ma che trae spunto da elementi e fatti veri, comprovati.
Anche in sociologia l’immaginazione riveste un ruolo fondamentale per analizzare e comprendere i fatti sociali.
Il romanzo Il mago del Cremlino racconta, in sintesi, la storia, anche personale, di Vadim Baranov, alter ego di Vladislav Sourkov, il vero “spin doctor” di Putin per un lungo periodo, in pratica dal 2000 al 2021.
Baranov (nel romanzo) viene dal mondo del teatro, della cultura e dello spettacolo, non propriamente della politica, ma proprio per questo potrà essere determinante nel trasformare un anonimo funzionario del KGB in un leader assoluto di un nuovo impero che ricalchi le vestigia del vecchio impero russo.
Scrive Da Empoli: «Baranov avanzava nella vita circondato di enigmi. L’unica cosa più o meno certa era la sua influenza sullo Zar. Nei tre lustri che aveva trascorso al suo servizio, aveva dato un contributo decisivo all’edificazione del suo potere. Il mago del Cremlino, lo chiamavano il nuovo Rasputin».
Ciò che sconcerta nelle indicazioni di Baranov, tuttavia, è il cinismo e l’apparente mancanza di ogni coerenza logica. Baranov è un personaggio contradditorio, ma molto sensibile al potere e al suo richiamo. Come resistere alla chiamata al Cremlino! Putin, infine, grazie al novello Rasputin, raggiunge l’apice del potere della Grande Russia.
Eppure, Putin per diventare il nuovo Zar a tutti gli effetti, ha bisogno di riconquistare i vecchi territori, che considera irrinunciabili, tra cui l’Ucraina.
A tal fine si confermano tante questioni ormai già appurate, come le evidenti intrusioni russe negli affari riguardanti l’Ucraina. Intrusioni realizzate in tutti i modi, politiche, militari, terroristiche e propagandistiche.

Un ultimo capitolo del libro tratta della pericolosa deriva che questo potere potrà raggiungere attraverso la tecnica, o meglio, la tecnologia digitale se non l’intelligenza artificiale, a partire dall’antico bisogno di un’autorità forte, direi dittatoriale, che sembra contraddistinguere il popolo russo, nostalgico della vecchia grandezza imperiale.
Scrive a questo proposito Da Empoli: «Un esercito di sensori, di droni, di robot capaci di colpire in qualsiasi momento, senza un attimo di esitazione. Sarebbe, finalmente, il potere nella sua forma assoluta». Molto inquietante.
Alla fine del 2021 Baranov si ritirerà a vita privata (forse) e di lui si perdono le tracce. Sarà un caso che ciò avvenga poco prima dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia?
Ognuno, leggendo il libro, potrà trovare la sua risposta.
Written by Algo Ferrari
Bibliografia
Giuliano Da Empoli, Il mago del Cremlino, Mondadori, 2022