“Alexis o il trattato della lotta vana” di Marguerite Yourcenar: il conflitto insondabile tra pulsioni e razionalità

Quella di Marguerite Yourcenar è una lingua che non lascia nulla al caso.

Alexis o il trattato della lotta vana di Marguerite Yourcenar
Alexis o il trattato della lotta vana di Marguerite Yourcenar

Con precisione chirurgica incide, scava, mette a nudo i meccanismi riposti dell’animo umano. La sua è un’esattezza formale adottata come sapiente strategia narrativa, che si pone a contraltare di una materia difficile, spesso dolorosa, mai riducibile a un’interpretazione univoca o deterministica.

“Capivo già che ogni cosa ha il suo segreto […], che la pace, come il silenzio, è sempre solo una superficie, e che la peggior menzogna è la menzogna della calma.” Alexis o il trattato della lotta vana

Proprio la problematicità del materiale narrato richiede una forma che sia più semplice e trasparente possibile. È l’oggettività imparziale della lingua che consente ai personaggi della Yourcenar di esplicitare senza remore il dato soggettivo dell’esistenza, di dichiarare effimera e transitoria la vita esteriore come quella interiore, di descrivere con impietosa chiarezza le incertezze del proprio percorso esistenziale.

“Si dice che le vecchie case racchiudano sempre dei fantasmi; non ne ho mai visti, eppure ero un bambino pieno di paure. Può darsi che mi fossi già reso conto che i fantasmi sono invisibili, perché ce li portiamo dentro. Ma quel che rende inquietanti le vecchie case non è il fatto che ci siano i fantasmi, ma il sospetto che potrebbero essercene.” Alexis, o il trattato della lotta vana

Procedere per antitesi è per altro un dato caratteristico delle opere di Marguerite Yourcenar. Negare con affermazioni e affermare con negazioni, a mettere in luce ‒ o forse in ombra ‒ l’impossibilità di una interpretazione lineare, monosemica del dato esistenziale.

“Le cose nella vita non sono mai troppo precise; e dipingerle nude significa mentire, poiché le intravediamo solo attraverso la caligine del desiderio. […] E non è affatto vero che qualche brutale dettaglio sia in grado di illuminarci sull’amore; non è affatto vero che sia facile riconoscere, nella semplice descrizione di un gesto, l’emozione che più tardi produrrà su di noi.” Alexis o il trattato della lotta vana

Alexis non è dunque diverso dagli altri personaggi della Yourcenar. In questo romanzo d’esordio (1929) la scrittrice mostra di avere già definito un metodo narrativo, una lingua e una poetica che la accompagneranno in tutte le opere successive, pur con le differenze del caso.

Il desiderio di confessare l’inconfessabile induce il protagonista a ricorrere all’espediente di una lettera, un mezzo che, insieme alla precisione della lingua, funziona in realtà come barriera, dietro la quale nascondersi per poter rivelare l’oscurità e oltre la quale distanziarsi.

Marguerite Yourcenar citazioni Alexis
Marguerite Yourcenar citazioni Alexis

“Questa lettera è una spiegazione. Non vorrei che diventasse un’apologia. Non ho la follia di augurarmi d’essere approvato; non domando neppure di essere accettato: sarebbe domandar troppo. Desidero solo d’essere compreso. Vedo bene che è la stessa cosa, è desiderar troppo.” Alexis o il trattato della lotta vana

Alexis dichiara di non sapere, di non saper-si. Eppure incide, scava, mette a nudo le pulsioni della carne come le restrizioni della ragione. Non concede sconti a quest’opera di dissezione interiore che tuttavia non può che avere come risultato una sola ammissione: l’impossibilità della conoscenza di sé.

“Avevo l’abitudine dell’esame di coscienza; avrei dovuto sospettare anche di me stesso. Naturalmente, non ne feci nulla.” Alexis o il trattato della lotta vana

La lotta, dunque, è vana. Ciò non toglie che sia necessario combatterla.

 

Written by Michela Pistidda

 

Bibliografia

Marguerite Yourcenar, Alexis o il trattato della lotta vana, Universale Economica Feltrinelli, 2013

 

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